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Lo sviluppo morale secondo Kohlberg
Negli anni '60, Kohlberg si è occupato dello studio dello sviluppo morale opponendosi alla tradizione comportamentista, secondo la quale la morale è frutto di abitudine, di imitazione e di apprendimento e secondo cui il pensiero dirige l'azione e mai viceversa.
Kohlberg ha identificato tre livelli dello sviluppo morale che vanno dall'infanzia all'età adulta:
LIVELLO PRECONVENZIONALE (9-10 anni): il bene e il male vengono giudicati in base alle conseguenze negative o positive per il soggetto stesso.
PRIMO STADIO: si attribuisce più importanza all'autorità che ha emanato le norme, rispetto alle intenzioni di chi agisce.
SECONDO STADIO: si ritiene utile osservare le regole solo quando da esse derivano vantaggi immediati e concreti per sé stessi. Capacità di riconoscere la diversità degli interessi e dei bisogni degli individui.
LIVELLO CONVENZIONALE (preadolescenza-tarda adolescenza):
SESTO STADIO consapevolezza che le leggi e gli accordi sociali sono validi solo se basati su principi universali e su valori etici; in caso di conflitto fra legge e principio etico, si dà la priorità ai principi etici, verso cui si sviluppa un senso di impegno personale. La moralità diventa un fine e non più un mezzo.
il giudizio morale:
Del modello presentato (da Kohlberg), gli stadi più elevati possono essere raggiunti solo da coloro che hanno pienamente conseguito il pensiero operatorio formale. Ciò non esclude che persone con un livello cognitivo elevato si trovino ad uno stadio morale più basso, mentre non è possibile il contrario. Lo sviluppo logico è quindi una condizione necessaria, ma non sufficiente, per lo sviluppo morale.
Kohlberg ha prestato scarsa attenzione alla influenza dei fattori sociali e culturali. Alcune ricerche hanno dimostratoche lo status socio-economico, i valori prevalenti della cultura di appartenenza e lo stile familiare sembrano favorire l'adozione di criteri evoluti post-convenzionali. Influenza familiare e acquisizione delle norme morali: In base allo stile educativo cambiano i valori dei bimbi. La famiglia, attraverso uno stile educativo fondato sia su tecniche induttive che implicano attenzione alle conseguenze delle azioni negative sugli altri, sia sulla tendenza a fornire spiegazioni più che punizioni (due possibili comportamenti del genitore: compreseione vs punizione), svolge un ruolo diretto: - sullo sviluppo della morale (formarsi del Super-io parlando in termini Freudiani). - sulla interiorizzazione delle norme (per comprendere i pro e i contro di una trasgressione della regola) (Es: i figli dei genitori laissez faire non interiorizzano le norme perché il genitore fa fare al ragazzo ciò che vuole, senza regole). - sulla assunzione di responsabilità. In particolare,
Il genitore dello stesso sesso, se portatore di valori centrati sulla comprensione e sulla salvaguardia del benessere altrui, ha una forte incidenza socializzante in senso prosociale e morale.
Immagine di sé e formazione dell'identità:
L'identità adolescenziale:
L'identità personale coincide con due dimensioni quindi si parla di sé stessi in due dimensioni (siamo sempre in conflitto tra queste due, a volte la realtà non ci piace ed è dolorosa, ma ci deve essere equilibrio tra le due):
- Idea che un individuo ha di sé, ossia ciò che pensa di essere.
- Ciò che l'individuo è realmente.
- Distinzione tra ideale e reale (non sempre i due aspetti coincidono).
Nella pubertà e nell'adolescenza il senso di identità si esprime tramite:
- Idea di sé cercata ricerca attiva di esperienze e situazioni in cui mettersi alla prova. testimoniata.
bambini e bambine. se si descrivono in rapporto ad altre persone, si riscontra una proliferazione dei Sé: comparsa di caratteristiche diverse, talora contrastanti, a seconda dei contesti relazionali a cui le descrizioni si riferiscono. L'adolescente compie in modo sempre più approfondito la riflessione su sé stesso, su quello che è, sul perché è quello che è e non un altro, su quello che potrebbe essere se fosse nato e cresciuto in un contesto o in un momento storico diversi. Identità personale: Durante l'adolescenza si porta a compimento il processo di formazione dell'identità personale. Nasce l'idea che un individuo ha di sé stesso, nasce il senso del proprio essere continuo attraverso il tempo e distinto, come entità, da tutte le altre. Vi è la consapevolezza da parte del soggetto di essere sempre la stessa persona anche se si sente cambiato, nonché di essere un individuo unico,
diverso da tutti gli altri, dotato di un proprio stile nel modo di rapportarsi con il mondo. Portare a compimento il processo di formazione dell'identità personale è uno dei compiti fondamentali nell'adolescenza.
L'adolescente elabora una dimensione ipotetica della rappresentazione di sé (chi potrei essere) → grazie a questa elaborazione definisce una gamma più o meno ampia di sé possibili (quello che sono, quello che vorrei essere, quello che devo essere, quello che spero di diventare, quello che devo diventare, quello che non voglio diventare), inquadrati in una prospettiva temporale (fra due anni, fra cinque, da adulto, ...) a diversi livelli di realtà (chi sono, chi progetto - spero - sogno di diventare).
Vi sono poi diversi modi di reagire alla discrepanza tra sé presente e sé possibile.
Infanzia caratterizzata dalla progressiva consapevolezza di possedere caratteristiche distintive → ➢ dagli
Adolescenza: impegno attivo nella ricerca di esperienze e situazioni nelle quali mettersi alla prova.
Due autori che parlarono della formazione dell'identità furono Erikson e Marcia.
Adolescenza secondo Erikson: La formazione dell'identità
Il fulcro della sua concezione è il concetto di crisi di identità. La ricerca dell'identità, pur essendo un bisogno umano fondamentale che caratterizza in modo diverso i vari stadi di sviluppo, si manifesta pienamente e in forma più evidente nell'adolescenza. L'identità che emerge dall'adolescenza è preparata dalle fasi evolutive precedenti e si modifica ulteriormente all'età adulta.
Erikson propone uno schema evolutivo caratterizzato da otto stadi organizzati in sequenza; a ognuno di essi corrisponde una crisi psicosociale (incontro tra cambiamenti dell'organismo e richieste dell'ambiente) che, se superata con successo, rappresenta
Un passo avanti verso la maturità psicologica. Per ogni fase di sviluppo sono possibili esiti adattivi o disadattivi. Ogni stadio sfocia nell'assunzione di un atteggiamento positivo o negativo verso un particolare aspetto della vita. L'individuo supera con successo le varie crisi di sviluppo se riesce ad integrare le richieste della realtà sociale circostante con i ritmi del suo sviluppo fisico.
Identità/confusione (o dispersione) dell'identità: Fiducia, autonomia, iniziativa e industriosità contribuiscono a formare l'identità del bambino. In adolescenza questo problema dell'identità e della confusione raggiunge l'apice. I rapidi cambiamenti psicologici producono un nuovo corpo che ha bisogni sessuali sconosciuti. Questi cambiamenti, insieme alla pressione sociale a prendere decisioni relative all'occupazione e all'educazione, forzano gli adolescenti a prendere in considerazione.
Una varietà di ruoli. Compito di base per l'adolescente è il mettere in discussione e integrare le varie identificazioni che si porta dall'infanzia per formare un'identità più completa. Non si sommano semplicemente le identificazioni precedenti. Questa identità ricostruita corrisponde ai nuovi bisogni, abilità e mete dell'adolescenza, è una ridefinizione globale e dinamica della propria prospettiva di vita, in base agli stimoli e alle aspettative che provengono dal sociale. L'adolescente abbandona alcuni dei modelli di identificazione certi e consolidati e deve selezionare e scegliere cosa essere, cosa diventare in base ai suoi valori, alle sue capacità e alle opportunità che gli vengono offerte. Se l'adolescente non è in grado di integrare le proprie identificazioni, i propri ruoli o i propri sé, avviene la cosiddetta diffusione di identità (=