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LA FORMAZIONE DELLE PRIME IMPRESSIONI

Esperimento di Asch (Gestalt): bisogna scegliere o Mario o Giovanni (senza avere ulteriori

é

informazioni su di loro) e poi leggere la loro descrizione. Giovanni una persona…

• Intelligente;

• Abile;

• Laboriosa;

• Fredda;

• Determinata;

• Pratica;

• Cauta.

Basandosi su questa descrizione, come valuteresti Giovanni in riferimento ai tratti di

personalità riportati qui di seguito? Fai un cerchio su un numero per ogni scala.

1 2 3 4 5 6 7

Molto centrato su se stesso Poco centrato su se stesso

1 2 3 4 5 6 7

Poco socievole Molto socievole

1 2 3 4 5 6 7

Poco popolare Molto popolare

1 2 3 4 5 6 7

Formale Informale

1 2 3 4 5 6 7

Irascibile Paziente

20

1 2 3 4 5 6 7

Scortese Educato

1 2 3 4 5 6 7

Senza senso dello humor Con molto senso dello humor

Sulla base di una lettura veloce delle caratteristiche che Mario o Giovanni hanno ci siamo

formati una prima impressione su di loro e li abbiamo valutati rispetto a queste

dimensioni. Tuttavia, Mario e Giovanni erano in realtà descritti in egual modo, fatta

é

eccezione per un solo tratto, quello centrale: Mario dotato di calore umano, mentre

é é

Giovanni freddo. Secondo Asch, questa piccola differenza da sola in grado di generare

una prima impressione completamente diversa in chi ha conosciuto Mario e in chi ha

conosciuto Giovanni: la prima impressione di Mario vira verso il polo positivo, ovvero la

parte destra della scala, mentre quella di Giovanni verso la parte negativa, ovvero quella

sinistra. Intelligente Intelligente

Abile Abile

Laboriosa Laboriosa

Dotata di calore Fredda

umano

Determinata Determinata

Pratica Pratica

Cauta Cauta

Secondo Asch, questo accade perché noi concepiamo le persone come unità psicologiche,

perciò le diverse informazioni che possediamo su di loro vengono rapportate ad un "nucleo

unificante". Noi elaboriamo le informazioni in modo olistico, nella loro interezza:

possediamo teorie sui dati o ipotesi che influenzano l’elaborazione dei dati. Queste

informazioni vengono elaborate nell'immediato (i giudizi sono prodotti all'istante) e

alcune sono più capaci di altre di attirare altre informazioni e creare un nuovo nucleo

unificante, ad esempio se si trovano all'inizio o in posizione centrale (effetto primacy o

di centralità ). Alcune delle caratteristiche di Mario e di Giovanni sono state quindi in grado

di attirare le altre intorno a sé e di rappresentarne il nucleo.

MODELLI DI FORMAZIONE DELLE IMPRESSIONI (arco temporale limitato)

1. Modello configurazionale (Asch, 1946): secondo Asch, alcune caratteristiche, come

"freddo" e "dotato di calore umano", sono tratti "centrali", ovvero capaci di

orientare il giudizio circa la persona -> ci sono quindi delle forze unificanti che

agiscono per integrare o raccordare gli elementi in una impressione globale.

21

Esistono anche dei tratti "periferici" che non hanno il "peso" dei tratti centrali e che

perciò non influenzano così tanto il giudizio.

Esempio: freddo + intelligente = calcolatore -> giudizio negativo;

freddo + dotato di calore umano = saggio -> giudizio positivo;

2. Modello algebrico (Anderson, 1981): Anderson arriva allo stesso risultato di Asch.

Secondo Anderson, però , ogni tratto possiede un significato (peso) specifico e non

modificabile, pertanto la valutazione ad esso associata rimane costante.

Esempio: intelligente (positivo) + freddo (molto negativo) = giudizio negativo

intelligente (positivo) + dotato di calore umano (molto positivo) = giudizio

positivo é

N.B.: non in tutti i contesti culturali uno specifico tratto (es: la freddezza) considerato

allo stesso modo.

3. Teorie implicite della personalità (Bruner e Tagiuri, 1954; Schneider, 1973):

accanto a questi due modelli si trovano le teorie implicite della personalità , ovvero

dei modelli mentali tali per cui alcuni tratti delle persone sono legati tra di loro.

Questi legami guidano lo sviluppo e l'elaborazione delle impressioni complesse

sugli altri. In particolare, le persone sembrano pensare che la maggior parte dei

tratti positivi siano correlati gli uni agli altri e che i tratti negativi formino un gruppo

é

a sé stante. Esempio: se dico che una persona socievole, automaticamente gli

altri gli attribuiranno altri tratti positivi. E' un modo economico ed ingenuo di

é

procedere. Il rischio che si corre utilizzando schemi rigidi come questo di

sviluppare dei pregiudizi.

⠂⠄⠄⠂⠁⠁⠂⠄⠄⠂⠁⠁⠂⠄⠄⠂ ⠂⠄⠄⠂ …

Generalmente, le prime impressioni resistono al cambiamento perché

é

• L'effetto primacy molto forte: ciò che viene prima viene tendenzialmente

ricordato meglio -> innesca l'effetto "priming", ovvero il fare una serie di

associazioni.

• Errore di persistenza nelle proprie credenze: difficilmente le persone mettono in

dubbio quello che credono e, anzi, tendono ad andare a cercare contesti che

avvalorano e confermino quello in cui credono;

• Eccessiva fiducia in sé & bias di conferma: ricerco ed immagazzino solo le

informazioni che confermino le mie impressioni (proprio perché possediamo una

eccessiva fiducia in noi stessi rispetto a ciò che immagazziniamo.

• Profezia che si autoavvera;

é

Tuttavia, possibile gestire l'impressione che vogliamo dare di noi agli altri tramite

l'autopresentazione ("sono come tu mi vuoi"). Esistono due tecniche che le persone

mettono in atto perché sono preoccupate di gestire la propria impressione sugli altri:

L'auto-innalzamento -> consiste nel curare il proprio abbigliamento, accentuare

o le caratteristiche che ci contraddistinguono, ecc.

L'etero-innalzamento -> consiste nel far sentire l'altro una persona

o importante/buona/…, adulare gli altri, ecc. al fine di guadagnare approvazione

pubblica ed esercitare qualche potere.

22

DALLE IMPRESSIONI AI GIUDIZI

I fenomeni che possono impattare sulla nostra capacità di elaborare le informazioni in

modo corretto per formulare un giudizio sono: é

1. L'eccessiva fiducia in sé (overconfidence) -> la tendenza a sovrastimare

é

l'esattezza delle proprie credenze -> a volte si più sicuri (delle proprie credenze)

che corretti (presunzione intellettuale). Spesso si può cadere nel bias di conferma,

ovvero la tendenza a cercare informazioni che confermino le nostre impressioni

piuttosto che informazioni che la confutino.

2. Le euristiche -> sono scorciatoie di pensiero, ovvero modalità di elaborazione

dell'informazione caratterizzate da assenza di sforzo mentale (contrario

dell'elaborazione sistematica). L'euristica produce inferenze e giudizi molto

velocemente, semplificando i problemi complessi -> spesso però si dimostrano

errate: generalmente, assenza di fatica = conclusione errata. Esistono diversi tipi

di euristiche, ad esempio: é

Euristica della rappresentatività: si valuta il grado con cui A rappresentativo

o é

di B e, se A altamente rappresentativo di B, allora la probabilità che A

é

appartenga a B giudicata molto elevata.

é

Esempio

: Stefano (A) una persona molto timida e ritirata, disponibile verso

gli altri ma con poco interesse verso la gente e il mondo. Un’anima mite, con

il bisogno di ordine e struttura ed una passione per i dettagli. Che lavoro fa

Stefano? Contadino, trapezista, bibliotecario, bagnino o chirurgo (B)?

Euristica della disponibilità: strategia di pensiero che si usa quando devo

o giudicare la realtà in base alla frequenza con cui un evento si verifica.

Esempio

: se ci viene chiesto tra le persone della nostra età quanti vegani ci

sono, noi ricorriamo a vedere i vegani tra i nostri amici, e a seconda del

numero di amici che si hanno, stimeremo il numero per la risposta.

Si ricorre maggiormente alle euristiche quando:

• Non si ha tempo per un'analisi approfondita;

é

• Si sommersi dalle informazioni e non si riesce a distinguere quelle che

sono rilevanti; é

• L'oggetto o la questione di cui ci si sta occupando poco importante;

• Si hanno scarse conoscenze in merito all'oggetto o alla questione di cui

ci si sta occupando;

• Qualcosa della situazione funge da stimolo con effetto priming (ad

esempio richiamando una categoria o la frequenza di un evento in

memoria);

• Ci si sente particolarmente ottimisti e si ritiene che non sia necessario

compiere eccessivi sforzi cognitivi.

3. Pensiero illusorio -> si tende a vedere relazioni di causalità o correlazione di eventi

dove non ci sono, o si percepisce questa relazione come più forte di quella reale

é

(es: non detto che una persona gentile sia anche pro-sociale);

4. La profezia che si autoavvera -> una persona A ha delle aspettative nei confronti

della persona B: queste aspettative fanno sì che A si comporti in un certo modo nei

confronti di B. A causa del comportamento di A, B si comporterà in modo coerente

23

alle sue aspettative e ciò non farà altro che confermarle. N.B.: le profezie che si

autoavverano possono interessare il soggetto quando valuta sé stesso, ma

tendenzialmente interessa situazioni in cui dobbiamo conoscere l'altro/siamo in

una relazione con qualcun altro.

LE ATTRIBUZIONI CAUSALI

Le persone tendono sempre a cercare di dare una spiegazione a tutto ciò che le circonda.

Le attribuzioni causali (o spiegazioni del mondo) sono giudizi riguardo alla causa di un

comportamento proprio o altrui e/o di un evento. Utilizziamo le attribuzioni causali per:

• Farci un'idea di com'é una persona -> capire perché una persona fa quello che fa

ce la fa conoscere un po' di più ;

• Prevedere il futuro -> se riesco ad identificare un pattern per spiegare i

comportamenti dell'altro, probabilmente riuscirò anche ad anticipare delle

situazioni che riguardano lui e/o me;

• Controllare gli eventi.

Secondo la teoria dell'attribuzione, le persone spiegano il comportamento degli altri

disposizioni interne

attribuendolo o a (tratti durevoli/caratteristiche, motivi e attitudini), o

situazioni esterne

a . …

Esempio: Pietro sta facendo questo perché

é

1. Pietro fatto così

2. Qualcosa di esterno a Pietro lo sta spingendo ad agire così . é

Il primo autore a parlare di attribuzioni esterne e disposizioni interne Heider: egli

sosteneva che le persone hanno un innato bisogno di antici

Dettagli
A.A. 2023-2024
104 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher martaa.cavagnini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Pozzi Maura.