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Creazione dell'atlante italo-svizzero
(AIS) Creazione dell'atlante italo-svizzero: gli è stato affidato il compito di svolgere inchieste nel sud d'Italia in particolare (presenza del greco-latino e romanzo nei dialetti italiani meridionali) e ciò l'ha portato a fare delle scoperte interessanti: le colonie meridionali e l'isoglossa che separa l'area blu dall'area verde, quello che separa l'area magenta da quella marrone e quella che separa l'area marrone da quella blu. Dobbiamo a Gerhard Rohlfs anche i dizionari dialettali calabresi e salentini che sono ancora oggi i migliori strumenti lessicali per studiare quelle due aree linguistiche.
Linea Spezia-Rimini: cadono tutte le vocali atone, ad eccezione della a, le consonanti intense intervocaliche non esistono nei dialetti settentrionali (questa linea = appennino tosco-emiliano che ha reso la comunicazione più difficile) e linea di confine tra i territori degli etruschi e quello dei celti.
Linea Roma-Ancona:
differenze lessicali, l'aggettivo possessivo viene post-posto ai nomi di parentela ("figliomo") (sotto linea 11) corrisponde al fiume Tevere che nell'antichità era il confine tra gli etruschi a ovest, e gli italici che stavano a est. sotto linea 12 il verbo avere viene espresso con il verbo tenere nei dialetti. I dialetti si possono suddividere in:
dialetti primari: varietà italo-romanze autonome e diverse le une dalle altre che hanno tutte la stessa origine, continuazione del latino e oggi sono subordinate all'italiano (es dialetti italiani, il valzer)
dialetti secondari: varietà locali di una unica lingua nazionale che nascono per effetto della differenziazione geografica (per es: varietà di inglese negli stati uniti) (esistono anche in Italia i dialetti secondari e li chiamiamo italiani regionali=sostrato dialettale)
LE AREE DIALETTALI D'ITALIA
Possiamo individuare dei macro-gruppi dialettali che sono prodotto di inchieste
Sul campo. Considerando i grandi isoglosse principali possiamo dividere l'Italia in 3 grandi gruppi: l'Italia settentrionale, l'Italia toscana, l'Italia centro-meridionale e la Corsica che è linguisticamente italiana. (la non è colorata perché è considerato un sistema linguistico autonomo separato dall'italiano)
Ciascuno di questi gruppi è a sua volta suddivisibile.
AREA SETTENTRIONALE:
- Dialetti gallo-italici, che hanno sostrato celtico: piemontese, ligure, dialetti lombardi e ticinese, dialetto del trentino (tranne alto Adige), Emilia Romagna, Marche settentrionali, toscana settentrionale, Garfagnana (zona di transizione, sorta di ibrido con fondo gallo-italico con influenza del toscano) → caduta delle vocali finali tranne a, vocali turbate
- Dialetti veneti, che non sono stati influenzati dal sostrato celtico, ma hanno in comune con esso → la mancanza di consonanti intense, cioè si indeboliscono passando da
timbro sordo a timbro sonoro + esplicitazione obbligatoria del pronome personale soggetto.
AREA CENTRALE:
- dialetti toscani, romanesco e dialetti mediani
dialetti toscani (marrone) dialetti di quasi tutta la toscana (parlate affini) cioè dialetti di prato e Grosseto, quelli pisani cioè occidentali, l'aretino, toscano meridionale, area dei dialetti laziali e non, il romanesco, i dialetti dell'Umbria e Marche centro meridionali
AREA MERIDIONALE:
- dialetti dell'alto meridionale/meridionali intermedi (blue): corrisponde al regno di Napoli e sono dialetti del Lazio meridionale, Abruzzo Molise, marche meridionali, tutta la Campania, tutta la Basilicata, la Puglia ad eccezione Salento e la Calabria settentrionale (fino alla linea di monte-cassano) → indebolimento delle vocali finali tranne la A, non caduta assimilazione consonantica ma evanescenza (schwa), c'è progressiva (nd → nn) (è un fenomeno che appartiene anche al romanesco prima del sacco di Roma)
Il pronome personale di terza persona deriva dal latino (ipsum → iss: assimilazione consonantica regressiva), accusativo preposizionale (il complemento oggetto regge prima la preposizione A).
AREA MERIDIONALE ESTREMA: - dialetti meridionali estremi Calabria meridionale, Sicilia e Puglia settentrionale (Taranto e Brindisi) è un’area al centro del mediterraneo che mentre prima aveva un grande sviluppo marittimo con il tempo si è indebolita perché tutti si sono spostati verso il nord, ma ha subito l’influenza della Grecia, quindi presenta delle caratteristiche molto diverse rispetto agli altri dialetti meridionali → esistono solo 5 vocali toniche e solo quelle aperte, oe e vocali finali non sono presenti e vengono realizzati con retroflessione con i e u. C’è la pronuncia retroflessa di alcune consonanti, cioè posizione della lingua che arca all’indietro fino a toccare il palato (la L cacuminale, intensa, s(t)ra → cia: suono).
assenzadell'accusativo preposizionale e indebolimento consonantico (tranne qualche area siciliana circoscritta), gli infiniti non sono mai tronchi (non canta', ma cantari) DIALETTI NELLA SOCIO-LINGUISTICA chi parla dialetto, con chi e quando? ISTAT, Possiamo riferirci ai sondaggi i quali indicano: poco più del 50% (18-74 anni) dichiara di parlare prevalentemente italiano in famiglia diventa 60% quando si è con gli amici il 60% dichiara di usare prevalentemente dialetto anche con amici solo il 3% dichiara di usare solo il dialetto il dialetto sta infatti regredendo dai fine anni '90, i giovani sono meno dialettofoni, a differenza degli anziani e si devono considerare anche i titoli di studio e il territorio la percentuale cresce di alcuni che invece usano (USO FRAMMISTO) alternativamente italiano e dialetto: l'uso di codice frammisto è una delle vie di salvezza per il dialetto code switching: commutazione di codice → il passaggio da una linguaall’altra all’interno di un discorso da parte di uno stesso parlante. È interfrasale (tra frasi diverse). È sempre intenzionale e giustificabile tramite una specifica esigenza del parlante, non è casuale. code mixing- : enunciazione mistilingue → passaggio da una lingua all’altra all’interno della stessa frase, è quindi intrafrasale (all’interno di una stessa frase). Può essere talvolta intenzionale o involontaria, quasi un riflesso. ALTRI DATI: come, dove e da chi è usato il dialetto? donne → dai 18 ai 38 anni che dichiarano di parlare solo il dialetto in famiglia sono poco più del 2% uomini → stessa fascia e stesse situazioni, sono l’8% anziani → 80%, sono quelli che lo usano maggiormente è usato raramente con gli estranei e in situazioni pubbliche usato in famiglia e tra amici Più in provincia e non nelle città grandi → maggiore è lacittà e ci sono meno persone ad usare il dialetto
Più vivo al sud (Sicilia) e nord est (Veneto, Friuli) (Nord ovest —> area meno dialettofona > Piemonte, Lombardia, parte dell’Emilia)
Rapporto diverso tra italiano e dialetto nel parlato Cala la percentuale di chi dichiara di usare solo o prevalentemente il dialetto in casa e con gli amici —> accanto a questo decremento c’è una compensazione: incremento di chi dichiara di usare il dialetto alternatoo misto all’italiano —> sistema comunicativo
Commutazione di codice —> si può verificare tra qualsiasi lingua
CODE SWITCHING: indicativamente nella maggior parte di casi questo passaggio da un codice all’altro risponde ad un’esigenza di tipo espressivo. Il parlante intende dare enfasi ad un concetto passando da una lingua all’altra e spesso questa alternanza è un passaggio che va dall’italiano al dialetto, quindi in un discorso
italiano standard e non conoscendo una parola specifica, può utilizzare una parola dialettale che conosce per colmare la lacuna. Inoltre, il code mixing può essere utilizzato per creare un senso di appartenenza a un gruppo o a una comunità linguistica specifica. Ad esempio, utilizzare parole dialettali durante una conversazione informale con amici o familiari può creare un senso di intimità e connessione. È importante notare che l'uso del dialetto può variare a seconda del contesto e delle persone coinvolte nella comunicazione. Alcune persone possono preferire utilizzare il dialetto in modo più frequente e spontaneo, mentre altre possono utilizzarlo solo in determinate situazioni o con determinate persone. In conclusione, l'uso del dialetto può essere una scelta personale del parlante, determinata da motivazioni emotive, espressive o di adattamento all'interlocutore.italiano emette una parola in dialetto etalvolta può farlo perché non conosce la parola initaliano > tra gli anziani, livello di istruzione basso —>lacuna soggettiva del parlante
Situazioni in cui la lacuna sia oggettiva —> la✔ mancanza di una parola in italiano per esprimere undeterminato concetto va riconosciuta nell’assenzadella lingua italiana nel corrispondente di una paroladialettale
Il code mixing oggi è possibile perché il dialetto oggi èconsiderato in maniera diversa rispetto a un tempo.
STORIA DEI DIALETTISMI : Tra la fine degli anni 70inizio anni 80 l’italiano veniva usato sempre di più anchenegli ambienti famigliari e amichevoli, si pensava chel’italiano deve essere l’unica lingua parlata perché è lalingua ufficiale, lingua della repubblica e il dialetto subisceun processo di stigmatizzazione e viene censuratoperché considerato come mezzo di comunicazione
dicomunità subalterne/ meno colte/meno istruite/ arretrate,in particolare venivano stigmatizzati i dialetti meridionalinel nord, era molto concreto il fenomeno didisapprovazione del dialetto.
Oggi non è più così a quel livello, il dialetto non è più unostacolo per l'unificazione linguistica della penisola, e nonpiù simbolo di bassa competenza linguistica o veicolo peresclusione sociale. Quindi il dialetto viene rivalutato, non èpiù considerato in maniera svalutativa.