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L’AGRICOLTURA:
CAPITOLO 7- ORIGINI E RIVOLUZIONI
L'agricoltura implica un continuo processo di selezione delle specie vegetali ed animali in base a
specifiche caratteristiche e il controllo della loro riproduzione.
Fino a non molti anni fa, la maggioranza della popolazione mondiale era impiegata in agricoltura,
mentre oggi è il settore dei servizi ad occupare la maggior parte della forza lavoro globale.
Questa riduzione della quota di lavoratori occupati in agricoltura è espressione tanto della
crescente urbanizzazione, quanto del ruolo sempre più rilevante della meccanizzazione e
dell'industrializzazione del lavoro agricolo. Tra gli effetti di questi processi si riscontra una
crescente femminilizzazione dell'agricoltura.
La caccia, la pesca e la raccolta di vegetali sono i metodi più antichi attraverso i quali l'uomo si è
procacciato il cibo: la maggior parte dei gruppi di cacciatori conduceva una vita nomade, mentre i
gruppi che si dedicavano alla pesca avevano maggiori possibilità di insediarsi in un unico luogo. In
ogni caso, le società di cacciatori, pescatori e raccoglitori non possono essere considerate agricole
poiché sfruttavano le piante e gli animali a disposizione in natura, senza addomesticarne alcuna
specie. Oggi sono pochissime le società umane che si dedicano alla caccia e alla raccolta ma in
alcune aree periferiche del mondo, queste attività vengono ancora praticate da popolazioni di
piccole dimensioni. (i Sun del Sudafrica, i Mocken del Myanmar). Dal punto di vista storico, il
passaggio da società basate sulla caccia e la raccolta a società agricole, costituisce la
prima delle tre radicali rivoluzioni che hanno trasformato il mondo.
La prima rivoluzione agricola corrisponde alla nascita stessa dell'agricoltura ed ebbe inizio con i
primi episodi di selezione di piante e addomesticamento di animali.
Le radici della seconda rivoluzione agricola risalgono invece alle nuove pratiche agricole,
probabilmente di origine cinese, che aumentarono notevolmente la produttività del lavoro agricolo.
1. aratri dotati di vomeri metallici, che consentivano i contadini di rivoltare le zolle anche nei
terreni più pesanti;
2. sostituzione dei buoi con i cavalli.
Nel XVII e nel XVIII secolo venne introdotta un'ulteriore innovazione: si tratta della rotazione delle
culture con la quale invece di coltivare sempre lo stesso prodotto, impoverendo il suolo, si
cominciò ad alternare le culture, inizialmente lasciando periodicamente i campi incolti (maggese),
pratica sostituita in una fase successiva da una rotazione cioè un'alternanza di diverse coltivazioni,
che consentì di utilizzare i campi senza interruzioni, rinnovando la fertilità grazie alla
avvicendamento con le leguminose.
ROTAZIONE DELLE COLTURE: Alternanza della coltivazione di diverse specie nello stesso
campo al fine di evitare l'impoverimento del suolo.
La rivoluzione industriale, inoltre, portò ulteriori innovazioni come la seminatrice meccanica
inventata per permettere ai contadini di inserire i semi direttamente in piccoli fori scavati nel
terreno, anziché gettarli nel campo a spaglio.
La terza rivoluzione agricola, in corso, è il frutto delle innovazioni tecnologiche delle nuove
L’invenzione
pratiche culturali che si diffusero nel XX secolo. del motore a combustione interna
aprì la strada alla massiccia meccanizzazione dell'agricoltura, resa possibile dalla maggior potenza
e maneggevolezza dei trattori e delle macchine agricole caratterizzati da questa tecnologia. I
trattori contribuirono alla trasformazione dell'agricoltura moderna sotto quattro aspetti principali:
1. ridussero drasticamente il numero di lavoratori necessari per svolgere la maggior parte
delle attività, migliorando efficienza e produttività del lavoro;
2. l'utilizzo delle macchine a motore permette di lavorare estensioni molto maggiori di terreno
in una giornata di lavoro;
3. i trattori facilitarono il passaggio dalla policoltura alla monocultura;
4. eliminarono quasi del tutto gli animali da lavoro.
MONOCOLTURA: Coltivazione di un'unica specie vegetale su vaste estensioni di terreno; è il
contrario della policoltura che consiste nel suddividere il terreno tra coltivazioni differenti.
Un secondo elemento della terza rivoluzione industriale è l'uso di prodotti chimici per aumentare
la quantità di raccolto, combattere i parassiti e facilitare il lavoro degli agricoltori. Il loro massiccio
utilizzo ha importanti costi ecologici, come l'inquinamento e l'aumento della dipendenza del
petrolio; il costo ha anche favorito le aziende maggiori e gli agricoltori dei paesi più ricchi a
svantaggio delle piccole aziende degli agricoltori dei paesi poveri. Va considerato inoltre
l'irrigazione, che ha consentito di coltivare aree un tempo considerate troppo aride portando ad
un raddoppio delle aree irrigate e coltivabili. Ovviamente nei paesi caldi la forte evaporazione ha
fatto aumentare i contenuti salini dei terreni, rendendoli meno fertili.
Un ulteriore aspetto è rappresentato dalle biotecnologie agrarie, che mira a migliorare la qualità e
la produzione della coltivazione e del bestiame attraverso l'utilizzo di tecniche come l’incrocio di
razze, l'ibridazione e l'ingegneria genetica. Occorre a questo proposito distinguere tra rivoluzione
verde e rivoluzione genetica: per quanto riguarda la prima va precisato che il termine verde non si
riferisce all'adozione di tecniche particolarmente sostenibili dal punto di vista ambientale, ma alla
diffusione di un'agricoltura più produttiva.
RIVOLUZIONE VERDE: grande aumento della produzione di cereali verificatosi tra il 1965 e il
1985 in Asia e America Latina, grazie alla diffusione di varietà di grano, riso e grano turco ad alta
produttività, all'uso di fertilizzanti e dell'irrigazione.
L'Africa, che dipendeva prevalentemente da altre coltivazioni, come il sorgo, il miglio, è rimasta
praticamente immune agli effetti della rivoluzione.
La rivoluzione verde ha portato anche i gravi problemi come l'aumento dei costi, l'eccessivo
sfruttamento delle falde idriche, riduzione della fertilità dei suoli e danni ambientali dovuti all'utilizzo
dei pesticidi e dei fertilizzanti.
L'ingegneria genetica invece sfrutta le moderne tecniche nel campo della genetica per trasferire da
un organismo all'altro e da una varietà all'altra alcune caratteristiche scritte nel dna.
INGEGNERIA GENETICA: Applicazione di tecniche genetiche all'agricoltura, a partire dagli anni
80, con il coinvolgimento di grandi imprese private nel controllo della ricerca nello sviluppo di
organismi geneticamente modificati (OGM) sottoposti alla protezione di brevetti internazionali.
Le innovazioni portate dalla rivoluzione verde furono condivisi con i governi e le istituzioni dei paesi
del Sud globale mentre le specie geneticamente modificate sono protette da brevetti internazionali
posseduti e sfruttati da imprese multinazionali secondo le logiche del mercato globale.
Un dibattito molto acceso concentrato sulle cause e le conseguenze di questa rivoluzione: di chi
sono i veri vantaggi della creazione di specie vegetali geneticamente modificate protette da
brevetti?
Uno degli aspetti più controversi riguarda il possibile utilizzo di geni animali o di virus per
modificare il patrimonio genetico delle specie vegetali, andando contro i processi naturali di
riproduzione, in particolare si temono ibridazioni tra OGM e altre specie che minaccerebbero il
all’OGM
patrimonio genetico naturale locale e impedirebbero gli agricoltori contrari di ottenere
prodotti non geneticamente modificati. Perciò la legislazione di molti paesi e della stessa Ue
pongono dei limiti al libero impiego dei segmenti OGM.
I sistemi agricoli
Anche se esistono molte classificazioni diverse dei sistemi agricoli, la maggior parte degli esperti è
concorde nel distinguere tra agricoltura di sussistenza ed è agricolture di mercato.
AGRICOLTURE DI SUSSISTENZA: un sistema agricolo indipendente dalle richieste del mercato
globale, i cui prodotti vengono in gran parte consumati dal produttore e dalle loro famiglie e in
piccola parte scambiati o venduti.
AGRICOLTURE COMMERCIALE: Sistema agricolo fondato sulle richieste del mercato, in cui
prodotti vengono venduti per un consumo che spesso avviene lontano dai luoghi di coltivazione.
Differenze
Nel mondo ci sono milioni le persone che sopravvivono grazie all'agricoltura di sussistenza,
soprattutto in Africa, Asia, America Latina. Esistono quattro tipologie di agricoltura di sussistenza.
• Agricoltura itinerante, sistema agricolo che usa il fuoco per ripulire i terreni dalla
vegetazione spontanea, rendendoli adatti a essere coltivati per un certo periodo, al termine
del quale si possa fare lo stesso con un'altro terreno. Ovviamente gli impatti sui processi di
deforestazione nei paesi tropicali oppure l'abbattimento degli alberi, mostra come gli effetti
di questa agricoltura siano consistenti. Di fronte a questi problemi si sono diffuse pratiche
alternative come la agroforestazione, un sistema di coltura promiscua che prevede che sui
campi coltivati e utilizzati per il pascolo vengano piantate specie di alberi utili per
controllare i livelli di fertilità nel suolo.
• La coltivazione del riso, rappresenta uno degli esempi di agricoltura intensiva: si tratta in
genere di aree tra le più densamente popolate al mondo dove ciascuna famiglia possiede o
ha il diritto di lavorare porzioni di terreno di dimensioni a volte perfino inferiore a uno o due
ettari. Affinché questi sistemi agricoli forniscano guadagni o produzioni sufficienti a
garantire il sostentamento di una famiglia, i terreni devono essere coltivati in maniera
intensiva durante tutto l'anno e spesso questo avviene attraverso la tecnica del doppio
raccolto.
• Le piccole aziende agricole e l'allevamento, nelle zone che non offrono condizioni adatte
alla coltivazione del riso prevale il sistema agricolo fondato sull'allevamento e su aziende
agricole di piccole dimensioni secondo una combinazione diffusa in molte regioni dei paesi
del Sud del mondo, anche se con grandi differenze per quanto riguarda le specie coltivate e
allevate, in base alle condizioni socio economiche, climatiche dei suoli. Tra gli animali
allevati più frequentemente ci sono vini, caprini e bovini. Nell'economia agricola un ruolo
fondamentale è svolto dalla coltivazione della cassava, un tubero diffuso. Questi sistemi
agricoli prevedono un limitato utilizzo dell'irrigazione dei fertilizzanti.
• La pastorizia è l'allevamento di bestiame all'aperto ed è diffusa soprattutto nelle regioni
aride e semiaride e nelle zone montane. La mobilità è un aspetto fondamentale della
pastorizia, dal momento che i pa