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COMPITI DI SVILUPPO NELLA SEPARAZIONE
à in quanto ex coniugi:
• ®
trattare la fine del patto elaborandola se realizzare il cosiddetto divorzio psichico implica
principalmente l'elaborazione la comprensione dei moventi e dei problemi alla base del fallimento
del legame a livello dei singoli individui il trattare la fine è un compito congiunto in cui i partner
devono riconoscere qualcosa che accomuni; la fine del patto inoltre non è trattata una volta per tutte
ma si ripropone quando accade qualcosa di significativo che tocca il legame (es. nuovo partner,
nuovo figlio da una nuova unione, passaggi evolutivi particolarmente significativi per i figli).
• impegnarsi nella gestione del conflitto coniugale, contrastando l’escalation e ridefinendo i confini
®
coniugali e familiari cruciale per il raggiungimento Dell' obiettivo sembra essere la dialettica
conflitto cooperazione. Sia la non presa in carico degli aspetti conflittuali (evitamento sistematico)
sia l'utilizzo di modalità distruttive di gestione del conflitto (escalation di aggressività) influiscono
negativamente sul funzionamento della famiglia dopo la separazione e non consentono di superare la
transizione; al contrario una cooperazione tra farne almeno sul fronte genitoriale consente di creare
le condizioni favorevoli per portare in salvo il legame. 78
à in quanto genitori:
• mettere in atto una forma di collaborazione con l’ex coniuge per garantire l’esercizio della funzione
®
genitoriale I temi della responsabilità dell' appartenenza al corpo familiari richiedono che gli ex
partner oltre a prendere le distanze dal loro legame di coppia si colleghino alla propria storia
familiare che chiaramente richiamata dal fatto di essere genitori; il figlio infatti non solo Lega
indissolubilmente i coniugi tra loro ma collega visibilmente il coniuge ha la sua propria storia
generazionale e alla storia generazionale del partner. l'indispensabile impegno richiesto ai genitori
separati sembra essere quello di salvare la genitorialità ciò implica da parte del disco unici riuscire a
mantenere una certa quota di quella verità che consenta l'esercizio congiunto della genitorialità
stessa.
• ®
esercitare la “cura responsabile” garantire affetto e norme ai propri figli
• ®
consentire ai figli di continuare ad essere “figli” legittimare l'altro come genitore e garantire che
entrambi siano parimenti accessibili per i figli senza squalificare eventuali scelte che l'altro partner fa
anche qualora non si sia perfettamente d'accordo; i figli hanno bisogno di entrambi i genitori, di
poterli vedere, sentire e frequentare senza sentirsi in colpa o pensare di ferire uno dei due genitori se
vedono l'altro.
• ®
garantire al figlio l’accesso all’altro genitore e alla sua stirpe consentire l'accesso all'altro genitore
è un compito specifico dei genitori separati; la possibilità di mantenere relazioni con entrambi i
genitori concorre a promuovere non solo il benessere dei figli ma anche la qualità delle relazioni
all'interno della famiglia separata.
In particolare, il legame con il padre che è quello maggiormente messi a rischio nelle separazioni hai legame
non solo con un genitore ma con la propria origine con la propria storia con le proprie radici; gli studiosi
sono concordi infatti nel rilevare che la distanza del padre associato a sentimenti di delusione e di perdita
rappresenta una delle principali fonti di disagio per i figli dei genitori separati.
Alcune ricerche condotte su figli giovani adulti ci hanno offerto spunti interessanti rispetto la diversa
modalità di forse di fronte alla mancanza paterna e all'eccesso di presenza materna dei maschi delle femmine
à per i figli maschi la mancanza del padre sembrerebbe essere assenza dei genitori che stabilisce le regole e
che trasmette insegnamenti utili per la vita (prevale l'espressione di timori relativi all’eventualità di ripetere
gli errori paterni e i dubbi circa la propria capacità di esercitare il ruolo genitoriale); per le femmine la
mancanza e soprattutto assenza di un partner accanto alla madre solitudine della madre e identificazione con
la sua sofferenza (prevalgono le preoccupazioni le paure relative all’intimità nel rapporto di coppia e
all'abbandono).
Non vanno sottovalutati gli effetti a lungo termine che la separazione può esercitare suoi figli; molti
problemi che sembrano contenuti o del tutto assenti in età prescolare scolare possono letteralmente esplodere
in adolescenza ogni età adulta quando cioè i figli sono chiamati a loro volta progettare la loro vita futura. si
parla infatti di sleeper effect = effetto ritardato del divorzio quasi a sottolinearne il carattere latente e
l'improvvisa emergere di problemi dopo l'età infantile e preadolescenziale.
L'esperienza della separazione coniugale dei genitori sembra lasciare nei figli il timore di ripetere loro
fallimento rispetto ai loro coetanei provenienti da famiglie intatte; tuttavia emerge il loro bisogno di
riscattare le immagini di unità familiare perduta investendo precocemente massicciamente anche
mondializzato in un proprio futuro familiare.
à in quanto figli:
• realizzare un interscambio supportivo con le famiglie d’origine
• evitare di appiattirsi in una relazione esclusivamente filiale
• consentire ai propri figli la possibilità di non rompere il rapporto con entrambe le famiglie d’origine
Ai coniugi che si separano sarà richiesto di porsi criticamente rispetto al proprio rapporto con la prima
generazione assumendosi l'impegno di rivedere con sensibilità le distanze tra sé e le famiglie d'origine. In tal
modo essi potranno assolvere al compito non facile di perseguire un equilibrio tra il proprio bisogno di
supporto e la propria condizione di adulto autonomo utilizzando le risorse il sostegno fornito dalla prima
generazione senza appiattirsi in una relazione esclusivamente filiale. Anche laddove la relazione tra coniuge
separato il suocero genitori sia stata interrotta dopo la separazione può essere comunque garantito ai figli la
possibilità di rinegoziare la frattura tra i genitori le loro storie attraverso la salvaguardia del legame
intergenerazionale tra nonni e nipoti. Talvolta le famiglie di origine diventano il vero sostituto del genitore
separato, perciò sono i nonni ad esercitare la funzione co parentale venendo chiamato in causa
nell’accudimento dei figli. Dal punto di vista della famiglia di origine occorre però tener presente che pur 79
nella solidarietà espressa in genere dei nonni nel caso di divorzio dei figli e si possono sentirsi in difficoltà
nell’assumersi direttamente indirettamente responsabilità nei confronti del figlio o dei nipoti in una fase della
vita in cui tutto ciò e sullo sfondo. Inoltre, non è da sottovalutare il ritorno negativo del fallimento coniugale
dei figli sui loro genitori che vivono la separazione dei figli con dolore e sverso con senso di colpa.
à in quanto membri di una comunità sociale:
• mantenere uno scambio attivo con la rete amicale
• ricorrere a servizi competenti per affrontare la crisi
• superare la concezione della separazione come “scelta privata”
A livello di reti informali si può constatare che non solo gli amici possono garantire ai genitori il necessario
sostegno durante i momenti di difficoltà, ma possono anche fornire quella possibilità di confronto con la
realtà sociale che spesso le famiglie in difficoltà sono tentato di trascurare per concentrarsi in modo esclusivo
e rigido sui propri problemi. interessante a questo proposito il fatto che per molti dei figli di genitori separati
le uniche possibilità di rapporto con le figure adulte femminile o maschile assenti nel nucleo siano quelle
loro offerte tramite le relazioni sociali del genitore. risulta pertanto importante per la famiglia separata
mantenere uno scambio attivo con la rete amicale ma anche con le reti formali e ricorrere ai servizi extra
familiari competenti che possono aiutare a superare l'esperienza della separazione ad affrontare la crisi. Il
mantenimento di una buona relazione con le reti extra familiari rappresenta quindi un importante fattore
protettivo per la difficile transizione familiare del divorzio; ciò ad ulteriore conferma del fatto che il divorzio
non è mai un problema privato una questione a due, ma investe inevitabilmente una molteplicità di relazioni
siano esse familiari o sociali.
Il conflitto c’è sempre nella separazione e può avere diverse forme di esternalizzazione, quello che la coppia
deve fare è evitare l’escalation e quindi ad aggressività e violenza, specialmente davanti i figli, ed evitare di
coinvolgere i figli nel conflitto (rischio di triangolazione molto forte). Vanno ridefiniti i confini coniugali e
familiari. Bisogna evitare simmetrie tra genitori e figli, in cui questi ultimi si vanno ad occupare dei genitori
sofferenti (parentificazione), quindi bisogna consentire al figlio di essere figlio. La parentificazione accade a
cause delle difficoltà che i genitori si trovano ad affrontare, soprattutto se c’è un figlio un pochettino più
grande che si fa carico dell’emotività del genitore che è stato lasciato. Quindi, si elimina l’asimmetria tipica
del rapporto genitore-figlio e a volte si ribalta. Questo lo si vede tanto in situazioni maltrattanti o in
situazioni di forte rischio, quando il genitore non è in grado di prendersi cura di sé stesso. Bisogna mantenere
una certa quota di coniugalità per continuare a mantenere alti livelli di calore e di controllo ai figli. Deve
esserci accessibilità a entrambi i genitori e deve continuare la legittimizzazione reciproca, evitando
dinamiche di svalutazione. Queste dinamiche, quando sono molto forti, possono arrivare anche a livelli di
alienazione parentale, ovvero si fa in modo di mettere il bambino contro l’altro genitore e questo provoca un
conflitto di lealtà molto forte, che ha ricadute negative sullo sviluppo emotivo del bambino.
Spesso accade nei casi di separazione che il genitore torna a casa del suo proprio genitore (nonni), a causa di
problemi economiche, e questo crea delle dinamiche molto particolari perché il genitore ridiventa figlio.
Spesso come membri di una comunità sociale, ci si vergogna e ci si isola. Tuttavia essendo un fenomeno
molto frequente, è un evento che ha una serie di risvolti e contesti sociali, dove può essere esternato e da cui
si può acquisire un supporto. Bisogna, quindi, trovare un equilibrio nuovo tra un bisogno di supporto che una
persona separata ha e la condizione di autonomia tipica dell’adulto e d