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Capitolo III: Terremoto bancario
Prende in considerazione una riorganizzazione degli istituti
Nascita della Banca d'Italia: 1893
Riordino degli istituti di emissione
Banca d'Italia diventa un nuovo soggetto privato
S.p.A. azioni dei privati
Autorizza la fusione di tre banche: Nazionale toscana, Nel regno d'Italia e Toscana di credito
Non è ancora l'unico istituto di emissione
L'emissione è ancora confermata ai banchi meridionali e alla banca d'Italia
Capitale di 300 milioni
La legge del 93 imponeva un limite massimo per 4 anni della circolazione che scaduti i 4 anni doveva diminuire gradualmente per smorzare le tensioni inflattive
La Banca Romana viene posta in liquidazione, assunta dallo Stato, delega la liquidazione alla Banca d'Italia
L'ispezione del febbraio 1894 evidenzia delle partite immobilizzate della Banca d'Italia di 450 milioni, superiori al capitale sociale
Io direttore generale
Giacomo Grillo si dimette senza motivazioni→ subentra Marchiori Sydney Sonnino nuovo ministro delle finanze Ricompare l’aggio, crollano le quotazioni dei nostri titoli, corsa all’oro come bene rifugio I capitali tedeschi vengono apportati in Italia e vengono investiti in: - Investimenti di portafoglio→ acquisto di titoli - Investimenti in attività bancarie e industriali→ settore bancario soprattutto se c’è un debito da saldare Nascita di banche miste: Banca commerciale italiana (COMIT) Direttore: Otto Joel Milano 1894 5 milioni poi 156 19 Azionisti: consorzio di banche tedesche, banca austriaca viennese, pool di banche svizzere Credito Italiano (Credit) Direttore: Enrico Rava Genova 1895 14 milioni poi elevato Azionisti: Banca di Genova, Manzi & Co. di Roma, banche svizzere e tedesche Banco di Roma Roma 1880 Fino agli anni 90 non è una banca mista Banca Italiana di Sconto→ 1898 Chi è al vertice sono uomini che vengono da istitutifalliti→ conoscono i clienti e iproblemi→ clientela selezionata
Le banche miste non sono prese di buon occhio→ venivano fatte operazioni superiori agliaccordi dei depositanti→ venivano fatte operazioni ordinarie (breve termine) e straordinarie(medio-lungo termine)
Fallimento delle banche grava sulla finanza pubblica→ investimenti esteri
1896 anno dell’inversione del ciclo economico→ inizia una fase espansiva
Cambio politico→ cade governo Crispi→ dovuto alle sconfitte coloniali
Sydney Sonnino→ punta al pareggio di bilancio→ lo raggiunge
Voci di spesa difficilmente contenibili→ interessi sul debito
Oneri per il servizio di debito pubblico→ gran parte dei costi insieme alle spese per leespansioni coloniali
Antonio Rudinì→ successore di Crispi→ emissione di titoli di debito pubblico
Debito fluttuante→ finanziamento a breve scadenza (3-12 mesi)→ momentanee spese dicassa
Debito consolidato→ posizioni
debitorie dello stato a medio/lungo termine- Redimibile → lo Stato si impegna a pagare gli interessi e il capitale alla scadenza → obbligazione- Irredimibile → Lo Stato è obbligato a pagare gli interessi ma non a pagare il capitale → rendita
I titoli emessi sul mercato da Rudinì aggravano una situazione già grave
Luigi Luzzatti (1896) si accorge del problema dei titoli e fa un'operazione di risanamento del → debito → politica di contenimento della spesa pubblica e del debito pubblico politica di trasformazione e alleggerimento → trasformazione del debito redimibile in irredimibile
Conversione da consolidato in consolidato → titoli del debito che rendono il 5% a un titolo del debito che rende al 4%--> Possibile solo quando il mercato lo permette
Risanamento della circolazione monetaria- Rafforzare le riserve metalliche degli istituti- Rivoluzione della circolazione → 1898 inasprimento dei tassi di interesse
In una fase espansiva
Aumentare i tassi serviva per riacquisire credibilità. Per completare il risanamento era necessario mettere un freno alle pensioni e sistemare le spese coloniali.
DATE DA RICORDARE:
- 1894: Ispezione Banca d'Italia, reintrodotto il corso forzoso, nascita COMIT
- 1895: Nascita CREDIT 21
CAPITOLO IV
1896-1914 → età giolittiana fase più intensa dello sviluppo industriale
1907 anno di crisi internazionale
Fase di espansione economica e industriale
Siamo di fronte ad una fase espansiva del ciclo economico, ad una rivoluzione nei sistemi di trasporto e di navigazione, nuovo afflusso d'oro, aumento delle società quotate in borsa.
In Italia andava talmente bene la situazione che il biglietto faceva aggio sulla moneta d'oro e la sterlina.
Riduzione dei tassi
Rendimento del tasso nel 1906 sulla rendita italiana va dal 5 al 3,5%
Per far sì che funzioni bisogna che i titoli degli altri stati sul mercato rendano di meno di quelli italiani.
Ci fu una crescita in tutti.
I settori dell'economia italiana: - L'industria tessile: industria cotoniera, laniera, manifatturiera - L'industria siderurgica: aumento della produzione in un paese dove le materie prime non erano presenti in grandi quantità. Questa grande espansione però causò una falsa convinzione dell'elevato corso dei titoli e una speculazione da parte delle grandi industrie. - L'industria elettrica: uno dei principali fattori di espansione economica nazionale. Costruzione di centrali idroelettriche, ciò limitò l'utilizzo di combustibili fossili. - L'industria meccanica: favorito dalla meccanizzazione delle macchine agricole, meccanizzazione dei comparti, sostegno dello Stato. Produzione di materiale ferroviario. - L'industria chimica: consolidamento del comparto della gomma e delle lavorazioni ausiliarie. Materiali elettrici, cavi telefonici, isolanti, pneumatici. - Altri.comparti minori→ cementiero grazie allo sviluppo delle infrastrutture pubbliche e industriali 22 Agroalimentare→ presenza minore di concorrenza estera per piccoli commercianti e bottegai - L'agricoltura→ aumento della popolazione urbana e aumento degli stipendi→ incremento della domanda→ investimenti di capitale→ impiego di concimi chimici, macchine agricole I segnali che precedono la crisi sono anche dovuti alla nascita della crisi negli USA, alcuni segnali sono: - Grande impiego di finanziamenti grazie al facile accesso al credito - Banche hanno difficoltà a fare rientri→ clienti non pagano o non lo fanno con continuità - Crescita dei risparmi - Inasprimento del prezzo delle materie prime - Incremento del costo del lavoro→ aumento dei costi di produzione 1907 1° crisi finanziaria internazionale Crollo della borsa→ i titoli devono essere venduti prima che non valgano più niente Corsa all'oro→ sia privati chebancheDisoccupazione crescente
Le banche centrali per rispondere alla crisi→ incremento dei tassi di interesse
Corsa all’oro
La crisi degli Stati Uniti si espande a macchia d’olio in Europa con ripercussioni in tutti gli ambiti
In questa fase l’Italia è impegnata nell’industrializzazione
L’economia italiana poggia ancora fortemente sull’autoconsumo, per questo non viene colpita fortemente come le altre nazioni che erano più esposte sui mercati
I fattori che favoriscono l’economia italiana anche durante la crisi sono:
- Turismo d’élite
- Rimesse degli emigrati
Nell’età giolittiana molte cose vanno bene ma altrettante vanno male:
- Dualismo settoriale→ nelle industrie 23
- Dualismo territoriale→ est/ovest, nord/sud
- Lo Stato protegge sono certi comparti industriali
- Emigrazione
- Urbanizzazione
- Educazione
- Sistema infrastrutturale
DATE DA RICORDARE:
- 1906: Grande conversione della rendita italiana
- 1907:
mobilitazione sociale→ apparato industriale al servizio dello sforzo bellico
Quasi 1 milione di persone trovano lavoro durante la guerra
Le industrie durante la guerra attuano una politica di riconversione industriale che le porterà ad un aumento dei dipendenti esponenziale, così come i capitali che aumentarono rapidamente, arrivando così ai livelli degli altri paesi belligeranti
Diffuso convincimento che dopo la guerra sia rapidamente un ritorno alla normalità→ errore di valutazione 25
Primi mesi del 19 il commercio subisce una forte contrazione→ pensavano che ci fosse una contrazione dei prezzi
Finita la guerra cessa il controllo dei cambi→ la lira crolla→ abbandono del gold standard
L'Italia ricorre alle importazioni per ricostruire l'economia→ con la lira svalutata però
Governo Orlando e poi Nitti→ questione di Fiume→ uno dei porti più importanti dell'Adriatico
Il paese era dipendente dalle
re nuove tecnologie per rimanere competitive, ma molti lavoratori non erano in grado di adattarsi ai cambiamenti e rimasero senza lavoro. Ciò portò a un aumento della disoccupazione e alla crescita delle tensioni sociali. Il governo cercò di affrontare la situazione attraverso politiche di sostegno all'occupazione e alla formazione professionale, ma i risultati furono limitati. La mancanza di investimenti nel settore industriale e la scarsa competitività delle imprese contribuirono a mantenere bassi i livelli di occupazione. Inoltre, la crisi economica internazionale degli anni '30 colpì duramente l'economia del paese, portando a una diminuzione delle esportazioni e a una riduzione dei consumi interni. Ciò aggravò ulteriormente la situazione economica e sociale. In conclusione, la situazione economica del paese negli anni '20 e '30 era caratterizzata da una forte dipendenza dall'agricoltura, da una mancanza di investimenti nel settore industriale e da una scarsa competitività delle imprese. Questi fattori contribuirono a mantenere bassi i livelli di occupazione e a generare tensioni sociali.