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PRODROMI DELLA PSICANALISI

Introduzione

- La rivoluzione seguita all’Illuminismo portò l’uomo a concepirsi come l’unico detentore del potere

conferitogli dalla «dea Ragione». La ragione divenne, dall’Illuminismo in poi, la forza capace di

trasformare il mondo.

- Con l’avvento della psicoanalisi, Freud inflisse, dopo Copernico e Darwin, la terza mortificazione

dell’uomo, dimostrandogli di non essere «padrone in casa propria», la dea della Ragione perde

senso perché l’uomo principalmente è costituito da inconscio.

- La psicoanalisi, infatti, poggia su un assunto fermo: a fondamento della personalità vi sarebbero

forze tra loro in conflitto, di cui l’uomo non saprebbe nulla poiché inconsce.

Alice Prederi

- La prospettiva freudiana, si discosta quindi dall’Illuminismo, affondando le sue radici nel movimento

del Romanticismo che assegna grande importanza alla vita affettiva e al mondo interiore dell’uomo.

o L’uomo è ora considerato un’espressione della natura e, in quanto tale, mutevole.

o Infatti, ogni cosa in natura evolve e si sviluppa, compresi gli individui, le società, le culture.

- Freud stesso riconosce l’eredità mutuata dal Romanticismo: «Anche questo richiamo a guardarsi

dentro non siamo stati noi psicoanalisti né i primi né i soli a proporlo».

Friedrich Wilhelm Joseph von Schelling

Schelling, differenziando natura e spirito, considera l’intera attività dello spirito incosciente e identifica

nella volontà il principio secondo cui lo spirito diventa natura. La volontà diventa il principio incosciente di

ogni manifestazione della natura, fino alla sua soggettivazione nella coscienza (ciò che è incosciente diventa

cosciente).

- Quindi, è il primo a differenziare tra qualcosa di conscio e qualcosa di inconscio, tra qualcosa che è

rinvenibile nella natura delle cose e qualcosa che deriva dal mondo interiore. La natura è l’aspetto

manifesto dello spirito, che è invece naturalmente invisibile.

- Differenza con Freud: secondo Freud non basta la volontà per recuperare le informazioni inconsce.

- Schelling non anticipa solo Freud, ma anche Jung. Non solo per il concetto di volontà, ma anche

perché vede la realtà organizzata in polarità (parallelismo con Jung: tutta la teoria jungana sarà

organizzata in riferimento a due poli, lo jing e lo jang). Schelling postula la legge della polarità:

o Tutto il mondo che ci circonda è organizzato in base ai principi di repulsione a attrazione:

ogni fenomeno sarebbe la manifestazione di una coppia di forze tra loro opposte e

complementari, cioè sarebbe effetto di un’azione condizionata da una reazione.

o La vita diventa il frutto di un equilibrio precario tra forze in costante opposizione.

o L’intero sistema della natura è costituito di polarità di forze antagoniste (giorno e notte,

energia e materia e soprattutto maschio e femmina) e se l’equilibrio è troppo precario, si

arriva al conflitto (come in Freud).

▪ Dal presupposto di forze che interagiscono, o che sono tra di loro in conflitto, è nata

la prospettiva dinamica all’interno dell’orientamento psicoanalitico.

- Alla sessualità Schelling assegna un’importanza centrale: la sessualità intesa come atto generativo è

importante nella misura in cui preserva la specie; perciò l’atto generativo diventa il più indicativo

della vita degli individui. Gli individui sarebbero soltanto un mezzo per raggiungere il fine della

natura, cioè la riproduzione della specie (non c’è tutta la parte di psicosessuale di Freud).

Gotthilf Heinrich von Schubert

- Allievo e collaboratore di Schelling, von Schubert (1780-1860), introduce concetti che saranno in

seguito impiegati nella costruzione della teoria freudiana e junghiana.

- Per primo, cerca nei miti e nelle antiche religioni conferma delle sue idee sullo sviluppo dell’uomo e

in particolare sul ritorno dell’uomo alla natura mediante la restaurazione di uno stato di quiete, di

armonia (armonia data dalla quiete è un punto in comune con Freud).

- Interpreta, sia dal punto spaziale che temporale, la simbologia della morte e della resurrezione

riguardante Iside, Adone e Mitra non come primitive concezioni religiose ma come simboliche

informazioni valide per l’uomo moderno.

o Confronto con Jung: per von Schubert, le figure della mitologia hanno un valore profetico;

per Jung, diventeranno l’espressione di significati eterni e universali, nella cui comprensione

sarà possibile risanare la frattura.

Alice Prederi

- Sembra anticipare la pulsione di morte di Freud ipotizzando nell’uomo la nostalgia per il suo stato

originario (stato di quiete pura), verso cui tenderebbe.

o Schubert, romantico, parla di nostalgia d’amore; Freud, positivista, parla di quiete, ma per

entrambi «meta di tutto ciò che è vivo è la morte». Per entrambi, l’individuo tende a uno

stato di armonia, di quiete, rappresentato dalla morte.

Arthur Schopenhauer

- «Il mondo da cui (l’uomo) è circondato non esiste se non come rappresentazione» (Schopenhauer,

1819). Da questo concetto, Freud riprende che la percezione dell’essere umano nei confronti del

mondo esterno dipende da come è fatto l’individuo stesso e non necessariamente c’è un

collegamento univoco tra ciò che pensato e ciò che è reale (tutto ciò che percepiamo è una nostra

rappresentazione).

- Schopenhauer prende spunto da Kant: Kant aveva distinto il fenomeno, l’unica realtà cui gli uomini

possono accedere mediante la conoscenza, e il noumeno, il mondo delle cose in sé, precluso alla

coscienza, il mondo noumenico era dichiarato da Kant come inaccessibile alla conoscenza; secondo

Schopenhauer invece i fenomeni diventano «rappresentazioni», cioè la dimensione dell’apparenza,

dell’illusione, del sogno, mentre il noumeno è la realtà nascosta dietro quel che appare. Quindi,

una via d’accesso per il noumeno esiste e risiede nella volontà.

- Volontà: capacità di far emergere la propria rappresentazione rispetto all’ambiente reale.

o La volontà è da Schopenhauer resa uguale all’inconscio. Essa è pertanto una forza cieca,

inconsapevole, che governa l’intero universo compreso l’essere umano.

o Evolve in modo conflittuale, passando da livelli inferiori a quelli superiori in seguito a

specifiche vittorie. Questo passaggio provoca una lotta. Nei gradi più bassi, la volontà si

esprime con impulsi ciechi e insensibili, in una perenne agitazione. È da questa idea che

Freud sviluppa la sua di conflitto.

o La volontà è un principio infinito, onnipresente in tutte le specie ed è libera, immotivata e

irrazionale, poiché non soggetta a casualità. Negli animali opera mediante l’intuizione; negli

esseri umani si trasforma in ragione, mentre i comportamenti sono mossi da «motivi».

o La volontà costituisce la realtà interna, mentre la sua rappresentazione è ciò che appare nel

mondo esterno.

o Nata dalla volontà, la ragione non è in grado di distinguere le manifestazioni della volontà

stessa, restandone schiava. Ne consegue che l’accesso al noumeno passa attraverso la

liberazione dalla volontà per mezzo dell’ascesi e dell’arte.

- In questa concezione del mondo, l’uomo appare come un essere preda dell’irrazionalità, dominato

da impulsi, e attraversato da ignote forze interne. Schopenhauer è il primo ad affermare che l’uomo

non è più padrone di casa propria. Tali forze sono composte di due istinti:

o Istinto di conservazione.

o Istinto sessuale.

- Conservazione e sessualità traducono la presenza di un finalismo nella natura, in cui ogni organismo

concorre preservando la propria esistenza e quella della specie (simile a Shelling). L’istinto sessuale

è quindi volto alla conservazione dell’essere umano e in generale a quello della specie.

o La volontà è tendenza infinita. Infatti, «ciò che la volontà sempre vuole è la vita»

(Schopenhauer, 1819), ed espressione massima della vita è l’istinto sessuale, di cui l’uomo

è «incarnazione».

Alice Prederi

o Secondo Schopenhauer, negli esseri umani l’accoppiamento sarebbe il desiderio più forte e

l’atto sessuale costituirebbe la motivazione centrale di tutti i comportamenti. Se così non

fosse l’uomo si sarebbe istinto secoli fa.

- La volontà di Schopenhauer è uguagliata all’inconscio freudiano. La volontà, infatti, ostacola

l’ingresso nella mente dell’uomo di ogni pensiero spiacevole, assecondando invece i suoi «segreti

desideri».

o Schopenhauer è il primo che fa distinzione tra salute mentale e pazzia (non aveva ancora gli

strumenti per definirla psicopatologia). L’origine della pazzia starebbe proprio

nell’impedimento esercitato dalla volontà contro i contenuti considerati ripugnanti, affinché

non si impongano alla consapevolezza dell’intelletto.

o La descrizione freudiana dell’Es e dell’Io sembra ricalcare molto da vicino quella di

Schopenhauer riguardante la volontà e l’intelletto, come anche la spiegazione dell’origine

della follia.

- Sia per Schopenhauer sia per Freud, l’uomo non è libero (non è più padrone di casa propria): è

schiavo della volontà per Schopenhauer e dominato da forze oscure per Freud. La vita quindi è

concepita come espressione di dolore.

o Se pure i percorsi indicati siano diversi, il problema comune della libertà dell’uomo contro

l’onnipotenza della volontà-Es costituisce un’importante affinità.

o Per guarire dal dolore per Schopenhauer è necessaria l’autonegazione della volontà, per

Freud, il controllo di forze ignote e incontrollabili.

Eduard von Hartmann

Benché non se ne parli molto, il principio della filosofia di von Hartmann, in relazione con la psicanalisi,

(1842-1906) è proprio l’inconscio.

- Secondo von Hartmann, l’inconscio è il postulato senza il quale ogni spiegazione di manifestazione

dei fatti naturali si rivelerebbe impossibile.

- L’inconscio di von Hartmann ha la funzione di sostegno di tutto ciò che esiste e accade nell’universo.

- Hartmann propone tre strati d’inconscio, tre livelli (non tre inconsci separati):

o Inconscio assoluto: sostanza primordiale, fonte generatrice dell&rsq

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
170 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aliprederi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dinamica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Ales Francesca.