BOX 5.5 PROTESTA DI MASSA
I
l 21 gennaio 2017 ha avuto luogo quella che è stata forse la più grande giornata di protesta
globale e di massa della storia: la protesta delle donne contro il neopresidente degli Stati Uniti,
Donald Trump, insediatosi alla Casa Bianca soltanto il giorno prima. Secondo le stime basate
sui dati raccolti negli USA da due scienziati politici, nel mondo più di 4,5 milioni di uomini, donne
67
e bambini hanno preso parte quel giorno a pacifiche marce di protesta. Se a Londra i
manifestanti erano 100mila, negli Stati Uniti le marce hanno fatto certamente registrare la
partecipazione maggiore: probabilmente, a Washington le persone coinvolte sono state
1milione; a Los Angels e New York, le due città statunitensi più grandi, il numero di partecipanti
ha raggiunto, rispettivamente, le 750mila e le 500mila unità. In quale misura tutto ciò può
essere considerato come una strategia di influenza della minoranza orientata al cambiamento
sociale, e qual è il fondamento psicologico di una mobilitazione sociale che, nel pieno dei rigori
dell’inverno, ha tradotto il malcontento in un’azione condotta su così vasta scala? Le ragioni
possono essere:
- il sentimento che la presidenza di Trump non fosse legittima perché basata su una
procedura ingiusta;
- numerosi statunitensi, in larga misura appartenenti a minoranze etniche, religiose,
diversamente abili, ma anche donne, non si sentivano trattati con rispetto dal nuovo
presidente.
COERENZA
M
oscovici si proponeva di comprendere il modo in cui le dinamiche del conflitto sociale
producono cambiamento sociale. il conflitto sociale non piace alle persone. Una minoranza
attiva sfrutta questa tendenza, adoperandosi per creare, attirare l’attenzione su e accentuare il
conflitto. Secondo Moscovici e colleghi, questo comportamento può arrivare ad avere la meglio
sulla maggioranza; la sua efficacia dipende però dal modo in cui la minoranza affronta il proprio
compito: dallo stile comportamentale che essa adotta. Lo stile comportamentale più importante
è la coerenza. Una minoranza coerente, in cui tutti i membri diffondano ripetutamente lo stesso
messaggio, ottiene i seguenti effetti:
● Mette in crisi la norma della maggioranza e produce incertezza e dubbio;
● Attira l’attenzione su di sé come entità;
● Trasmette l’idea secondo cui un punto di vista alternativo coerente esiste;
● Dimostra sicurezza e deciso coinvolgimento nel proprio punto di vista;
● Mostra che l’unica soluzione al conflitto è l’accettazione del punto di vista della minoranza.
Moscoviti e i suoi colleghi dimostrano l’efficacia della coerenza in una serie ingegnosi
esperimenti basati sui colori blu e verde. In uno di essi 4 partecipanti veri e 2 collaboratori di
ricerca valutavano il colore di diapositive blu che variano solo d’intensità. i collaboratori
potevano essere coerenti e giudicare le diapositive sempre verdi, oppure incoerenti e giudicarle
2 volte su 3 verdi e una volta blu. C’era anche una condizione di controllo senza collaboratori,
che prevedeva solo sei partecipanti veri. Mostrarono che la minoranza coerente aveva
un’influenza maggiore rispetto alla minoranza incoerente. Sebbene il tasso di conformismo sia
molto più basso di quello di una maggioranza coerente è nondimeno degno di nota il fatto che
una minoranza costituita da due persone influenzasse una maggioranza formata da 4 individui.
INCLUSIONE
N
ella società i gruppi che diffondono punti di vista minorati sono spesso stigmatizzati dalla
maggioranza in quanto outgroup, oppure etichettati come individui devianti. Nel migliore dei
casi le loro opinioni sono rifiutate poiché irrilevanti, ma spesso sono ridicolizzate e banalizzate
nel tentativo di screditarle. Pensate, per esempio, al trattamento che viene qualche volta
riservato a omosessuali, ambientalisti e intellettuali. Tale livello di resistenza da parte della
maggioranza rende per le minoranze persino più difficile essere efficaci. Ne deriva che le 68
m
inoranze possono essere più efficaci se non si limitano a promuovere solo un’opinione che
differisce dalla posizione della maggioranza, ma se sono anche considerate suoi membri.
Secondo John Turner il trucco delle minoranze efficaci sembra essere quello di stabilire le
proprie legittime credenziali come ingroup, prima di attirare l’attenzione sul proprio distinto
punto di vista minoritario.
L’INFLUENZA DELLA MINORANZA È DAVVERO DIVERSA?
M
oscovici ha sostenuto che le maggioranze e le minoranze esercitano influenza sociale
attraverso processi differenti. L’influenza della maggioranza produce acquiescenza pubblica
diretta per ragioni di dipendenza normativa o informativa: le opinioni della maggioranza sono
accettate passivamente senza pensarci molto su. Al contrario, l’influenza della minoranza
produce nell’opinione un cambiamento privato, spesso latente, dovuto al conflitto
cognitivo e alla riorganizzazione derivati dalle idee devianti. Le minoranze provocano un effetto
conversione come conseguenza dell’attività presa in carico del punto di vista della minoranza.
L’effetto conversione riguarda una condizione in cui l’influenza della minoranza produce un
improvviso e importante cambiamento interiore e privato negli atteggiamenti della maggioranza.
Un esperimento di Mauss e Clark indagò le reazioni pubbliche e private all’influenza della
maggioranza e della minoranza sulla questione dei diritti degli omosessuali. I due studiosi
rilevarono che gli atteggiamenti espressi pubblicamente erano in linea con le opinioni della
maggioranza; tuttavia, gli atteggiamenti espressi privatamente si spostavano in direzione degli
atteggiamenti sostenuti dalla minoranza. Charlan Nemeth ha sostenuto che il dissenso della
minoranza di solito stimola pensiero divergente, originale, creativo e un’elaborazione più
attiva dell’informazione. Sebbene le maggioranze e le minoranze possano essere definite in
termini di potere, esse possono anche essere legate al numero delle persone. Nonostante
siano spesso sia meno potenti sia meno numerose, le “minoranze” possono anche essere
meno potenti ma più numerose. Bibb Latanè utilizzò la teoria dell’impatto sociale per sostenere
che, quando una fonte di influenza cresce in dimensione (numero) possiede una maggiore
influenza. Tuttavia, una fonte singola ha un impatto enorme, l’aggiunta di una seconda
incrementa l’impatto ma non tanto quanto la prima, una terza ancora meno, e così via. Es.
L’accessione di una singola lampada in una stanza buia: l’impatto è enorme; una seconda
lampada aumenta di poco la luminosità. Se ci sono già 10 lampade, l’impatto del 11esima sarà
trascurabile. “ Più grande è la fonte dell’influenza più impatto essa ha, con cambiamenti
incrementali dovuti a fonti addizionali che diminuiscono con l’aumentare della dimensione.”
BOX 5.6 CONVERSIONE SU INTERNET?
A
ttualmente circa 4,7 miliardi di persone usano internet per comunicare, ottenere informazioni e
persuadere gli altri. In che modo le minoranze attive creano il cambiamento sociale attraverso
la conversione? Secondo una tesi, per una minoranza diventa facile bombardare la
maggioranza con un messaggio alternativo concorrente. Ma una tesi contrapposta afferma che
Internet permette alle persone una libertà quasi assoluta nella scelta delle informazioni a
cui esporsi, ed esse scelgono in maggioranza siti web e social media che confermano le loro
credenze e, la loro identità e il loro concetto di sé. In questo modo, conduciamo parte della
nostra vita dentro “bolle” informative che ci isolano dai punti di vista alternativi sul mondo. Se
non si è esposti a punti di vista alternativi è difficile sperimentare un profondo cambiamento. 69
IDENTITA’ SOCIALE E CATEGORIZZAZIONE DEL SE’
L
a teoria dell’influenza informativa del referente considera i membri dell’ingroup come la fonte
di informazione più attendibile sugli elementi normativi di un gruppo, ossia sugli atteggiamenti e
i comportamenti che lo definiscono e lo caratterizzano. Attraverso il processo di
categorizzazione del sé, i membri del gruppo percepiscono se stessi e si comportano in
conformità con la norma. Generalmente, i gruppi sociali che diffondono punti di vista minoritari
subiscono la stigmatizzazione della maggioranza in quanto outgroup sociali, o sono percepiti
come “devianti”. Le loro opinioni sono spesso considerate irrilevanti e banalizzate nel tentativo
di screditarle. Tutta questa resistenza da parte della maggioranza rende molto difficile alle
minoranze essere influenti. Secondo David e Turner, il problema per le minoranze appartenenti
all’ingroup è dato dal fatto che il gruppo di maggioranza attua confronti sociali intragruppo che
ne evidenziano e accentuano l’alterità (il non-io), dando vita a un contrasto intergruppo
all’interno del gruppo stesso. Per la minoranza, la chiave per ottenere un’influenza efficace è
riuscire, in qualche modo, a portare la maggioranza a spostare il focus del confronto sociale
verso confronti intergruppo con un outgroup autentico e condiviso. Le ricerche confermano
che male minoranze esercitano più influenza se sono percepite dalla maggioranza come
ingroup. Studi condotti da David e Turner mostrano che le minoranze ingroup producono un
cambio di atteggiamento indiretto (cioè una conversione) più forte rispetto alle minoranze
outgroup e che le maggioranze producono un’adesione superficiale. Tuttavia, altre ricerche
hanno rilevato che l’influenza indiretta di una minoranza outgroup non è inferiore a quella di una
minoranza ingroup, secondo Martin e Hewstone, sono necessarie ulteriori ricerche per
confermare che la conversione è generata dal processo di categorizzazione del sé.
INTERESSI ACQUISITI E CONTRATTO DI TOLLERANZA
N
el complesso, le minoranze sono più influenti se non sono categorizzate dal
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