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Approcci utilizzati nelle organizzazioni per promuovere l'empowerment partecipato
(AI, MCS, VPS) Gli approcci utilizzati nelle organizzazioni promuovono una metodologia di empowerment partecipata che favorisce i soggetti e li motiva all'azione per il futuro. Gli approcci utilizzati con i programmi (CPS, DP, VI) impiegano metodi misti per identificare buone pratiche e farne la base di nuovi sviluppi. Tutti gli approcci proiettano il riconoscimento di un successo nel futuro attraverso un apprendimento dinamico che avviene con l'esperienza e permette di visualizzare il cambiamento: riconoscere un successo serve a far capire a cosa aspirare, come cambiare, dove puntare. In questo senso, essi rappresentano un'innovazione all'interno dell'approccio costruttivista del processo, accusato di non essere in grado di trarre indicazioni dai risultati di indagini idiografiche.
Cerchiamo di collocare questi approcci nel quadro del dibattito con altri approcci: si apprende più dai successi che dai fallimenti. Per il pensiero tradizionale, un giudizio razionale.
è quello che bilancia successi e fallimenti. Per gli approcci positivi, fare una media tra successi e fallimenti non offre nessuna indicazione per l'azione, mentre basarsi sui successi offre motivazione per l'azione. Il successo fornisce più info su perché qualcosa di desiderato succede: il fallimento non fa che riprodurre l'ignoranza di partenza. Il fallimento getta luce sugli ostacoli al cambiamento, mentre il successo su come aggirarli. Il successo è proattivo e motiva le persone ad agire, il fallimento demoralizza. Sia il che il sostengo la necessità di rifiuto dell'idea della media, perché le informazioni si ottengono dai casi estremi. Il tema del fallimento non è escluso dalla prospettiva degli approcci di pensiero positivo, possono far parte del processo in corso e bisogna considerarli per capire come superarli. L'AI invita a stare in guardia che la sindrome depressiva.non prenda il sopravvento per essere orientati all'azione. Approcci di pensiero positivo sono consultabili nel riassunto del testo "l'uso del positivethinking nella ricerca valutativa".- Cosa si può generalizzare dal riconoscimento del successo
accountability e learning della valutazione: riguarda gli attori che decidono di cambiare qualcosa, in base a quello che hanno capito della valutazione. L'uso presuppone un legame con il contesto in cui la valutazione deve essere usata, ad esempio Cousins e Shula (2006): la conoscenza è prodotta per uno scopo particolare, per un particolare tipo di utilizzatori, in un contesto specifico.
Quindi, l'analisi dell'uso della valutazione non riguarda solo come essa è fatta (teoria della valutazione) ma anche come si muovono gli attori nei contesti sociali e organizzativi in cui le valutazioni si svolgono (teoria della conoscenza, teoria organizzativa).
Uso e non uso
Il tema dell'uso è stato sollevato perché ci si era accorti del "non uso" delle valutazioni. I valutatori si lamentano che i decisori non leggono i rapporti di valutazione, non seguono le raccomandazioni o che le decisioni non vengono prese in base ai risultati dell'valutazione.
problemi relativi alla domanda di valutazione. Ma anche i committenti silamentano che le valutazioni sono inutilizzabili, che sembrano più articoli accademici che valutazioni = problemi relativi all'offerta di valutazione. In tutti questi casi, stiamo parlando dell'uso che i destinatari delle valutazioni dovrebbero fare delle raccomandazioni formulate dai valutatori al fine di migliorare i programmi = uso strumentale, parte integrante di una concezione della politica come azione razionale e di un approccio mainstream alla valutazione.
Per ovviare a questo mancato uso, vengono avanzate proposte sia dalla parte dell'offerta che della domanda.
Per quanto riguarda l'offerta, ciò dipende dal modo in cui sono fatte le valutazioni. Per poter essere usate devono essere:
- Tempestive e arrivare prima della decisione;
- Ben comunicate, corte e corredate da grafici e figure;
- Condotte con una metodologia rigorosa che mostra l'evidenza dei risultati;
Raccomandazioni chiare. Contenenti:
- La prospettiva dell'offerta è al centro degli Standard sulla Valutazione dei Programmistilati nel 1982 dall'AEA e altre associazioni professionali.
- Una valutazione è considerata di buona qualità se si seguono degli standard in misura adeguata.
Standard:
- Utilità: deve servire i bisogni di informazione degli utilizzatori a cui è destinata, vd. intended use for intended users.
- Criterio così definito: identificare i bisogni degli stakeholders, credibilità del valutatore, info raccolte devono riguardare domande pertinenti e rispondere ai bisogni e agli interessi dei clienti, prospettive, logiche e procedure seguite devono essere descritte chiaramente, in modo che le basi su cui vengono formulati i giudizi di valore siano chiari, riportare la descrizione del programma, rapporti intermedi e finali devono essere diffusi per tempo, valutazioni devono incoraggiare il follow-through da parte degli stakeholders.
Così che aumenti la probabilità che la valutazione verrà usata;
Fattibilità: realistica, prudente, diplomatica e frugale;
Appropriatezza: condotta in modo legale e etico con attenzione al benessere di tutti i coinvolti;
Accuratezza: dare informazioni tecnicamente adeguate sugli aspetti che determinano il valore e il merito dei programmi da valutare.
Per quanto riguarda la domanda di valutazione, si punta a favorire una cultura che prepari i committenti a formulare domande specifiche, a favorire i processi valutativi soprattutto partecipati, a ricevere le raccomandazioni e a non temerle, vd. Scriven: l'ansia della valutazione è uno dei maggiori ostacoli all'utilizzazione. L'uso è favorito dai sistemi organizzativi entro cui si muove chi richiede una valutazione o la riceve es. stabilendo quali misure correttive siano già state prese per affrontare il sistema segnalato. Lang (2001) suggerisce, in riferimento all'UE,
di applicare obblighi istituzionali per la discussione e l'uso delle valutazioni, di stanziare budget per la valutazione, management by result, incoraggiare i confronti tra agenzie, accrescere il (politiche basate sulla gestione per mezzo dei risultati). In questa elaborazione che riguarda l'uso strumentale si cerca di creare condizioni che spingano gli attori dal "non uso" all'uso dei risultati della valutazione.
Altri tipi di uso della valutazione uso è possibile utilizzare la valutazione a fini di conoscenza. Carol Weiss parla di conoscitivo della valutazione già dagli anni '60 sulle orme degli studi di sociologia della conoscenza applicata ( = analisi delle condizioni sociali di applicazione della conoscenza, ≠ sociologia della conoscenza). Weiss ha dedicato grande attenzione agli usi della conoscenza sociale in generale, non solo quella proveniente dalla valutazione della politica, sostenendo che non bisogna guardare solo all'uso
diretto di una conoscenza che possono fare i politici, ma l'uso indiretto o influenza che la conoscenza può avere sulle azioni dei decisori. Weiss individua altri due tipi di uso: - Cognitivo: i risultati della valutazione consentono di capire il programma in un modo diverso; - Illuminativo: i risultati aggiungono conoscenza al campo di riferimento in generale e possono essere usati da tutti e non solo dagli interessati al programma. Nell'uso cognitivo e illuminativo c'è double loop learning e non è un uso strumentale. Tuttavia, dal momento che la valutazione è una pratica sociale calata in un contesto politico, ci sono anche casi di misuse, ovvero casi di uso meno virtuoso. - Simbolico o persuasivo (Leviton e Hughes, 1981): usato per legittimare una decisione già presa; - Imposto o legittimante (Dahlen-Larsen, 2012): nelle evaluation society elementi portanti sono le macchine della valutazione, i cui effetti sono analoghi a quello simbolico. Studiato.anche da Hoijlund (2014): facendo riferimento alla teoria dell'istituzionalismo organizzativo, secondo cui le organizzazioni si muovono in base ad un isomorfismo che le spinge a cercare una legittimazione della loro esistenza, ha studiato i modi in cui i sistemi di valutazione producono un uso legittimante. Si può utilizzare la valutazione sia per resistere al cambiamento (uso simbolico), soprattutto quando è imposto dalle macchine valutative (uso legittimante) sia per favorire il cambiamento, e che quest'ultimo può variare tra piccoli aggiustamenti (uso strumentale) e cambiamenti nell'architettura delle politiche e dei programmi (uso cognitivo, uso illuminativo). Altri concetti 26 L'apertura a questi altri tipi di usi ha portato addirittura a mettere in crisi il concetto stesso di uso, si coniugano altri concetti che non si riferiscono solo agli utilizzatori ma anche ai temp