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1: LA POESIA DI VASARI E LA DEDICA DELLE VITE
la poetica di vasari non ha potuto godere di grandi attenzione e fu sommariamente raccolta all’interno
di un’edizione di bertinelli nel 1906.
il fatto che successivamente si è scoperto che uno dei sonetti non fosse di vasari ha fatto sorgere
molte domande riguardo i criteri impiegati dall’autore; il manoscritto di cui si era proposta l’edizione
infatti era semplicemente un’approssimativa raccolta di tutto ciò che poteva apparire poesia che il
fratello di giorgio aveva rilegato senza pensare che potesse trattarsi semplicemente di una
trascrizione di altri autori.
dunque, la raccolta non poteva essere considerata attendibile: occorreva stabilire quali fossero i testi
di vasari e quali no.
° i titoli
sono un atro problema: all’inizio parevano essere d’aiuto per consentire l’identificazione, ma
successivamente si è capito fossero stati scelti da chi aveva preparato la raccolta.
(esempio: è il caso della sonettessa in cui i curatori sbagliarono il destinatario; credettero si trattasse
di papa Pio V ma in realtà era per papa Giulio III).
° la datazione
è possibile riuscire a datare con una certa precisione quasi tutti i testi: da una parte è possibile perché
vasari scriveva per determinate occasioni, dall’altra perché le poesie riportano dati da cercare nella
sua biografia.
periodo romano
ciò permette di notare come nel periodo romano si verifichi una grande varietà metrica e
sperimentalismo, dimostrando la conoscenza dei classici della poesia italiana.
inizia con due lunghe epistole in ottave, una indirizzata a Ippolito e l’altra a pietro aretino.
in questo periodo si segnala un vasari che tenta la strada di una poesia che vuole riprendere la
metrica quantitativa classica.
è evidente come l’autore trasmetta altre sensazioni all’interno delle sue opere: inquietudine + amore e
il matrimonio che pose fine alla speranza di ricevere benefici ecclesiastici.
inoltre, se si torna all’inizio della sua produzione poetica è possibile individuare un sentimento di
desolazione, legato al fatto che vasari avesse avuto tre figli illegittimi: nel sonetto d’addio a
Maddalena, scritto quando giorgio ha ormai preso la decisione di sposare la sorella minore.
si tratta di un sonetto che non sembra nemmeno ‘500esco, forse per via del fatto che l’autore scriveva
solo temi sentiti e rifiutava la maggior parte delle commissioni. e quando vasari si confronta con
l’ispirazione riesce a raggiungere risultati di estrema modernità.
è presente un sonetto, dedicato a vittoria colonna nelle vite, la cui presenza sembra problematica.
inizialmente viene dedicato alla marchesa in previsione dell’edizione veneziana, ma già nel 1547
morirà. questo fa dedurre che già l’anno prima le vite fossero complete e imperniate intorno alla figura
di michelangelo.
con l’edizione Giustina delle vite ricostruì a suo modo la composizione in modo da nascondere
l’intenzione di averla voluta dedicare alla colonna, in quanto questa seconda edizione verrà dedicata
a Cosimo I nel 1550.
è però probabile che le venga dedicato un terzo sonetto oltre ad una precedente citazione.
si tratta di una prova di vulgata petrarchista, proprio da parte di colui che petrarchista non era; voleva
semplicemente di essere in grado di farlo tanto bene quanto ogni altro petrarchista del suo tempo.
insomma le poesie hanno confermato la profonda preparazione letteraria di vasari e il fatto che
sapeva pensare e variare la sua scrittura a seconda delle esigenze.
Vasari mette insieme generi letterari disparati, ognuno dei quali richiede un linguaggio diverso: è
esattamente ciò che vasari applicherà anche nelle vite. CAPITOLO 4
1: ’38’53: E’ NON HA FERMEZZA
la sfortuna critica in campo artistica ha influito molto sulla valutazione delle vite, molto spesso usate
solo per ricavare qualche informazione dei vari artisti.
la critica ha cioè operato una semplificazione della figura di vasari riducendo la sua attività di scrittore
solo all’ultimo periodo della sua vita, ossia quello in cui fu il principale artefice della politica artistica di
Cosimo I. Tutto il resto è invece passato sotto silenzio, quindi dal ’37 al ’54 in cui si allontanò dai
medici per andare a roma.
(sarà invece in ambiente romano che vasari scrisse la prima redazione delle vite)
erroneamente verrà considerato:
Vasari come coincidenza tra artista di corte e maniera
Vasari come cortigiano opportunista etc
sotto queste sbagliate chiavi di lettura il peso dato al periodo fiorentino diventa ponderante rispetto
alla sua attività al servizio del più grande nemico dei medici: famiglia farnese sotto il pontificato di
Paolo III.
la differenza tra le due edizioni starebbe tutta nel fatto che la seconda è un’opera cortigiana pervasa
dal clima di celebrazione di firenze e delle sue tradizioni e su questa considerazione si è venuto a
creare il mito del primato della parte fiorentina della vita di vasari.
ma il fatto di aver proiettato la realtà finale di vasari cortigiano su tutta la sua attività ha influito
negativamente anche su un recente studio di critica.
la mancanza di un’approfondita biografia di vasari ci costringe a ripercorrere gli anni del distacco dai
medici dopo l’educazione ricevuta negli anni dell’adolescenza e della prima gioventù.
° 13 anni: iniziano i primi contatti con la famiglia medici
iniziò i suoi studi proprio presso questa casata, circondato da personaggi quali il futuro cardinale
Ippolito e il duca Alessandro, sotto la guida dell’insegnante Pieio Valeriano, a cui vasari non era per
nulla interessato.
° 26 anni (1537): inizia una lunga crisi fino al 1554, in cui interrompe i rapporti con casa
medici.
nel ’35, il suo protettore, Ippolito, muore, dando vita a una crisi latente che scoppierà poi con
l’assassinio del duca Alessandro per mano del cugino.
tutto ciò farà perdere a vasari la fiducia nella corte e nelle vicende del mondo a cui viene opposta una
speranza di trovare pace rifugiandosi nella fede e nel sentimento religioso.
questa crisi non solo anticipa quelle che saranno le testimonianze religiose del ‘500, ma anche la
dimostrazione di come quest’esplosione in vasari si manifesti in un atteggiamento politico: la
condanna alle corti.
nel ’37 parte per Arezzo in preda a una profonda crisi depressiva, descritta minuziosamente
dall’autore.
la via d’uscita gli viene proposta da giovanni pollastra, suo primo educatore fino ai 13 anni, che gli
propone di andare all’eremo di Camaldoli a dipingere per i monaci.
così oltre a poter soddisfare le sue ansie religiose potè anche vivere una vita serena e all’aria aperta.
la sua salute migliora
il miglioramento è testimoniato dal cambio di stile: dai toni cupi della malinconia a quelli elegiaci della
salute, che lasciano spazio a toni sogni delle opere latine di Petrarca. (testomoniano la capacità
epistolare di vasari sin dagli inizi)
in questo stesso periodo però si fa sentire l’opposizione tra la salvezza dell’anima alla crescita
personale e artistica che lo conduce a ritornare nelle corti.
tornato da Camaldoli fu quasi obbligato a realizzare una copia del dipinto di raffaello per volontà di
Ottaviano, raffigurante papa leone X con i cardinali Giulio dei medici e dei rossi: sarà l’ultimo lavoro
realizzato prima di partire per roma.
° 27 anni (1538): giunge a roma per continuare i propri studi e affinare la sua maniera sull’arte
antica.
pochi mesi dopo Ottaviano cerca di convincerlo per tornare a firenze alle dipendenze di Cosimo ma
vasari fu irremovibile e lo testimoniano due lettere non datate, di tenore e stile completamente diversi:
● I lettera-> scritta nel registro ufficiale con toni pomposi
non fa un grande effetto su Ottaviano che lo dichiara pazzo a non voler tornare
● II lettera-> scritta nel registro molto più basso dai toni comici
questa pare un elogio alla pazzia, ma tratta comunque questioni molto serie poiché riguardano
un’idea adi vita libera dalle corti. questa farà effetto su Ottaviano
fu una liberazione che durò dal ’38 al ’54, totalmente taciuto nella critica vasariana.
ad ogni modo in questo periodo vasari potè continuare la sua personale ricerca artistica di cui si
ricordano i soggiorni a roma, venezia, napoli etc. oltre i frequenti ritorni in toscana.
° 34 anni (1545): arriva il momento di trovare una dimora stabile per cui entra al servizio del
cardinale Alessandro farnese
pare una decisione incentivata dagli amici Paolo Giovio Annibale Caro, senza però sapere che
avrebbe ostacolato il suo ritorno in toscana.
[contestualizzazione: nel ’37 Cosimo I fu scelto per diventare nuovo duca di firenze, trovandosi però
ostacolato dalla famiglia farnese che intendeva estendere alla toscana la sua politica filo francese.
la politica anti medicea avrà come massimo sostenitore proprio alessandro farnese che aveva
raccolto intorno a sé sostenitori della politica anti medicea ]
in questo modo vasari sceglieva apertamente di schierarsi nemico dei suoi precedenti protettori.
a questo periodo vasari fa risalire la prima redazione delle vite, dopo aver ricevuto l’impulso di
dedicarsi alla scrittura storica proprio su consiglio dei letterati radunati attorno ai farnese.
già nel 1547 la prima redazione era pronta quando però incorse in un incidente privato: innamoratosi
di Maddalena Bacci, ebbe da lei due figli illegittimi. non si conoscono le cause ma, nonostante la
possibilità di farli riconoscere al papa, decise di non sposarla.
Maddalena dunque sposò un altro uomo e Vasari scelse la sorella minore di Maddalena, di soli 11
anni.
sicuramente il matrimonio costrinse vasari a rivedere i suoi piani: ora è spinto a trovare una
sistemazione in toscana e soprattutto non poteva più percorrere la strada chiericale.
1549: muore Paolo III per cui vasari dovette prendere la decisione di staccarsi dai farnese e puntare
su un ritorno a firenze; così per imbonirsi Cosimo I deciderà di dedicare a lui le vite.
dopo avverrà l’elezione di Giulio III al soglio pontificio e questo rimette ancora la cose in discussione:
vasari è di nuovo incerto su firenze o roma. dopo poco tempo si rende conto della sua volubilità, cosa
che lo avrebbe convinto a propendere un’altra volta sulla toscana per unirsi con la moglie e di nuovo
entrare al servizio di Cosimo.
così la prima edizione delle vite viene ufficialmente pubblicata con dedica a Cosimo nella speranza di
ingraziarsi il duca.
l’opposizione al ritorno dell