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Gli Adolescenti, Augusto Polmonari Riassunto
1. Adolescenza o adolescenti? Introduzione a un tema controverso
Nel linguaggio comune l’adolescenza indica il periodo di vita compreso tra la fanciullezza e l’età adulta, durante il quale si verificano una serie di cambiamenti che riguardano sia il corpo che la mente, e di conseguenza i comportamenti. La maggior parte degli psicologi colloca l’adolescenza tra gli 11-12 anni e i 18-19, ma c’è chi sostiene che si possa prolungare fino ai 25-26 anni.
La durata dell’adolescenza
È con la pubertà (maturazione biologica) che si definisce l’inizio dell'adolescenza. Ma sappiamo che non è possibile definire con precisione l'età che può essere universalmente considerata come inizio dell'adolescenza, in quanto l’inizio della pubertà varia da individuo a individuo. Al contrario abbiamo dei criteri di base con i quali viene identificato il momento in cui si conclude l'età adolescenziale: l'adolescenza si conclude quando
L'individuo è in grado di stabilire rapporti significativi con un'altra persona, con il gruppo di riferimento più prossimo e con il proprio ambiente di vita più ampio, sia sul piano sessuale affettivo che sul piano operativo istituzionale. Freud sostiene che il periodo adolescenziale si conclude quando l'essere umano è in grado di amare e di lavorare.
Erikson precisa il significato del termine “amare” e “lavorare”: amare vuol dire essere in grado di impegnarsi in un rapporto intimo con un'altra persona. Questa tappa è raggiunta subito dopo l'acquisizione dell'identità e cioè della consapevolezza da parte del soggetto di essere sempre la stessa persona anche se si sente cambiato, nonché di essere un individuo unico diverso dagli altri, dotato di un proprio stile nel modo di rapportarsi con il mondo.
Dunque, nelle condizioni storiche che caratterizzano la nostra epoca dovrebbe essere riconosciuto da tutti che l'adolescenza si conclude generalmente verso i 18 anni. Tuttavia,
le cose spesso non vanno così perché per molti individui il periodo di preparazione alla vita adulta si prolunga per più di un anno dopo la maggiore età. Infatti, per il senso comune non si è adulti fintanto che si resta a carico della famiglia, i giovani in questione continuano a essere considerati adolescenti e trattati di conseguenza. Può accadere che gli stessi soggetti si convincano di essere ancora in stato di minorità e rifuggano perciò dall'assumere responsabilità da adulti.
Gli studiosi convergono sull'idea di definire gioventù la fase che sta tra l'adolescenza e l'età adulta vera e propria: gioventù si riferisce a tutti quei giovani che, dopo l'adolescenza e prima dell'età adulta, entrano in un’ulteriore fase di sviluppo e perciò è da considerare giovane chi, dopo le scuole superiori, va all'università o chi ha l'opportunità di vivere un periodo di preparazione avanzata comparabile a quella universitaria. Questa situazione ha sia dei lati positivi che dei
lati ne