Anteprima
Vedrai una selezione di 9 pagine su 40
Riassunto esame Sociologia generale, Prof. Genova Carlo, libro consigliato Teoria sociologica , George Ritzer  Pag. 1 Riassunto esame Sociologia generale, Prof. Genova Carlo, libro consigliato Teoria sociologica , George Ritzer  Pag. 2
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Sociologia generale, Prof. Genova Carlo, libro consigliato Teoria sociologica , George Ritzer  Pag. 6
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Sociologia generale, Prof. Genova Carlo, libro consigliato Teoria sociologica , George Ritzer  Pag. 11
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Sociologia generale, Prof. Genova Carlo, libro consigliato Teoria sociologica , George Ritzer  Pag. 16
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Sociologia generale, Prof. Genova Carlo, libro consigliato Teoria sociologica , George Ritzer  Pag. 21
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Sociologia generale, Prof. Genova Carlo, libro consigliato Teoria sociologica , George Ritzer  Pag. 26
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Sociologia generale, Prof. Genova Carlo, libro consigliato Teoria sociologica , George Ritzer  Pag. 31
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Sociologia generale, Prof. Genova Carlo, libro consigliato Teoria sociologica , George Ritzer  Pag. 36
1 su 40
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

VEBLEN: IL CONTROLLO DELL’IMPRESA SULL’INDUSTRIA

Veblen si è principalmente occupato del rapporto conflittuale tra l’azienda e l’industria.

Infatti, per quanto possano sembrare sinonimi, Veblen individua un forte contrasto, e per la

precisione un vero e proprio conflitto interno: mentre lo sviluppo dell’industria porta a una

produzione sempre maggiore, gli interessi dell’impresa spingono a limitare la produzione per

mantenere alti i prezzi ed i profitti.

Il consumo vistoso e il tempo libero

Veblen ha creato un’innovativa teoria del consumo: sosteneva che la vera motivazione che ci

spinge a consumare una varietà di beni non è la sopravvivenza, ma la creazione di robuste

fondamenta che reggano le distinzioni, che attivano l’invidia, tra gruppi di persone.

Il possedere beni rari porta a un innalzamento nello status di chi li possiede: in altre parole,

la classe agiata si dedica a un consumo vistoso.

Nel scegliere quali beni consumare, le persone delle altre classi sociali finiscono con

l’emulare il comportamento della classe agiata che si trova al vertice della gerarchia della

stratificazione, o quanto meno, gran parte degli individui che non si trovano in cima alla

piramide sociale tendono se non altro ad imitare gli acquisti di chi si trova subito al di sopra

nel sistema di stratificazione.

Veblen distingue inoltre tra consumo vistoso e tempo libero, che in quanto uso non

produttivo del tempo rappresenta un primo modo per creare distinzioni tra le persone. Nel

mondo moderno è più probabile che le élite si dedichino al consumo vistoso che non al

tempo libero perché il primo è più visibile, e la visibilità è cruciale al fine di aumentare il

proprio prestigio e suscitare l’invidia da parte degli altri. È più probabile che venga notata

una persona alla guida di una Ferrari che non una che passa ore di fronte alla televisione.

L’impresa

I primi leader erano tendenzialmente imprenditori con una formazione da ingegneri,

costruttori, commercianti, o manager finanziari, che spesso avevano accumulato capitali

contribuendo in modo diretto alla produzione (industria). Oggi invece i capitani d’impresa

sono pressoché esclusivamente occupati a gestire problemi di natura finanziaria e non

guadagnano più il proprio reddito in senso proprio, perché la finanza non dà contributo

diretto all’impresa.

Un ulteriore sviluppo riguarda la routinizzazione delle questioni finanziarie, e, di

conseguenza, la cessione della gestione di queste operazioni a grandi organizzazioni

finanziarie. Di conseguenza il capitano d’impresa si riduce a intermediario tra il mondo

dell’industria e quello della finanza, avendo peraltro ben poca conoscenza concreta di

entrambi.

L’impresa è definita da un approccio eminentemente pecuniario ai processi economici:

ovvero, l’interesse prevalente è il denaro. L’obiettivo d’impresa è orientato non tanto

all’interesse della comunità in generale, quanto al profitto dell’organizzazione; l’occupazione

di chi possiede un’impresa è tendenzialmente orientata all’acquisizione e alla proprietà.

L’industria

L’industria ha a che vedere con la comprensione e l’utilizzo di procedure meccaniche di tutti i

tipi su larga scala. Un orientamento industriale è associato a coloro che si occupano della

produzione e della lavorazione: è quindi più probabile che siano le classi operaie, impegnate

in questo tipo di attività, a riflettere questo tipo di orientamento.

L’industria è controllata dai capitani d’impresa, il cui interesse principale è quello di limitare

la produzione impedendo che il sistema produttivo operi liberamente, autoregolandosi, in

modo tale da mantenere i prezzi (e quindi i profitti) più alti possibile.

Veblen suggerisce che sono i leader d’impresa i primi responsabili delle depressioni

economiche: essi spingono a ridurre la produzione perché sentono che sotto certe

condizioni del mercato non riuscirebbero a ricavare dai beni prodotti ciò che emotivamente

considerano un profitto ragionevole. Tuttavia, il sistema industriale è così efficace ed

efficiente che consente comunque ai capitani d’impresa e agli investitori di trarre enormi

guadagni.

Il sistema industriale moderno è così produttivo che offre guadagni che vanno ben oltre

quanto necessario per coprire i costi e garantire un utile ragionevole ai proprietari e agli

investitori: questi rendimenti addizionali sono definiti da Veblen “reddito libero”, che non va

ai lavoratori che lo producono ma ai leader e agli investitori.

MEAD: IL COMPORTAMENTO SOCIALE

Mead è il creatore di un’importantissima teoria sociologica contemporanea: l'interazionismo

simbolico.

Mead sottolinea l’importanza di iniziare la riflessione sociologica partendo dai gruppi, dal

sociale. Quindi, l’analisi deve iniziare con il gruppo organizzato e poi scendere verso il

singolo, piuttosto che partire con individui separati e risalire fino al gruppo.

Mead accettava l’esistenza di un meccanismo di stimolo e risposta, ma pensava che l’azione

umana implicasse molto di più: tra l’applicazione di uno stimolo e l’emissione di una risposta

interviene la mente.

L’atto

La pietra angolare su cui si poggia il suo intero impianto teorico è l’atto, in cui Mead

riconosce quattro fasi distinte:

● →

Impulso L’attore reagisce a qualche stimolo esterno e avverte la necessità di fare

qualcosa a riguardo;

● →

Percezione L’attore si mette in cerca di stimoli legati all’impulso e ai modi in cui

affrontarlo, reagendo agli stimoli stessi, ma pensandoci su, selezionandoli e

decidendo cosa è veramente importante e cosa non lo è.

● →

Manipolazione Questa fase riguarda la manipolazione dell’oggetto una volta che

questo è stato percepito. Avviene prima che venga emessa una risposta e coinvolge

due caratteristiche distintive degli esseri umani: le loro menti e i loro pollici

opponibili.

● →

Consumazione Riguarda l’agire in modo tale da soddisfare l’impulso originale. È

molto probabile che l’essere umano abbia successo nella consumazione per la sua

capacità di pensare mentre compie l’atto, mentre gli animali meno evoluti devono

fare affidamento a strategie basate su tentativi ed errori.

I gesti

Un atto implica un solo individuo, ma gli individui interagiscono inevitabilmente con gli altri.

La forma più primitiva di interazione si svolge attraverso i gesti: movimenti di un soggetto

che servono come stimolo per l’altro. Si intraprendono così conversazioni gestuali.

I gesti fatti senza pensare producono una risposta gestuale da parte dell’altro.

Sebbene sia gli individui che gli animali utilizzino gesti privi di significato, solo gli esseri

umani possono utilizzare gesti significativi, ovvero quelli che implicano l’uso del pensiero

prima che venga data una risposta.

Mead dà grande importanza ai gesti vocali: nella stragrande maggioranza dei casi i gesti

vocali sono dotati di senso e il più importante fra questi è sicuramente il linguaggio.

Esiste una grande differenza tra gesti fisici e vocali: quando compiamo un gesto fisico non

possiamo vedere quello che stiamo facendo, ma quando compiamo un gesto vocale

possiamo ascoltarci, nello stesso modo in cui lo fa la persona verso cui questo gesto è

diretto. Quindi, il gesto vocale colpisce il parlante esattamente come colpisce l’ascoltatore.

Gli individui hanno molto più controllo sui gesti vocali: se non sono soddisfatti di quanto

stanno dicendo possono fermarsi o alterarli a metà frase. Quindi, ciò che distingue gli esseri

umani dagli animali meno evoluti non è solo la loro abilità di pensare una risposta prima di

emetterla, ma anche il controllo su quello che fanno.

Simboli significativi e linguaggio

I simboli significativi sono quelli che sono stati esplicitamente disegnati per produrre un

certo tipo di reazione, ed effettivamente riescono a stimolare negli altri individui una

risposta simile. Possono essere simboli significativi non solo oggetti fisici, ma anche gesti

vocali, e specialmente il linguaggio.

Il linguaggio stimola la stessa risposta sia in chi parla che in chi ascolta. Il linguaggio

permette agli individui di stimolare le proprie azioni così come quelle degli altri: se urlassi la

parola fuoco in un teatro affollato, inizieremmo tutti quanti a fuggire dal teatro.

Il linguaggio rende possibile anche la capacità degli individui di pensare, ovvero di

impegnarsi in processi mentali. Pensare è semplicemente definito come una conversazione

che gli individui hanno con se stessi per mezzo del linguaggio.

Analogamente, Mead riteneva che i processi sociali precedessero i processi mentali: affinché

la mente esista, è necessario che esistano i simboli significativi del linguaggio. La mente ci

permette di richiamare in noi stessi non solo le reazioni di una singola persona, ma anche

quelle di un’intera comunità. (Urlare fuoco potrebbe salvare delle vite, così potremmo

pensare di farlo e ottenere il riconoscimento pubblico di cui godremmo per questo gesto; se

urlassi fuoco senza motivo mi potrei aspettare una reazione di disapprovazione se non

addirittura sanzione da parte della comunità, quindi penso a questo prima di farlo). Pensare

alle reazioni dell’intera comunità ci porta a produrre risposte meglio organizzate di quelle

che daremmo se pensassimo a un certo numero di individui singolarmente presi.

Il Sé

Un altro aspetto cruciale per Mead è il concetto di Sé, ovvero l’abilità di considerare se stessi

come oggetti. Il Sé e la mente sono collegati l’uno all’altra in un rapporto diretto e dialettico:

è impossibile separare la mente dal Sé perché il Sé è un processo mentale.

Fondamento del Sé è la riflessività, ovvero la capacità di mettere noi stessi al posto degli

altri: questa capacità ci permette di esaminare noi stessi e quello che facciamo nello stesso

modo in cui gli altri ci esaminerebbero, possiamo adottare nei nostri confronti la stessa

posizione che altri adotterebbero.

Mead riteneva che il Sé emergesse in due fasi cruciali dell’infanzia:

● fase del gioco spontaneo, in cui il bambino gioca interpretando qualcuno diverso da

sé. Così facendo, impara ad essere sia soggetto (ciò che il bambino è) sia oggetto (ciò

che sta interpretando, per esempio la mamma). Tuttavia, al bambino ancora manca

un senso più generale e più organizzato del Sé

Dettagli
A.A. 2023-2024
40 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ilariamiraglia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Genova Carlo.