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Dopo lo Scisma Anglicano iniziarono le mystery plays di tipo Protestante, quindi ci
furono spettacoli che denigravano i cardinali cattolici, che mostravano la debolezza
della Chiesa di Roma.
Enrico VIII iniziò a far controllare gli spettacoli pubblici e dal 1543 partì un nuovo
periodo di censura: gli interludi con temi religiosi furono proibiti. A Londra fu vietato
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ogni genere di interludio, la forma di teatro più popolare. Il controllo fu un ostacolo
per gli attori elisabettiani, ma contribuì alla formazione delle grandi compagnie.
Oltre che controllare i drammi, divenne necessario controllare gli attori. I teatri più
pericolosi e difficili da controllare erano quelli del nord cattolico. Lo Stato aumentò il
controllo sugli attori di provincia.
Il motivo di questi controlli e delle censure era il clima di tensione religiosa
dell’epoca, da cui originavano problemi politici e sociali. Non c’era un rapporto
equilibrato e pacato fra Stato e Chiesa, dopo lo Scisma.
Per questo si decide di dare un ordine alla parte più disordinata della popolazione,
ovvero gli attori e i teatranti. Bisognava distinguere tra “vagabondi” e coloro che
venivano definiti “retainers” (ovvero coloro che avevano qualche legame con una
casata importante). I vagabondi erano un problema già dal Trecento, e includevano
anche i soldati sbandati, protetti solo dal fatto di indossare la livrea di qualche
nobile.
Retainer è un termine ampio, come “menestrello”, poiché poteva comprendere
quasi tutta la scala sociale, dalla piccola nobiltà locale che indossava la livrea di
qualche signore, ai piccoli proprietari terrieri, fino alle classi più basse.
Nel 1545 Enrico VIII ordinò che tutti i vagabondi che non appartenevano a qualche
casata importante venissero arruolati nella Marina. Quindi, senza una livrea, nessun
attore itinerante poteva fare parte di una compagnia riconosciuta dalla corona.
I teatri e l’attività teatrale non erano ben visti. I Puritani iniziarono una feroce
campagna di screditamento e veri attacchi fisici ai teatri che causarono anche la
morte di 8 persone, quando un palco crollò al Paris Garden, in seguito a un attacco.
La censura prevedeva che ogni “interlude” doveva essere esaminato da due sceriffi
e sottoposto all’esame del re stesso oppure di un Consiglio (Privy Council). Questa
norma ci fu anche sotto il regno di Maria I: ogni opera doveva essere verificata dal
Privy Council, e la regina proibì a priori qualsiasi riferimento a tematiche religiose.
Si voleva a tutti i costi diminuire il numero di attori in circolazione, per cui fu
emanata una legge contro il vagabondaggio, che imponeva che ogni compagnia
dovesse avere una licenza. La legge voleva limitare il numero di compagnie, per
incoraggiare il professionalismo degli attori.
Nel 1583 Elisabetta I fondò una compagnia sotto il suo nome (Queen’s Men),
sperando di mettere fine alle rivalità tra i diversi nobili proprietari di compagnie. 3
Ogni compagnia doveva trovare il modo di finanziarsi e quindi di sopravvivere. La
compagnia era una vera e propria organizzazione commerciale che girava attorno
agli azionisti e come contorno aveva attori, personale del teatro, impresario.
La compagnia di sir Burbage era una delle compagnie principali legata da contratto;
nel 1574 Burbage fece costruire il Theatre.
I Queen’s Men mantennero un ruolo importante a Londra, perché avevano firmato
un regolamento imposto che prevedeva che tutti gli spettatori uscissero dallo
spettacolo prima del tramonto, e che non ci fossero rappresentazioni durante le
festività e nessuno spettacolo notturno.
L’attore più importante dei Lord Chamberlain’s Men era Richard Burbage, figlio del
finanziatore della compagnia. Il contratto per il Theatre stava per concludersi, quindi
la compagnia dovette affittare un altro terreno (allotment) per costruire un nuovo
teatro. Demolirono in segreto il Theatre e usarono la sua struttura in legno per porre
le fondamenta del Globe. Anche un azionista del Blackfriars (teatro privato) si unì
alla compagnia e da allora i Lord Chamberlain’s men gestirono sia il Globe sia il
Blackfriars. Gli attori potevano esibirsi al Globe in estate e al Blackfriars in inverno.
Per quanto riguarda la composizione delle compagnie, quelle composte da ragazzi
lavoravano nelle halls (luoghi chiusi) e non nelle playhouses. Le compagnie si
avvalevano anche di adulti e di attori adatti ad intrepretare ruoli femminili. I
dilettanti iniziavano il loro apprendistato a dieci anni e se rimanevano nella
compagnia, potevano ottenere i ruoli importanti degli adulti verso i 21 anni, ma non
era una regola fissa.
Gli azionisti dovevano pagare l’affitto del teatro, il noleggio o la fabbricazione dei
costumi, le paghe degli attori e le tasse. I ragazzi-attori erano pagati meno rispetto
agli adulti, che però erano chiamati occasionalmente. Durante il periodo in cui le
rappresentazioni erano proibite (es. Quaresima) nessuno veniva pagato.
Il “playwright” (drammaturgo) era un impiegato della compagnia, che lo stipendiava,
a meno che non fosse un azionista.
Le compagnie cittadine di Londra dovevano guadagnare anche in periodi duri, come
quelli segnati dalle pestilenze, per cui erano costrette a cambiare spesso
destinazione spesso e di conseguenza il loro repertorio era estremamente ridotto.
Le loro rappresentazioni avevano luogo nelle town halls. 4
Il testo drammatico
Le compagnie di attori Inglesi si incontravano nelle taverne per ascoltare gli autori
dei drammi che leggevano le loro opere ad alta voce, poi decidevano se metterle in
scena. Se un testo piaceva, veniva trascritto in una brutta copia e conservato.
Molti testi che conosciamo oggi non sono gli originali, poiché i copioni iniziali erano
spesso utilizzati come basi per creare nuovi drammi partendo dal testo iniziale.
Quindi i drammi subivano manipolazioni e modifiche per diventare ciò che sono
oggi.
Molti drammi si basavano sull’improvvisazione (definiti mummings o disguising), ed
erano caratterizzati da danze e da rappresentazioni in maschera. Ogni dramma era
proprietà della compagnia. Il drammaturgo doveva a rinunciare a ogni diritto di
proprietà sul testo, una volta che la compagnia lo aveva approvato e l’editore lo
aveva pubblicato.
Le compagnie consideravano un plagio una rappresentazione, di un dramma da loro
acquistato, senza la loro autorizzazione. I drammi venivano stampati in edizioni
economiche: il formato standard era il “quartos” (quarto), non aveva copertina ed
era destinato a non essere usato a lungo. Esistevano anche edizioni denominate
“Folio”, che potevano durare di più. I drammi stampati in quarto non ebbero molto
successo, perché i lettori li ritenevano drammi di poco conto.
Il testo scritto conteneva anche la dramatis personae (i personaggi), tutte le stage
directions (didascalie, indicazioni di scena), sebbene in età Elisabettiana le
indicazioni fossero ridotte al minimo.
Il pubblico
La classe sociale che partecipava più attivamente alle rappresentazioni di
Shakespeare era la classe media, composta da insegnati, borghesi… Le diverse classi
erano: nobles e gentlemen, citizens e inhabitants del “borough” (borgo), gli yeomen
(piccoli proprietari terrieri), gli artigiani.
La classe degli artigiani aveva grande importanza a teatro perché artigiani e
apprendisti si recavano a teatro per diminuire le ore di lavoro. Le donne non
avevano alcun diritto di proprietà e solo le prostitute potevano fare un’attività
riconosciuta come vera e propria professione.
L’alto numero di donne presenti agli spettacoli fa capire quanto il teatro fosse
importante per le persone illetterate, perché molte di queste donne non sapevano 5
nemmeno scrivere il proprio nome. L’alta presenza di prostitute, invece, era dovuta
al fatto che si trovavano in ogni luogo affollato, per attirare i clienti.
I teatri al chiuso costavano di più rispetto a quelli all’aperto. Nei teatri all’aperto la
luce utilizzabile era solo quella solare, perciò le rappresentazioni cominciavano
intorno alle due del pomeriggio. Le rappresentazioni nei teatri all’aperto però, erano
più disturbate dai problemi di acustica che da quelli climatici. Il pubblico dei teatri
all’aperto era molto più chiassoso di quello dei teatri chiusi.
I Teatri
Prima del 1576 gli attori recitavano negli scaffolds (palchi montati per cerimonie o
nei mercati), poi furono costruiti il St. Paul (teatro privato) e il Red Lion, teatro
montato nel cortile di una fattoria. Burbage è stato il primo costruttore di teatri, e
infatti il Theatre fu costruito per alzare il livello di professionalità in questo campo. Il
Theatre fu costruito grazie a una licenza della regina Elizabetta I per i Leicester’s
Men.
C’era il problema dell’area di costruzione del teatro, di quale terreno scegliere
perché il Consiglio cittadino si opponeva all'uso dei terreni appartenenti alla città. Ci
si orientò verso le liberties: periferie cittadine, o comunque luoghi esterni alla città,
che di solito erano dedicate al piacere, all’intrattenimento ma soprattutto erano
fuori dalla giurisdizione della municipalità.
Le liberties erano una zona di transizione tra due poteri: erano libere dai doveri
verso la Corona e non erano sotto la giurisdizione degli sceriffi londinesi. Facevano
parte della città ma ne erano legalmente separate (borghi illegali). Proprio in questi
posti trovò le sue radici il teatro elisabettiano.
Strutture
C’erano differenze tra i teatri costruiti fra il 1567 e il 1576 e quelli costruiti dopo. La
prima differenza fondamentale era la semplicità strutturale dei primi rispetto ai
secondi. Le balconate (o gallerie) servivano per tenere fuori chi non pagava il
biglietto, e offrivano più posti a sedere. Nei teatri all’aperto, gli spettatori nel cortile
pagavano di meno rispetto a quelli nelle balconate, al contrario di quello che accade
oggi nei teatri moderni, in cui più si è vicini al palco, più si paga). I teatri all’aperto
contenevano più spettatori dei teatri chiusi. 6
Per arginare la rapida costruzione di teatri, il Consiglio (Privy Council) impose una
licenza; la legge causò una riduzione del numero dei luoghi per le rappresentazioni,
ma molte locande e alberghi furono convertiti in teatri.
I modelli
I primi teatri furono modellati sulla falsa riga delle arene per il combattimento tra
tori. I teatri all’aperto erano di forma circolare o poligonale con fondamenta di
mattoni e bastoni e un tetto di paglia sulle balconate. Per entrare bastava un penny.
Le gallerie costavano 2 pence (un penny in più) e 3 pence