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IV. PRINCIPALI RISULTATI:

Presenza assenza collocazione del neonato

/ e quasi tutte le

 

madri dei neonati sani inseriscono il bambino nel cerchio, mente solo il

62% delle madri dei neonati a rischio lo inserisce ma spesso lontano dai

genitori (triangolo) i dati ottenuti confermano che c’è una difficoltà

emotiva iniziale a riconoscere il bambino a rischio come appartenente

alla propria famiglia.

Persone rappresentate all’interno del cerchio le

 

tipologie/persone rappresentate nel cerchio sono costituite dal:

47,8% (maggiore) dei casi dalla famiglia nucleare.

 23,9% (media) dei casi dalla famiglia nucleare + famiglia allargata.

 13% (minore) dei casi dalla famiglia nucleare + famiglia allargata

 + amici.

Le madri di neonati a rischio tendono a rappresentare solo la coppia

genitoriale: si chiudono verso gli altri membri della famiglia e amici. Il

dover affrontare una genitorialità diversa dalle proprie aspettative può

essere una fonte di disagio per la neomamma e può suscitare dei vissuti

ambivalenti (presenza di emozioni positive/negative) che le impediscono

di esercitare il proprio ruolo materno.

Eventi emotivi organizzazioni

e

 

Il primo evento emotivo più rappresentato dalle madri dei neonati

 sani è la nascita del bambino, invece le madri dei neonati a rischio

inseriscono anche l’evento della malattia, lo stesso per i padri dei

neonati a rischio.

La seconda organizzazione importante presente nei disegni è il

 lavoro:

- Le madri dei neonati sani inseriscono il lavoro all’interno del

cerchio, in situazione simile per i padri dei bambini nati a rischio.

- Le madri dei neonati a rischio fanno riferimento al lavoro in

percentuali inferiori.

Dai risultati si può notare quindi la presenza della paura del legame

(collegare teoria)

INTERVENTI: Uno sguardo agli interventi di sostegno alla

V. genitorialità :

Gli interventi tendono ad aiutare i genitori a regolare il loro livello

interattivo con il bambino: al posto di vicinanza e disponibilità spesso i loro

comportamenti sono caratterizzati da iperstimolazione e da atteggiamenti

di controllo. Il fine degli interventi di sostegno alla genitorialità è

promuovere il benessere psicofisico del bambino: questi interventi vanno

dal facilitare il primo incontro madre-bambino, all’offrire ai genitori uno

spazio psicologico per rielaborare i vissuti della nascita prematura e

patologica.

Tra gli interventi più diffusi rivolti ai bambini e ai loro genitori troviamo:

La marsupio-terapia o canguro-terapia: questa terapia consiste nel

 porre il neonato nudo, in posizione verticale, a contatto pelle a pelle

con il seno della madre, in un marsupio formato dagli indumenti della

madre.

L’ipotesi è che la marsupio-terapia abbia un effetto diretto sullo

 sviluppo del bambino e uno indiretto attraverso il miglioramento

dell’umore dei genitori, delle percezioni del bambino e del

comportamento interattivo

Dopo la marsupio-terapia i genitori: sono più sensibili e meno

 intrusivi nei confronti del neonato. Le madri che fanno questa

esperienza mostrano: più effetti positivi, toccano di più il bambino,

si adattano ai suoi bisogni e sono meno depresse e percepiscono il

bambino come vulnerabile.

L’intervento in terapia intensiva neonatale prevede l’incontro con lo

 psicologo:

può offrire ai genitori uno spazio per parlare della nascita, attivando

 le risorse per affrontarla.

può accompagnate i genitori nel processo di familiarizzazione con il

 neonato.

può aiutare i genitori a ristrutturare le rappresentazioni del loro

 figlio e il loro adattamento alla situazione.

Periodo di rooming-in lontano dalla terapia intensiva prima delle

 dimissioni del bambino: dopo che il bambino esce dalla terapia

intensiva non viene mandato subito a casa ma trascorre un periodo in

ospedale in modo che la madre si assuma la responsabilità delle cure

del bambino. Infatti quando non c’è questo periodo spesso le madri al

momento della dimissione hanno il desiderio che il bambino sia

trattenuto ancora un po' perché non si sentono pronte ad accudirlo da

sole.

Prem Baby Triple P è un programma pensato per genitori di bambini

 prematuri (Prem Baby) basato sul programma Triple P. è un intervento

multilivello dedicato alla genitorialità e alla famiglia e ha lo scopo di

prevenire problemi comportamentali, emotivi e di sviluppo nei bambini

e negli adolescenti tramite l’incremento delle conoscenze e delle

abilità dei genitori.

Altri interventi di sostegno alla famiglia si basano su visite a casa e

 uso del videotape che sembrano ridurre i sintomi depressivi nelle

madri. Si basa sulla relazione tra sensibilità materna e qualità

dell’attaccamento. L’intervento viene proposto tra il sesto e il nono

mese (si formano i legami d’attaccamento) e prevede 5 sessioni a

distanza di 3 settimane. Le riprese di alcuni momenti di interazione tra

madre e bambino vengono riguardate e commentate insieme. Ogni

sessione di video-feedback affronta una tematica diversa.

La nascita prematura e a rischio di vita è un importante fattore di rischio per la

qualità del legame tra bambino e genitore. Se però si usano dei fattori

protettivi come questi interventi, si possono ridurre gli effetti negativi.

Capitolo 5: legami migranti

La migrazione come frammentazione dei legami d’attaccamento

1) :

Migrare dal proprio paese d’origine comprende separazioni, perdite e

tentativi di ricostruire i legami affettivi. Si rompono i legami d’attaccamento

verso l’ambiente famigliare e sociale e verso l’ambiente fisico. Questo

vissuto di sradicamento coinvolge più generazioni: i bambini nati nel paese

di destinazione da genitori stranieri spesso sperimentano un’appartenenza

precaria ad entrambi i paesi. La persona che migra si scontra con il diverso

e sperimenta:

Il dolore per la separazione dei luoghi fisici e psichici familiari

 Le speranze e le paure per l’incontro con ambienti sconosciuti

I flussi migratori assumono caratteristiche diverse in base a chi emigra, da

dove, con chi e perché: un ruolo cruciale per elaborare questa esperienza è

svolto dalla famiglia come involucro protettivo

2) La migrazione come transizione psicosociale:

Diverse fasi del processo migratorio:

Fase precedente alla migrazione: momento in cui viene elaborata la

 decisione di partire che coinvolge tutta la rete famigliare momento di

elaborazione della separazione.

Fase di transizione: ci si prepara alla partenza e si attivano le catene

 migratorie con i connazionali già migrati nel paese di destinazione 

momento del distacco fisico

Fase di rilocazione: viaggio e incontro con il paese di accoglienza si

 

provano vissuti ambivalenti:

Dolore per la separazione e nostalgia per ciò che si è lasciato

 Soddisfazione di avercela fatta

 Entusiasmo di iniziare qualcosa di nuovo

fase di inserimento: inizia il confronto culturale e si ricerca una nuova

 identità nel paese momento dell’elaborazione della perdita: bisogna

investire emotivamente su nuovi ambienti e nuovi rapporti

Motivi che spingono a migrare: diversi fattori che interagiscono. Tra questi si

possono distinguere:

Push Factors (fattori di spinta): elementi negativi del paese d’origine

 Pull Factors (fattori d’attrazione): elementi positivi del paese

 d’accoglienza

La migrazione è un fattore di vulnerabilità: è importante riuscire ad

adattarsi al nuovo contesto culturale. La migrazione si può considerare

come un evento critico che porta dei rischi ma anche opportunità di

crescita.

Berry ha creato un modello che descrive a cosa può andare incontro

l’identità di un migrante in base alla sua identificazione con la cultura di

origine e la cultura ospitante:

se c’è l’identificazione sia con la cultura d’origine e la cultura

 ospitante si verifica integrazione: si vuole mantenere le proprie origini

ed essere aperti verso il nuovo

se c’è solo l’identificazione con la cultura d’origine si verifica

 separazione: estrema fedeltà alla propria cultura e rifiuto della cultura

ospitante

se c’è solo l’identificazione con la cultura ospitante si verifica

 assimilazione: si aderisce totalmente alla società ospitante e si rinuncia

alla propria identità d’origine

se non c’è l’identificazione con nessuna si verifica emarginazione:

 grave rischio psicosociale perché non si mantengono legami con le

origini né si creano di nuovi.

3) La famiglia in immigrazione:

Una famiglia che migra in un nuovo paese deve ridefinire i propri legami e

riuscire a vivere all’interno di due mondi e non tra due mondi. Un aspetto

difficile è il ricongiungimento familiare che avviene quando i membri della

famiglia raggiungono qualcuno che si trova già nel nuovo paese. È

importante condividere tra i coniugi e con i figli il senso del progetto

migratorio e riuscire a integrare la cultura del paese d’origine con la cultura

del nuovo paese.

4) Minori stranieri:

I minori stranieri si dividono in due grandi categorie:

Minori di prima generazione: bambini che sono nati e hanno vissuto in

 un altro paese e poi hanno migrato in un altro paese. Questi bambini

hanno appreso la lingua, le norme e i valori del paese d’origine e poi

hanno vissuto l’evento migratorio (con la famiglia, da soli, si sono

ricongiunti). Hanno la difficoltà di lasciare il proprio paese e incontrare un

mondo sconosciuto in cui devono cercare di integrarsi.

Minori di seconda generazione: bambini nati nel nuovo paese dai

 genitori stranieri. Questi bambini sono nati e hanno vissuto fin da subito

nel nuovo paese e conoscono il paese d’origine spesso solo tramite i

racconti dei familiari. Per i genitori è difficile perché sentono che i figli si

siano dimenticati delle loro origini e sentono di appartenere solo al loro

paese.

Questa distinzione ha una influenza sulla qualità del legame di

attaccamento: è probabile che la relazione di attaccamento sia

più protetta quando genitori e figli si trovano nello stesso contesto

 culturale di appartenenza

più a rischio quando i figli nascono in un contesto diverso e i genitori

 sentono di non avere più i propri modelli di riferimento

5) indagine sulla rappresentazione di sé e dei legami

Ricerca:

famigliari

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
36 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lilaaaa01 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Arace Angelica.