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CAPITOLO I: IL PROBLEMA

Il problema è legato alla possibilità o meno di conquistare la possibilità di rivivere globale l'esperienza (storica e non solo) della quale i testi in nostro possesso una volta erano parte. Il problema nasce dal fatto che i poeti classici crearono le opere anzitutto per non per la lettura.il teatro e Di coltà che si incontrano nel cammino per la ricostruzione dell'esperienza tragica:

  1. distanza nel tempo che separa il teatro greco dalla nostra esperienza, alcuni a ermano che probab non si è in grado di recuperare molti elementi dell'antica esperienza tragica troppo estranea, perché ma cmq bisogna provarci
  2. oltre l'ampiezza della lacuna c'è la scarsezza di mezzi per colmarla (testimonianze)
  3. la di coltà sta anche nel fatto che non possiamo sapere degli usi di una data fossero validi anche per periodi precedenti/successivi — avremo un' amalgama di elementi

cheprobabilmente nn sono mai esistiti4) Nonostante gli elementi verranno trattati analiticamente e singolarmente, bisognapensare che tutti gli elementi erano connessi tra loro e debbano essere giudicati nel lororeciproco rapporto.

CAPITOLO II: LE TESTIMONIANZE

Ad ogni gara teatrale ciascuno dei 3 tragici prescelti presentava una trilogia, seguiva undramma satiresco (pezzo semicomico con coro di satiri) —> il totale delle opereraggiunge qualche centinaio 32:

Di tutte le tragedie del V secolo ne sono giunte a noi7 7 18- di Eschilo / di Sofocle / di Euripide (delle quali una incerta)- oltre a questi conosciamo numerosi titoli e migliaia di frammenti (righe isolate riportateperché mostranti una forma grammaticale insolita etc)

Corrispondenza delle nostre fonti con quello che si recitava nel V secolo- non possiamo sapere quanto corrispondesse perché non essendoci il diritto d’autore,spesso si cambiavano i versi quando si facevano delle copie (gli attori stessi

cambiavanoi versi)330- Licurgo presentò una legge per la quale una copia ufficiale delle tragedie di Eschilo, Sofocle ed Euripide doveva essere conservata e letta agli attori affinché potessero verificare i propri testi (probabilmente questa è la fonte dell'antologia di testi fatta per uso scolastico in età romana -> non abbiamo un campionario casuale di opere ma una selezione limitante (abbiamo solo opere dei tre maggiori e solo opere che scrissero in età matura) Le tragedie erano scritte per essere rappresentate, ma i testi non ci illuminano sul modo in cui venivano rappresentati

1) quando il testo descrive l'aspetto di un personaggio o una scena, l'autore accennava a quello che effettivamente era realizzato in teatro, oppure ricorreva all'immaginazione degli spettatori perché le cose descritte non erano visibili agli occhi? Essendo ridotti al solo testo non possiamo rispondere alla domanda senza far uso di preconcetti fuorvianti

50ffi fi ffi ff ffi ffi ff2) I resti dei teatri antichi (in particolare di Dioniso). Non si può avere una profonda conoscenza del carattere generale dell'ambiente originale del dramma perché le strutture di questo teatro nel V secolo erano in legno e ne rimangono poche tracce (le strutture in pietra appartengono a varie fasi posteriori). 3) La maggior parte delle informazioni letterarie sul teatro e sull'uso che ne veniva fatto civengono da Vitruvio e da Giulio Polluce (che scrive 2 secoli dopo e dà una relazione più ampia arricchita da brani che trattano in modo particolareggiato dei costumi e delle maschere) —> non si riferiscono al teatro del V secolo ma a quello ellenistico (lo stesso vale per le fonti più tarde di queste ultime, sono poco attendibili per il periodo esaminato) —> c'è bisogno di analizzare fonti più vicine al V secolo (anche se non si sono occupate specificamente di teatro): Aristofane: - Le sue

Le commedie costituiscono la più importante fonte, scritte fra il 425 e il 388 (in particolare la sua satira si concentra sulle tragedie di Euripide). Platone dice molto sulla tragedia nella Repubblica e nelle Leggi. Aristotele, con la sua Poetica, scritta intorno al 335 a.C., è il più importante documento del IV secolo relativo al dramma. L'importanza è legata al fatto che lui poté leggere molte più tragedie di noi e ad Atene poté assistere a molte rappresentazioni, osservandone tutti gli aspetti per noi perduti (spettacolo, musica, ambiente, ecc.). Purtroppo non racconta come erano messe in scena le opere, ma abbiamo solo qualche allusione, il resto è sottinteso perché familiare a tutti.

4) I "monumenti" (pitture, sculture, ecc.) sembrano offrire un'immagine di qualche aspetto dell'attività teatrale: le scoperte via via fatte hanno contribuito più di qualsiasi altra cosa in questo secolo a trasformare la nostra concezione di come il

dramma greco veniva rappresentato originariamente - il problema è che molti non si possono datare, e molti non sono del V sec -> problema distanza di tempo distanza di luogo dell'attendibilità a causa della e (nn si sa quanto, un'opera prodotta in magna grecia possa essere probante per il teatro di Atene nel V) - inoltre, non sappiamo se le scene di teatro raffigurate corrispondano alla realtà o siano prodotte dall'artista seguendo la sua immaginazione e anche quando siamo sicuri che sia una rappresentazione (l'attore porta in mano una maschera) non possiamo dire quanto sia verosimile.

CAPITOLO III: LA CITTA'

Il contesto sociale nel quale nacquero le tragedie a noi pervenute fu la città di Atene nel periodo più splendido della sua storia - Pur non esistendo una vera e propria democrazia (bisogna togliere gli schiavi, le donne etc) la società ateniese era più compatta e meglio integrata delle odierne democrazie.

La cittadinanza era consapevole di partecipare direttamente alla gestione dei propri affari. Troveremo analogie ovvie tra le riunioni dell'assemblea sulla Pnice e le rappresentazioni teatrali. Spesa pubblica legata alle arti, in particolare nel periodo di massima ricchezza dovuto al tributo degli alleati. Essendo in una società prevalentemente orale e non alfabetizzata, quello che importava era l'uso della parola viva come mezzo di comunicazione, persuasione o divertimento politico. L'uso della parola era la caratteristica fondamentale sia della politica sia della "letteratura". I vari generi letterari creati dai greci nascono da contesti di oralità: il poema epico, la retorica, il dramma. CAPITOLO IV: GLI AGONI DRAMMATICI "I festival" nell'antica Grecia avevano un aspetto competitivo: non per soldi ma per fama. Ci si rifaceva alle storie degli eroi omerici. L'aspetto competitivo negli agoni drammatici aveva una parte di rilievo nella.loroorganizzazione- carattere religioso: il dramma era di turno d'inverno e d'estate con le celebrazioni in onore di Dioniso, la cui area sacra ad Atene era a sud-est dell'acropoli (tempio e teatro), il carattere religioso delle feste non significa che fossero avulse dalla vita generale della comunità (come è oggi per le feste religiose) Invernali: - sembra strano, ma in Attica il periodo degli agoni drammatici era la fine di dicembre, mentre ad Atene a fine gennaio (lenee) e a fine marzo (Dionisie urbane); questo perché l'estate era il momento del lavoro nei campi, dei commerci e della guerra Antesterie: la più antica festa di Dioniso in programma nel calendario attico - si celebrava alla fine di febbraio, quando si aprivano gli orci con il vino dell'ultima vendemmia - era una festività non connessa col dramma Lenee: chiamate così da uno dei nomi delle seguaci di Bacco, sul rituale si sa poco - una processione per le vie della città

città + competizioni teatrali- all’inizio si svolgevano nel recinto sacro del dio (il leneo) e a 1⁄2 del V furono spostate nelteatro di Dioniso- a livello drammatico le competizioni iniziarono nel 440, vi predominava la commedia (nelV solo due poeti tragici vi presero parte) ed era raro che i poeti più quotati vi prendesseroparte- erano una festa locale ( ne gennaio) partecipavano solo gli abitanti dell’attica chepotevano godersi al meglio la satira della commedia (mentre per le Dionisie c’erano unsacco di forestieri perché la stagione di navigazione era già cominciata)Grandi Dionisie (Urbane): erano quasi un’occasione panellenica, visti gli stranieri che,per diversi motivi, vi partecipavano (partecipavano circa 1500 cittadini di cui 1200 soloper i vari cori tragici e dei ditirambi), gli spettatori nel teatro potevano variare a secondadel periodo e dell’aspettativa, è stato calcolato che, contando uno spazio minimo

di 40cm per persona, nel teatro di Dionisio ci stessero 17000 persone (anche se Platone dice che Agatone vinse nel 416 davanti a un pubblico di 30000 persone) l'Arconte- eponimo era incaricato dell'organizzazione delle feste- i poeti chiedevano a lui un "coro" e lui sceglieva tre poeti per la tragedia: ognuno di questi doveva proporre un gruppo di opere nuove (3 tragedie e un epilogo), non si sa come l'arconte scegliesse, probabilmente sceglieva in base alla fama, ma un brano di Platone lascia supporre che i poeti leggessero davanti a lui dei brani delle proprie opere corego- altro compito dell'arconte era di trovare un (nanziatore) che spesso era volontario, ma se non avesse voluto adempiere avrebbe dovuto indicare qualcuno più ricco e questo o avrebbe sostenuto le spese, o avrebbe scambiato il patrimonio con quello che l'aveva indicato, o si sarebbe rimesso ai tribunali (il corego poi, probabilmente a sorte, veniva assegnato ad un poeta.ovviamente la buona riuscita dell'opera, si basava su quanto il corego sborsava al di sopra del minimo stabilito). Le spese erano limitate, la parte artistica era tutta del poeta (testo, musiche, coreografia); i costumi e le scene erano minime; le spese erano legate al mantenimento, per un anno, del coro e del suonatore di auto, ai costumi e maschere e al Corifeo (che però entra in uso solo nelle feste del V). Attori: per ogni opera ne occorrevano 3 (coi cambi di maschera ognuno faceva più di una parte) -> all'inizio gli autori erano anche attori, poi usarono attori scelti da loro, poi a 1/2V l'arconte cominciò a scegliere 3 attori divi da assegnare a ogni poeta pagati dalla polis (non si sa come venissero scelti e pagati il secondo e il terzo attore). Giudici (Kritai): Il consiglio compilava una lista di persone da ogni tribù: non si sa il criterio di scelta.
Dettagli
A.A. 2018-2019
60 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/05 Discipline dello spettacolo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ilariabrandolini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del teatro e dello spettacolo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Barbieri Maria Chiara.