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TIPOLOGIA
Tipologia di Peters & Pierre Cinque modelli di relazione disposti
lungo un continuum: dalla prevalenza dei
politici sui burocrati alla prevalenza dei burocrati sui politici; NB: spetta alla ricerca empirica cogliere
l’esatta configurazione.
Subordinazione gerarchica dell’amm.ne alla politica: si assume come ancora possibile la
★ separazione tra decisione (politica) ed esecuzione (amministrazione) con un ruolo discrezionale
della burocrazia molto limitato (modello classico, weberiano, teoria della separazione, primato
della politica); es. Ragioneria dello Stato - ministero dell’economia, funzionari sono esecutori.
«vita del villaggio»: consociazione stretta fra le due componenti, collaborano strettamente in
★ quanto simili, non si riesce a capire cosa è politica e cos'è amministrazione, sono intercambiabili,
scambiare i ruoli, un rapporto paritario che deriva da una simile formazione, difficile tracciare il
confine (metafora del «vivere nello stesso villaggio», coesione) visioni e logiche d’azione comuni,
→
collaborazione e accordo visione; NB: possibili passaggi di carriera tra dirigenti e politici (ruoli
intercambiabili, difficile distinguere cosa è politica e cosa è amm.ne). Es. modello francese, École
Nationale d’Administration (ENA) scuola che forma tutta la dirigenza sia politica che
amministrativa - politici che vengono dall’amministrazione: presidente Macron ha la stessa
formazione dei suoi ministri e dei vertici amm.ivi dei ministeri (vengono tutti da ENA), le
competenze sono le stesse, passaggio di ruoli. Passato nell’amministrazione e poi entrano in
politica.
«vita del villaggio» funzionale: sempre consociazione ma circoscritta a settori specifici
★ dell’amministrazione, si occupano di politiche con altro grado specialistico, es: ministro
dell’economia, dove risulta importante una elevata conoscenza specialistica per ricoprire il ruolo
politico; il ministro/assessore è specialista del settore come il dirigente (competenze e
formazione simili, difficile distinguere, parità); es. sanità regionale, l’assessore è un ex Direttore di
ASL. Politico e funzionario hanno la stessa competenza. Situazione di parità, chi decide e qual’è il
ruolo politico e amministrativo? Sono distinti?
Competizione avversariale: dirigenti e politici sono distinti e contrapposti, rapporto di potere in
★ quanto controllo di risorse (conflitto potenziale tra avversari); temono prevaricazioni reciproche,
sono guardiani uno dell’altro; hanno competenze diverse e diversi atouts (rapporto di potere
informale, controllo di risorse differenti, può prevalere l’uno o l’altro). Le due componenti sono
distinte. Risorse di potere:
Politica: controlla l’area di incertezza economica (bilancio pubblico, risorse per apparati),
○ legittimazione della decisione (varano le leggi), riforme amministrative (varate con leggi e
possono modificare l’amministrazione).
Amministrazione: competenze/conoscenze anche specialistiche (proprie + rapporto con
○ esperti), rapporto con i gruppi di interesse (informazioni), stabilità dell’azione di policy
(pratiche consolidate, legacy, assicurano la continuità delle politiche).
Governo dei burocrati: i dirigenti dominano il processo decisionale, i politici ratificano le loro
★ decisioni; burocratizzazione dell’azione politica; es. governi «tecnici» tecnici sono ministri che
→
vengono dall’amministrazione. L’alta amministrazione ricopre il ruolo del ministro; la politica si
affida all’amministrazione; il ruolo dell’amministrazione è decisione.
NB: possibile compresenza di diversi modelli nella stessa amm.ne, variabilità a seconda dei settori
Un rapporto irrisolto?
Difficile trovare equilibri fra «politica» e «amm.ne» che sono interdipendenti, in relazione variabile nel
policy-making.
Auspicabile distinguere i ruoli (chiara attribuzione responsabilità) per evitare i maggiori squilibri:
eccessiva politicizzazione dell’amm.ne (pressioni improprie del politico sul dirigente, derive clientelari,
amm.ne asservita al potere politico, non imparziale) o eccessiva burocratizzazione della politica (debole
controllo democratico, politica assoggettata). Tenere distinti i ruoli evitiamo queste contaminazioni,
ingerenze che portano a squilibri.
In questa direzione vanno le riforme amm.ive (NPM - New Public Management): riabilitazione della
separazione ma su nuove basi rispetto alla teoria weberiana (in crisi): il sistema “contrattuale” come
nuova disciplina del rapporto fra politica e amm.ne
Il sistema contrattuale
Un contratto “virtuale” (talvolta reale), ispirato alla «teoria del principale /agente» (scienze aziendali) che
lega il politico nel ruolo di committente di politiche pubbliche (il «principale») e il dirigente nel ruolo di
produttore di politiche pubbliche (l’«agente» che opera per conto del principale); il “contratto” regola la
relazione fra:
a. la «commessa» (o prestazione) politica: la policy e gli obiettivi che il politico (principale) vuole
realizzare; i valori dell’azione di governo (indirizzo politico) e obiettivi concreti
b. la prestazione dirigenziale: realizzazione degli obiettivi fissati dal politico attraverso la scelta
autonoma e discrezionale dei mezzi, autonomia gestionale (professionalità manageriale), opera
in autonomia, discrezionale.
Il rapporto «contrattuale» integra i due ruoli (che sono distinti ma paritari) e le (diverse) responsabilità
decisionali
Responsabilità politica: capacità di formulare linee di indirizzo rispondenti al mandato
➔ elettorale (policy capacity, componente politica) definendo i fini/valori della politica pubblica
Responsabilità dirigenziale: capacità di tradurre gli indirizzi in progetti operativi (anche con
➔ proposte e ricerca di soluzioni) e realizzazioni concrete (risultati); implica autonomia ma anche il
rendere conto del proprio operato al committente (il politico);
i risultati conseguiti sono valutati dal politico in relazione agli obiettivi assegnati
◆ («Direzione per obiettivi» principio differenziazione divisionale per obiettivi); i dirigenti
possono essere «licenziati» (sollevati dall’incarico) se la loro performance è
insoddisfacente (no risultati)
la valutazione dei risultati consente al politico («principale») di controllare l’operato del
◆ dirigente («agente»)
Il sistema contrattuale riconosce dunque indipendenza dei ruoli ma l’interdipendenza delle decisioni
(intrecciate seppur con responsabilità distinte): le decisioni sono complementari e vanno integrate; il
“contratto” prospetta modalità collaborative (paritarie) dove però il “dirigente deve fare il dirigente e il
politico il politico”
Riabilita la «separazione» su nuovi corollari:
1. non più ruolo solo esecutivo del dirigente: chiaro riconoscimento del ruolo decisionale autonomo
della dirigenza (rapporto paritario, no gerarchicamente subalterno)
2. la burocrazia si presume ancora imparziale/neutrale: reclutata sulla base della competenza,
opera in base alla capacità del dirigente di ottenere dei risultati, la dirigenza decide su base
professionale (non politica, ≠ spoils system) e deve rendere conto ai politici che valutano il suo
operato (risultati)
Separazione politica e amministrazione, rapporto paritario, autonomia dei dirigenti mentre i politici hanno
funzione di indirizzo e controllo sull’operato.
Quale controllo sulla burocrazia?
Concludendo, il controllo della burocrazia (vertici) è necessario perché i dirigenti possono giocare un
ruolo politico ma non sono eletti; devono quindi essere «controllati» da rappresentanti dei cittadini.
Diversi sono i meccanismi di controllo a seconda delle modalità di regolazione del rapporto fra politica e
amm.ne:
- Controllo gerarchico, quello della separazione weberiana, subordinazione + conformità legge
(conformance)
- Controllo politico (in senso stretto), quello dello spoils system, con la politicizzazione della
burocrazia (lealtà, affiliazione partitica)
- Controllo dei risultati, quello del modello contrattuale; NB: può essere operato con il supporto di
esperti della valutazione (rinvio a riforma della dirigenza)
Bureaucratic politics - party patronage
Ruolo politico dell’amministrazione
Non solo rapporto tra vertice politico e vertice amm.ivo ma riflessione più generale sul rapporto tra
l’amm.ne pubblica e il potere politico, con focus sull’interazione con altri attori importanti del
policy-making, attori non istituzionali: esperti, gruppi interesse, partiti
Due concetti importanti
«BUREAUCRATIC POLITICS»: quando la burocrazia «fa politica», cioè assume un ruolo politico
➔ attivo (deliberato), condizionando la decisione pubblica per promuovere propri interessi e linee
di intervento fare politica da parte dell’amministrazione
→
«PARTY PATRONAGE»: condizionamenti partitici sull’amm.ne pubblica, ruolo passivo (rapporto
➔ fra partiti e pubblica amm.ne)
Bureaucratic politics: tipologia di Peters
Gli ambiti di azione politica dell’amm.ne pubblica: i processi/ rapporti dove l’amm.ne può assumere un
comportamento politico. Tipologia che diventa una guida, mappa gli spazi,ambiti dove più frequentemente
l’amministrazione assume, comportamento un ruolo politico.
I. Relazioni con il vertice politico: ruolo dirigenza amm.iva - ruolo del capo dipartimento del
ministero e il ministro.
II. Lobbying amministrativo: pressioni (su vertice politico, ufficiose) per sostenere una linea di
intervento e/o richiamare attenzione su problemi della PA; un altro aspetto del rapporto
politica-amm.ne (non approfondiamo) - amministrazione fa lobbying sul vertice politico,
comportamento che non è nel ruolo, lo fa per tutelare se stessa o affermare le sue conoscenze,
competenze o crede nella linea di guida. Articolazione del rapporto politica e amministrazione.
III. Partecipazione al processo di bilancio: competizione fra apparati per acquisire risorse; interno al
perimetro istituzionale, esterno a quello della singola PA; altro aspetto del rapporto
politica-amm.ne. Amministrazione cerca di tutelare se stessa. Dentro il processo decisionale,
compagine governativa, soggetti che stanno fuori dalla singola amministrazione.
IV. Relazioni con attori esterni (sistema politico): il rapporto con altri attori importanti del
policy-making (non istituzionali) di cui fanno parte i gruppi di interesse, partiti, esperti; possono
essere relazioni formalmente delegate (es. rapporti con i sindacati), ma comunque ufficiose (fuo