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Elementi antropologici e metodologici della progettazione

Capitolo V - Definire il concetto di domanda educativa, prospettandone alcune dimensioni fondamentali ed illustrando alcuni metodi di analisi dei bisogni educativi dei giovani (testi su cui basarsi: capitolo IV - domanda educativa, bisogno educativo, mappe di qualità umane; capitolo V - tre dimensioni presentate generalmente: emozionale, cognitiva, volitiva).

Scegliere una delle dimensioni della domanda educativa (emozionale, cognitiva, volitiva e del carattere, spirituale) e presentarla in modo dettagliato spiegando le implicazioni educative; integrare le spiegazioni con la lettura dei relativi articoli indicati sotto. Articoli di approfondimento a scelta per la domanda 10: dimensione emozionale e relazionale: B. Rossi, cap. 2.1 "Sento, dunque sono", e cap. 2.2. "Avere a cuore il cuore", in B. Rossi, Avere cura del cuore, Roma, Carocci, 2006. Dimensione cognitiva e razionale: H. Gardner.

«Prefazione» e cap. I – «Oltre il QI: l’istruzione e lo sviluppo umano», in H. Gardner, Educazione e sviluppo della mente. Erickson, 2005.

Dimensione volitiva e del carattere: H. Gardner, cap. IX – «La chiave nella fessura: la creatività secondo i cinesi». Erickson, 2005.

Dimensione spirituale: M. Pellerey, «Spiritualità e educazione». (o qualsiasi altro articolo che tratta della dimensione spirituale dell’uomo dal punto di vista educativo)

Tenendo conto di alcune spiegazioni nei capitoli IV, V e VIII, presentare i concetti del Sé, dell’identità narrativa e della “pedagogia narrativa”, valorizzando in modo particolare gli apporti di Bruner, di Riceour, di Demetrio, di MacIntyre.

Risposte:

  • La è la discrepanza, la distanza tra quanto si vuole perseguire nel cammino educativo e la condizione educativa.
effettiva degli educandi. E' una richiesta educativa reale, oggettiva ma non necessariamente espressa in modo esplicito, che deve essere avvertita dagli educatori. I metodi di analisi dei bisogni educativi (quadri ideali sui quali basarsi) sono: - Personalità matura: propria filosofia, Allport - Boncori maturazione, rapporti sociali e affettivi, cognizione, integrazione e sicurezza emotiva - Tradizione Cristiana - Libertà interiore e spirituale: amore, conoscenza, buona volontà e saggezza - Tradizione Aristotelico - Qualità umane: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza - trasposta nelle 3 virtù teologali fede, speranza e carità - Educazione: fisica, intellettuale, morale, sociale e religiosa - Corallo Bertin - Educazione: intellettuale, etico-sociale, affettiva, estetica, fisica e professionale - 5 menti: disciplinata, riassuntiva, creativa, rispettosa ed etica. Per convenzione

La domanda educativa si analizza secondo il modello della tripartizione aristotelica, che studia la stessa relativamente alla dimensione affettiva, cognitiva, volitiva e spirituale.

Analisi nello specifico della dimensione volitiva o del carattere - educare il carattere significa educare alla morale e alla volizione, quindi non solo essere in grado di compiere giudizi morali validi ma anche agire con sistematicità e perseveranza secondo le scelte compiute. Lo sviluppo morale può essere letto come un sviluppo del carattere in 3 direzioni: agendo con capacità di cogliere il bene, capacità di amare tale bene coerentemente per conseguirlo e nel cercare il bene. Emerge la capacità di essere costante e perseverante, quindi che lo sviluppo del carattere deriva sul piano psicologico dall'interazione di 3 fattori: fattore (sviluppo di consapevolezza, di competenza morale, dell'orientamento all'agire in senso cognitivo prospettico e proattivo).

(sviluppo di sensibilità di fare ciò che si reputa giusto, di rispetto, fattore affettivo per se stessi, di empatia, di amore per il bene, di umiltà, di autocontrollo emotivo), fattore (sviluppo di capacità d'ascolto, di comunicazione, di collaborazione, di una comportamentale o volitiva volontà realizzatrice per mobilitare energie interne, di valide disposizioni interne)

Abito morale: disposizione stabile ed efficace ad agire coerentemente con i propri valori morali, è una conquista conseguita attraverso esercizio sistematico e coerente. Nella dimensione volitiva è bene tener presenti anche i modelli di comportamento cui ispirarsi.

In particolare è bene citare l'articolo di Howard Gardner relativo all'educazione dello sviluppo e della mente "La Tale articolo tratta dell'esperienza che Gardner e sua moglie hanno avuto durante una loro visita in Cina, chiave nella fessura: la creatività secondo i cinesi".

quando il loro figlio venne corretto da parte di un impiegato dell'albergo nel quale alloggiavano per permettergli di inserire la chiave correttamente nella fessura per permettere l'apertura della porta. Tale correzione ha portato l'autore dell'articolo ad analizzare il diverso modi di educare cinese e quello statunitense, nel primo infatti è possibile distinguere 5 momenti: 1. secondo l'educazione cinese tutto è scritto accuratamente in anticipo, di conseguenza i bambini devono soltanto eseguire ciò che gli adulti mostrano per far apprendere loro un modello corretto. Questa modalità di apprendimento richiede poca elasticità e pochi sforzi, lasciando comprendere solo il lato superficiale delle cose. 2. i cinesi hanno una concezione di bellezza ben definita in quanto esiste un solo modo giusto e tanti sbagliati. 3. l'educazione cinese si basa su una rigida scala gerarchica,che privilegia due aspetti: l'importanza della gerarchia e delle direzioni. La direzione in alto è quella verso l'autorità, mentre la direzione indietro è quella verso le tradizioni del passato. Nel contesto scolastico, l'insegnante è il centro delle attività e trasmette conoscenze del passato in modo fedele ed efficiente, mentre l'alunno è come un pianeta che ruota intorno al centro, cioè l'insegnante. Spesso vengono utilizzati criteri di competizione per poter meglio indirizzare l'individuo in un determinato rango e permettergli di seguire i propri progressi. Nell'educazione cinese si cerca di sviluppare il più possibile la capacità di modellare e forgiare i bambini fin dalla nascita. Questa capacità consiste nel prendere una situazione complessa e dividerla in tante più semplici, permettendo così all'individuo di perfezionarsi e proseguire in attività più complicate. Solitamente dietro all'acquisizione di questa capacità vi è un forte lavoro di apprendimento e di pratica.

è un lungo processo che prevede il susseguirsi di ricompense o punizioni in base al successo o meno dell’individuo. In tal modo si può dire che l’infanzia perde importanza, in quanto la scuola elimina fin da subito quegli elementi che possono risultare nocivi per lo sviluppo del bambino.

5. secondo i cinesi, la creatività rappresenta un aspetto negativo data da piccole modificazioni, infatti prediligono le abilità e le innovazioni che hanno impiegato secoli a stabilirsi per la loro fedeltà alla tradizione. A differenza del sistema educativo statunitense che sembra privilegiare la componente creativa per far in modo che l’individuo possa affrontare la propria vita in maniera autonoma e originale. L’ideale secondo questi due modelli riportati è quello di privilegiare troppo l’uno o l’altro ma tentare di creare una sintesi che comprenda entrambi.

prospettive. • Il concetto di sé narratore, identità narrativa e pedagogia narrativa: parla della comparsa di un Sé narratore, un Sé che narra storie in cui la descrizione di sé fa parte della storia. Bruner distingue due forme di pensare, di spiegare e di comunicare la realtà: paradigma procedurale (argomentativo, logico), paradigma narrativo (attribuzione di senso). La narrazione è legata direttamente all'azione e all'attribuzione di senso alle diverse vicende umane, ma soprattutto alla propria (si focalizza sul senso e sui significati attribuiti dal soggetto stesso ai suoi comportamenti passati). Allora, la progettazione educativa è da rileggere come sviluppo dell'intelligenza narrativa infatti, può essere vissuta come una narrazione proiettata nel futuro, che intessa il "noi" della comunità, con il modello narrativo l'intelligenza narrativa è uno strumento per rileggere.criticamente la propria pratica educativa, la progettazione educativa sotto forma narrativa permette una migliore comunicazione tra educatori e educandi. L'identità narrativa è un concetto introdotto da Ricoeur che distingue due accezioni che rispondono a due domande: "Che cosa sono io?" - può essere messa in crisi dalla frammentarietà dell'esperienza, sviluppando una dissociazione interiore. "Chi sono io?" - è la risposta alla domanda precedente, la ricerca di unità e coesione. L'identità narrativa si costruisce nell'interazione tra queste due identità, quella della constatazione della dispersione e quella dell'impegno per il futuro che aspira alla coesione. Per mantenere un'identità profonda di sé occorre: adeguata stima di sé, cura e sollecitudine per l'altro, aspirazione a vivere.

in istituzioni giuste. Le ultime due esigenze derivano dal fatto che ciascuna storia si trova intrecciata con altre storie di vita, con cui è mescolato. La possibilità di ritrovare sé stesso e la propria identità è offerta dal racconto autobiografico, una rilettura attenta della propria storia di vita. Il soggetto diventa un ricercatore di se stesso, delle proprie ragioni esistenziali, della trama profonda che sottende la sua vita. Si tratta di una vera e propria pedagogia della memoria. La considerazione dell'identità narrativa e del suo formarsi attraverso modalità di espressione autobiografiche può aiutare all'identificazione della domanda educativa presente negli educandi. Perciò, l'educatore si deve aprire all'ascolto attento delle storie di vita dell'educando aiutandolo a scoprire le domande profonde: Chi sono? Chi voglio essere? La vita umana è di carattere narrativo (dimensione

tale e individuale attraverso la scrittura di storie. La narrativa permette di esplorare e comprendere il mondo, di dare voce alle emozioni e alle esperienze umane. Secondo MacIntyre, la narrativa è un modo per dare senso alla nostra esistenza, per trovare un significato nella complessità della vita. La narrativa ci permette di connetterci con gli altri, di condividere le nostre storie e di imparare dagli altri. È attraverso la narrativa che possiamo esplorare diverse prospettive, sviluppare empatia e comprendere meglio il mondo che ci circonda.
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
24 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher natymastro di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Pontificia Salesiana - Unisal o del prof GrzĄdziel Dariusz.