Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
MELANIE KLEIN
L’analisi infantile
Klein non procede ad un’analisi dell’organizzazione della libidio e delle difese dell’Io,
ma cerca di individuare l’ostacolo che impedisce un soddisfacente funzionamento
psichico → si è di fronte a una nevrosi ogni volta che il bambino si rivela incapace di
superare un conflitto psichico. acquisiscono importanza gli indici rivelatori di
angoscia come le fobie, i problemi del sonno, le difficoltà alimentari, i disturbi
funzionali, l’enuresi, l’instabilità psicomotoria: tutti questi comportamenti sarebbero
segni dell’esistenza di un’ ansia che accompagna un conflitto interiorizzato e hanno
inoltre un valore simbolico che mediante il trattamento analitico si riesce a
individuare il momento evolutivo a cui sono collegati.
rimozione della vita immaginativa e eccessivo adattamento alle esigenze educative
sono due criteri per valutare la presenza di un conflitto psichico.
valutazione di uno stato di nevrosi → criteri per la valutazione diventano così tutte
le difficoltà che il bambino incontra nella quotidianità:
- forme di inibizione nelle attività ludiche: un’inibizione di questa condotta è
segno della presenza di uno stato di ansia e sensi di colpa, un bambino che
non trae godimento dal gioco si sta difendendo dalle fantasie che nel gioco si
produrrebbero.
- disposizione dei bambini di fronte ai regali: essi possono restare
indifferenti oppure provare delusione, i regali rappresentano tutti i doni
d'amore a cui ha dovuto rinunciare.
- tolleranza alla frustrazione: il bambino sperimenta come frustrazione sia un
desiderio inappagato sia una richiesta ad adattarsi alle esigenze
dell’ambiente. in entrambi i casi si attiva un vissuto di punizione.
I comportamenti che il bambino assume nella quotidianità rivelano il permanere di
postumi di situazioni conflittuali in cui egli sarebbe stato soverchiato e oppresso
dall’angoscia e contro cui ha innalzato difese patologiche.
tecnica del gioco → via per penetrare nel mondo delle fantasie e delle
esperienze infantili, essendo il gioco attività naturale per il bambino: esso permette al
bambino di produrre associazioni simili a quelle prodotte da un adulto in rapporto ai
propri sogni. la tecnica psicoanalitica quindi differisce tra adulti e bambini non per i
principi ma solo per la tecnica → Klein si propone di raggiungere le esperienze
rimosse del bambino e i punti di fissazione della libido e in questo modo di eliminare
le inibizioni e promuovere nuovi interessi e attività. Nel gioco si possono osservare i
meccanismi che segnano il passaggio da un super-io primitivo e persecutorio a
identificazioni più vicine alle figure di realtà.
poiché nell’esperienza ludica si coglie il rapporto che il bambino ha con il mondo
reale, Klein rileva nei bambini con differenti sintomatologie nei diversi confronti della
realtà → schizofrenia: la fantasia è rimossa e il distacco dalla realtà è totale.
paranoici: il rapporto con la realtà è governato dall’attività fantastica, ciò comporta il
predominio dell’illusorio. nevrotici: le fantasie ludiche sono intrise dai sensi di colpa
e le loro esperienze nel gioco rivelano un soggiacente bisogno di punizione.
“normali”: giocano padroneggiando la realtà in equilibrio con la fantasia; attraverso
le attività ludiche il bambino può soddisfare egosintoticamente (in modo compatibile
con gli ideali dell’Io e la concezione di sé) le fantasie legate alla masturbazione.
elemento centrale nell'insorgenza dei disturbi psichici era costituito dalla
supremazia di un Super-io dal carattere terrificante (qualità derivata da una sua
introiezione avvenuta agli inizi dello sviluppo dell’Io).
La teoria
nel 1932 Klein pubblica il libro “la psicoanalisi infantile” in cui raccoglie le sue idee
maturate attraverso il lavoro compiuto tramite la tecnica del gioco e illustra la sua
visione della mente infantile.
Klein scoprì una forte presenza di angoscia negli strati più profondi della psiche
infantile → ipotizza che i processi di introiezione e proiezione sono operanti fin dalle
origini della vita psichica: comporta un’attività fantastica fin dalla nascita.
fantasia inconscia → sulla base della naturale inclinazione alla produzione di
fantasie orali e anali sul rapporto sessuale da parte dei bambini, soprattutto dopo la
liberazione dalle inibizioni, ampliò e riformulò il concetto di fantasia → mise in
discussione la teoria del narcisismo primario in cui non esisterebbe una relazione
con gli oggetti e dimostrò che fossero presenti fantasie con riferimento a un oggetto
simbolicamente rappresentato.
fantasia → in quanto rappresentazione mentale degli istinti, implica una conoscenza
innata e inconscia degli oggetti come se vi fosse una preconoscenza. inoltre le loro
origini somatiche comportano che ogni sensazione attivi un’esperienza mentale che
è sempre una fantasia di una relazione con un oggetto, che causa
“intenzionalmente” quella particolare sensazione e di conseguenza esso sarà amato
se provoca una sensazione piacevole o odiato se la sensazione è spiacevole.
la fantasia oltre a essere l’espressione mentale degli istinti, è anche
l’espressione di meccanismi di difesa contro gli impulsi istintuali. dagli oggetti
introiettati deriva il Super-io (formatosi nella fase orale, anche come conseguenza di
un'anticipazione dell’edipo), mentre l’Io presente fin dalla nascita si arricchisce o più
precisamente l’Io si identifica con alcuni di questi oggetti dando luogo al processo di
identificazione introiettiva, le successive identificazioni saranno assimilate nell’Io
promuovendone la crescita e il carattere.
sadismo → ruolo importante nella costruzione delle prime immagini del bambino.
attributi sadici sono proiettati sugli oggetti esterni che introiettati formano il Super-io,
essendo un derivato di impulsi sadici e distruttivi e ciò spiegherebbe il suo
carattere severo e violento → il bambino teme i genitori poiché sono la meta delle
sue pulsioni aggressive e infatti si difende dall’angoscia originata da tali pulsioni
proiettando i propri impulsi distruttivi su di essi che di conseguenza diventano oggetti
sentiti come pericolosi e minacciosi → la paura degli oggetti è commisurata con
l’intensità delle pulsioni sadiche del bambino.
per freud il super-io resta l’unico oggetto interno mentre per Klein popola il mondo
interno del bambino con una grande varietà di oggetti persecutori e temuti ma che
possono essere attaccati e distrutti.
complesso di edipo → inizia con il sadismo orale (molto prima del tempo indicato
da F). Il carattere variegato del mondo infantile è il prodotto combinato delle fantasie
inconsce (prima come sensazioni e poi come rappresentazioni drammatiche degli
oggetti) e di una conoscenza innata del proprio corpo, del corpo della madre e
del coito parentale. lo sviluppo libidico è sempre associato alla curiosità (spinta a
conoscere): deriva dalla pulsione e ha come meta la conoscenza delle manifstazioni
della libido. prime tendenze edipiche sorgono in conseguenza alle prime frustrazioni
orali legate allo svezzamento. l’edipo si trasforma in un conflitto tra gli impulsi
distruttivi e gli impulsi a preservare l’oggetto. ansia e colpa derivano dagli
impulsi distruttivi (quindi non libidici). frustrazione del distacco dal seno: fantasie
sadiche verso il senso e quindi verso l’interno del corpo della madre e ciò porta il
bambino a ricercare nuove forme di appagamento e il sup desiderio si rivolge verso
nuovi oggetti, in particolare al pene del padre. l’unione dei due genitori (dei loro
organi sessuali) in un permanente rapporto sessuale costituisce la più primitiva
fantasia della situazione edipica: l’invidia che il bambino prova a causa del rapporto
e del sentimento di esclusione da tale rapporto spiega il sadismo connesso con la
figura parentale combinata.
bambino → è considerato alle prese con l’angoscia persecutoria: tutta la sua vita
emotiva è dominata dalla paura di una ritorsione nei propri confronti operata dalla
madre e dal pene che ha dentro di sé per aver egli in fantasia distrutto il loro
reciproco scambio di buone cose durante il loro rapporto sessuale. la pulsione di
morte diventa centrale nel sistema motivazionale del bambino e nel conflitto
psichico. tutte le più importanti paure sono dunque di natura paranoide.
La posizione schizo-paranoide
termine “posizione” → vuole indicare il superamento della concezione di uno
sviluppo stadiale a favore di uno sviluppo inteso come passaggio dall'una all'altra
posizione: raggruppamento specifico di angosce, impulsi e difese che può
ripresentarsi in determinate condizioni. in breve descrive il modo in cui l’Io si pone
nei confronti dell’oggetto.
posizione schizo-paranoide → così denominata poiché l’angoscia è paranoide o
persecutoria e la relazione dell’Io con l’oggetto è caratterizzata da una condizione di
scissione, vale dire schizoide.
- scissione: uno dei primi meccanismi attivati dall’Io contro l’angoscia.
- proiezione: nasce dal bisogno di deviare la pulsione di morte all’esterno
liberando l’Io dalle sue parti malvagie e angoscianti.
- introiezione: l’Io si difende dall’angoscia assimilando l’oggetto buono.
- idealizzazione: accentuazione degli aspetti positivi del seno per differenziarlo
dall’oggetto persecutorio da cui si protegge.
- diniego: quando l’idealizzazione diventa estrema subentra un rifiuto
dell’esistenza di un oggetto cattivo. negare la persecuzione è un modo per
sopportarla e nei casi in cui l’oggetto incute terrore si può addirittura
idealizzarlo e considerarlo come oggetto ideale.
possono verificarsi situazioni in cui sono le parti buone dell’Io a essere espulse e
proiettate: avviene qualora l’Io si identifichi con i persecutori introiettati. ciò che è
buono in questo caso è salvaguardato mettendolo al riparo da quel che è avvertito
come cattivo all’interno di sé.
a questo livello evolutivo vi è confusione tra il Sé e l’oggetto → le fantasie di
introiezione e di proiezione sono avvertite dal bambino come reali e modificano l’Io: il
lattante fantastica che determinati oggetti siano al suo interno e siano realmente
parti del suo Sé → fantasticare di introiettare un oggetto buono diventa la base per
sviluppare senso di fiducia e sicurezza: qualora avvenga identificazione introiet