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EDIZIONE CRITICA

Un edizione viene de a cri ca poiché l’editore deve fare delle scelte basate sul metodo con cui cerca di ricostruire il

testo nella versione più vicina a quella voluta dall’autore. Molto spesso nel caso di opere medievali si lavora in assenza

di un’opera originale ed il metodo stemma co e la cri ca si occupano proprio di questo problema.

Un’opera manoscri a dall’autore è de a autografa, mentre un opera manoscri a realizzata per mano di un altro

amanuense so o la sorveglianza dire a dell’autore viene chiamata tecnicamente idiografa. In alcuni casi, anche nel

Medioevo possiamo avere delle opere autografe, come il Decamerone di Boccaccio, di cui abbiamo circa diciasse e

firme autografe. Nel caso del Canzoniere di Petrarca invece, sappiamo che è in parte idografa e in parte autografa. Nel

caso in cui sia autografa siamo al corrente del fa o che l’opera è nella sua forma defini va così come l’ha voluta l’autore,

nell’altro caso ci basiamo su copie di copie, di conseguenza si fa fa ca a capire quale fosse il testo originale. La cri ca del

testo viene de a anche ecdo ca, un termine che deriiva dal greco e significa dare alla luce/pubblicare, mentre il lavoro

che nasce da questo metodo viene definito edizione cri ca.

Le carte autografe, comprese quelle non facen parte dell’opera defini va, sono l’ogge o dello studio della filologia dei

tes d’autore o cri ca gene ca, che si occupa sopra u o di valutare e analizzare il processo crea vo che ha portato

un’opera alla sua versione defini va.

LE ABBREVIAZIONI sono state divise in sei diverse categorie:

1. Per troncamento, una parola è abbreviata per troncamento quando ne viene espressa solo la prima parte e le

le ere finali mancan vengono espresse mediante un segno di abbreviazione.

Alcune le ere come us e cum sono molto simili, le si dis ngue per il loro posizionamento sul rigo.

2. Per contrazione,

3. Per segni abbrevia vi con significato proprio, ad esempio, fra i più usa ci sono:

- oppure un tra no orizzontale sopra alla parola che si chiama Titulus o lde di nasalità, poiché abbrevia una

consonante nasale

4. Per segni abbrevia vi con significato rela vo, a seconda della posizione che occupano quindi cambia il

significato, se si trovasse un tra no sopra la n, ad esempio, potrebbe

indicare il non della negazione, sopra la m invece indica un’altra cosa

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- Oppure i tagli sulle aste ver cali delle le ere

cambiano significato a

seconda di dove li si me e.

5. Per le ere sovrapposte, solitamente le vocali sovrapposte a consonan possono indicare sé stesse o una r

- oppure la U che veniva so ointesa

- oppure la A, E, I, O, U, per qua, qui, quo, que vi è una q con una

piccola i sopra che le so ointende

6. Per segni convenzionali.

CHRÉTIEN DE TROYES, agli occhi della cri ca è considerato come uno dei grandi autori della le eratura in an co francese.

Scrisse prevalentemente romanzi in cui i toli si riferiscono ai loro protagonis :

- Erec et Enide, in cui vi è il cavaliere Erec che si sposa con Enide e a seguito di ciò di dedica più al loro matrimonio

che alla vita di cavaliere. Questo gli viene rinfacciato dai compagni, che lo accusano di essere re creante. Decide

quindi di par re all’avventura per risca arsi insieme alla moglie che lo accompagna, ma che aveva l’obbligo di

non dover mai parlare. Alla fine, riescono così a ristabilire l’equilibrio.

- Cligés, in cui vi è un cavaliere legato ad una donna che però è sposata con lo zio, ovvero Fenice. Lo zio viene

tolto di mezzo, Cligés di conseguenza diventa re dell’impero che gli viene lasciato e si sposa con Fenice. Ci sono

dei riferimen molto precisi al romanzo di Tristano e Iso a, un’opera che venne scri a intorno alla seconda

metà del XII secolo. In cui viene messo in scena il nipote, lo zio e la moglie dello zio. In questo caso però ha una

fine tragica, perché Tristano avendo una relazione adulterina con la moglie dello zio, cioè Iso a la Bionda, viene

allontanato dalla corte e si sposa con un’altra Iso a de a dalle Bianche Mani, con la quale non consumerà mai

il matrimonio. Mentre si trova lontano, Tristano viene ferito mortalmente, e manda a chiamare Iso a la Bionda

che ha delle do di curatrice, dicendo che, qualora ella sia salita sulla nave quest’ul ma dovrà avere le vele

bianche, altrimen dovrà averle nere. La moglie Iso a dalle Bianche Mani lo inganna, dicendo che le vele erano

nere, quando in realtà ciò non era vero, di conseguenza Tristano muore e una volta arrivata da lui morirà anche

l’amata di dolore.

- Yvan ou le Chevalier au lion

- Lancelot ou le Chevalier de la charre e, questo romando e quello precedente vengono scri a breve distanza

l’uno dall’altro. Questo testo viene terminato da un collaboratore di Chré en de Troyes, poiché si spostava dalla

corte di un mecenate all’altra. L’opera è dedicata alla sua prote rice, ovvero la contessa Maria di Champagne.

- Perceval ou le Conte du Graal, me e in scena le avventure ma anche la formazione umana e cavalleresca del

protagonista Perceval. Si presenta all’inizio come un ragazzo un po’” selva co”, ma un giorno incontra dei

cavalieri e ne rimane abbagliato, così decide di diveltarlo a sua volta. Ad un certo punto il protagonista si trova

nel castello del “re Pescatore” e assiste alla processione di alcuni ogge simbolici, fra ques vi è il Graal che è

una sorta di vassoio per le pietanze. Non sappiamo con precisione però come vada a finire perché l’opera è

rimasta incompleta, dato che l’autore morì prima di poter terminare l’opera.

- Del roi Marc et d’Y sal la blonde (del re Marco e di Iso a la Bionda), questo testo è stato perduto, sappiamo che

è esis to perché nella parte iniziale del Cligés l’autore disse “io sono quello che ha scri o Erec et Enide, I

comandamen di Ovidio, e che ha trado o le metamorfosi Ovidiane…” I romanzi a quei tempi erano sempre in

versi brevi quindi in dis ci di octosyllabe a rima baciata. Tu e queste opere me ono in scena personaggi del

mondo arturiano. LANCILLOTTO O IL CAVALIERE DELLA CARRETTA

Lancillo o è il protagonista di un triangolo, ovvero quello tra il re Artù e la moglie Ginevra. Non era il genere che tra ava

solitamente l’autore ma è probabile che gli sia stato commissionato da Maria di Champagne. Si fa riferimento alla carre a

dell’infamia, ovvero una carre a sulla quale venivano trasporta i delinquen mentre li si portava al processo o alla

condanna. Artù sale su questa carre a perché la sua amata è stata rapita da un altro cavaliere che abita in un regno che

assomiglia all’aldilà, in questo caso si fa riferimento al conce o di aldilà del folklore Cel co. Tra le varie prove che deve

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superare per raggiungere Ginevra, gli viene chiesto dal nano che sta guidando il carro di salire sopra alla rocca lì vicino.

Artù a questo punto riesce a salire e a rivedere Ginevra e tu o termina bene.

Abbiamo un elenco dei manoscri in cui è stato tramandato questo romanzo, ma lo troviamo completo solamente in

due ovvero il P = Paris, BnF, fr. 794; primo terzo del sec. XIII (completo, salvo 22 vv.) e il P11 = Paris, BnF, fr. 12560; XIII

sec. (completo), gli altri sei manoscri che abbiamo presentano solamente alcune par .

P = Paris, Bibliothèque na onale de France, fr. 794, c. 27r

Di questo codice sappiamo che il copista è Guillot De Provinz originario della stessa

regione linguis ca dell’autore, cioè la Champagne. Fece una raccolta di tu i romanzi

di Chré en de Troyes e i filologi pensano che abbia anche editato alcuni pun del testo.

L’iniziale è de a abitata, poiché al suo interno ha una figura umana che in questo caso

è proprio Maria di Champagne.

P- Puis que ma dame Poiché la mia signora

de chanpaigne. di champagne

vialt q(ue) romans vuole che inizi

afeire anpraigne. a fare un romanzo.

P11 = Paris, Bibliothèque na onale de France, ms. fr. 12560 (XIII sec.), c. 41r

Il mo vo del capole era in questo caso si dice a puzzle, poiché il blu e il

rosso sembrano incastra fra loro. È presente all’inizio una rubrica che dice

“Ci apres comence li romanz fou chevalier de la charete”

P11- Desque ma dame Dal momento che la mia signora

de champeigne. di champagne

velt que romanz vuole che inizi

afaire enpreigne. a fare un romanzo.

Me endo a confronto ques versi con altre versioni ancora:

P) Puis que ma dame de chanpaigne

vialt q(ue) romans a feire anpraigne

P11) Des que ma dame de champeigne

velt que romanz a faire enpreigne

Es) Des que la dame de champaigne

veut q(ue) ro(m)mans a faire e(n)p(re)gne

Pr) Des ke ma dame de champagne

velt ke roma(n)s a faire e(n)pragne 9

Ci sono delle varian di forma, ma anche di sostanza ovvero delle parole che sono completamente diverse perché

qualcuno durante il processo di copiatura ha innovato il testo. In questo caso si tra a di Puis que e des que, che

significano poiché e dal momento che. Queste varian sono giuste perché non denunciano il fa o che il testo funzioni,

semplicemente una di queste non è la versione pensata dall’autore nell’opera originale. Queste varian vengono de e

adiafore o indifferen .

Il metodo stemma co cerca di dare un ordine ai manoscri per tentare di capire se si possa ricostruire la lezione

originale. Per lezione si intende il termine tecnico che si riferisce ad un qualsiasi punto di un determinato testo, che può

essere una frase, una parola… Per tentare di risolvere il problema tra varian adiafore il metodo stemma co cerca di

stabilire quali siano i rappor fra i manoscri che tramandano un determinato testo. Quando si parla di un manoscri o

che tramanda un determinato testo, si parla di tradizione, e quando si parla di tradizione quindi ci si riferisce all’insieme

delle tes monianze che riportano quel testo.

La tradizione può essere dire a o indire a:

- La tradizione dire a è cos tuita da tu i manoscri /tes moni che tramandano il testo di cui si vuole fare

ipote camente l’edizione.

- La tradizione indire a è cos tuita da un insieme di tes monianze che si riferiscono a quel preciso testo, come

ad esempio le traduzioni, le parodie, oppure le citazioni fa e da altri autori su quel determinato manoscri o. Il

Milione di Marco Polo, per esempio, lo conosciamo grazie alle sue traduzioni, questo testo venne scri o in

franco-italiano da Marco Polo e Rus chello da Pisa nelle carceri di Genova, ebbe un grande successo e quindi

venne trado o in mol ssime lingue europee. Molte volte, la tradizione indire a dà informazioni in più, se si

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LucreziaGruppioni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Concina Chiara Maria.
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