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Ricordiamo però che la comunicazione dialogica presuppone la capacità di ascolto dei
pubblici, una capacità utile sia per comprendere l’efficacia della comunicazione, sia per
identificare i bisogni del pubblico.
In questo contesto comunicativo, caratterizzato da quella che Kevin Roberts definisce
economia affettiva, alludendo al fatto che l’identità dell’organizzazione diventa il centro
gravitazionale di un insieme di valori condivisi dal pubblico (gli utenti partecipano alle
dinamiche di comunicazione e di protezione del sistema valoriale), si creano delle vere e
proprie brand communities: attorno al sistema di valori (morali, estetici, civili…) si
costruisce la comunità che offre una base relazionale al rapporto tra pubblico e identità
dell’organizzazione (Jenkins, 2006).
Il PR digitale. Prima, il PR Manager lavorava offline nelle public relations, coltivando il
rapporto con i giornalisti in presenza, via telefono o tramite email. Il PR digitale opera
nell’ambito delle people relations: i rapporti si allargano quindi a tutta la rete,
coinvolgendo influencer, blogger, opinion leader, clienti, fan e curiosi. Il PR digitale
valorizza l’identità e il brand dell’organizzazione, generando un passaparola positivo
(WOM, Word of Mouth). Il PR Manager monitora le connessioni interne ed esterne
all’organizzazione, volte a creare il passaparola positivo.
Egli pianifica contenuti aperti al contributo degli utenti, di cui è in ascolto. Inoltre, non
pubblica solo in occasione dei lanci stampa ma programma un piano editoriale
transmediale sulla base di scenari trimestrali o annuali.
Il PR Manager si aggiorna su tool, tendenze e piattaforme social, cura un portfolio di
esperienze, coltiva il networking e gestisce la presenza online e offline in modo
equilibrato; costruisce una reputazione per l’identità dell’organizzazione che
garantisca la creazione di comunità, crea contenuti in ottica SEO e cura l’ascolto
online, per analizzare i risultati, la reputazione e raccogliere le esigenze dei pubblici.
Il ruolo del PR Manager deve tenere in considerazione alcuni fattori chiave quali, tempo
e tempestività, ascolto e condivisione, fiducia e rispetto reciproco, doppio flusso di
comunicazione/reputazione e fact checking, mediazione culturale e semplificazione
semantica.
Le attività e i compiti. Il PR Manager cura la Corporate Identity, che presuppone
un’immagine coordinata, percepita come proveniente da una stessa entità identificata
da punti di riferimento visuali: colori, font, forme, elementi grafici ricorrenti in tutti i
prodotti così da facilitare il riconoscimento e la memorizzazione del brand e la
visualizzazione dei valori associati. Non è unicamente costituita da elementi grafici ma
anche da tutte le componenti informative ricorrenti come citazioni, tagline,
presentazione del link al sito web.
Il PR Manager cura il Company profile, la carta di identità dell’organizzazione, che
contiene in forma approfondita e multimediale (video istituzionale, gallery…): la storia,
l’evoluzione, la filosofia, i progetti, i traguardi, i valori e gli obiettivi dell’organizzazione. È
collegabile ad una mail ma è concepito sempre in chiave integrata con il web, così da
essere sempre aggiornato e in grado di presentare efficacemente le attività ad ogni
nuovo contatto. Il percorso di organizzazione delle informazioni relative al company
profile inizia con la creazione di un brief in cui si inseriscono: gli obiettivi da
raggiungere, il target da coinvolgere, il messaggio chiave da trasmettere e i punti di
forza e di debolezza sui quali lavorare.
Il PR Manager cura il KIT per i media. Si tratta di un’area online a disposizione di
giornalisti, blogger, influencer, instagramers che, a differenza del sito, raccoglie tutti i
contenuti necessari ai professionisti della comunicazione per elaborare i loro articoli e
video, quali:
I comunicati stampa archiviati cronologicamente;
→ Il digital kit con gli hashtag ufficiali e i social su cui si è presenti;
→ La videogallery con video istituzionale, documentazione di eventi;
→ La fotogallery con didascalie e metadati;
→ L’elenco dei responsabili con ruoli e mansioni;
→ La rassegna media;
→ I contatti utili a instaurare un dialogo (dalla mail alla newsletter).
→
Il PR Manager cura i comunicati stampa, che sono il principale veicolo per inviare un
messaggio ai media. Ogni comunicato è dedicato ad una singola notizia e contiene: data
dell’evento/notizia, luogo di svolgimento, titolo chiaro, un primo paragrafo/sommario
che riassume gli aspetti principali, l’argomento raccontato secondo le regole delle 5W
(Who, What, Where, When, Why), una foto con didascalia e i contatti. Nel Kit per i media,
i comunicati stampa possono essere archiviati cronologicamente, resi multimediali e
diventare parte di una narrazione più ampia, da comunicare sui canali social
dell’organizzazione.
Il PR Manager cura il materiale info-visivo, ovvero tutte le componenti visuali e di
design che hanno l’obiettivo di intercettare l’attenzione dei destinatari, suscitare in loro
il desiderio di interazione con l’organizzazione e approfondirne la conoscenza (primer –
referral – reward): parliamo perciò di gadget (segnalibri, spille, adesivi, penne USB),
supporti ed espositori, scenografie per set fotografici/selfie con hashtag e indirizzo
social su cui condividere, brochure, cartelloni con QR code, vetrofanie e packaging. Ci
sono poi anche le infografiche, che riassumono in un’unica immagine informazioni
complesse. Sono uno strumento importante per divulgare la storia e le attività
dell’organizzazione con uno stile e un registro leggeri e accessibili.
Il PR Manager cura la newsletter e la news release: la newsletter è un canale di
comunicazione professionale che usa l’invio di mail periodiche per stabilire un
contatto regolare nel tempo. Essa non replica le informazioni sui social ma rinforza il
contatto basato sulla fiducia attraverso la content curation, fornendo autorevoli
informazioni sui temi in cui l’organizzazione si è costruita una forte reputazione.
Gli eventi dell’Ufficio Stampa. Analizziamo ora quali sono gli eventi coordinati
dall’Ufficio Stampa o, più in generale, dall’Ufficio Comunicazioni in cui opera il PR
Manager insieme ai referenti per i canali social.
In primis, ricordiamo la conferenza stampa, che è un momento di incontro dal vivo con
i giornalisti, utile per coltivare relazioni. Si tratta di un’occasione per presentare il
progetto, l’evento, l’attività e fornire materiali utili a produrre i contenuti informativi. È
inoltre l’occasione per rispondere a domande e affrontare gli argomenti presenti nel
comunicato stampa in modo più ampio e dettagliato. Deve ovviamente essere integrata
con la comunicazione online, creando una narrazione senza soluzione di continuità tra
ciò che avviene in presenza e il live streaming.
Esiste poi la cartelle stampa, la quale viene resa disponibile nel corso della conferenza
stampa. Può essere cartacea o digitale ma sempre più spesso consiste in un reminder
cartaceo (in base all’immagine coordinata) ad ambienti online. Si tratta insomma di
contenuti predisposti per i giornalisti affinché possano redigere i loro contenuti di
comunicazione. La cartella stampa contiene una presentazione generale dell’evento,
una scaletta con orari, riferimenti e titoli dei relatori, contenuti di approfondimento e
(online) materiali real time, come servizi fotografici e video realizzati durante la
conferenza stampa.
Il press tour è un’esperienza rivolta a giornalisti e comunicatori, i quali sono invitati a
effettuare un tour informativo e esplicativo dell’organizzazione o di un progetto.
L’experience design, rispetto alla conferenza stampa, ha una dimensione dinamica: non
si invitano i giornalisti in un luogo circoscritto ma li si accompagna in un percorso. Il
percorso è anche digitale: attraverso il contributo di influencer e instagramers e l’uso di
hashtag è possibile estendere ai social il design dell’esperienza, facendo percorrere il
tour anche al pubblico connesso.
Parliamo infine di eventi tematici ed eventi mediatici: gli eventi sono sempre mediatici
nella misura in cui sono documentati e comunicati in tempo reale dai partecipanti.
Essi hanno l’obiettivo di potenziare la visibilità, rafforzare l’immagine, fornire
materiale dal forte potenziale spreadable. Sono pensati per essere vissuti
contemporaneamente in presenza e online, attraverso la produzione di un invito
stampa che crei attenzione (primer), la divulgazione di hashtag generali e tematici, e la
risposta alle esigenze dei partecipanti (es. postazioni riservate per scrivere).
Comunicazione pubblica e social media. L’organizzazione instaura un vero e proprio
dialogo online con i propri interlocutori e non comunica solo in occasione di lanci o
eventi specifici: l’organizzazione comunica sempre seguendo cadenze definite dal
piano di comunicazione e dal piano editoriale. Ovviamente, sarà compito
dell’organizzazione scegliere i canali di comunicazione più consoni alla propria
identità e al proprio pubblico. Il piano editoriale consente di mettere in campo una
content curation che deve essere a servizio dei pubblici e che, a sua volta, deve
alimentare il piano editoriale. Il piano editoriale si articola in un calendario di uscite che
prevede: piattaforme, copywriting del post, grafica/art direction, hashtag e link di
riferimento, rubrica e call to action.
Comunicazione e social media
I social media. “I social media sono tecnologie digitali e di rete che abilitano la
condivisione di informazioni ed esperienze tra esseri umani” Ben Parr
Sono tecnologie di comunicazione che si plasmano sulle nostre reti sociali: questo
significa che sono caratterizzati da interfacce fluide. L’elemento comune a tutti i social
è identificabile nella possibilità che gli utenti hanno di plasmare la piattaforma sociale
attraverso l’upload di contenuti originali, la catalogazione, il commento, la
rielaborazione e la redistribuzione di contenuti esistenti. I contenuti possono
assumere diverse forme: testo (come nei blog o su Twitter), post multimediali (come su
Facebook), foto (come su Instagram) o video (come su YouTube).
Per comprendere meglio il potere di penetrazione dei social network, VEDI LE SLIDE
Gli utenti dei social media. Nel 2012, nove antropologi della UCL (University College
London) hanno trascorso 15 mesi vivendo in 9 comunità (tra cui una in Sud Italia) in
tutto il mondo, cercando di comprendere il ruolo dei social media nella vita quotidiana
delle persone. I pr