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RIFLESSIONE

Il conformismo, come abbiamo visto, sia nella forma più conosciuta inteso, cioè come pressione della

maggioranza che spinge il soggetto ad uniformare il proprio comportamento a quello degli altri, studiato da

Sherif e da Asch, sia nella forma più particolare, inteso come obbedienza all’autorità, studiato da Milgram è un

fenomeno che affonda le sue radici in epoche molto lontane e che non ha di per sé una connotazione negativa,

tanto che Gramsci esclamava:

« Conformismo significa niente altro che socialità, ma piace impiegare la parola conformismo

appunto per urtare gli imbecilli ».

I gruppi

Il termine gruppo scaturisce da groppo (nodo), che rinvia all’idea di assemblaggio, qualcosa che riunisce, lega tra

loro molteplici elementi ma anche che trattiene, imprigiona. Quando gli individui che scoprono di avere degli

interessi in comune si riuniscono, Durkheim ci spiega che essi non lo fanno solo per difendere i loro interessi, ma

per essere uniti, cioè per non sentirsi sparsi fra avversari, per sentire il parere della comunità, per sentirsi divenuti

di molti, uno solo, vale a dire per condurre insieme la stessa vita morale.

I gruppi secondo Campbell (p.195)

2

Secondo Campbell , il fattore che determina un gruppo è la presenza di un destino comune, di somiglianza e di

prossimità.

L'entitatività è il termine coniato da Donald T. Campbell per spiegare perché alcuni gruppi sono considerati veri

gruppi, mentre altri sono considerati semplici aggregati di individui.

Con il termine entitatività intendiamo la consapevolezza cognitiva di essere di fronte ad un aggregato umano

definibile come gruppo, che cioè possiede le caratteristiche salienti per essere definito come tale (relazione tra i

membri, destino o obiettivo comune, consapevolezza dell'appartenenza e riconoscimento esterno, desiderio di

farne parte).

L'entitatività di un agglomerato di persone lo fa percepire e riconoscere quindi come insieme organizzato di

esseri umani, portatore di senso proprio in quanto gruppo.

Secondo Campbell, i gruppi sociali variano lungo un continuum di entitatività percepita, per cui alcuni si

caratterizzano per un’alta entitatività, mentre altri per una bassa, a seconda del variare delle situazioni. 90

I gruppi secondo Tajfel e Turner (p.135+195)

Tajfel e Turner sostengono che un gruppo esiste se due o più individui percepiscono sé stessi come membri

della medesima categoria sociale. Sviluppano la nozione di competizione sociale riferendosi al paradigma dei

gruppi minimi: i gruppi possono impegnarsi in una reciproca competizione sociale per difendere o acquisire un

certo status.

Nella competizione sociale entrano in gioco tre processi fondamentali:

la categorizzazione permette di costruire una rappresentazione semplificata dell’ambiente sociale ed è

responsabile della formazione di stereotipi sociali;

l’identificazione sociale si riferisce al fatto che in molte circostanze gli individui si definiscono come membri di

una certa categoria sociale, e se questa identificazione è molto forte gli individui possono sentirsi obbligati ad

agire in quanto membri del gruppo, mettendo in atto comportamenti discriminatori intergruppi;

il confronto sociale con altri gruppi serve per determinare il valore di certe caratteristiche del gruppo: un’identità

sociale positiva è il risultato di un confronto positivo fra il gruppo cui si appartiene e altri gruppi.

I gruppi secondo Brown

Secondo Brown, un gruppo esiste quando due o più individui definiscono sé stessi come membri e quando la

sua esistenza è riconosciuta da almeno un’altra persona, esiste se è composto da almeno tre membri, quando

due o più persone sperimentano l'interdipendenza del destino, e quando manifestano favoritismo verso

l'outgroup.

I gruppi secondo Lewin (p.194)

4

Lewin ci dice che il gruppo è una totalità dinamica, cioè qualcosa di diverso dalla somma delle sue parti.

Il gruppo ha una struttura propria, fini peculiari, relazioni peculiari con gli altri gruppi. Particolarmente importante

è l’interdipendenza tra i membri. Lewin basa la sua visione dell’individuo e del gruppo sul concetto di campo

come insieme di elementi che costituiscono un’unità la quale è più della semplice somma delle singole parti.

Ogni elemento, così come ogni comportamento, non può essere letto o considerato senza prendere in esame il

posto che occupa nel campo, in quanto è proprio all’interno di quest’ultimo che ciascun elemento acquista un

significato nuovo.

Nel gruppo-campo lewiniano, ogni persona è fonte di azioni che modificano le altre persone e il gruppo, e ogni

cambiamento si configura come un mutamento delle costellazioni di forze all’interno di canali (economici o

sociali), controllati da guardiani, che possiedono potere decisionale. Le decisioni dei guardiani dipendono sia

dalla sua ideologia, dai suoi valori e dalle sue credenze e sia da come percepisce e valuta la situazione.

« Il Gruppo è insieme di individui che interagiscono tra loro influenzandosi reciprocamente e che condividono, più o meno

consapevolmente, interessi, scopi, caratteristiche e norme comportamentali ».

Galimberti, Dizionario di psicologia, UTET

I gruppi secondo Aristotele

2

L’uomo, secondo Aristotele , è un animale sociale che nasce vive e lavora in gruppo: famiglia, scuola, impiego,

vita di relazione e sociale, divertimento, tutto si svolge con gli altri, in piccoli gruppi, in gruppi medio grandi, alcuni

scelti, altri naturali o costruiti dal contesto. La dimensione gruppale è naturale per l'uomo, che solo nella

relazione con altri esseri umani può soddisfare adeguatamente i suoi bisogni.

Dato che l'interazione è una prerogativa del gruppo, quest'ultimo non può essere confuso con la folla, la massa,

la popolazione e con tutte le forme di aggregazione sociale in cui sia esclusa l'influenza reciproca tra le persone.

Naturalmente il gruppo dà ad ognuno di noi senso di appartenenza, ci assegna un ruolo, è fonte di sicurezza, ma

condiziona, provoca conformismo e genera conflitti. In un gruppo vi sono norme interne, si collabora e ci si

organizza, esiste uno o più leader e avvengono dinamiche di coesione e di separazione. 91

Pertanto, un insieme di persone si avvicina al prototipo di gruppo sociale laddove:

interagiscono in modo integrato e orientato al raggiungimento di uno scopo comune;

▪ si percepiscono come membri di uno stesso gruppo, distinguendosi da coloro che non fanno parte del gruppo

stesso;

nutrono sentimenti positivi nei confronti degli altri membri dell'insieme e verso l'attività comune;

▪ sono consapevoli del fatto che l'insieme costituisce uno strumento utile, se non indispensabile, per il

raggiungimento di obiettivi comuni;

si identificano reciprocamente sviluppando un'elevata influenza reciproca;

▪ l'insieme presenta una divisione dei compiti fra i membri che assumono ruoli diversi;

▪ l'insieme condivide un sistema di norme implicito o esplicito.

Le tipologie di gruppo

Gruppi primari (piccoli gruppi) si basano su interazioni e relazioni intime, come ad esempio quelle familiari o

quelle che si instaurano tra amici. Al loro interno, i membri interagiscono direttamente (interazione faccia a

faccia), le dimensioni sono limitate (numero ristretto di componenti). Rappresentano un luogo in cui si compiono

esperienze sociali determinanti per l'individuo, in cui si costituisce la logica dualistica dell'appartenenza (al

gruppo) e della non appartenenza (a ciò che rimane esterno al gruppo). I gruppi primari sono il contesto in cui

impariamo a distinguere tra noi e gli altri. Esempio di gruppo primario è la famiglia, che garantisce identità ad

ogni suo componente, consente di sperimentare diversi ruoli sociali e di sviluppare la propria identità.

Gruppi secondari si basano su relazioni indirette, di tipo formale, finalizzate al raggiungimento di un obiettivo

comune. Hanno dimensioni più ampie di quello primario, le relazioni tra i membri sono più indirette e formali

rispetto a quelle che si sviluppano nel gruppo primario. Esempi di gruppi secondari sono le organizzazioni,

aziende, istituzioni…

Gruppi di appartenenza è quello a cui l'individuo appartiene e alle regole a cui si attiene. Il gruppo di riferimento

è il gruppo ideale, che qualche volta può coincidere con quello a cui si appartiene.

Gruppo interno è il gruppo in cui si è inseriti e col quale ci si identifica.

Gruppo esterno è il gruppo al quale non si appartiene, nei confronti del quale spesso si nutrono sentimenti

negativi.

Gruppo naturale è il gruppo in cui si sta senza averlo scelto (famiglia, compagni di gioco nel proprio quartiere).

Gruppo sperimentale è il gruppo che si costituisce in vista di uno scopo.

Gruppo formale è regolato da scopi stabiliti e da relazioni internamente strutturate.

Gruppo informale si forma in particolari circostanze, è caratterizzato da interazioni non organizzate, e varia in

base al numero dei componenti. 92

Percezione di appartenenza nei gruppi

Esistono varie motivazioni in base alle quali si percepisce la propria appartenenza ad un gruppo, come per:

Vicinanza Spesso si inizia a frequentare delle persone che ci sono vicine fisicamente, ad esempio che abitano

nello stesso quartiere, frequentano lo stesso bar, la stessa scuola ecc. Rappresentano sicuramente tutte

occasioni per fare conoscenze o condividere delle esperienze. La vicinanza spesso rappresenta il primo motivo

di contatto per la scelta di appartenere ad un gruppo spontaneo. Sulla base di questo criterio, infatti, si formano

spesso gruppi per la condivisione del tempo libero.

Somiglianza Si tratta di un criterio di appartenenza relativo alla disposizione in alcune persone di ricercare

nell'altro le proprie convinzioni, le idee i bisogni. Non si intende in questo caso somiglianza fisica, ma affinità di

pensiero, interesse e stile di vita. La gratificazione di trovare altre persone con idee simili è ciò che porta, più di

qualsiasi altro elemento, all'unione. All'interno di un gruppo più ampio sembra naturale il formarsi di sottogruppi,

attraverso il criterio della somiglianza, infatti si stabiliscono alleanze e nascono simpatie che in genere durano

nel tempo.

Identificazione Si può appartenere ad un gruppo anche quando non c'è somiglianza nelle idee o nei bisogni,

ma con una motivazione per lo più inconscia di identificazione all'altro. La differenza con la somiglianza è nel

meccanismo psicologico che entra in gioco e determina la scelta. Molti individui aspir

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Publisher
A.A. 2024-2025
160 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dennis_vettor di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Guglielmo Marconi di Roma o del prof Ippoliti Oriana.