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COMPITI DI SVILUPPO ASPETTI AFFETTIVI ASPETTI ETICI
Integrare la dimensione A rontare il “salto” di
COME CONIUGI genitoriale con quella posizione generazionale,
coniugale in modo da connesso alla nuova
ricostruire una nuova identità responsabilità genitoriale.
di coppia (negoziazione dei
ruoli) Riconoscere il coniuge come
padre o madre, sostenerlo e
Ride nire gli obiettivi di coppia legittimarlo nella sua funzione
man mano che il glio cresce genitoriale
Creare e sviluppare il legame Legittimare l’appartenenza
COME GENITORI con il glio, dare spazio, calore familiare del glio attraverso
e ducia alla nuova l’attribuzione “di un nome e di
generazione. un cognome” al nuovo nato e
consentendogli nel tempo
Avviare un processo di l’accesso alle radici familiari e
di erenziazione che conduce la partecipazione ai valori
a riconoscere nel glio l’altro trasmessi in famiglia
del sè.
Quando il glio p adolescente,
consentire la reciproca
separazione attraverso una
“protezione essibile”
Costruire e de nire lo stile di
parenting (stile educativo
“autorevole”)
Condividere l’esperienza della Chiedere di essere legittimati
COME FIGLI genitorialità con i propri come genitori capaci e
genitori. legittimare i propri genitori
nella loro funzione di nonni dei
Continuare la storia familiare in quali il nipote rappresenta il
modo innovativo ponendosi continuatore e il nuovo
come coppia genitoriale protagonista della storia
distinta dalla fanghiglia
d’origine 9
ff ff
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COMPITI COME MEMBRI DI UNA COMUNITÀ SOCIALE
- Gestire la combinazione tra spazi per la famiglia e spazi per il sociale (in particolare il
mondo del lavoro)
- Quando il glio è adolescente assumere una funzione di mediazione con il sociale,
tramite strategie individualizzate
- Riconoscere il valore della generatività come scelta di appartenenza sociale
2.1. Compiti di sviluppo come coniugi
L’esperienza di diventare genitori modi ca profondamente il legame coniugale e la nascita
di un glio costituisce una s da per la coppia.
Molta letteratura è dedicata all’analisi degli effetti della nascita del glio. Gran parte dei
lavori riconoscono che la transizione alla genitorialità comporta un periodo di crisi nel
rapporto di coppia che può essere letta come una crisi evolutiva in gradi di consentire una
riorganizzazione sia dell’assetto della personalità dei coniugi sia del loro equilibrio
relazionale.
Vi sono prove a sostegno del fatto che l’evento nascita provoca un declino della qualità del
rapporto coniugale, vi sono tuttavia anche prove che evidenziano le grati cazioni e le
conseguenze positive della nascita di un bambino sulla coppia.
-> Hustonn e Vangelisti (1995) concludono che la transizione alla genitorialità può
peggiorare alcune relazioni coniugali, migliorarne altre o avere un’incidenza minima su
altre ancora.
La variabile che sembra incidere in maniera evidente sulla soddisfazione coniugale è il tipo
di divisione dei ruoli che la coppia riesce a negoziare.
Il compito della coppia per affrontare questa transizione è quello di integrare la dimensione
coniugale con quella genitoriale, in modo da dar vita a una nuova forma di identità di
coppia. Il legame coniugale acquista nuove valenze: diminuiscono gli aspetti di
companionship e aumenta la partnership, ovvero il coinvolgimento in un progetto comune.
I coniugi posso incontrare dif coltà nello stabilire i con ni tra sistema genitoriale e
coniugale.
L’idea di una relazione di coppia separabile da quella genitoriale è un argomento recente,
poiché nel passato la coppia viveva il suo ruolo soprattutto come funzione genitoriale (i gli
erano numerosi e la vita media era breve). Ora ci sono speci ci e consistenti tempi di vita
della coppia, che man mano che il glio cresce, sarà sempre più chiamata a ride nire i
propri obiettivi dal punto di vista della relazione coniugale.
Essere genitori vuol dire infatti essere in una posizione relazionale gerarchicamente
superiore ai gli -> stile di parenti condiviso
La presenza di capacità cooperativa tra genitori è una risorsa decisiva. 10
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2.2 Compiti di sviluppo come genitori
I neogenitori sono chiamati innanzitutto, sul piano affettivo, a creare il legame con il gli, a
dare spazio, calore e ducia alla nuova generazione. Inoltre loro devono avviare un
processo di differenziazione che li conduce a riconoscere nel glio l’altro da sé.
A partire dalla nascita, il patto genitoriale deve saper garantire al figlio, la compresenza di
aspetti protettivi e di empatia tipici del codice materno e di aspetti emancipativi e di ordine
giustizia tipici del codice paterno. Nelle fasi subito successive alla nascita, bisogna
assicurare una continua protezione al neonato. Devono fornire al figlio una base sicura
che gli consenta di regolare in modo sempre più adeguato le sue funzioni psicofisiche in
rapporto al contesto in cui si trova.
Si mette in evidenza l’importanza degli stili di attaccamento madre- glio sviluppati durante
i primi anni di vita per il benessere e per lo sviluppo dei gli. Lo stile di attaccamento
sicuro è quello in grado di garantire tale benessere e la capacità di stabilire buone
relazioni. Il bambino con stile di attaccamento sicuro sa affrontare il distacco, senza
interrompere emotivamente il legame.
Le ricerche sull’attaccamento evidenziano come la competenza genitoriale sia radicata
nella storia personale dei genitori (in particolare della madre), negli stili di attaccamento e
nei modelli operativi elaborati nel corso della loro esistenza e trasmessi dalle generazioni
precedenti. Il rapporto tra un genitore e un glio, invece “non è mai svincolato dal rapporto
del glio con l’altro genitore e […] non è mai svincolato neanche dal rapporto dei genitori
tra loro”.
Trasmettere appartenenza e consentire l’accesso alle proprie origini vuol dire riconoscere
e legittimare i gli come “ gli di quei genitori”, ma è anche di più, è farli sentire parte di una
storia che si perde nelle generazioni. Sembra che un senso di continuità e di stabilità
familiare sia garantito dal fatto che i neogenitori utilizzino, facendoli propri, alcuni rituali
ereditari dalla propria storia familiare. Il percorso del patto genitoriale non si esaurisce
dunque al livello dello scambio tra genitori e gli. Il glio è espressione di una storia e si
colloca all’interno della storia familiare. Lui non rappresenta solo una fonte di realizzazione
a livello personale e di coppia, ma assume per tutta la parentela il signi cato di nuova
generazione e perciò si collega con le generazioni passate, anche se non più presenti
sulla scena del mondo e ne rappresenta il futuro.
Nella cultura occidentale, la possibilità di mantenere vivi i canali con entrambe le stirpi è
legata in gran parte al ruolo della donna. Il tipo di legame che si instaura tra nuora e
suocere è cruciale per un incontro tra le stirpi.
L’altro passaggio della transition to parenthood è rappresentato dall’adolescenza dei gli.
La progressiva acquisizione di autonomia da parte dell’adolescente ha come cornice una
storia che alterna una presa di distanza, spesso polemica, e una richiesta di vicinanza, in
continua oscillazione tra l’esigenza di soddisfare i propri bisogni di esplorazione e la
necessità di rassicurazione sull’af dabilità dei legami familiari. Fondamentale appare
dunque l’esperienza del distacco, ma solo a partire da basi sicure e da solidi punti di
riferimento: è dimostrato, per esempio, che l’essere cresciuti in un ama gente ricco di
ritualità, in famiglie nelle quali il signi cato simbolico della vita è condiviso e stabilmente
ancorato a valori di riferimento, favorisce negli adolescenti il senso di identità. 11
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Il compito dell’adolescente è quindi segato da quel lavoro emancipatori che esisterà
nell’acquisizione della piena responsabilità adulta con le sue componenti affettive, ideative
e sociali. Anche i genitori affrontano dalla loro parte il processo di svincolo, con le quote di
dolore che ogni distacco implica; i genitori devono infatti favorire un processo di svincolo
che avrà come esito l’abbandono della relazione privilegiata con loro stessi.
Con l’adolescenza del glio lo sviluppo della famiglia di venta un’impresa evolutiva
congiunta di due generazioni.
Con l’adolescenza il glio diviene un interlocutore sempre più attivo. Quando i gli sono
adolescenti la cura responsabile si traduce in un atteggiamento di “protezione essibile”
che tiene conto vuoi degli aspetti di dipendenza ancora presenti nella condizione
adojlesenialem vuoi degli aspetti di autonomia e della loro dif cile e mutevole
composizione.
Baumrind (1989) individua 2 dimensioni indipendente: l’accettazione, che consiste
nell’accettare il glio per quello che è, valorizzandone le qualità personali senza
pretendere di modellarlo secondo i propri criteri e il controllo, che consiste nel guidare e
stimolare il glio sia sul piano psicologico, sia su quello comportamentale.
Stili educativi dei genitori: un elevato livello sia di accettazione (accettare il glio per quello
che è), sia di controllo caratterizzano lo stile autorevole, stile che favorisce un adeguato
superamento della transizione adolescenziale. Ci dev’essere equilibrio tra affetto e norma
compito dei padri e delle madri -> affetto e norma non sono scelte educative alternative
Le ricerche mostrano come la relazione genitori-adolescenti sia segnata da una sorta di
cecità materna. La madre troppo coinvolta nella relazione con i gli, pare in dif coltà nel
cogliere gli aspetti problematici della relazione e i segni del disagio del glio, aspetti
identi cabili con maggior lucidità dal padre. Infatti un padre presente e attivo fa la
differenza nei momenti delle scelte più signi cative.
Gli aspetti di protezione, che pure sono indispensabili per una buona crescita, occupano
tutto il campo e poco spazio viene dato agli aspetti normativi e di emancipazione che
spingono il glio in avanti. Questi due poli del rapporto genitori- gli sono ineliminabili:
l’accentuazione di uno solo di essi porta a un rapporto distorto con il glio. Occorre oggi,
nelle famiglie con adolescenti, soprattutto incrementare la funzione paterna.
2.3 Compiti di sviluppo come gli
Il glio non è mai glio della coppia, ma esprime il legame con la storia familiare. L’arrivo
dei nipoti esprime una tappa essen