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Secondo il terzo comma dell’art 340 bisogna dare preferenza a chi impugna subito, quindi
nel caso di impugnazione immediata e a riserva di impugnazione sarà preferita la prima.
La riserva comporta che il convenuto ha rinviato l'esercizio del potere a quando sarà emessa
la sentenza definitiva. Il potere diventa attuale quando viene emessa la sentenza definitiva.
Il codice dice che la sentenza non definitiva, se il processo si estingue e la sentenza non
perde efficacia, diventa sentenza definitiva quindi iniziano a decorrere il termine per
impugnare quando la pronuncia di estinzione non è più impugnabile.
Tradizionalmente questo regime è stato riprodotto per le ipotesi di sentenza non definitiva
emessa dal giudice d'appello e giudice di primo grado così che la parte avrebbe potuto far
riserva o impugnare immediatamente. Tra le esigenza dell'ordinamento vi è quello di non
affaticare la cassazione che dovrebbe assicurare l'unità del diritto. Il ricorso per cassazione
avverso le sentenze non definitive su questioni è oggetto di una riserva di impugnazione ex
lege. La parte non può più oppure impugnazione immediata, ma può solo impugnare ex post
quando viene emessa la definitiva (art 360 comma 3).
*imp. sent non definitive= ricevimento pinto
Impugnazioni incidentale
Ipotesi: c'è stata un'unica sentenza definitiva che ha esaurita tutta la materia del contendere.
Nella sentenza si riproduce la medesima complessità che vi era nella causa ( è tutto deciso).
Problema: Quando la sentenza è così complessa nel grado successivo si ripropone tutta
questa ampiezza di domande e questioni o questa ampiezza si riproduce solo se c'è un
specifico impulso di parte per ciascuna domanda ? Se potessimo dire che l'ambito di
applicazione del giudice dell'impugnazione è sempre coincidenza con l’ambito della
decisione impugnata saremmo in presenza di un'impugnazione con efficacia devolutiva
automatica (efficacia la cui proposizione rende automaticamente il giudice del gravame
investito dell'intera materia affidata al giudice pretendete / alternativa è che l'ambito di
applicazione del il giudice superiore è determinato dalle puntuali richieste delle parti, quindi
l'impugnazione non sarà automaticamente devolutiva). Il nostro legislatore preferisce la
seconda ipotesi, quindi l'ambito di conoscenza del giudice superiore è determinato da
richieste di parte. In linea di principio c'è il vincolo dell’ iniziative di parte:
Il principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato trova applicazione anche in tale
rapporto tra decisioni.
Tra le condizioni dell’impugnazione c'è l'interesse ad impugnare, che il più delle volte
dipende dal soccombente. Immaginiamo le ipotesi di soccombenza ripartita, l'attore vince
una e il convenuto altra. L'attore non può impugnare sulla domanda su cui ha vinto, quindi il
suo potere di impugnare è un vincolo per il giudice. Il giudice non potrà esaminare anche la
domanda sulla quale l'attore ha vinto se impugna solo la parte su cui ha perso. Quindi
questo è un altro vincolo tra iniziativa di parte e grado di impugnazione.
L'impugnazione parziale importa acquiescenza alle parti di sentenza non impugnate.
Corollario quindi dell'acquiescenza è che le parti non esaminate non possono essere
esaminate dal giudice superiore. Altro limite quindi al giudice superiore in corrispondenza
alle iniziative delle parti.
Art 333 viene qui introdotta la distinzione tra impugnazione principale e incidentale. Il codice
ci dice che in caso di soccombenza ripartita più parti possono impugnare. Potrebbe
verificarsi l’ipotesi di impugnazioni della stessa sentenza che si collocano in momenti diversi.
Tale diversa collocazione temporanea comporta una differenza tra impugnazione principale
(quella impugnata per prima) e incidentale (posteriore). Alla collocazione temporale
consegue anche una diversa modalità di proposizione e quindi non solo una diversa
denominazione.
Come si delimita l'ambito del giudizio nei gradi di impugnazione?
Complessità oggettiva nel primo grado: la stessa parte ha subito una soccombenza pratica
su più di una delle domande decise dal giudice del grado precedente. Applicando il 329
secondo comma, opererà il meccanismo di acquiescenza tacita per le soccombenze non
fatte valere in impugnazione. Questo meccanismo subisce una limitazione in virtù della
previsione del primo comma dell’art.346 che disciplina l’effetto espansivo interno, in virtù del
quale l’accoglimento dell’impugnazione estende i suoi effetti alle parti di sentenza dipendenti
da quella cassata o riformata.
Ipotesi: ciascuno subisce un pregiudizio dall'esito della domanda di primo grado. Ciascuno
potrebbe prendere iniziativa per impugnare autonomamente la sentenza e potremmo anche
ipotizzare di vedere incrociati due atti di appello proposti contestualmente o quasi
contestualmente. La preoccupazione del legislatore è che vi possa essere una biforcazione
del processo in fase di impugnazione. Il legislatore vuole che tutte le impugnazioni che
riguardano la medesima sentenza siano trattate nell'ambito del medesimo giudizio. Ciò ce lo
dice espressamente l'art 335, oltre al rischio di una diseconomia, quando c'è una sentenza
che ha deciso su talune domande e dovesse esserci una biforcazione non possiamo
escludere il vizio per due giudicati diversi. Quindi per ragioni di economia, ma soprattutto per
evitare giudicati contrastanti, tutte le impugnazioni proposte contro la stessa sentenza sono
riunite. La presenza di giudicati contrastanti sarebbe una patologia perché ciò che il codice
usa per evitare la biforcazione è un meccanismo che gioca di anticipo, ossia la presenza di
impugnazione incidentale (art.333). Quindi quando abbiamo ipotesi di soccombenza
ripartita, e quindi entrambe le parti possono proporre impugnazione, il legislatore distingue
tra impugnazione proposta per prima (principale) e quella dopo ( incidentale), si basa su un
criterio meramente temporale. La prima avrà forma utile per aprire un nuovo giudizio ( se è
appello avrà forma di atto di citazione, in cassazione allora ricorso). Tutte le impugnazioni
che si propongono dopo la prima si chiamano incidentale.
Perché si chiamano così? Perché la seconda deve entrare nel processo già aperto ed
investirà una forma idonea a questo obiettivo.
Posto l'obiettivo di garantire l'unità oggettiva e individuato lo strumento per garantire questo
risultato, l’impugnazione va proposta nelle forme incidentali. Ci rendiamo conto che la parte
che riceva la notifica dell'impugnazione altrui si trova per ciò solo privata di un onere ,ossia
se vuole impugnare deve farlo rispettando una certa forma. Tale forma si lega ad una
tempistica, bisogna rispettare i termini previsto dalla legge. L’art. 343 dice che” l'appello
incidentale si propone a pena di decadenza nella comparsa di risposta depositata almeno
venti giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione o dell'udienza
fissata a norma dell'articolo 349 bis, secondo comma”, noi capiamo che chi impugna per
secondo è tenuto a rispettare anche questo termine . Nei limiti in cui la soccombenza pratica
coinvolge la parte destinataria dell'impugnazione perché le domande su cui ha perduto
possono essere esaminate o decisa dal giudice superiore, occorre che la parte destinataria
dell’impugnazione principale presenti le impugnazioni per la presentazione dell’ incidentale
oppure opera il principio di acquiescenza.
Cosa accade quando applichiamo l'art 335?
Art 335: una parte notifica la principale all'altra, la controparte notifica a sua volte un altro
atto di citazione (non comparse di risposta alla impugnazione principale) quindi due
impugnazioni sulla stessa sentenza. La legge ci dice che la seconda può essere salvata
perché va riunita alla prima e, dal momento in cui vanno riunite, la seconda impugnazione
avrà valenza di incidentale perché rientra in una impugnazione già avviata. In termini di
invalidità qui assistiamo ad un meccanismo diretto alla conservazione dell'atto mediante una
forma di conversione che si fonda su una fattispecie alternativa.
Il nostro ordinamento attribuisce all'impugnazione in via incidentale anche la possibilità
diversa di costituire un'occasione di ampliamento o riapertura del termine per impugnare.
Il codice quando disciplina l'onere di impugnare in via incidentale prevede anche che questo
onere possa essere assolto in via tardiva (art 334). L'impugnazione incidentale può avvenire
entro 20 gg prima della scadenza dell’udienza successiva. Si verifica una fattispecie che fa
rinascere il potere di impugnare.
Ciò che apparentemente è uno strumento diretto a indebolire il giudicato, ha una funzione
diversa, ossia favorire la formazione del giudicato. Se non ci fosse tale strumento
ogniqualvolta si ha impugnazione parziale o reciproca, qualsiasi parte sarebbe indotta ad
impugnare per evitare che la controparte impugni alla fine.
Nell'applicazione concreta giurisprudenziale si avvertiva in un primo momento una certa
diffidenza della giurisprudenza verso tale strumento. Sosteneva la giurisprudenza che
l’impugnazione tardiva sarebbe stata ammissibile solo se avesse avuto ad oggetto il
medesimo capo della sentenza oggetto di impugnazione principale o al più un'altra parte di
sentenza a questa connessa perché indipendente. La Cassazione ha cambiato: se si tratta
di parte autonoma il meccanismo di impugnazione tardiva opera a tutto tondo.
Il potere di impugnare in via incidentale tardiva è un potere nuovo che sorge perché
abbiamo di fronte una fattispecie più complessa che non include solo l'iniziale soccombenza,
ma anche il rischio di perdere sulla domande sulla quale si è vinto perché la parte ha
impugnato. La conferma che ci sia questa struttura dietro il potere di impugnare in via
incidentale tardiva la ricaviamo dal secondo comma dell'art.334.
Ante cartabia: se la principale è dichiarata inammissibile quella incidentale perde ogni
efficacia. Ci si è posti tale domanda: cosa succede se la seconda può arrivare ad essere
decisa non perché non è ammissibile ma perché è improcedibile? Anche qui qualcuno
potrebbe dire che non c'è di nuovo l'esigenza di rimettere l'attore nel termine perché se si
estingue l’impugnazione principale ugualmente conserva la vittoria parziale che era disposto
ad accettare prima dell’ impugnazione della controparte. Perch&eac