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FALSA TESTIMONIANZA: I DIAVOLI DELLA BASSA MODENESE
Un caso molto famoso qui in Italia fu quello dei Diavoli della bassa modenese: alla fine degli anni ‘90,
nella Bassa Modenese, 16 bambini vennero portati via ai loro genitori, accusati di pedofilia e
satanismo.
Tutto partì dalla denuncia di un bambino nella Bassa modenese, che affermava di essere stato
vittima, insieme ad altri, dei loro genitori che avrebbero organizzato riti satanici nei quali sarebbero
stati molestati e assassinati alcuni bambini. Dalla denuncia, seguì una vasta indagine e
l’allontanamento definitivo di sedici bambini dalle proprie famiglie; la verità processuale stabilì che
non ci furono né riti satanici né tanto meno che vennero commessi omicidi e venne inoltre ipotizzato
che le tecniche di interrogatorio dei bambini avessero portato a far credere a questi falsi ricordi.
L’inchiesta sui “Diavoli della Bassa” si concluse con pesanti condanne per alcuni imputati, che
scontarono molti anni di carcere. Altri vennero poi assolti, ma comunque non rividero mai più i loro
figli.
ERRORI NELLE INTERVISTE DEI BAMBINI
- Interviste (interrogatori) condotti da più persone: psicologi (primi colloqui senza
audio-video registrazione), assistenti sociali, maestre, genitori, forze dell’ordine…
- Interviste ripetute più volte in diversi contesti: scuola, casa, tribunale…
- Interviste lunghe che non corrispondono alle capacità attentive di bambini di quell’età
(circa 7 anni).
- Inquirenti che suggeriscono spesso le risposte, oppure pongono domande che
contengono già la risposta al loro interno.
- Inquirenti che hanno un confirmation bias, cioè cercano delle conferme di quelli che
sono i loro sospetti.
Gli errori nelle interviste dei bambini sono spesso dovute a interrogatori fatti da più persone, oppure
anche dalla stessa ma ripetuti più volte in contesti diversi (ad oggi si registra la prima e si dà per
buona), o ancora interviste molto lunghe che non corrispondono alle capacità attentive di bambini
piccoli, ma anche il fatto che tante volte gli inquirenti suggerivano le risposte o parte di esse.
LE DISFUNZIONI DELLA MEMORIA
Esistono delle disfunzioni della memoria che determinano delle vere e proprie patologie. Una
malattia che colpisce in maniera pronunciata la facoltà della memoria è l’Alzheimer. Nelle fasi iniziali
si presenta con piccoli problemi di memoria, progredendo si arriva a rovinare la vita dell’individuo
non più in grado di riconoscere parenti e amici. Nella fase più acuta subentra un deterioramento
fisico che spesso diventa letale. CAPITOLO 8, PENSIERO
Ciò che ci differenzia dagli altri esseri viventi è la nostra capacità di pensiero.
IL PENSIERO: CONTENUTI E FUNZIONI
Pensare=comporre i contenuti della nostra mente.
Quali sono i contenuti del nostro pensiero? I contenuti del nostro pensiero sono i ricordi, le emozioni,
le esperienze, le rappresentazioni e i concetti...
Possiamo quindi chiederci in cosa consiste questa attività di pensare e la risposta è che noi
recuperiamo dalla mente questi contenuti e li componiamo per risolvere un problema, oppure per
capire una situazione, o ancora per prendere delle decisioni. A un livello astratto potremmo dire che
pensare equivale a comporre i contenuti della mente.
La facoltà di pensiero ci rende superiori alle altre specie? Ci rende davvero così unici? Per calcolare il
quoziente intellettivo (QI) si mette una soglia di 100, in cui il quoziente intellettivo è nella norma. In
realtà si è visto che da -15 a +15 (quindi da 85 a 115 punti) il quoziente intellettivo è nella norma e
partendo da ciò si è visto che alcuni animali rientrano in questa soglia.
GLI ANIMALI PENSANO?
Il delfino ha una capacità di imitazione molto elevata.
Si è scoperto che gli elefanti ed i primati hanno una forte autocoscienza. Nell’ambito della psicologia
dello sviluppo è stato inventato un paradigma sperimentale, se un bambino è cosciente di se stesso e a
partire da quale età lo è, si chiama paradigma dello specchio.
Si lascia che il bambino si guardi allo specchio, poi gli si fa un punto rosso e lo si lascia ancora
guardare. Si vede come prima dei 18 mesi i bambini non si rendono conto di questo cambiamento,
mentre dopo cominciano a toccarsi e guardarsi capendo che c’è qualcosa di diverso.
LA DECISIONE
Una prima funzione fondamentale del nostro pensiero è quella di prendere decisioni. Noi prendiamo
decisioni, semplici o più complicate, in ogni momento della giornata.
La decisione è un processo che interessa studiosi in diversi ambiti e un ambito di particolare interesse
è quello economico: nelle grandi aziende le decisioni economiche sono importanti per il successo
dell’azienda.
Un altro ambito di studio in cui le decisioni sono importanti è quello medico (banca dati che aiutano i
medici a prendere decisioni) o politico.
In ambito psicologico quello che interessa non è se una decisione è buona o cattiva ma è capire cosa
succede nella nostra mente quando dobbiamo decidere e lì si parla di alberi decisionali. Essi aiutano a
“visualizzare” l’incertezza che caratterizza le decisioni importanti, spesso accompagnate da emozioni.
LA DECISIONE: ESEMPIO
Ad esempio uno studente è in biblioteca e viene invitato da un altro studente a passare la serata
insieme. Ci sono due decisioni che potrà avere questo ragazzo:
1. è preoccupato per la preparazione di un esame e ha già stabilito le fasi del suo
programma di studio. In questo caso l’invito è rifiutato;
2. oppure è attratto e decide di andare alla festa, potrà andare bene e ripetere in futuro la
stessa decisione o potrà andare male e quindi pentirsi di aver perso tempo che poteva
dedicare allo studio.
Sulla base delle nostre esperienze passate diamo quindi un punteggio di probabilità che la serata
possa andare bene o male.
ALBERO DECISIONALE
ALBERO DECISIONALE: ESEMPIO IN AMBITO ECONOMICO
In ambito economico, si distinguono le decisioni in:
- investimenti in azioni;
- investimenti in fondi di investimento (più sicuri);
- investimenti in obbligazioni.
DECIDERE=RISOLVERE PROBLEMI
Il nostro pensiero ci aiuta anche a risolvere dei problemi. Quando decidiamo, sarebbe ideale poter
prendere in considerazioni tutte le alternative e di valutare la probabilità di conseguenze positive e
negative collegate ad esse. Nella vita, questo calcolo è difficile perché non conosciamo il futuro, ma è
possibile formulare delle ipotesi circa il rapporto tra il piacere, rischio e dolore.
«Un problema sorge quando un essere vivente, motivato a raggiungere una meta, non può farlo in
forma automatica o meccanica, cioè mediante un’attività estintiva attraverso un comportamento
appresso» (Kanizsa, in Mosconi & D’Urso, 1973).
ESPERIMENTO DEI 10€
Quanto si offre per il 50% delle probabilità di vincere 10 euro? La media delle persone non
metterebbe più di 5 euro perché si pensa che le probabilità di vincita siano poche. Questa riflessione è
così razionale? Se si gioca una sola volta, la maggior parte delle persone scommette meno di 5 euro.
Se si dovesse giocare mille volte, cosa potrei fare? 500 volte perdo 5 euro, dunque perdo 2500 euro,
però 500 volte vinco 10 euro dunque vinco 5000 euro. Il guadagno dunque è di 2500 euro, perciò ci
guadagno.
AVVERSIONE ALLE PERDITE
La paura della perdita condiziona razionalmente la nostra scelta.
AVVERSIONE ALLE PERDITE: LANCIO DELLA MONETINA
Esempio del lancio della monetina:
1. esce testa = non vinci nulla - croce = vinci 60 euro;
2. vinci 30 euro di sicuro.
La maggior parte delle persone preferisce vincere 30 euro di sicuro. Oppure potrebbe succedere che:
1. testa = non vinci nulla - croce = perdi 60 euro;
2. perdi 30 euro di sicuro.
In questo caso noi scegliamo la prima opzione perché preferiamo sperare di avere fortuna e non
perdere nulla.
SOLUZIONI DI PROBLEMI PER INDUZIONI E PER ANALOGIA
Ci sono diverse soluzioni di problemi: per induzioni o per analogia.
Johnson Laird negli anni ‘60 viene a visitare l’Italia, si reca in un bar e vorrebbe
● ordinare un cappuccino. Lo ordina e il barista gli fa un gesto come per dire “guarda là”
ma non capisce subito perché. Egli si guarda intorno e vede che tante persone che
prendono il cappuccino hanno lo scontrino=prima paghi e poi consumi grazie
→
all’osservazione del contesto, capisce per induzione qual è la soluzione al suo
problema. L’induzione è un ragionamento che produce generalizzazioni a partire da
singole esperienze da quell’esperienza egli ha capito che in tutti i bar italiani
→
funziona così.
Risoluzione dei problemi per analogia ragionamento che usa come “sorgente” la
● →
conoscenza specifica di un certo dominio e la trasferisce ad un dominio diverso. Ho la
necessità di svitare alla svelta una vite ma non ho un cacciavite, cosa potrei fare? Trovo
un oggetto che assomigli e che abbia le stesse capacità del cacciavite. Tante volte
questo pensiero creativo per analogia, incontra un ostacolo: fissità funzionale non
→
riusciamo a pensare ad un oggetto rispetto alle funzioni che ha normalmente. Esempio
della candela: ho una candela, dei fiammiferi e delle puntine su un tavolo. Devo poter
accendere la candela, posizionare sul tavolo la candela e far sì che non sgoccioli. Devo
svuotare la scatoletta delle puntine, attaccare la scatoletta al muro con le puntine e
incollare con un po’ di cera la candela alla scatoletta.
FISSITÀ FUNZIONALE: OSTACOLO ALLA RISOLUZIONE DEI PROBLEMI
Molte volte però subentra la fissità funzionale, ossia fatichiamo a capire un’altra funzione di un
oggetto al di fuori di quella sua usuale e questo porta a un ostacolo nella risoluzione dei problemi →
non riusciamo a pensare ad un oggetto rispetto alle funzioni che ha normalmente.
EFFETTO FACILITATORE DEL RAGIONAMENTO ANALOGICO: GICK & HOLYOAK
(1980)
First story
A fortress was located in the center of the country. Many roads radiated out from the fortress. A
general wanted to capture the fortress with his army. The general wanted to prevent mines on the
roads from destroying his army and neighboring villages. As a result the entire army could not
attack the fortress along one road. However, the entire army was needed to capture the fortress. So
an attack by one small group would not succeed. The general therefore divided his army into
several small groups.
He positioned the small groups at the head