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E'Pseudolo fa baldoria con il padroncino e si riconcilia con il vecchio
la più riuscita tra le commedie del servus callidus: il protagonista è Psèudolo, di cui ci offre anche un interessante ritratto fisico, corrispondente allamaschera e al costume tipico del servus callidus (capelli rossi, pancia in fuori, gambe tozze, scuretto, testa8guance rosse e piedi enormi). Genio dell'inganno riesce ad avere la meglio suigrossa, occhi vivaci, treantagonisti del giovane innamorato: il padre, il lenone e il miles.
Scena 1, una lettera d'addio: scena iniziale della commedia, il servo chiede al suo padroncino come mai èaffranto e lui glielo racconta. Contrapposizione tra le due personalità: Calidoro, innamorato e sentimentale finoall'eccesso; Pseudolo, ironico, disincantato e pragmatico; questo contrasto è esaltato dal linguaggio dei duepersonaggi, lirico del giovane e realistico quello del servo.
Scena 2, la scommessa: il servo
estorce al suo padrone una promessa, se riuscirà a raggirare il lenone, il vecchio gli darà venti mine necessarie per il riscatto della fanciulla. Tale inganno assume una connotazione eroica grazie alla metafora dell'impresa militare, tratto originale della commedia plautina, utilizzata per dare risalto al personaggio del servo e per caratterizzarlo in una direzione romana, ambito tematico familiare e gradito al pubblico. seconda metafora: l'inganno di Pseudolo viene Scena 3, lo spettacolo va in scena: paragonato ad uno spettacolo e il servo si paragona ad un poeta comico. L'inganno consiste nel beffare il mercante: deve consegnare la cortigiana ad un falso emissario del soldato incaricato di acquistarla. Viene usato Scimmia, uno schiavo nuovo in città e sconosciuto al lenone. La metafora metateatrale trova qui la sua piena realizzazione: Pseudolo, autore e regista della beffa, prepara un attore alla recita e assiste alla sua performance.
- Bacchides,
particolari sovrannaturali e spaventosi e nello sfruttare abilmente gli imprevisti, come i rumori all'interno. capovolgimento dei ruoli: il senex esce di scena terrorizzato da un pericolo inesistente, atteggiamento indecoroso per lui, caratteristico invece del servus currens, il tipo convenzionale del servo.
- Miles gloriosus, Il soldato fanfarone: un giovane, innamorato di una cortigiana, riesce a sottrarla a un soldato con l'aiuto di un servo scaltro e di un vecchio scapolo: il soldato sciocco viene continuamente ingannato e finisce beffato e bastonato.
Scena 1, il soldato fanfarone intrattiene il parassita Artotrògo: nomi parlanti: soldato, Pirgopolinice (conquistatore di fortezze e città) e Artotrògo (mangia pane). Conversazione sulle straordinarie e inverosimili imprese belliche del soldato: secondo lo stereotipo del personaggio il parassita usa l'adulazione per curarsi i favori e gli inviti a pranzo del ricco protettore, ma ne
Approfitta anche per prenderlo in giro alle sue spalle con la complicità del pubblico. Dialogo che non ha una funzione nell'evoluzione dell'intreccio, serve a delineare il carattere del soldato e dopo la funzione di spalla, il parassita non comparirà più nella commedia.
Evidente parodia dello stile solenne dell'epica.
La "commedia di carattere": commedia incentrata sulla delineazione del tipo psicologico. Il prototipo della commedia di carattere è l'Aulularia. L'avaro Euclione è morbosamente sospettoso che qualcuno gli rubi il suo tesoro, ciò non è solo una caricatura e una maschera, nei suoi meccanismi psicologici si riconoscono gli atteggiamenti, ingranditi e deformati comicamente, che sono presenti in tutti gli uomini: attaccamento al denaro, paura della povertà, diffidenza verso gli altri.
Aulularia, La commedia
della pentola: Un vecchio avaro, Euclione, ha trovato una piccola pentola piena d'oro e vive nella paura che gli venga rubata; gliela ruba il servo (Strobilo) di Licònide, un giovane innamorato della figlia del senex, Fedria, già promessa in sposa ad un anziano benestante. La restituzione del tesoro consentirà al giovane di sposare la ragazza (commedia pervenuta mancante della parte finale). Due filoni narrativi: 1. Euclione che trova la pentola 2. Coppia di giovani, Fedria e Licònide, ostacolata nel loro amore da un antagonista. L'elemento di raccordo tra le due trame è Euclione, che è il padre della ragazza, nonché l'antagonista. In questa commedia è presente il consueto amore ostacolato che alla fine si realizza felicemente, non manca la figura del servo, ma in questo caso lo spazio maggiore è occupato dal vecchio, raffigurazione dell'avaro (a cui si ispirerà Molière nella commedia
“L’avaro” nel 1668). Euclione è il protagonista indiscusso, la caratterizzazione del senex avaro e diffidente, ossessionato dalla paura di essere derubato. L’impostazione del brano è tragica: Plauto riprende i moduli stilistici, parodiandoli, ricchi di pathos, delle scene di disperazione delle tragedie. La comicità nasce dal confronto con le situazioni tragiche, dalla sproporzione tra il fatto e la reazione del personaggio.
Rottura dell’illusione scenica: Euclione coinvolge direttamente il pubblico, Scena 1, lamento di Euclione a un certo punto nella confusione tra palcoscenico e platea, sospetta che il ladro sia proprio uno di loro; oppure la battuta “perché ridete?”. Liconide decide di confessare l’amore con la giovane donna, da cui è nato un figlio, al padre Euclione, ma non ne parla apertamente, allude alla ragazza con il pronome “lei”: Euclione assorbito dal pensiero.
Del suo tesoro, riferisce il discorso alla pentola, convinto che il giovane si stia dichiarando colpevole di averla rubata. Il pubblico è l'unico in grado di cogliere i due significati e ride dell'inganno di cui sono vittime i personaggi.
"Commedia della beffa": caratterizzata da una comicità farsesca e ridicola, soprattutto in connessione al motivo delle "nozze maschie" (la fanciulla viene sostituita nella cerimonia nuziale da uno scudiero travestito). Tale motivo ebbe molta fortuna nel teatro moderno, fu ripreso in molte commedie cinquecentesche, come in "Clizia" di Macchiavelli (1525). Càsina è la tipica commedia della beffa: solito schema di base con il giovane ostacolato nel suo amore e il lieto fine che coincide con il matrimonio, propiziato dal riconoscimento. Ma la vicenda del giovane resta sullo sfondo: il protagonista è il senex libidinosus, il vecchio ridicolmente innamorato che si fa rivale del
figlio per la conquista delladonna. Egli merita una punizione esemplare, non solo il danno ma anche le beffe.
• Casina, Càsina: un vecchio e suo figlio vorrebbero godere dei favorti di una trovatella di nome Casina. Il vecchio tenta di darla in sposa al proprio fattore, che poi dovrebbe mettergliela a disposizione, ma sua moglie organizza una grottesca messa in scena facendo travestire da sposa un giovane scudiero, così il vecchio libidinoso finisce beffato, mentre Casina sarà riconosciuta libera e potrà sposare il figlio.
La “commedia degli equivoci”: la commedia è generata dagli equivoci provocati dallo scambio di persona per la presenza di personaggi identici di aspetto. Nel caso di Manecmi ciascuno dei due simillimi capita in scena al posto del gemello, e dagli equivoci scaturisce il divertimento del pubblico. Tra le prime rivisitazione di questo tema si ricorda i “Suppositi” di Ariosto (1509). Nell’Anfitrione al tema
dell'equivoco si accompagna quello dello sdoppiamento dell'io: a causa dell'incontro con il proprio doppio. La paura di aver perso la propria identità.- Amphitruo, Anfitrione: Giove, innamorato di Alcmena, assume le sembianze di suo marito Anfitrione per unirsi con lei. La comicità nasce dagli equivoci causati dagli scambi di persona tra Giove e Anfitrione, ma anche tra Mercurio e Sosia, il primo, servo di Giove, ha preso l'aspetto del secondo, servo di Anfitrione.
- Manaechimi, Manecmi: un giovane durante un viaggio alla ricerca del fratello gemello perduto da bambino, giunge nella città in cui questo abita; prima che i due si incontrino succedono una serie di equivoci, perché i fratelli, di uguale nome e aspetto, vengono continuamente scambiati.
- Asinara, La commedia degli asini
- Captivi, I prigionieri
- Cistellaria, La commedia della Pidocchio
- Epidicus, Cestella
- Curculio, Epidico
- Mercator
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il Mercante; il Persa, il Persiano; il Poenulus, ilpiccolo cartaginese; la Rudens, la gòmena; lo Stichus, Stico; il Trinummus, le Tre monete; il Triculentus, ilTanghero.
I rapporti con i modelli greci
Plauto cita in alcuni prologhi i modelli greci che utilizza e usa l’espressione barbare = “volgere dal greco alverterelatino”, per i quali “barbaro” equivaleva a “non greco” e quindi il latino era linguaassumendo il pdv dei greci, Plauto ha mantenuto l’ambientazione greca, tutte le sue commediestraniera. Non si trattava di semplici traduzioni:sono palliatae poiché si svolgono ad Atene o in altre città ellenistiche. Ha certamente mantenuto le linee essenziali→delle trame, ma ha anche fatto notevoli modifiche: Plauto fece uso della contaminazione termine tecnico moderno,che indica l’inserzione in una commedia, derivata da un originale greco, di una o piùricavato dai prologhi di Terenzio,scene o personaggi,