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MODELLO DI TRASFORMAZIONE STRUTTURALE
È un modello che rappresenta una tendenza non la realtà. Man mano che le innovazioni aumentano la
percentuale di popolazione impiegata nel settore primario diminuisce e cresce quella del settore
industriale così come cresce il valore aggiunto prodotto in quel settore. Con l’industrializzazione, il
settore industriale supera il settore agricolo. Il settore terziario cresce costantemente, superando il settore
industriale con lo spostamento di manodopera dal settore secondario a quello terziario. Nella crescita del
settore terziario c’è un fenomeno importante (studiato dal premio Nobel dell’economia), in cui le donne
che entrano nello scenario lavorativo anche e soprattutto in questo settore.
SPAZIO ECONOMICO INTEGRATO: L’IMPERO ROMANO NEL II SECOLO d.C.
L’attuale Unione Europea, circa l’80% della popolazione europea vive in territori che nel II secolo d.C.
facevano parte dell’Impero Romano.
L’impero creava unione, perché dal punto di vista istituzionale garantiva sicurezza militare, presenza di
norme omogenee anche se i singoli popoli potevano mantenere le proprie leggi e tradizioni, ma alcune
norme erano generali, fu creato un sistema di comunicazione stradale che collegava l’intero territorio
dell’Impero, che garantiva il passaggio delle truppe, ma sono vie che sostenevano e attività commerciali,
dal bacino mediterraneo verso il resto dell’Europa. Il mare, controllato interamente dai romani, accoglieva
traffici e importanti scambi. commerciali C’era una sola moneta, che garantiva una situazione di relativa
stabilità, vie di comunicazione efficienti. Contesto istituzionale che favoriva la crescita dell’economia. I
dati storici sottolineano come questo fu un periodo particolarmente fiorente dal punto di vista economico.
Studi scientifici effettuati nei ghiacci della Groenlandia consentono di ricostruire qual era la presenza di
particelle nell’aria in passato. Uno tra gli elementi più rilevanti era il piombo, perché le sue particelle
derivano dalle attività umane e una forte crescita e presenza di piombo si ebbe nell’età romana.
Un altro dato rilevante sono i livelli di reddito pro capite. Il reddito di sussistenza è il minimo necessario
per sopravvivere e corrisponde a 355$ PPP (a parità di potere d’acquisto). Durante l’Impero Romano si
oscillava tra 813 – 1742 $ PPP (2.3 – 4.9 sopra il RS). Quando crolla l’Impero Romano, il venir meno
della sicurezza politica e militare, il cadere delle vie di comunicazione, la moneta che aveva garantito
un’unità economica scompare, porta al crollo dell’economia. In parte il sistema dell’Impero Romano
viene inglobato nell’impero romano d’oriente ma a Bisanzio nell’anno 100, si arrivava ad avere un
reddito pro-capite che era l’80% di quello che vigeva nell’impero, quindi si manteneva uno standard di
vita ancora relativamente alto. Dove crolla l’area istituzionale romana, cioè in Europa occidentale, il
risultato è drammatico, ad esempio, in Inghilterra nell’anno 1000, il reddito di sussistenza era 1,55, ciò
sottolinea un calo drammatico nella capacità di produrre reddito nelle economie del continente europeo
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(continui cambiamenti di domini, strade non sicure e non praticabili, le città romane perde moltissima
popolazione, una popolazione molto dispersa sul territorio à il tessuto economico romano così fiorente
viene disarticolato) à fenomeno politico ed economico molto importante.
Fenomeno politico à Feudalesimo: tecnica che il titolare di un potere politico utilizza per la gestione di un
territorio vasto, che non riesce a controllare perché l’amministrazione del potere centrale, come un re o un
imperatore non ha risorse per un’organizzazione come quella dell’Impero Romano. Delega dei poteri
politici che spetterebbero al re a poteri locali, famiglie che si ritiene essere fedeli e che gestiscono i singoli
territori. Figure che esercitano poteri legislativo, esecutivo, giudiziario e amministrativo sul territorio di
loro competenza in nome del re e in cambio garantiscono fedeltà al re, garantiscono l’appoggio in guerra
fornendo armi e di far parte dell’esercitano e garantiscono il pagamento delle tasse. Si crea una struttura
decentrata, che consente di avere un controllo molto vasto anche se poi i signori locali agivano con un
margine di indipendenza.
Il feudalesimo che si afferma da l’VIII e il IX secolo ha come parallelo economico l’affermarsi di un
modello curtense che riflette la disarticolazione del sistema istituzionale che è avvenuta.
Affermazione del sistema curtense: popolazione isolata all’interno del territorio e un pericolo esterno
forte, ridotta disponibilità di tecnologie e scambi commerciali molto limitati à creazione di un sistema di
sfruttamento delle risorse naturali orientato all’autoconsumo. Sistema tendenzialmente chiuso incentrato
sul ruolo del signore feudale con qualche aiuto esterno per beni essenziali che non possono essere prodotti
all’interno. È un sistema funzionale in un periodo caratterizzato da:
- Incertezza politica e frequenti violenze
- Relazioni di mercato limitate
- Basso livello della tecnologia
- Popolazione scarsa e dispersa sul territorio
In quel contesto era un sistema razionale per modelli politici d economici ed ebbe una storia piuttosto
lunga.
Un ideale villaggio medievale vedeva al centro il castello del signore, il castrum mastro, una casa di pietra
più grande delle altre, una zona fortificata in caso di attacco esterno. Intorno alla casa del signore, c’era la
pars dominica, cioè il terreno di diretta competenza. Poteva essere lavorato direttamente dai servi del
signore o dai contadini che vivevano sul territorio e che avevano obblighi precisi nei confronti del signore
(garantire obbedienza e certi servizi, detti corvè, con cui i contadini dovevano dedicare alcuni giorni per
andare a lavorare le terre del signore). Inoltre, i contadini avevano dei lotti assegnati che servivano per
sostenere la propria famiglia e una parte della cedola per i bisogni del castello e del signore sottoforma di
tasse. Intorno c’erano le terre comuni come boschi o terre incolte, senza assegnazioni comuni.
La posizione dei contadini era subordinata al signore, corvè, dovevano cedere beni in natura e dovevano
la decima alla chiesa, era una situazione giuridica inferiore e per ogni spostamento o matrimonio
dovevano avere l’autorizzazione dal signore. In cambio ricevevano protezione dal signore in caso di
minaccia esterna, i contadini sono disposti a cedere la propria libertà per avere la tutela del signore.
Era un’organizzazione politica, economia e sociale, diseguale ma razionale per il contesto dell’epoca.
Elementi di dinamismo che cambiano l’economia ma in modo più lento rispetto al cambiamento
industriale:
- Demografia: crescita demografica dall’VIII secondo fino al 1348, con l’arrivo della Peste Nera;
- Geografia: clima favorevole e lenta ricostruzione delle strade, sviluppo della navigazione e
scambi mediterranei,
- Istituzioni: città e stato, diritto e scambio, forme di impresa 10
- Tecnologia: agricoltura, mulino e contabilità.
- Cultura: salvataggio della classicità, gloria urbana, lento emergere dell’umanesimo.
CAPITOLO 2 >L’EREDITÀ MEDIEVALE (1347-1530)
LA RIPRESA GENERALE DELLA POPOLAZIONE DOPO LA PESTE NERA
Attorno all’anno 1000 la popolazione europea comincia a crescere oltrepassando 90 milioni. Tuttavia tra
la fine del 200 e il primo 300, estati siccitose e inverni rigidi causano frequenti fallimenti. Dal novembre
1347, su una popolazione già debilitata, si abbatte la peste bubbonica diffusa in Europa occidentale e
placata solo dalla bassa densità della popolazione che, col passare del tempo, era rimasta decimata di ⅓
(la mancanza di efficaci difese igieniche e sanitarie aveva causato la scomparsa di almeno un terzo degli
europei).
Alla peste si aggiungono fame e guerra per costituire la triade di minacce che sovrastavano l’Europa del
tempo, portando un’alternarsi regolare di fasi di crescita e di decrescita più o meno accentuate delle varie
popolazioni. Nonostante il periodico ritorno della peste, le favorevoli condizioni economiche maturate
dalla metà del 400 in poi favoriscono una ripresa della popolazione europea. Il processo di crescita dipese
da: - Favorevole rapporto tra uomini e ambiente, che rendeva la terra un bene abbondante facilmente
accessibile
- Politiche attive da parte delle pubbliche autorità
- Progetti pubblici di rifondazione di villaggi abbandonati e di nuovi borghi e centri di
colonizzazione marginali, talvolta anche attraverso bonifiche
- Movimenti migratori
- Incentivi offerti ad artigiani perché si insediasse nei centri urbani
Le CAMPAGNE
… la condizione del contadino in Europa
Le condizioni economiche e sociali degli uomini delle campagne dipendevano anzitutto dal differente
titolo giuridico in forza del quale lavoravano i terreni:
● nell’Europa occidentale e mediterranea (esclusi i Balcani) i contadini erano liberi residenti che
sfruttavano i suoli detenendone il possesso in cambio di onoranze, cioè veniva data la terra in uso
a terzi attraverso contratti parziari (=mezzadria) che prevedevano la divisione dei raccolti a metà
tra coloni e possessori (enfiteusi o affitto).
Enfiteusi = un diritto reale su un fondo altrui che attribuisce al titolare (enfiteuta) gli stessi diritti che avrebbe il
proprietario (concedente) sui frutti, sul tesoro e sulle utilizzazioni del sottosuolo; il diritto dell'enfiteuta si estende
alle accessioni.
Mezzadria = Contratto agrario con cui il concedente e il mezzadro, capo di una famiglia colonica, si associano per
la coltivazione di un podere e per l'esercizio delle attività connesse al fine di dividerne i prodotti e gli utili.
● nell’Europa settentrionale la maggioranza dei contadini era in condizione servile (servi della gleba),
quindi non erano considerati persone, ma cose incorporate al suolo che coltivavano. Ogni potere su
terre e uomini spettava all’aristocrazia che amministrava la giustizia penale, prelevava imposte e
organizzava la difesa militare per conto del sovrano. L’intento primario era quello di disporre di scorte
alimentari sufficienti a garantire la sopravvivenza del villaggio. In questo modo i contadini servi
massimizzavano “l’ozio” risparmiando lavoro non retribuito. 11
Il comportamento economico dei servi della gleba era quanto più lontano si possa immaginare dei principi
dell’economia di mercato perché: esercitavano semplici diritti d’uso sui suoli che lavoravano; non avevano
lavoro salariato; mancava la divisione del lavoro; lo scopo era la riproduzio