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RELIGIONE
Il tema della religione è un tema che tradizionalmente è stato oggetto di studio della
sociologia dalle origini. Comte fa un sistema filosofico che riguarda il passaggio dalla
società rispetto alla religione. Uno dei lavori più importanti di Durkheim ha alla base
elementi di religione. La domanda che si pone la sociologia rispetto la religione non
riguarda la questione ontologica, bensì il modo in cui tutte le culture si costituiscono
sistemi di credenze istituzionalizzati, che danno vita alla Chiese. Ma perché in tutte le
culture, nel corso del tempo, vediamo che vi sono differenze nei sistemi di credenze?
Due questioni stanno alla base del sistema di credenza:
L’esperienza del limite, tutte le culture hanno sistemi di questo tipo
- perché gli
che esiste l’inizio e la fine. La relazione
esseri umani hanno la consapevolezza
con il trascendente è possibile perché è possibile immaginare qualcosa che non
c’è ancora e che può esserci. Il concetto di limite ci porta a immaginare che ci
sia un oltre.
- Esperienza del caso, la casualità. In tutte le culture il caso, il caos, è ordinato. La
sorte, il caso, è la variabile inattesa che non possiamo prevedere. Il caso è quello
che domina aspetto che lega tutte le culture.
Il tipo di sistema di credenze, il modo in cui si articola questo sistema rispecchia 2
Promessa nell’oltre perché quell’oltre abbia
aspetti: e Modo di comportarsi
caratteristiche significanti.
Distinguiamo tra: religioni MONOTEISTE, religioni POLITEISTE e religioni
TOTEICHE e religioni ANIMISTE, sulla base di questi aspetti.
Per quanto riguarda le RELIGIONI MONOTEISTE, noi distinguiamo 3 grandi
religioni:
- CRISTIANESIMO
- EBRAISMO
- ISLAM
Le prime interpretazioni che vengono date alla religione dalla sociologia sono varie,
uno dei primi fu appunto Durkheim, che prova a studiare le religioni australiane e cerca
di capire quali sono i fondamenti che creano questa dimensione. La prima cosa che
individua è una dinamica oppositiva: alla base del sistema di credenze vi è una
distinzione tra 2 poli opposti, sacro e profano. Il rapporto che abbiamo con gli oggetti
del quotidiano è di tipo profano, accanto attribuiamo ad altri oggetti che hanno
che li rendono unici e degni di rispetto, quindi sacre. Il sacro è l’insieme
caratteristiche
di interdetti che fanno parte della modalità in cui noi usiamo quelle cose o ci
rapportiamo con esse. Il sacro ha la caratteristica di essere unico e fuori dal quotidiano
la relazione con questi oggetti. La sacralità richiama una serie di interdetti, cioè modi
che diventano obbligatori. Questo avviene perché la dialettica sacro-profano sta alla
base di tutto.
Sulla logica fuoco-acqua si struttura la relazione sacro-profano, la logica oppositiva sta
dietro a questo. Per potere avvicinarsi al sacro si costruiscono delle modalità che sono
da una parte forme di contenimento reale, ma anche consente di avvicinare la
quotidianità con la trascendenza, la cui esperienza del limite ci ha fatto sviluppare.
Le verità di fede, in sociologia, vengono riconosciute come tali. Per un lunghissimo
tempo le società hanno costruito il loro sistema di organizzazione fondandolo su verità
di fede. Da un certo momento in poi la separazione è venuta, via via , riducendosi dando
spazio ad un sistema che ha affiancato alle verità di fede verità di altro tipo.
La religione ha creato momenti di riflessione critici. Marx ha criticato la religione
perché, ha sostenuto che la religione è un invenzione della classe dominante e si è
costruita per dominare sui dominanti, perché in questo modo le possibilità di prendere
il potere e rompere il sistema sociale fondato sul dominio veniva controllato
dall’istituzione ecclesiale, infatti la religione era considerata “oppio dei poveri”, fare
credere questo era un modo per tenere buone le masse per evitare insorgenze oppure la
sacralità condannerebbe a una vita ultraterrena da peccatori.
Sono 5 le dimensioni dello studio della religione, della religiosità, operazionalizzate:
1. Sistema di credenze, crea ordine rispetto al disordine del mondo;
2. Esperienza religiosa vera e propria, si tratta di una dimensione emotiva che si
declina in forme differenti;
Pratica religiosa, la frequentazione di luoghi e attività svolta all’interno delle
3. istituzioni;
4. Senso di appartenenza, quanto ci sentiamo appartenenti;
5. Conoscenza, il modo di sapere che si è trasmesso tra le culture.
Uno dei fattori che va osservato è il rapporto di stili di vita e religiosità nelle società
parlato di teoria della “secolarizzazione”, che assume 3
del passato, si è per questo
caratteristiche:
La tesi del declino della religiosità, nasce con l’illuminismo. Siccome il sapere
- scientifico e il sapere di tipo fondato sulla religione va sostituendo e dando
risposte a quelle domande a cui si rispondeva con un sistema ideologico di tipo
religioso, ecco che lo spazio della religione si riduce.
- Tesi della secolarizzazione, la scomparsa della religione avviene per una perdita
di rilevanza nella vita sociale, quindi la religione diventa una sfera a parte.
Mentre nel passato la religione dominava tutti gli ambiti che riguardavano la vita
sociale, adesso va scomparendo.
- Tesi della privatizzazione della dimensione religiosa, un processo che vede la
religione un fatto personale, che ciascuno vive in maniera privata. Nella maggior
parte dei casi, la maggior parte degli individui rispondono ad una domanda di
religiosità in maniera privata.
L’aumentare della crescita sociale, ci porta in una condizione di “democratizzazione”
del credo religioso, cioè quello che crea grandi problemi dal sistema cognitivo perché
se le religioni hanno certe caratteristiche e vanno rispette tutte le religioni per quello
che presentano, allora tutte le religioni sono valide; siccome tutte le religioni sono
valide ognuno si costruisce una propria. Questo aspetto sta facendo perdere rilevanza i
principi che regolano la religione e la fede, e tutto ciò ha messo in discussione la
dinamica che così era e così non si discute.
Oggi questa dimensione non va bene, in quanto un individuo la prenderebbe come
lesione della libertà di scelta, arbitrio personale. La caratteristica di questo processo di
secolarizzazione è che si tratta di un processo di crescita dell’individualizzazione del
sistema delle credenze, di privatizzazione delle credenze, di democratizzazione dei
principi che sottostanno a questo sistema di credenze: si sceglie di credere, non si è
obbligati a credere.
ORGANIZZAZIONE DEI SISTEMI SOCIALI
Come si organizzano i sistemi sociali per procurarsi le risorse, come redistribuirle o
condividerle, come consumarle. Ogni società, presenta nel corso del tempo, delle
modalità differenti di produzione, allocazione e processi produttivi che vi sono dietro.
Gli esseri umani hanno bisogno di diverse modalità per trovare nutrimento. La modalità
di organizzazione sociale che consente la riproduzione di forme di procacciamento
delle risorse ha una sua storia. Se immaginiamo come nascono le prime forme di
organizzazione sociale, vediamo che le prime forme di società, chiamate bande o
gruppi, si nutrono grazia alla caccia e al raccolto. Le prime società che possediamo
sono “cacciatori e raccoglitori”, gruppi di individui che si nutrono o della caccia di
animali o di quello che trovano. Il rapporto che hanno è di tipo naturale, non ci sono
livelli sociali, non vi è modalità di accumulo di capitale e vi è la divisione del lavoro,
divisione di genere e di età. La società di caccia e raccolta sono rare e protette, se
prendiamo le tribù australiane, fino a prima della rivoluzione industriale, continuavano
a vivere in condizioni tipiche della società. Sono modelli di organizzazione societaria
sono interessanti perché, rispetto alle società contemporanee presentano forme di
condivisione molto interessanti. Immediatamente dopo le società di cacciatori-
raccoglitori, con l’evoluzione e l’allargamento degli incontri, si passa alla società
“pastorale”, che consente una qualche forma di accumulazione e si determina una
differenza sociale, tra chi è in grado di addomesticare e chi no. Questo aspetto comporta
una variazione del ruolo sociale svolto all’interno della società, poiché comincia a
formarsi una competenza tra chi sa addomesticare e chi non lo sa fare, e chi riesce ad
accumulare una notevole quantità di risorse legate alla possibilità di scambiare risorse
con altri servizi. La società pastorale comincia ad essere una società in cui iniziano a
formarsi alcune istituzioni, che tutelano la proprietà di questo bestiame, nasce
l’istituzione che tutela la proprietà esclusiva. Comincia ad organizzarsi un sistema
societario che da vita a istituzioni di regolazioni. Nelle società pastorali comincia a
svilupparsi il commercio tra gruppi differenti. Questo commercio che comincia a
nascere, da vita a forme di aggressione sia forme di alleanza, ma soprattutto lo scambio
da vita alla possibilità dell’aumento di quella che Durkheim chiamava la densità
umana, cioè le società cominciano a crescere di gruppo. Alla società pastorale si
sostituiscono quelle orticole e poi quelle agricole. Le società agricole sono le prime
vere forme di organizzazione sociale come noi le conosciamo. La società agricola, è
una società attorno a cui la dimensione dello scambio di risorse, dell’organizzazione
del lavoro è molto più intensa. La caratteristica delle società agricole è che sono società
stanziali, cioè si insediano in un posto in maniera stabile. La stanzialità implica
modalità organizzative più complesse, intanto viene organizzato il lavoro della
produzione agricola in maniera più avanzata, grazie ad alcune innovazioni
tecnologiche, come la resa e produttività della terra e accumulare bene che può essere
scambiato con altri servizi. In questa società non è più necessario autoprodurre quello
che si consuma, poiché hanno iniziato ad avere delle figure professionali che possono
e qualcun altro svolge l’attività
nutrirsi grazie al fatto che qualcun altro lavora la terra
dei servizi. Vi sono due figure tipiche nella società agricola che non esistevano prima:
SACERDOTI e SOLDATI, cioè coloro che hanno la funzione di gestione e quella della
difesa o dell’attacco.