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RESPONSABILI:
- Diego Marchica = ZICCHINETTA, ex carcerato con numerosi precedenti penali che insozzano la sua fedina. Giocatore d'azzardo ESECUTORE MATERIALE
- MANDANTE: Rosario Pizzuco! (il responsabile delle intimidazioni a danno del Colasberna)
- Boss: Mariano Arena
Analisi:
- Alternanza di un capitolo narrativo e uno dialogico
- Dialoghi: interlocutori per lo più anonimi, sta al lettore "raccapezzarsi" tra virgolette
- Romanzo Giallo. Infatti abbiamo schemi e topoi tipici del POLIZIESCO
- Romanzo di denuncia!!!!!!!!!! Contro: VIOLENZA, INTIMIDAZIONE, SISTEMA DI Omertà ERETICENZA, MINACCE MAFIOSE, LA COLLUSIONE POLITICA! (complicità)!!!!!!!!!!!!!! (letteratura impegnata) + svelare i meccanismi che si celano dietro la criminalità organizzata/organizzazione criminale.
- Presentazione personaggi INDIRETTA: si deducono le loro caratteristiche dalle azioni, tuttavia per il protagonista vi sono dei punti in cui Sciascia si sofferma sulla sua etica e i
Suoi ideali in quanto uomo al servizio della giustizia per scelta, nonché ex partigiano! Determinazione, forza di volontà, correttezza, precisione, astuzia ed intuizione, le qualità del detective, sensibile e rispettoso degli interrogati, non sfrutta la propria posizione per intimidire o assumere atteggiamenti di superiorità, ma tenta di mettere a proprio agio gli interrogati, e peraltro rimane deluso nel vedere che invece la lingua che conoscono meglio e a cui rispondono è quella della minaccia!-
Stile: limpido, chiaro e logico (ricordiamo che voleva raggiungere un pubblico ampio!) alla maniera di Calvino. Fa uso di paragoni (usati per chiarire una sensazione e avvicinare un evento al lettore, paragonandolo a qualcosa che riesce facilmente a comprendere) estremamente efficaci ed icastici come quello che spiega come il Maresciallo si sia accorto dell'assenza del panellaro sulla scena del crimine. Tono disincantato, a tratti ironico che devia anche sul sarcastico.
mai enfatico opatetico!!!!!!!!!!- “continentale” = gentile ma non capisce niente, cortese e rispettoso- L’introduzione del protagonista avviene in maniera del tutto indiretta, lui non appare sulla scena del crimine ma ne viene informato dal maresciallo. Le interazioni con i suoi collaboratori sono rivestite da una leggera patina di insofferenza mista a condiscendenza per un ex-partigiano farcito di ideali che, però, in Sicilia gli servivano a ben poco, se non ad essere criticato perché “vede mafia ovunque appena sbarcato al di là dello stretto” senza accontentarsi delle spiegazioni “ovvie” come quella del DELITTO PASSIONALE.- DELITTO PASSIONALE: si scopre subito, quindi entra nell’INDICE ATTIVO della polizia, inoltre si sconta in poco tempo quindi è usato come alibi ed entra nell’indice attivo della mafia.- Pessimismo critico e razionale, con una punta di speranza al fine: nonostante i tributi ai variautori,Sciascia è lontano dal pessimismo storico senza luce di Verga, e anche dall’immobilismo di Lampedusa. Riprende tematiche come la famiglia e il tradimento di Pirandello, ma il tono è sicuramente più razionale perché l’intento finale è quello di critica sociale.
- LO STATO PER IL SICILIANO è LA FAMIGLIA.
- FASCISMO IN SICILIA: mori, spietato inviato di mussolini per risolvere la questione mafiosa, di certo non poteva accettare che ci fosse un potere altrettanto forte parallelo al suo, si sentì sfidato e minacciato. sospensione dei diritti costituzionali che tutelano gli imputati.
- INIZIO IN MEDIAS RES: il lettore è catapultato sulla scena senza commenti o preamboli
- PARAGONI MONDO UMANO E MONDO BESTIALE “si sentiva morto come un pulcino tra le fauci di un cane”; “la paura gli stava dentro come un cane arrabbiato” (26-102)
- ALIBI MOLTO FORTE FORNITO DA UNA PERSONA DI TUTTO RISPETTO!
- COSCA: fitta
corona le foglie del carciofo > per estensione anche gruppo mafioso.
Opposizioni binarie che attraversano il romanzo:
- Mafia e antimafia
- NORD-SUD
I siciliani vedono i nordici con uno sguardo di sufficienza, perché viene detto che sono gentili e “amodo” ma non capiscono e sono pieni di pregiudizi.
Bellodi comprende come questo sistema abbia potuto proliferare in un ambiente ristagnante, immobile, perché è inevitabile che l’acqua che ristagna crei ambienti malsani. E così le varie dominazioni hanno cambiato il padrone ma non la condizione dei sottomessi (FIABA IL VECCHIO EL’ASINO). Sicilia dominata dalla paura, l’omertà, lo sfruttamento, i clientelismi, la continua ricerca di protezioni, la speculazione edilizia, la permanenza di istituzioni feudali.
DIRITTO-ARBITRIO
Dialogo tra Bellodi e Parrinieddu, emerge questa opposizione: da un lato abbiamo Bellodi che parla e agisce in nome della legge e della giustizia umana in cui
crede fermamente, così come crede nella sua missione in quanto amministratore della giustizia. In quanto ex partigiano tiene molto a proteggere/essere garante la legalità per cui lui stesso ha lottato. Ma per parrinieddu, non esiste legge, solo arbitro e chi ha il potere può imporre il proprio arbitrio agli altri. Chi rappresenta la legge sceglie quanto e come farla valere, non è oggettiva. Trova il capitano felice, felicità data dal potersi imporre sugli altri: quindi la felicità e la soddisfazione che vengono dall'esercizio della forza e dal sopruso.
CITAZIONE: "se per avere giustizia un uomo dovrà venire da noi e non da voi, la mafia non cesserà mai di esistere"
SCRITTURA-Oralità
Fin dalla prima interrogazione a cui il lettore assiste, si comincia a notare una generale repulsione e una diffidenza verso la scrittura, i tre soci della Santa Fara tentano di evitare di scrivere le proprie generalità su un
L'accusarsi a vicenda. Scrittura = legalità; oralità = mafia- Bellodi-Arena = SPANNUNG del dialogo in caserma, due "uomini" come dice Arena messi a confronto, con tranelli retorici messi in atto per "vincere": una retorica intesa a cogliere l'altro in fallo e una retorica di difesa per aggirare le trappole. Una interazione magistrale, serrata e vivace, aliena da sbavature patetiche!!!!!!!!!!!
Mariano Arena e visione: Anche il secondo protagonista della vicenda, il BURATTINAIO potremmo dire, appare per la prima volta come INTERLOCUTORE ANONIMO mentre parla con il Marchica, da questo dialogo, estremamente interessante, emerge la prospettiva del boss sul mondo, sulla società soprattutto. È un uomo protetto, per cui ILIADE DI GUAI (19 ca, p.sposi) secondo Maresciallo.
Dialogo 1: con Diego Marchica che riveste il vecchio di un'aura quasi leggendaria da vecchio saggio, un filosofo per certi discorsi, ed anche una sorta di leggenda
Appunto per la prontezza, il calcolo, l'astuzia che lo avevano guidato durante gli anni della sua ascesa a boss di mafia... la crudeltà, la spietatezza. - Sbirri, preti e cornuti: predestinazione genetica, una indole naturale che porta alcuni individui a essere sbirri, preti o cornuti. Non tutti lo sono: ci sono i galantuomini che accordano favori alla mafia e sono conniventi, gli stupidi che non si accorgono di essere manipolati, e infine quelli nati. - Umanità = UN BOSCO DI CORNA - Non solo gli individui nascono cornuti ma anche un intero popolo (Fascismo appende bandiere alle corna, democrazia lascia che ognuno se le appenda da sé). I membri della mafia però non sono cornuti, camminano sulle corna degli altri: 1. PRETI, 2. POLITICI, 3. Mafiosi! C'è il pericolo di rimanere infilzati, ma chi ti ha infilzato, muoio, ma tu sei un cornuto. - Parlano di Parrinieddu: ti getti contro la SANTA CHIESA... è Morto nel cuore degli
amici.Dialogo 2: incontro scontro verbale- Sembra quasi crollare quando Bellodi tocca dei nervi scoperti come la figlia e la famiglia. Eppure incassa il colpo, sembra inalberarsi ma poi recupera il controllo. Anche quando si parla di denaro e di evasione fiscale e di finanza. Non si scompone perché sa bene di avere le conoscenze giuste e l'influenza necessaria per mettere tutto a tacere.
Dà risposte evasive- Ha un CODICE D'ONORE E UNA SCALA DI VALORI: uomini, mezz'uomini, ominicchi, piglianculo, quaquaraquà- Onestà intellettuale: definisce Bellodi un uomo anche se un nemico, nello stesso stile di Cesare che nei suoi COMMENTARII amava esaltare i germani e i vari popoli con cui si confrontava in battaglia perché più alta è la levatura ed il valore del nemico (impareggiabili), più risonanza e spettacolarità assume la vittoria, degna di lode e spettacolare. Dunque Arena rievoca offese e soprusi ricevuti da altri.
Comandanti come lui che sfruttavano la loro posizione per sopraffare l'indagato. - "la verità è nel fondo di un pozzo": se ti avvicini alla verità vai in contro alla morte. - Bellodi sa di non poter redimere il capo mafia, non tenta nemmeno di contraddire la sua visione brutale, spietata quanto ferrea della scala sociale. SA CHE FARE LEVA SUL SUO LATO EMOTIVO E SULLA SUA COSCIENZA, SUI SENSI DI COLPA NON AVREBBE GIOVATO A FARLO CONFESSARE!!!!! - Più si scende in basso più per Arena è giustificabile l'uso della violenza: sono categorie alla stregua di bestie che non hanno diritto di stare al mondo. Bellodi e visione: - Giovane di Parma, alto e di colorito chiaro che già lo pongono in opposizione al colorito scuro dei siciliani. Lucidità e professionalità, acume, inquadra quasi subito la situazione nonostante i tentativi di deviazione e le mezze confessioni e le delazioni parzialmente inesatte, le false piste dellei nelle sue conversazioni quotidiane. Ha una passione per la letteratura e la poesia, e spesso si perde tra le pagine di romanzi e versi. La sua mente è un labirinto di parole e pensieri, e ama condividere le sue riflessioni con gli altri. Le sue lettere anonime sono un modo per esprimere se stesso senza rivelare la propria identità. Attraverso queste missive, trasmette emozioni profonde e pensieri intimi, lasciando un segno indelebile nel cuore di chi le riceve. Le sue parole sono come un abbraccio, un conforto per l'anima.