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Qualità del pensiero ≠ Qualità del pensare
Nella P4C si preferisce il racconto filosofico piuttosto che i libro di testo, c'è una similitudine fra narrazione e pensiero e vi sono vantaggi nei racconti filosofici come sviluppare le abilità di pensiero. La narrazione presenza "incertezza e sorpresa" che non può essere presente in un libro di testo oggettivo. I bambini devono essere stimolati con creatività, curiosità ed attratti dai contenuti. Il racconto filosofico ha tre risvolti:
- Modelli di processi di pensiero: Durante la lettura del racconto prende vita la comunità di ricerca immaginaria, i personaggi presentano veri modelli di "processi di pensiero" che incontrano vari stili cognitivi, processi di ricerca, contesti di uso differenti con cui il bambino può immedesimarsi. Scegliendo il personaggio a loro più vicino per poi emularli e imitarli sviluppando una disposizione critica, imparando a
pensare..Enfatizza la natura sociale dell'apprendimento e del pensiero: Le scoperte e le soluzioni a cui si arriva a seguito del lavoro di tutti e la partecipazione, sono frutto del lavoro di tutta la comunità, motivo per cui ha uno scopo SOCIALE attraverso il confronto paritetico, si passa dal LOGOS al DIALOGOS orizzontale. Ad esempio ricordiamo la storia degli opliti che sedendosi in cerchio formarono una volontà di dialogare in democrazia..
Facilita i processi di immedesimazione: L' immedesimazione è favorita dal decentramento cognitivo ovvero l'abilità di osservare i pensieri, le emozioni, eventi ed il vissuto esperienziale in modo non giudicante, attraverso l'ascolto e la lettura della storia. I buoni pensatori di Lipman sono descritti da Nickerson nel 1989..
INTERVISTA A MARINA SANTIL'esperienza della philosophy è un movimento internazionale nato negli anni '70, Lipman allievo logico di Dewey, lo pensa per i bambini che
hanno diritto di essere ascoltati e di parola
diritto di pensare insieme con la propria testa, si filosofa sul senso della vita e l'esistenza, porsi le domande dei grandi filosofi (meraviglia) radicata nelle domande dei bambini.
In Italia ci sono due centri: CIREP (dove lei insegna) CRIF. Promuovono l'esperienza nei contesti informali e formali. Questa pratica del Filosofare è sponsorizzata come argomentare, dare giudizi, confronto, ragione in modo aperto e ragionevole dove vince LA FORZA DELLA RAGIONE.
L'incremento dell'abilità di pensiero è uno degli aspetti positivi. Sono spazi protetti dove si possa pensare, in un contesto libero. Al giorno di oggi è una risposta alle problematiche scolastiche..
INTERVISTA ANTONIO COSENTINO
E' opportuno parlare di pratica filosofica di comunità. Cosentino dice che Lipman ha cercato di far diventare il pensiero logico razionale una costante nella vita quotidiana. Ancora oggi non è stata
tradotta nel modo corretto in Italia. E' unaalleanza fra metodologia ed educazione, perché la didattica è filosofia. Essa può essere vista come un MODELLO, che aggrega e diversifica i curricoli scolastici. L'aspetto sociale è la democrazia come stile di vita e modo di intendere la vita sociale come ricerca (Dewey). Con la ricerca si lascia in vita la società e i cittadini diventano consapevoli. La didattica della comunità di ricerca rappresenta, strumenti, metodologia, ricerca, che porta ad una pratica filosofica di comunità, ma la comunità di Lipman è una SFIDA che si impegna nella ricerca. Non è una somma di soggetti ma una sintesi della potenzialità di tutti..COMUNITA' Durante la ricerca della comunità, Il facilitatore incalza sempre sulle domande che i bambini devono porsi sul racconto. Il setting non è strutturato, solitamente ci si siede in cerchio in uno spazio libero.Il facilitatore solitamente è seduto opposto sullo stesso piano dei bambini, diventa un loro pari, sempre alla loro altezza. Non ci sono giudizi o risposte sbagliate, c'è solo la libertà di esporre idee con il dialogo. I lavori e gli esercizi sono svolti in gruppo, l'accordo comune è fondamentale durante la ricerca. Durante la ricerca i bambini diventano Esploratori. Anche imparare il come valutare fa parte dello sviluppo di un pensiero critico. Vige il concetto di metacognizione mancano i contenuti, si riflette sui criteri come: gusto, maggioranza, preferenze, ipotesi. Da parte dei bambini piccoli vi sono delle riflessioni, acute e straordinarie.
I PROGRAMMI
Quando Lipman fa riferimento al pensiero critico si deve tener presente:
- Pratica guidata dalle ragioni
- Prestazioni su criteri
- Pratica guidata dalle ipotesi e conseguenze.
Il pensiero critico si può sviluppare con la capacità di problem solving utilizzata nell'educazione scientifica.
E che attualmente è stata estesa con corsi generali anche in altre discipline. Una versione più avanzata del pensiero critico nella filosofia applicata è proprio la P4C, disciplina che vuole spingere gli studenti a fare filosofia da soli. Questa disciplina nasce con lo scopo di educare autonomamente al pensiero, e può essere applicata a sua volta ad altre discipline, ecco perché è importante che rimanga autonoma come la filosofia stessa. La critica maggiore fatta verso la scuola è l'idea che sia un luogo dove conoscere ciò che è giusto, verità predefinite, ma questo implica una costrizione del discente a credere in queste verità. È definibile un "plasmare" il pensiero che non ha più natura libera e democratica. La natura problematica della vita richiede inevitabilmente un pensiero critico e la comunità di ricerca aiuta a svilupparlo scoprendo le verità con i processi di
ragionamento. L'importanza del pensiero critico è la libertà di poter credere o meno a ciò che le forze schiaccianti impongono all'uomo, viviamo in un mondo dove esistono gerarchie di potere che puntano a rendere la società "non pensante" e un pensiero critico dato alla collettività può ribaltare il potere. Ciò che rende un giudizio critico consapevole o meno sono i criteri presi in considerazione. I bambini sanno che esiste una certa gerarchia anche in ambito scolastico, che gli impedisce di mettere in dubbio l'adulto, ma questo frena la capacità di essere autonomi sulle riflessioni. In ogni contesto ad ogni azione corrisponde una reazione ma invece di giudicare l'azione si dovrebbe prima valutare la ragione dietro l'atto, per comprendere il perché è successa tale cosa. Questo modo di pensare spinge a riflettere sulle ragioni anche prima di compiere l'atto stesso, per nonIncorrere nella censura morale. Adulti e bambini sanno se una cosa è giusta o sbagliato, se ha conseguenze belle o brutte, ma saperne il risultato non impedisce il compiere certe azioni, la motivazione è che manca il ragionamento che giustifica tale opinione. I programmi introdotti servono per migliorare e dare risalto al rapporto mezzi-fini, Lipman sottolinea quanto sia difficile in una classe avviare una ricerca etica. Nell'educazione trasmettere ragioni o giustificazioni su alcuni valori sociali non è sufficiente. Gli studenti devono acquisire il significato dei concetti come pace, violenza, giustizia, libertà ecc. acquisendo esperienza sulle procedure di ragionamento e valutazione. Spesso l'educazione giustifica e trasmette gli stereotipi imposti dalla società che, di contro, danno per scontato che tutti siano dello stesso parere, e anche questa forma di educazione genera la violenza, come ad esempio gli stereotipi di prerogativa maschile.
Ricordiamo ad esempio anche le esecuzioni in piazza di presunti "criminali" con tortura e violenza in nome della pace (paradosso), oppure ai mas media dove la violenza è diventata "commerciabile" attirando lo spettatore. Un primo passo è condividere l'esperienza non solo privata ma anche storica della nostra società "dimenticando il passato si rischia di ripeterlo". Ma ciò non basta perché si deve insegnare al bambino a pensare meglio con la propria testa e in modo autocritico, e non solo riempire "una testa vuota". L'insegnante incarna l'identità morale ed è colui che deve approvare le dinamiche assumendosi la responsabilità, I bambini in fondo sanno cosa sia giusto fare e cosa no, ma alla fine compiono comunque degli sbagli. Un buon educatore deve dissociarsi dall'evento e non dare giudizi morali, deve invece avviare il bambino al ragionamento autonomo. Una buonainizio indagine può essere "È una buona ragione?" mostrando quindi imparzialità verso l'errore del bambino. Quando un educatore si dissocia la responsabilità morale ricade sullo studente, essi devono prendersi le loro responsabilità in modo consapevole. Quando si utilizzano espressioni etiche normative e prescrittive come dare un "ordine" usando ad esempio avverbi come "NON" e congiunzioni come "MA" è una comunicazione non efficace con i bambini, non aiuta ad interiorizzare tale normativa morale. Nella comunità ognuno è disposto a imparare dall'esperienza propria ed altrui, con ragionevolezza ovvero la razionalità mitigata dal giudizio. Studenti ed insegnante lavorano assieme nell'investigazione usando la logica per completare la ricerca scientifica. Il lavoro cognitivo sprona il giudizio dei bambini, c'è differenza quando si pone una domanda.cui si conosce una risposta e quando si pone una controversia sconosciuta daindagare. Nel primo caso il bambino cercherà solo di trovare la risposta giusta, ma essenzialmente non esistono risposte giuste o sbagliate, si devono superare i pregiudizi e gli stereotipi per abbracciare la consapevolezza e la riflessione con la cognitiva, un lavoro costante e difficile che può durare una vita intera. In conclusione, la comunità di ricerca è un MEZZO per ridurre la violenza in quanto i valori etici e morali devono essere vissuti, praticati ed incarnati per essere poi assimilati. Nulla è scontato, la pace a lungo termine è il MEZZO-FINE che prevede quindi la non violenza come CONSEGUENZA. La pratica dialogica persegue la pace ma alla conclusione non la raggiunge mai, si lascia aperto la persecuzione dell'ideale ad una società pacifica mantenuta nel tempo. Dewey struttura un algoritmo cognitivo in How we Think, di otto procedure per affrontare le questioni problematiche.Il giudizio del bambino verso una soluzione si accompagna in diversi modi:
- Attraverso l'osservazione e l'analisi dei fatti e delle informazioni disponibili.
- Attraverso la valutazione delle possibili alternative e dei loro pro e contro.
- Attraverso la consultazione e il confronto con altre persone, come genitori, insegnanti o amici.
- Attraverso l'ascolto delle proprie emozioni e intuizioni.
- Attraverso la considerazione delle conseguenze a breve e lungo termine delle diverse opzioni.
Il giudizio del bambino può essere influenzato da vari fattori, come l'età, l'esperienza, l'educazione e la personalità. È importante incoraggiare il bambino a sviluppare un pensiero critico e autonomo, fornendo supporto e guidandolo nel processo decisionale.