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Un'interessante combinazione di parole, in cui una positiva bella e
seguita da una particolarmente traumatica. È un gioco di parole
dolci e amare che rende difficile identificare il razzismo. Il primo
termine maschera il secondo. Il secondo però afferma la sua
posizione subordinata rispetto alla soggetta bianca. La parola n non
è un termine neutrale ma un concetto coloniale coniato durante
l'espansione europea per designare tutte le persone africane
subsahariane. E dunque un termine che si colloca nella storia della
schiavitù e della colonizzazione connesso a un'esperienza collettiva
di oppressione razziale brutalità e sofferenza. All'origine la parola n
deriva dal termine latino con cui si designa il colore nero Niger. A
partire dalla fine del diciottesimo secolo tuttavia la parola si è
trasformata in un termine peggiorativo utilizzato come forma di
insulto per indurre sentimenti di perdita inferiorità e sottomissione
di fronte al soggetto bianco. Katherine si trova collocata
all'improvviso in una scena coloniale.
Che bella pelle anche io vorrei essere una n.-invidia e desiderio per
le soggette nere 19
la ragazzina non evoca solamente il processo di disonore vergogna,
ma rivela anche un desiderio di essere nera. Contempla il corpo
della donna nera e ammette di voler diventare nera. Il razzismo
emerge qui in forma di passione per l'esotico e il selvaggio. Il corpo
di kathleen e celebrato e apprezzato ma in una dimensione di
civismo. Il linguaggio del trauma e in questo senso fisico e visuale
nel suo articolare l'incomprensibile effetto del dolore. Questo tipo di
dolore fisico e il dolore nelle dita riferiti da kathleen illustrano
visivamente la violenza e la perdita traumatica implicate
nell'esperienza del razzismo quotidiano. Essere chiamata n ricorda
kathleen anche della sua vulnerabilità tra le persone bianche che
possono scherzare sulla brutalità dell'olocausto africano ogni volta
che vogliono.
Capitolo 10-segregazione e contagio razziale-le persone
bianche da una parte le nere dall'altra, segregazione
razziale e fantasie bianche di contagio razziale-
descrivendo la città in cui è cresciuta, Kathleen parla di una
divisione, un confine geografico che separa persone nere e bianche.
La divisione geografica risultante può essere vista come un confine
o una membrana tra il mondo delle persone superiori e quello delle
persone inferiori, tra il buono e il cattivo. Questa ghettizzazione
favorisce il controllo politico e lo sfruttamento economico delle
persone nere. Ma cosa succede quando la soggetta nera attraversa
questa membrana entrando negli spazi bianchi?
-il quartiere dove vivevo era bianco, superare i confini e l'ostilità
Katherine parla di isolamento. La costellazione in cui le persone
nere sono isolate è frutto della segregazione subita e quindi
manifestazione del razzismo, l'isolamento è una strategia per
rassicurare il dominio bianco.
Capitolo 11-performare la nerezza
-se ero l'unico studente nero in classe in un certo senso dovevo
rappresentare ciò che significava per formare la perfezione e
rappresentare la razza,
Katelyn diventa una rappresentante della razza. Questa
caratterizzazione che comporta il dover rappresentare la nerezza è
indice di razzismo. Kathleen deve rappresentare quelle che non ci
sono e le persone nere non ci sono perché è negato loro l'accesso 20
alle strutture. Si tratta di un circolo di doppia inclusione ed
esclusione, ed è proprio l'essere isolato in questa posizione
ambigua che fa di kathleen un'esemplare della sua razza. Questo
processo di identificazione totale o di essenzializzazione in cui si è
vista solo come una razza, è possibile perché il razzismo nega il
diritto alla soggettività. Kathleen non è solo un corpo è una razza è
una storia. Esiste presa in questa triplicità, bisogna essere almeno
tre volte meglio di qualsiasi persona bianca per esserne pari-
mi sono abituata ad essere additata ad essere l'unica persona nera
in tutte le mie classi, non ero consapevole che c'erano alcune cose
che la gente mi diceva che non avevo mai riconosciuto come
razziste, sei nera ma… anche se sei nera… per qualche motivo ero
nera ma comunque accettabile andavo bene ero intelligente ma.
Kathleen è definita come una razza ma allo stesso tempo è
dissociata dalla sua razza perché è intelligente. È nera ma
intelligente. Il ma è l'elemento dissociativo dissocia l'intelligenza
dalla nerezza trasformandoli in categorie in contraddizione.
-ma da dove vengono i tuoi bisnonni?
Quando davo lezioni di inglese c'era questa classe, un paio di donne
volevano sapere da dove venivo e io dissi loro vengo dagli Stati
Uniti, e loro mi chiesero si ma i tuoi genitori? Dagli Stati Uniti, si ma
i tuoi nonni? I tuoi bisnonni?-vetrina disturbata dall'idea che chi le
chiede queste informazioni non sia consapevole del contenuto delle
proprie domande. Le domande incarnano la fantasia secondo cui
tutti noi abbiamo uguale accesso alla nostra biografia storica
collettiva, colonizzatore e colonizzato, padrone o schiavo.
-qui gli stranieri se la passano meglio dei carcerati-
delle donne bianche e tedesche cominciarono a dirmi che qui ci
sono troppi stranieri che le leggi sono troppo morbide e che gli
stranieri se la passano meglio dei carcerati-
poiché kathleen e una straniera sarà sempre insultata ogni volta
che il gruppo straniero viene insultato. In altre parole quando
vengono fatti i discorsi svalutativi sulla straniera, kathleen è inclusa
anche senza essere nominata di persona. Questo modo di
esprimere il razzismo verso le persone nere e alienante perché si
viene insultati senza però essere l'oggetto diretto dell'insulto.
Capitolo 12-suicidio 21
Mia madre si è suicidata-Kathleen associa il suicidio della madre al
razzismo e all’isolamento. La connessione tra razzismo e morte è
una connessione potente, poiché il suicidio può essere ritratto con
efficacia come l'assassinio del sé da parte del razzismo. All'interno
del razzismo il suicidio è quasi la visualizzazione della condizione
del soggetto nero in una società bianca. Si è resi invisibili e questa
invisibilità viene portata in scena attraverso la realizzazione del
suicidio. Una sequenza dolorosa ma molto realistica. Poiché il
razzismo costringe a esistere come altro privandola soggetta nera
di un senso del sé adeguato, il suicidio può davvero essere visto
come un atto di esibizione della propria impercettibile esistenza. Il
suicidio può anche emergere come un atto di soggettivazione.
Decidere di non voler vivere alle condizioni del padrone bianco e
una performance finale attraverso cui la soggetta nera rivendica la
propria soggettività. Nel contesto della schiavitù le comunità nere
venivano punite collettivamente ogni volta che uno dei loro membri
tentava o commetteva un suicidio. Questa realtà brutale enfatizza
la funzione sovversiva del suicidio all'interno del regime di
oppressione razziale. La punizione sulla comunità voi schiavizzata
rivela l'interesse dei padroni bianchi non perdere una proprietà, ma
soprattutto mostra l'interesse di questi a impedire alle africane
schiavizzate di divenire soggetto. Il suicidio realizza un'autonomia
poiché solo un soggetto può decidere della propria vita,
determinare la propria esistenza.
-le grandi madri della razza nera-la donna nera super forte e la
sofferenza silenziosa-
l'idea della super donna dalla pelle scura per usare le parole di
kathleen può essere vista da un lato come una strategia politica per
superare le rappresentazioni negative delle donne nere nel mondo
bianco. D'altro canto costringe le donne nere in un'immagine
idealizzata che non ci permette di esprimere le profonde ferite
causate dal razzismo. Dopo che si è estate deidre si viene
idealizzate e dietro questa idealizzazione c'è il pericolo di una
seconda alienazione. In entrambi i processi si rimane il prodotto di
un ordine coloniale. Le immagini idealizzate nascono come
ribaltamento delle immagini razziste primarie. Katherine sostiene
non voglio essere una super umana tanto quanto non voglio essere
una sub umana-le donne bianche corrono da terapisti e psicologi
quando hanno problemi, noi no dice la donna a Kathleen. 22
Capitolo 13-guarigione e trasformazione
quelle statue le vedi se vai nelle case delle piantagioni del Sud
oggetti coloniali e trasformazione degli spazi
queste statuette apparvero negli Stati Uniti nel periodo post
schiavista come oggetti decorativi per le famiglie bianche. La loro
comparsa coincide con l'abolizione della schiavitù e la conseguente
assenza delle persone schiavizzate dalle piantagioni. In tale
contesto di cambiamento politico le statue nere emersero come
personificazione della schiavizzata stessa. Nella forma di statue
decorative tornarono a occupare il posto esatto che le africane
schiavizzate avevano occupato. Le statue impersonano un periodo
del passato in cui le persone nere erano considerate subumane e
trattate di conseguenza. Ci si chiede perché questi manufatti
generano così tanto godimento estetico. La perdita di un oggetto di
godimento esterno la schiava e riparato dalla presenza della statua
che viene a sostituirlo ricreando così quell'immaginario della
schiavitù che permane nelle soggette bianche. Improvvisamente
come se le persone nere fossero ancora lì al loro posto come statue
fuori dall'ingresso che salutano gli ospiti appena arrivati in una Casa
Bianca. Le statue impersonificano sia il posto che le persone nere
hanno nell'immaginario bianco se il desiderio segreto delle persone
bianche di possedere uno schiavo.
-ho dovuto leggere molto, imparare a studiare incontrare altre
persone nere-la decolonizzazione del sé e il processo di
disalimentazione.
Da adulto Alicia offre alla madre adottiva dei libri che raccontano la
realtà del razzismo in Germania. Offre le parole scritte da altre
donne nere per sensibilizzare la sua famiglia adottiva su come il
razzismo influenzi la sua stessa vita. Tuttavia lo zio la mette in
guardia dall'essere troppo preoccupata dal razzismo. La
dichiarazione dell'uomo può essere vista come una strategia che i
genitori bianchi adottano per proteggere la figlia nera dal dolore del
razzismo. Questa strategia si attua minimizzando il problema del
colore. Ma per Alicia questa dichiarazione diventa un impedimento
a parlare delle sue esperienze sconcertanti con il mondo