Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 29
Riassunto esame Radio, Prof. Varon Gaia, libro consigliato Fare radio, Marta Perrotta Pag. 1 Riassunto esame Radio, Prof. Varon Gaia, libro consigliato Fare radio, Marta Perrotta Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Radio, Prof. Varon Gaia, libro consigliato Fare radio, Marta Perrotta Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Radio, Prof. Varon Gaia, libro consigliato Fare radio, Marta Perrotta Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Radio, Prof. Varon Gaia, libro consigliato Fare radio, Marta Perrotta Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Radio, Prof. Varon Gaia, libro consigliato Fare radio, Marta Perrotta Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Radio, Prof. Varon Gaia, libro consigliato Fare radio, Marta Perrotta Pag. 26
1 su 29
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

LA PROMOZIONE DISCOGRAFICA SUGLI ALTRI MEDIA

Oggi il modello secondo cui la casa discografica ha bisogno della radio per promuovere i nuovi brani che va a

produrre, è cambiato.

Esistono nuove strategie promozionali e l’attenzione si sposta dalla radio al web, mantenendo comunque una

certa attenzione verso le emittenti.

La televisione è una delle modalità più remunerative diffuse e lo fa attraverso campagne pubblicitarie, però la

tv è soprattutto serialità, film e talent show, (High School Musical, American Idol, Glee).

Quello di High School Musical divenne il disco dell’anno nel 2006 senza che nessuna canzone passasse in

radio se non a Radio Disney; American Idol è invece il primo dei talent show con l'obiettivo di far emergere

artisti sconosciuti; Glee invece è una serie che mette in scena le vite di teenagers sotto forma di musical.

Con l'arrivo della rete e della completa digitalizzazione del settore, la discografia ha trasformato il proprio

modello di business, addentrandosi nel sistema di iTunes o cedendosi alla diffusione gratuita su YouTube di

video musicali ed incorporando i profitti derivanti dalla pubblicità.

Il mondo del webcasting e dello streaming ha profondamente mutato l’intero sistema, la presenza di

un'emittente sul web con un'identità ben precisa dal punto di vista della selezione musicale, è parte essenziale

della costruzione del suo brand.

PAROLA CHIAVE: PLAYLIST

I poli attorno ai quali ruota la decisione sulle scelte di programmazione delle radio sono 2:

● le innovazioni culturali/tecnologiche,

● i modi/stili per consumare la musica.

Oggi oramai l’ascolto è organizzato da playlist, ovvero delle sequenze di tracce che seguono uno stesso stile o

elaborate da algoritmi.

Il Top40, ad esempio, era nato quando il formato di distribuzione della musica registrata più diffuso per i

giovani era il 45 giri di cui 33 giri di musica classica per gli adulti, con la nascita degli album anche per la

musica classica si inizia a dare importanza alla sequenza dei brani e a concepire la modalità Long Playing per

un ascolto continuativo.

Il pioniere di ciò fu Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles del 1967 preceduto da Pet Sound dei

Beach Boys dell’anno prima, probabilmente la fonte d’ispirazione. Questi 2 dischi hanno perfezionato l’idea

di album dando un ordine ai brani quindi dando un’immagine diversa da quella della sola somma delle varie

parti di esso.

La radio, fino a quel momento devota alla programmazione dei singoli, ha reagito alla diffusione degli album

con la creazione di formati adatti a questa forma di distribuzione cultura musicale; ed infatti, dagli anni 60 le

emittenti iniziarono a creare formati di album con brani eterogenei e dando spazio agli Album Oriented Rock.

Con l’avvento dei dischi l’ascolto dei Long Playing sembra farsi da parte e va a prendere piede l’ascolto on

demand (reso possibile dall'avvento del compact disc che consente un’esplorazione digitale più agevole),

offerto ad esempio da MTV e da radio governate da hit.

Un’altra evoluzione fu il tasto SHUFFLE sui lettori CD o iPod, questa modalità mescola e propone

all'ascoltatore una sequenza di brani a partire da una lista limitata di canzoni ed invece di quella di

programmazione vecchia che stava attenta alle emozioni e al momento, sembra essere più avvincente e negli

ultimi anni sono regolati da algoritmi che creano playlist coerenti e rivelatrici.

Oggi le case discografiche ormai sono legate alla rete, al digitale poiché esso risponde a 2 richieste: il possedere

brani e album e poter accedere a un jukebox celestiale dove c’è tutta la musica possibile.

Si assottiglia quindi la linea tra musica che si possiede e musica che si vuole ascoltare e si è propensi a pensare

che questa nuova pratica delle playlist andrà a scalzare tutte le altre forme, compresa la radio.

C’è un potenziale dentro alla musica che fa sì che noi ci troviamo in essa, ci distinguiamo. Per quanto riguarda

ad esempio Spotify, ora che come streaming funziona molto, ma una problematica era quella dell’impersonalità

del software, è così che sono state aggiunte quelle caratteristiche che avvicinano l’ascoltatore attraverso le

cosiddette playlist “create apposta per te”, “Studying with no vocals”, “Shopping at a vintage store” … tutte

playlist anche molto nel dettaglio create in base ad algoritmi a seconda della musica che la persona solitamente

ascolta, creando così una sorta di emozione verso questo nuovo modo di consumare musica.

Non c'è radio che possa competere con questa estrema targhettizzazione, ma nessuno potrà togliere alla radio

quel valore aggiunto di sorpresa che i veicola all'ascoltatore ogni volta che passa un brano senza annunciarlo.

Inoltre, niente potrà competere con i personaggi umani che lavorano in radio e che portano quella maggiore

vicinanza con l’ascoltatore. CAPITOLO 3- PAROLE IN DIRETTA

Il parlato, come la musica, è l’altro ingrediente fondamentale della radiofonia; ogni emittente ha al proprio

interno una qualche parte di parlato, c’è chi ne fa il proprio fulcro e chi invece meno.

La voce, a differenza della musica, è sempre in diretta live oppure cerca di simulare la diretta. Ciò vuol dire

che ogni frase, commento e quant’altro ha origine sul momento e questa sua dimensione reale ne fa un elemento

imprevedibile, ma questo non vuol dire che sia improvvisato.

Sin dai primi anni 2000, sia gli Stati Uniti che il nostro paese mostrano evidenti segni di un ritorno di interesse

verso la radio di parola.

IL PARLATO E LE SUE CARATTERISTICHE

L'obiettivo fondamentale del parlato è la comprensibilità; necessità che deriva dalle caratteristiche del mezzo

radiofonico: la radio è monocanale, secondaria e volatile. L’efficacia del parlato noè direttamente

proporzionale alla comprensibilità, che dipende dalla semplicità del discorso e dalle capacità discorsive e di

pronuncia dello speaker.

LA VOCE DELLO SPEAKER

La voce è l’insieme di suoni prodotti dall’azione combinata dell’apparato respiratorio, fonatorio e delle cavità

di naso e bocca.

Per classificare le voci, a seconda delle loro caratteristiche naturali abbiamo il timbro (acuto, grave, gutturale

e nasale) e l’intensità di emissione (debole, forte, sottile…) ciò dipende dall’età e dal sesso della persona che

parla.

Ci sono 5 pilastri che regolano la buona comunicazione:

-RESPIRAZIONE: una corretta respirazione fornisce l’energia necessaria, in particolare la respirazione

diaframmatica è un buon modo per controllare le emozioni poiché agisce direttamente sul muscolo.

-PRONUNCIA: l’emissione di sillabe e parole secondo le regole convenzionali della lingua parlata assicura la

comprensibilità del discorso, non è indispensabile ma è importante per evitare errori. Inoltre, una determinata

pronuncia spesso rende riconoscibile lo speaker.

-ARTICOLAZIONE: l’elemento più importante per la comprensibilità è articolare bene frasi e parole;

articolare bene permette di mettere in secondo piano eventuali errori di pronuncia, ma soprattutto si richiama

molto l’attenzione. Per avere una buona articolazione ci si può esercitare spesso con gli scioglilingua.

-DIZIONE: complesso di regole dell’intonazione della voce, con l'uso delle pause e della punteggiatura sonora.

-ESPRESSIONE: è finalizzata ad un uso estetico della parola per provocare emozioni nell’ascoltatore.

Il lettore in radio deve essere in grado di far propri i testi che gli vengono dati e trovare la giusta motivazione

per poter attrarre il pubblico emotivamente.

LA VOCE AL MICROFONO

La personalità di uno speaker nasce e si sviluppa in base al modo che egli utilizza la propria voce, ci sono

speaker adatti a pubblico giovane e altri a un pubblico più adulto.

Inoltre, cambia il proprio tono in base al momento (es. di notte cercherà di un usare un tono più caldo e intimo)

o in base alle fasi del programma che c’è in atto.

Tutti gli effetti vengono fuori da una lunga esercitazione e capacità di padronanza della propria voce nelle sue

5 parti (spiegate prima). Il microfono registra e amplifica tutti i pregi e tutti i difetti di chi parla, per questo

conoscere bene il microfono è una buona cosa, in quanto si sa che con le lettere occlusive (P, B, T, D) e con le

lettere invece fricative (S, F, Z) si tende a fischiare sibilare; quindi, bisogna mantenere una certa distanza per

evitare strani effetti, magari spostarsi lievemente sul lato.

UNA VECCHIA LEZIONE DI PARLATO RADIOFONICO

Abbiamo detto che per la comprensibilità, è fondamentale la semplicità; parlare semplice vuol dire essere

brevi, usare termini comuni, mantenere una logica sequenziale, limitare gli argomenti e circoscrivere la portata

di ogni frase nel momento in cui viene espressa per dare modo all’ascoltatore di assimilarla senza fatica.

Carlo Emilio Gadda di Terzo Programma, la vecchia Rai3, suggerisce:

- mettere a proprio agio l’ascoltatore: con la semplicità del parlato, evitare citazioni dotte o argomenti poco

conosciuti per evitare di apparire arroganti al pubblico. Inoltre, importante iniziare in medias res senza

dilungarsi in troppi preamboli inutili dato il tempo a disposizione.

- costruire frasi brevi e periodi semplici: per controllare la propria composizione e facilitare l’ascolto. Ciò aiuta

anche nella stesura del testo radiofonico, meglio utilizzare la coordinazione invece della subordinazione per

una maggiore linearità.

- sistemare un concetto dietro all’altro: utile per una migliore esposizione, è necessario selezionare gli

argomenti e ordinarli.

- sottolineare i momenti di transizione: occorre per mantenere l’attenzione, ciò si può fare con cambiamenti di

tono, ritmo o voce o con musiche quindi jingle e stacchi musicali.

- usare un lessico comune.

- non usare rime, allitterazioni e cacofonie: poiché tutto ciò che suona strano aumenta la possibilità di errore e

svia l’attenzione dell’ascoltatore dall’argomento per portarlo invece sulla musicalità delle parole.

- evitare le forme tipiche dello scritto: leggendo ci sono regole che permettono di saltare pezzi e comprendere

lo stesso il significato. È sconsigliato l’uso di pronomi.

LA SCRITTURA DEL PARLATO

Il parlato radiofonico è una comunicazione unidirezionale, che esclude la possibilità di scambio di ruoli tra

emittente e ricevente, non necessita la compresenza fisica dei soggetti e permette di comunicare lo stesso

messaggio a più persone contemporan

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
29 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher evaoberti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Radio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) o del prof Varon Gaia.