Anteprima
Vedrai una selezione di 9 pagine su 40
Riassunto esame Fondamenti di teatro moderno e contemporaneo, Prof. Cardini Daniela, libro consigliato Storia del teatro, Annamaria Sapienza  Pag. 1 Riassunto esame Fondamenti di teatro moderno e contemporaneo, Prof. Cardini Daniela, libro consigliato Storia del teatro, Annamaria Sapienza  Pag. 2
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Fondamenti di teatro moderno e contemporaneo, Prof. Cardini Daniela, libro consigliato Storia del teatro, Annamaria Sapienza  Pag. 6
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Fondamenti di teatro moderno e contemporaneo, Prof. Cardini Daniela, libro consigliato Storia del teatro, Annamaria Sapienza  Pag. 11
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Fondamenti di teatro moderno e contemporaneo, Prof. Cardini Daniela, libro consigliato Storia del teatro, Annamaria Sapienza  Pag. 16
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Fondamenti di teatro moderno e contemporaneo, Prof. Cardini Daniela, libro consigliato Storia del teatro, Annamaria Sapienza  Pag. 21
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Fondamenti di teatro moderno e contemporaneo, Prof. Cardini Daniela, libro consigliato Storia del teatro, Annamaria Sapienza  Pag. 26
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Fondamenti di teatro moderno e contemporaneo, Prof. Cardini Daniela, libro consigliato Storia del teatro, Annamaria Sapienza  Pag. 31
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Fondamenti di teatro moderno e contemporaneo, Prof. Cardini Daniela, libro consigliato Storia del teatro, Annamaria Sapienza  Pag. 36
1 su 40
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

INNOVAZIONI DELLO SPAZIO E DELLA SCENOTECNICA

Il XIX secolo vede la diffusione del “teatro all’italiana”, con la sua costituzione a palchi, la platea e il

loggione, disposti di fronte a un palcoscenico ben delimitato, cornice di eventi mondani.

Le innovazioni riguardano migliorie scenografiche e nuovi effetti spettacolari che portano a un maggiore

realismo.

Tra le maggiori invenzioni del tempo figura quella del “panorama”.

Da qui si sviluppano diverse varianti, come il “panorama mobile” e il “ciclorama”.

L’illuminotecnica è il settore che giunge al massimo sviluppo.

La svolta decisiva avviene con l’introduzione dell’energia elettrica, con la possibilità di ottenere effetti di

chiaroscuro, di profondità o di luci espressive, il sistema elettrico viene messo a servizio della macchineria e

consente cambi di scena più rapidi e addirittura l’invenzione di palcoscenici mobili.

Il doppio palcoscenico compare per la prima volta negli Stati Uniti come sistema di due pedane, con scene

già montate, poste a due differenti livelli del teatro e mosse da un montacarichi verticale.

Negli ultimi anni del secolo compare il palcoscenico girevole.

L’introduzione dell’energia elettrica consente l’abbassamento delle luci in sala fino al completo

oscuramento della platea, per concentrare l’attenzione dello spettatore sulla scena ed evidenziare la

distanza tra il mondo reale del pubblico e quello illusorio dello spettacolo.

In Italia la Scala è il primo teatro a adottare l’impianto elettrico.

LE ORIGINI DELLA REGIA IN EUROPA

Comparsa la regia teatrale nell’ultimo trentennio del XIX secolo, con gli spettacoli della compagnia tedesca

dei Meininger, e con la fondazione del Theatre Libre di André Antoine.

Si tratta di un fenomeno che si rivela in grado di modificare l’intera modalità di produrre e pensare lo

spettacolo, concependolo come opera d’arte autonoma e unitaria.

Si tratta dell’assunzione di responsabilità direttive e gestionali.

Risultano estranee, invece, l’ideazione di un progetto estetico e interpretativo originale.

La compagnia dei Meininger

Tournée della compagnia tedesca dei Meininger che, tra il 1874 e il 1890, tocca le maggiori piazze europee,

arrivando a impressionare profondamente figure eminenti dello spettacolo coevo, da Antonie a

Stanislavskij.

Si tratta di spettacoli di complesso, curati da profondo rigore storico e filologico.

L’aspirazione alla verità storica comporta lunghe ricerche e mesi di preparazione per il progetto delle

scenografie, l’impiego di arredi, oggetti e costumi per quanto possibile autentici.

Vi è un globale ripensamento dell’organizzazione dello spazio scenico, rendendolo interamente agibile agli

attori, in modo da concertare l’azione su diversi piani, di contro alla convenzione che privilegiava ancora la

recitazione in proscenio.

Gli spettacoli dei Meininger mostrano di intendere il palcoscenico, come ambiente articolato, occupato da

elementi architettonici.

L’obbligo della puntualità e della presenza alle prove, il concetto indiscusso di primo attore è abolito a

favore dell’introduzione del criterio della rotazione dei ruoli: la distribuzione delle parti non è più regolata

dal ruolo e dalla fama dell’artista, ma decisa unicamente dal duca in funzione dell’attitudine dell’attore a

uno specifico personaggio, per cui può accadere che il protagonista di uno spettacolo assuma una parte

minore o minima nello spettacolo successivo.

Molteplicità di azioni parallele, episodi secondari e quadri di vita quotidiana. Sono bandite le disposizioni

simmetriche, centrali, parallele e in linea retta.

Tali scelte unite all’infrazione della secolare regola che impedisce all’attore di recitare di spalle o in

posizione non frontale rispetto al pubblico.

Il naturalismo: Antoine e il Theatre Libre

L’ambizione di portare sulla scena il massimo grado di realtà trova realizzazione con André Antoine, assume

il rilievo di un autentico fondatore del teatro contemporaneo in Europa nel momento in cui apre questa

piccola sala di trecentocinquanta posti.

Il Theatre Libre si propone di porre in scena opere provocatorie che propugnano tesi contrarie alla morale

corrente.

La nuova drammaturgia chiede interpreti del tutto rinnovati rispetto al passato. Antoine sceglie attori

principianti dai quali pretende una recitazione ricalcata sulla vita quotidiana.

Il pubblico dovrà essere un “voyer” che spia la scena dell’immaginaria quarta parete che per l’attore deve

esistere tra il palcoscenico e la platea.

Il principale presupposto della regia naturalista organizza lo spazio scenico come se lo spettatore non

esistesse.

Antoine sostiene la necessità di un repertorio di testi contemporanei.

Il fulcro dello spettacolo è rappresentato dal testo dell’autore, che il regista si impegna a realizzare sulla

scena nel modo più fedele possibile. Ne deriva una funzione della regia “al servizio dell’autore”, cui devono

piegarsi tutti i codici dello spettacolo e lo stesso lavoro dell’attore.

Antoine sostiene che l’attore deve essere al totale servizio dello spettacolo.

8. IL TEATRO DEL PRIMO NOVECENTO

LA NASCITA DELLA DANZA MODERNA

Delsarte divide il corpo umano in tre parti: la testa legata allo spirito, il tronco all’anima e gli arti alla

componente vitale.

Vi è la riaffermazione dell’idea di un corpo organico, espressivo.

Il sistema di Delsarte sfuma gradualmente in una sorta di training fisico.

Le idee del teorico francese, sul finire dell’Ottocento, generano negli Stati Uniti un clima di fervente

delsartismo di cui si nutrono le tre fondatrici della danza moderna: Loie Fuller, Isadora Duncan e Ruth St.

Denis.

Loie Fuller

Loie Fuller (1862 – 1928) autodidatta della danza, debutta come attrice.

Reduce dagli insuccessi sulla scena londinese, si tuffa in una rapida formazione di ballerina.

Di lì a poco Fuller mette a punto una danza originale e innovativa. Sulle note di una musica particolare,

eseguendo movimenti a spirale ritmici e ipnotici, fa fluttuare nello spazio una grande gonna multicolore

che, crea forme astratte e leggere.

È la prima Danza serpentina, in cui Fuller sperimenterà più riflettori da diverse angolazioni. Il successo è

notevole, tanto da sollecitare molte imitazioni.

Le forme in movimento, spirali, vortici, onde, fiamme e gigli, con i loro originali effetti di luce, ritmo e

colore. Integrando i nuovi dispositivi tecnici e materiali della scena con la ricerca di un movimento libero.

Fuller propone un rivolgimento nel segno della sperimentazione scenica e illuminotecnica, Isadora Duncan

(1878 – 1927) attua nella danza una vera rivoluzione intorno al corpo.

Isadora Duncan

Duncan, diversamente da Fuller, compie studi tradizionali di balletto nella scuola di Marie Bonfanti, e si

convince ben presto che la danza è altro: rappresenta la ricerca di movimento puro, semplice, non viziato

da virtuosismi tecnici, libero da tutte le sovrastrutture.

Accantonati scarpette e tutù del balletto classico, Duncan si esibisce scalza, vestita di una tunica morbida e

leggera, sulle note di grandi compositori, escludendo gran parte della musica contemporanea, fra cui il jazz.

Duncan nel 1898 approda in Europa per offrire esibizioni soliste.

Tra i suoi innumerevoli viaggi, snodo fondamentale Parigi, approda svariate volte a Mosca, dove nel 1921 il

nuovo governo la invita ad aprire una scuola.

Duncan attua il progetto, sognando di fondare la danza e la donna del futuro, per assaporare tuttavia

delusione dopo soli due anni. Abbandonata definitivamente la Russia nel 1924 per rientrare a Parigi.

Ruth St. Denis

Terza pioniera della danza moderna (1879 – 1968), educata dalla madre ai principi delsartiani e studia

balletto classico.

Debutta nel teatro leggero, ha la possibilità di assistere all’esecuzione delle danza orientali, e di ammirare

Fuller e Sada Yacco, artista giapponese nasce così in lei un vero culto dell’Oriente

à

Nel 1906 concepisce Radha, unità di corpo e spirito, tentativo di recuperare le radici più profonde

dell’essere. La danza per lei è un grande rituale che viene spettacolarizzato con una messa in scena

elaborata.

I movimenti, tecnicamente, sono semplici, in scena si alternano un incedere flessuoso e leggero, a piedi

nudi, e il vorticoso roteare del corpo, generando movimenti a spirale.

Lo spiritualismo di St. Denis si amplifica a seguito dell’incontro con Ted Shawn, insieme al quale nasce un

lungo sodalizio artistico, sfociato poi nel matrimonio.

Condividono una spiccata religiosità, la formazione delsartiana, la Denishawn, scuola-laboratorio per

danzatori.

St. Denis elabora i principi della music visualization, una tecnica di lavoro in cui si cerca una relazione fra la

comunicazione musicale e quella corporea.

Alla scuola si affianca l’attività di una compagnia, e fra gli allievi figura Martha Graham (1894 – 1991), fra le

principali artefici della rivoluzione coreica del secondo Novecento.

Jacques – Dalcroze

Il paese europeo che più recepisce i nuovi stimoli che arrivano da oltreoceano è la Germania.

Vi è un bisogno di tornare alle origini, recuperare un rapporto diretto e puro con la natura (Korperkultur),

l’obiettivo di raggiungere la bellezza e il benessere.

Fra i diversi esponenti del mondo della danza e del teatro contemporaneo, ricordiamo Dalcroze (1865 –

1950), musicista e compositore, allievo di Delsarte.

Lavora allo sviluppo dell’”orecchio interiore”, per renderli consapevoli dell’esperienza musicale, creando

degli esercizi ritmico – corporei. È l’intero corpo a partecipare, non soltanto l’udito.

Nasce la ritmica: disciplina pedagogica, con l’obiettivo di arrivare ad una condizione di benessere psicofisico

in cui si sperimenta la consapevolezza delle proprie possibilità e limiti, accedendo alla sfera della creatività.

Laban

Ungherese di nascita e tedesco di adozione (1878 – 1958), con una formazione eclettica, sviluppa una

spiccata sensibilità per il rapporto spazio – forma.

Si impegna nella ricerca di una danza pura, assoluta, non assoggettata a regole tradizionali.

Laban elabora la “danza libera” fondata su leggi dinamiche. La danza conquista una sua autonomia, anche

rispetto alla musica, rifiutata perché estranea, basandosi sui ritmi corporei dell’esecutore – il battito

cardiaco, il respiro.

Nel sistema di Laban bisogna conoscere perfettamente se stessi e il proprio corpo, arriverà a creare una

vera e propria scienza del movimento.

KONSTANTIN STANISLAVSKIJ

Nasce a Mosca (1863 - 1938), si misura fin da giovanissimo

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
40 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/05 Discipline dello spettacolo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher evaoberti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di teatro moderno e contemporaneo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) o del prof Cardini Daniela.