Propaguli: Un’altra modalità adottata è quella per propaguli; i propaguli sono strutture di
o dispersione composte da un numero limitato di cellule, in grado di svilupparsi in un nuovo
organismo (spugna) in condizioni favorevoli.
Nel caso della riproduzione sessuata ci sono sia organismi ermafroditi (ermafroditismo,
simultaneo o sequenziale) che a sessi separati. La fecondazione può essere esterna ma più
frequentemente interna.
Spermatozoi e uova si trovano nel mesoilo e derivano dalla trasformazione rispettivamente
o di coanociti o amebociti.
Gli spermatozoi vengono espulsi e liberati grazie alla circolazione dell’acqua
o nello spongocele. Se questi gameti finiscono, sempre trasportati dai flussi d’acqua, in una
spugna vicina vengono «catturati» dai coanociti come fossero particelle alimentari.
N.B. Le spugne sono animali ermafroditi insufficienti: per quanto siano monoici e la stessa spugna
possa differenziare dai coanociti sia gameti femminili che maschili, questi gameti non sono in grado
di autofecondarsi, quindi per questo vengono detti “insufficienti”: uno spermatozoo può fecondare
soltanto un uovo che proviene da un’altra spugna ma non dalla stessa, e viceversa.
31
• Cnidari
Le Cnidaria a cui appartengono oltre 10.000 specie, include gli anemoni di mare, le gorgonie, i coralli
molli, i coralli costruttori, le meduse e gli idrozoi.
Gli cnidari possono essere solitari o coloniali, con una finestra dimensionale molto ampia: alcune
specie, infatti, sono più piccole di 1 mm, mentre altre superano i 2 metri. Si tratta di Eumetazoi
esclusivamente acquatici e prevalentemente marini, sebbene alcune specie, tra cui quelle
appartenenti al genere Hydra, siano adattate a vivere in acque dolci. Sono abbondanti sia
nel benthos che nel plancton, dove fanno parte del cosiddetto zooplancton gelatinoso insieme a
ctenofori e urocordati. Vivono a tutte le latitudini, dall’area artica a quella antartica e possono
essere osservati dal piano mesolitorale, come nel caso dell’idrozoo Paracoryne huvei o
dell’antozoo Actinia equina fino alle profondità abissali che ospitano per esempio i coralli bianchi.
Sostegno, movimento e locomozione
Il ciclo vitale degli Cnidari è unico e affascinante, caratterizzato da una alternanza tra due forme
morfologiche principali: il polipo e la medusa. Tuttavia, il ciclo può variare a seconda della classe di
cnidari (Hydrozoa, Scyphozoa, Cubozoa, Anthozoa) e sempre a seconda della specie nel ciclo vitale
possono essere presenti entrambi o solo uno di essi.
Il polipo, solitario o coloniale, è tipicamente sessile (attaccata ad un substrato) e ha un
aspetto sacciforme.
Aderisce al substrato attraverso, un disco pedale o un sistema di stoloni che, nel caso delle specie
coloniali, è anche responsabile della connessione tra gli individui che ne fanno parte (forma stonale
e arborescente presente negli idrozoi).
Presenta un corpo colonnare e un disco orale o un ipostoma (negli cnidari medusoidi l’apertura
orale rivolta verso il basso circondato da tentacoli). Al centro del disco orale o dell’ipostoma si trova
un’unica apertura definita bocca (ma che viene utilizzata anche per l’emissione di tutti i generi di
scorie) che immette nella cavità gastrovascolare o celenteron.
Nella condizione coloniale i polipi possono essere polimorfici, con individui di morfologia diversa
adattati a svolgere varie funzioni (alimentare, riproduttiva ecc.).
La medusa, generalmente planctonica, assomiglia a un polipo rovesciato ed è caratterizzata da una
forma a campana o a ombrello. Il lato aborale è detto esombrella mentre quello orale subombrella
e quest’ultimo identifica la cavità subombrellare. La bocca/ano si trova al centro della subombrella
ed è portata su una espansione chiamata manubrio. Il manubrio è spesso munito di braccia orali
che possiedono una diversa morfologia a seconda delle specie. La cavità centrale dell’ombrella è
occupata dal celenteron, che si estende con i canali radiali verso il margine ombrellare, dove talvolta
convergono in un canale circolare. Dal margine ombrellare si dipartono i tentacoli in un numero
variabile.
Sono metazoi diblastici, l’epiderma (dal greco , «epí», sopra, su, in, dopo, di nuovo; «dérma», pelle.
Rivestimento cellulare esterno monostratificato del corpo dei metazoi) e il gastroderma degli adulti
derivano da due foglietti embrionali, ectoderma ed endoderma. Tra questi due tessuti vi è una
matrice extracellulare, la mesoglea in cui si possono tardivamente infiltrare cellule, di derivazione
ecto ed endodermica, in quantità molto variabile.
32
Veleno e predazione
Gli cnidociti contengono le cnidocisti o nematocisti che sono costituite da una capsula piena di
liquido ricco di tossine, la cui parete è parzialmente invaginata a formare un lungo tubulo con
l’estremità aperta o chiusa. Gli cnidociti sono provvisti di uno cnidociglio che, se stimolato
chimicamente o meccanicamente, innesca la scarica della cnidocisti e il tubulo si estroflette.
Nelle cnidocisti di tipo penetrante il tubulo presenta «uncini» distribuiti sulla superficie che al
momento dell’estroflessione perforano l’epitelio della preda o del predatore e le tossine contenute
nella capsula fuoriescono dall’apertura apicale.
Nelle cnidocisti di tipo volvente il tubulo a fondo cieco è più robusto e corto e quando arriva in
contatto si avvolge attorno alla preda/predatore.
Nelle cnidocisti di tipo adesivo, il tubulo con o senza uncini è caratterizzato dalla massiccia
produzione di secreti appiccicosi, nel momento dell’estroflessione aderirà fortemente alla superficie
dell’oggetto colpito.
Gli cnidociti si trovano spesso organizzati in batterie soprattutto nei tentacoli o attorno alla bocca.
Sono noti circa 30 varietà di cnidocisti e spesso il tipo, la dimensione e la loro localizzazione sono
utilizzati come carattere tassonomico. Le tossine prodotte dagli cnidociti, spesso neurotossiche,
possono essere molto potenti e pericolose, come quelle nelle cnidocisti del corallo di fuoco
(Millepora) o della caravella portoghese Physalia physalis, entrambi idrozoi, o nelle cubomeduse. Gli
effetti del veleno vanno da un banale arrossamento epidermico fino al blocco cardiocircolatorio
Alimentazione
Polipi e meduse presentano una cavità digerente, il celenteron che comunica con
l’ambiente esterno per mezzo di un’unica apertura che permette sia l’ingresso che la fuoriuscita di
acqua, cibo, scorie, etc. 33
Gli cnidari sono tipicamente carnivori: grazie al lavoro delle batterie di cnidociti (o nematocisti)
trattengono e paralizzano le prede che vengono poi manipolate e convogliate nel celenteron dai
tentacoli.
All’interno del celenteron, le cellule del gastroderma riversano enzimi digestivi che riducono la
preda a una poltiglia che poi viene introitata in vario modo dalle stesse cellule.
Il processo digestivo risulta solo parzialmente extracellulare perché i frammenti, in cui vengono
ridotte le prede nella cavità, vengono successivamente digeriti dalle singole cellule del
gastroderma.
Negli cnidari, quindi, coesistono la digestione extracellulare e quella intracellulare. Nelle forme
coloniali la cavità gastrovascolare di ciascun polipo è connessa a quella degli altri e, di conseguenza,
il cibo digerito è a disposizione di tutti gli elementi della colonia. Le sostanze digerite
extracellularmente vengono sospinte in tutti i canali dal battito delle ciglia delle cellule
gastrodermiche e vengono assorbite o fagocitate. Nelle cellule del gastroderma si compie
un’ulteriore trasformazione sino a ottenere molecole semplici che possono essere più facilmente
distribuite intracellularmente e recuperate per diffusione dalle cellule vicine.
Gli cnidari sono stati i primi metazoi ad avere una cavità digerente che ha sostenuto la possibilità di
un cambiamento nel tipo di alimentazione: polipi e meduse sono carnivori e predatori grazie ai
sistemi di offesa e difesa che hanno.
N.B. Molte specie non sono in grado di soddisfare integralmente il fabbisogno nutrizionale con la
predazione e sopravvivono solo grazie a complessi rapporti simbiotici con cianobatteri e zooxantelle
(queste alghe forniscono glicerolo, glucosio, alanina che si vanno ad accumulare nelle cellule del
polipo e sfruttano i prodotti azotati e i nitrati derivanti dal suo metabolismo.
Sistema nervoso e organi di senso
Il sistema nervoso è formato da cellule sensoriali e cellule nervose bipolari o multipolari, organizzate
principalmente a formare due reti interconnesse:
la rete neurale epidermica
o una meno complessa gastrodermica
o
Le meduse possiedono reti nervose con una distribuzione più specifica nei tentacoli, ai bordi
dell’ombrella e intorno all’apertura del celenteron ramificato. Questo sistema complesso di
neuroni, una sorta di protocervello (cervello primitivo presente anche nei platelminti), è connesso
con sistemi sensoriali sparsi in tutti i distretti corporei.
Sono presenti, infatti, ocelli che danno informazioni sull’intensità luminosa e statocisti per
la percezione della posizione della medusa nello spazio.
Le meduse degli idrozoi sono dotate solo di statocisti e ocelli. I differenti sistemi sensoriali
o possono essere variamente associati a formare i ropali.
Negli scifozoi i ropali sono caratterizzati da un paio di chemiorecettori, una statocisti e spesso
o anche un ocello 34
mentre nei cubozoi sono molto più complessi in quanto oltre alle statocisti sono presenti
o occhi con cristallino, cellule retiniche e area pigmentata che costituiscono un vero e proprio
sistema visivo
Riproduzione e sviluppo
Negli cnidari i cicli riproduttivi possono essere molto complessi. Possono riprodursi asessualmente
e sessualmente con la preponderanza di una delle due modalità o possono alternare i tipi
di riproduzione.
Riproduzione esclusivamente poliploide:
o Asessuata (gemmazione e frammentazione): i polipi si possono riprodurre
- agamicamente per gemmazione (processo di formazione di una gemma (in genere
asessuale) o frammentazione (tipo di riproduzione asessuale nella quale da una
porzione si rigenera l’intero organismo)
Sessuata (fecondazione esterna): producono gameti nella mesoglea che vengono
- espulsi attraverso l’apertura del celenteron. Dopodiché si origina una larva flagellata,
la planula, di dimensioni inferiori al millimetro, con chiara simmetria bilaterale.
Queste larve, molto simili a quelle dei poriferi, sono prive di sistema digerente e non
sono in grado di nutrirsi. Per un breve intervallo di tempo strisciano
sul substrato quindi si fissano e metamorfosano in polipi.
Riproduzione sia medusoide sia poliploide
o Ci sono specie in cui sono presenti sia polipi che meduse: in questi ca
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