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CONCETTO DI SPETTRO

Una serie di sintomi che si possono combinare in maniera estremamente variabile all’ interno di un

soggetto; quindi, per ogni singolo soggetto andrà fatta una valutazione di quelli che saranno i suoi

bisogni in base ai sintomi prevalenti, comportamenti problematici prevalenti e il livello di autonomia

e intellettivo che il soggetto ha raggiunto

All’interno delle dimensioni o sintomi si racchiudono soggetti con caratteristiche cliniche eterogenee

nella compromissione sociale e nella presenza di comportamenti ripetitivi e di interessi ristretti

LIVELLI DI GRAVITA’

I livelli di gravità corrispondono ai BISOGNI ASSISTENZIALI

-LIVELLO DI GRAVITA’ 1:

Richiesta di assistenza: il problema sociale è caratterizzato solo da un inizio difficile di interazione. Il

soggetto è capace di esprimersi e di rispondere a semplici domande, ma non riesce a sostenere una

conversazione. Presenza di comportamenti rigidi. È il livello meno grave

LIVELLO GRAVITA’ 2:

Richiesta di assistenza sostanziale: per quei soggetti i cui deficit verbali e non verbali sono marcati. Le

iniziative di interazione sociale sono limitate e i comportamenti interferiscono con il normale

funzionamento

LIVELLO GRAVITA’ 3:

Richiesta di assistenza molto sostanziale: i deficit sono molto severi. Vi è assenza di produzione di

linguaggio verbale o poche parole (meno di 10), nessuna iniziativa sociale estrema difficoltà ad

adattarsi ai cambiamenti. È il livello più grave

Quando verso i 2/3 anni ci si accorge che qualcosa non vada nel bambino e ci si rivolge al

neuropsichiatra infantile, è necessario effettuare una DIAGNOSI DIFFERENZIALE a partire da sintomi

che si sono notati con altri disturbi:

• Sordità

• ADHD/DDAI

• Depressione

• Ritardi specifici del linguaggio

• 6 casi su 1000

• Aumento della prevalenza negli ultimi decenni: non è stato ancora chiarito se questo è

l’effetto di una maggiore capacità di diagnosi e quindi maggiore diffusione dei servizi

territoriali e strumenti per diagnosticare l’autismo o se vi sono altri fattori che causano tale

aumento

• Maggiore nei maschi

• Molto spesso nei primi 3 mesi si hanno primi sintomi:

- Bimbo particolarmente calmo, pianti poco frequenti, ipotonico,

- assenza di dialogo tonico, mancata comparsa del sorriso sociale (dal 3°mese) evitamento di sguardo

• Tra i 6 e 12 mesi:

-assenti le reazioni di angoscia di fronte agli estranei (a partire dall’ottavo mese): il bambino non soffre

il distacco dalle figure di accudimento

- Assenza di lallazione e di “risposte anticipatorie” (girare la testa e guardare e tendere le braccia)

• Tra i 12 e 24 mesi:

-Iniziano le stereotipie motorie e i manierismi. Camminare sulle punte.

-Assenza di Pointing: indicare oggetti che si desiderano

-Giochi perseveranti.

- Può essere presente iperattività motoria

-Opposizione ai cambiamenti

AUTISMO E SVILUPPO COGNITIVO

Possiamo avere diversi gradi di sviluppo cognitivo:

-30-40% presenta un ritardo di tipo lieve

- 40-50% un ritardo di tipo grave o profondo

- 10-15% presenta un livello intellettivo nella norma

I disturbi dello spettro autistico possono condividere molti sintomi con altre condizioni psichiatriche:

- con le ALTERAZIONI DEL TONO DELL’UMORE condividono irritabilità, aggressività, aumento delle

stereotipie motorie

-Con l’ADHD condividono l’iperattività afinalistica

-Con il DOC (disturbo ossessivo compulsivo) condividono i rituali, l’eccessivo interesse per parti di

oggetti, motricità ripetitiva

- con i DISTURBI D’ANSIA condividono le condotte di evitamento, le paure improvvise, sudorazioni

- con la SCHIZOFRENIA condividono le crisi di agitazione, comportamenti catatonici e l’autoaggresività

DIAGNOSI

La diagnosi del disturbo dello spettro autistico è un momento delicato. Richiede un’attenta

valutazione psicodiagnostica.

È necessario affrontare non solo le implicazioni dello sviluppo del bambino ma anche gli aspetti

emotivi nelle pratiche di cura da parte della famiglia, perché una diagnosi come questa rappresenta

un lutto anche per i genitori,

I SERVIZI TERRITORIALI in questo devono sostenere anche l’ambiente familiare

A partire dalla diagnosi sono state codificate alcune fasi:

-CRISI: ci si orienterà verso una reazione depressiva, la famiglia spesso si restringe e riduce la rete

sociale ed esplodono i conflitti all’ interno della coppia genitoriale

-ADATTAMENTO: in cui l’umore si risolleverà e si avrà una selezione dei rapporti interpersonali

-PIANIFICAZIONE: ci si orienterà al futuro e si accetterà la disabilità e spesso si farà rete con altre

famiglie che hanno ragazzi affetti dallo stesso problema

-ATTIVISMO:orientarsi al futuro ed estensione dei rapporti sociali anche attraverso l’associazionismo

DISABILITA’ INTELLETTIVA

Un tempo definita ritardo mentale;

Si caratterizza per:

- Deficit in funzioni intellettuali, confermato sia dalla valutazione clinica sia attraverso test di

intelligenza standardizzati ed individualizzati (per gli adulti si utilizza la cosiddetta Wais per i minori la

Wisc , entrambi sono test d’intelligenza)

Che cos’è l’INTELLIGENZA?

La capacità del soggetto di adeguarsi agli standard di autonomia propri della sua età, del suo retroterra

culturale e del suo contesto ambientale e più in generale capacità di far fronte alle esigenze comuni

della vita nei campi della:

• Comunicazione

• Cura della propria persona

• Vita in famiglia

• Capacità sociali/interpersonali

• Uso delle risorse della comunità

• Autodeterminazione

• Capacità di funzionamento scolastico

• Lavoro

• Tempo libero

• Salute e sicurezza

Nelle disabilità intellettive l’esordio del deficit si attesta durante il neurosviluppo (<18 anni)

Affinché si possa parlare di deficit intellettivo bisogna avere un’età mentale inferiore rispetto a quanto

atteso e di conseguenza un Q.I minore a quella che è la media della popolazione generale

L'ETA’ MENTALE : viene identificata da prove che ad una determinata età il 50% dei bambini affronta

con successo

Il QUOZIENTE INTELLETTIVO è il rapporto fra età mentale ed età cronologica (x 100)

Es. Un bambino di 10 anni che manifesta le stesse abilità di un bambino di 12 anni ha:

- Età mentale: 12 anni

-Q.I.: 120 cioè (12 / 10) x 100

EZIOPATOGENESI DISABILITA’ INTELLETTIVA

EREDITARIETA’:

-disordini metabolici (es. Malattia di Tay-Sachs)

-anomalie di un singolo gene (es. Sclerosi tuberosa)

- aberrazioni cromosomiche (es. Sindrome X fragile in cui manca un’intera regione di un cromosoma)

ALTERAZIONI PRECOCI DELLO SVILUPPO EMBRIONALE:

- mutazioni cromosomiche (trisomia 21)

- sostanze tossiche (alcool, infezioni)

INFLUENZE AMBIENTALI:

mancanza di accudimento e di stimolazioni sociali, verbali e di altre stimolazioni

DISTURBI MENTALI:

- Disturbo Autistico e altri Disturbi Pervasivi dello Sviluppo

PROBLEMI PRENATALI E PERINATALI

- malnutrizione del feto

- prematurità

- ipossia

- infezioni

- traumi

CONDIZIONI MEDICHE GENERALI ACQUISITE DURANTE L’INFANZIA O LA FANCIULLEZZA

- infezioni

- traumi

- avvelenamenti (es. da piombo): nelle regioni di montagna nelle quali mancava lo iodio si poteva avere

il cosiddetto CRETINISMO (ipotiroidismo dovuto a mancanza di iodio che portava a ritardo mentale)

TRATTAMENTO

TRATTAMENTO NEUROMOTORIO

- Prime fasi di sviluppo

- Educazione senso-percettivo-motorio: stimolazioni sensoriali associate ad esperienze di

manipolazione e movimento

-Facilitazione di competenze motorie

TERAPIA PSICOMOTORIA

- Tra i 2 / 5 anni

-Il gioco stimola il bambino all’azione e all’interazione

- Sviluppo di competenze adattative, sociali, comunicativo-linguistiche

LOGOPEDIA

-stimolo ad ogni forma di comunicazione (gestuale, mimica, verbale)

- acquisizione di competenze fono-articolatorie e semantiche

- avviamento alla scrittura e alla lettura

ABILITAZIONE COGNITIVA

apprendimenti scolastici con l’ausilio di strumenti audio-visivi, argomenti concreti

Quello che più spesso arriva all’attenzione degli psichiatri sono i DISTURBI COMPORTAMENTALI, ossia

l’aggressività, che molto spesso i soggetti presentano, non riuscendo a decodificare l’ambiente

possono reagire con episodi di aggressività; quindi, in questo caso bisogna intervenire con ESPERTI DI

TECNICHE COMPORTAMENTALI che cercano di individuare i comportamenti-problema e individuare

la causa che li procura e cercare di risolverli

DISTURBI DELL’UMORE

I disturbi dell’umore si classificano in:

• Disturbi Depressivi che comprendono:

-Disturbo Depressivo Maggiore;

-Disturbo Depressivo Persistente (Distimia);

-Disturbo da disregolazione distruttiva dell’umore;

-Disturbo premestruale disforico.

Tutti questi sono UNIPOLARI, nei quali abbiamo solo EPISODI DEPRESSIVI

• Disturbi Bipolari che comprendono:

-Disturbo Bipolare I;

-Disturbo Bipolare II;

- Disturbo Ciclotimico

Sono BIPOLARI perché oltre agli episodi depressivi, anche episodi di ALTA POLARITA’, ossia EPISODI

MANIACALI

Il disturbo bipolare è quel disturbo per cui almeno una volta nel corso della vita si è manifestato un

episodio maniacale;

La DEPRESSIONE UNIPOLARE: l’Oms ci dice che nel 2050 sarà la malattia più comune nella popolazione

mondiale superando i disturbi cardiovascolari ed è un fenomeno comune al 10% della popolazione

con prevalenza del sesso femminile, si caratterizza per la presenza esclusiva di EPISODI DEPRESSIVI,

presenta una prognosi buona (specie nelle forme non cronicizzate) ed il trattamento avviene con

farmaci antidepressivi.

I DISTURBI BIPOLARI sono molto più rari, si manifestano solo nell’1% della popolazione

Hanno prevalenza uguale in entrambi i sessi;

Sono caratterizzati da un’alternanza di fasi maniacali e depressive (basta anche 1 solo episodio

maniacale);

prognosi non eccellente perché spesso evolve in una DEMENZA

ed il trattamento avviene con farmaci stabilizzatori dell’umore (tra cui litio, carbolithium)

Se tratto un paziente bipolare con farmaci antidepressivi esso peggiorerà e diventerà maniacale

La depressione maggiore è al 3° posto nel mondo tra i disturbi più frequenti dopo le Infezioni basse

vie respiratorie e le Infezioni gastro intestinali, nei paesi industrializzati invece la depressione

maggiore è al 1

Dettagli
A.A. 2024-2025
63 pagine
SSD Scienze mediche MED/25 Psichiatria

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher antonio_lamacchia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psichiatria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Montalbò Domenico.