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TRAGEDIA ATTICA - MUSICA E DANZA
Nella Grecia del VI secolo nonostante si sia inserita la prima forma di democrazia è ben lontana da ciò che conosciamo oggi, pensando che in quell'epoca ancora il 5% potesse accedere al voto. Il passaggio da LOGOS a DIALOGOS è graduale e lento, non è consequenziale, la parola dialogica è contemporanea al logos divino, grazie allo sviluppo del pensiero. Si deve partire dal presupposto che la parola non presuppone un dialogo limpido e cristallino ma assume il ruolo di pharmakon, una ambiguità che nella parola umana non smetterà mai di esistere. Dalla Grecia arcaica governata dal logos divino verticale ed enigmatico piano piano si passa ad un dia-logos influenzato dal contesto storico e culturale in evoluzione. Il dialogo nasce con l'affermarsi della democrazia, dove una prima forma si.
manifesta nel gruppo degli opliti. Detienne afferma che essi si consideravano uguali e sedevano sempre in cerchio per permettere uno scambio di parola-dialogo. Era una comunicazione circolare ed orizzontale, che esisteva in contemporanea della parola magico divina.
Una delle strategie degli opliti messa in atto in uno schema 8x8, era che ogni soldato dava e riceveva protezione dagli altri durante i conflitti. Le strategie erano discusse con il dialogo seduti in cerchio, lo scopo comune del logos è trovare una soluzione collettiva/orizzontale che segue una logica circolare e ricorsiva. Un confronto fra uomini che parlano (senza dio). Una prima forma di simmetria. Qui si capisce che con il potere di scelta si possono cambiare gli eventi. Questa discussione attiva una presa di posizione di identità, il DIA ora diventa lo spazio fisico nel cerchio, la distanza stessa degli opliti, mentre prima era INFRA. Con l'arrivo della democrazia si comincia a sviluppare ed affermare.
La parola-dialogo tra uomini simmetrica. Il dia-logos da libertà alle persone di discutere in pubblico fino a che non si trasforma in dia-logare. Qui nasce un vincolo conosciuto come:
ISONOMIA: l'uguaglianza di tutti di fronte la legge a prescindere della diversità.
L'ISEGORIA: nasce a seguito ed è la possibilità di prendere parola nelle assemblee.
L'isegoria e Isonomia danno origine al DEMOS ovvero la privazione dei diritti individuali, però ancora grezzo. Questi tre concetti sono la base per il futuro dialogos. In questo periodo arcaico la circolarità dialogica è ancora embrionale, anche se con Omero si è arrivati alla forma di "dialegesthai" dove avviene un passaggio fra logos e dia-logos che è reso possibile dall'introduzione contemporanea della "dialettica" ovvero una discussione che nasce da un terreno agonistico e conflittuale dove ciò che importa è vincere.
vuole” di Socrate. Nella competizione verbale, i partecipanti si impegnano in una comunicazione tra pari, abbandonando l'uso di parole magiche o religiose. Questo tipo di competizione si basa sulla presentazione di una tesi e sulla confutazione di una tesi contraddittoria (antitesi). Solo colui che si dimostra migliore nello scontro verbale sarà il vincitore, e gli interlocutori saranno i giudici. In questa fase, non esiste una verità assoluta, ma solo il desiderio di prevalere nel conflitto. Si cerca di imporsi attraverso la capacità di persuasione. Lo scambio dialettico è ora egualitario, ovvero tutti possono interagire indipendentemente dalle loro caratteristiche e diversità individuali. Il dialogo, nel corso del tempo, decide la direzione da prendere. Il suo sviluppo è di natura autocorrettiva, come dimostrato dalla metodologia di Socrate. Si ricorda il famoso detto di Socrate: "Sappi di non sapere"."Comincia ma non si sa dove si va a finire".
SOCRATE e l'etica del discorso
Con Socrate avviene l'evidente il passaggio fra logos a dia-logos (parlare - dialogare). Il logos Socratico non è solo teoria ma anche pratica (vissuta) quindi il logos si affianca al BIOS. Esso afferma di non insegnare nulla perché in realtà il vero concetto non è trasmissibile a parole, si ha una inadeguatezza verbale. La virtù, il giusto, essere buono, le sole parole non hanno la capacità di esprimere ciò che si vive. Il dialogo socratico comincia sempre con la domanda "che cosa è?" (ti esti?) inizialmente tutti devono concordare sul significato della parola prima, un accordo necessario per creare il dialogo. Poi avviene la DISSIMULAZIONE ovvero quando Socrate finge di non sapere, necessario per creare l'espediente per far procedere l'esposizione delle tesi per poi rintracciare poi le falle della discussione.
Ciò porta al dubbio e al senso di disagio sulla posizione presa nella discussione, e l'interlocutore comincia a vacillare. Socrate per evitare che esso rinunci a continuare, pone su se stesso il dubbio, tagliando in parte l'agonismo/scontro nato. La sollecitazione porta a riflettere sui propri dubbi su quanto asserito. Il Logos Socratico è "una volontà comune di ricercare la verità". Una verità che emerge nello scambio dialogico che stimola con la dissimulazione. Esso è conosciuto come una figura Atopica in quanto è una identità ambigua e contraddittoria. L'a-topia è usata in quanto è il sapiente che non sa, l'educatore che non educa ed è affascinante anche se trascurato. È il termine che identifica la natura strana e dislocata di Socrate "il filosofo dell'ambiguità". Ad esempio, nel simposio è presentato come un Sileno "mostroso come un"
Sileno che incanta con la bellezza dell'anima". La prof Broccoli afferma che usa delle maschere come la dissimulazione, la finzione e l'ironia; quindi, il suo modo di essere stesso è una dissimulazione. Questa atopia Socratica è una contraddizione nell'aspetto, nell'anima, nel comportamento, così come la natura del logos e la natura stessa dell'essere umano (vicinanza a Dionisio). Per natura Socrate vede l'altro come colui che ha la parola e capacità di dialogo, sempre aperto al confronto, questo mostra la sua natura non arrogante ma che ha uno scopo di coltivare un ragionamento condiviso (Sicherolli). Secondo Ferroni invece, Socrate non è dialogico perché manca l'essenza autentica del dialogo, si discute la tesi di un interlocutore e ci si allontana da tutti. Si mira a confutare solo la tesi persa in questione e quindi diventa un dialogo chiuso. Secondo la critica qui manca il Logos Antologico che sisvilupperà nel '900. Nel '900 i singoli individui hanno una responsabilità, ovvero scegliere quale aspetto mostrare all'altro, la maschera "doppiezza del parlante" che può rendere il dialogo non veritiero come lo stesso dialogante mascherato. Nel LOGOS SOCRATICO deve esserci l'intento comune di trovare la realtà, ma con prospettiva etico-esistenziale. Se si può scegliere di dire ciò che si pensa nel logos Socratico manca la responsabilità. Esso si cala nella PAIDEIA che tende nell'uomo il concetto di "bene maggiore" indaga le questioni pratiche della vita umana, la verità deve nascere dal ruolo attivo dell'educazione che si AUTOEDUCA, lavora sulla cognizione. Da qui la MAIEUTICA SOCRATICA che fa uscire fuori l'allievo dal suo IO diventando un soggetto attivo. Secondo lui ci sono esperienze che il logos non può spiegare, descrivere o definire nel complesso umano. Ildialogo verbale tal volta non può esprimere tutto ciò che si prova. Un buon educatore dà l'esempio, deve condurre e spiegare la vita virtuosa che pratica con il bene, l'anello di congiunzione tra teoria e pratica è l'educazione. Non tutto può essere affidato al logos, ciò che non può essere spiegato secondo Socrate quindi deve essere praticato, afferma che l'essere umano può essere rappresentato solo con uno Schizzo. Secondo Platone invece deve essere compensato al mito. Solitamente Platone li utilizza per esprimere dei concetti complessi.
MASSIMA SOCRATICA: conosci te stesso
Un buon educatore deve tener conto che non tutto si può dire o comunicare con il canale verbale, bisogna usare tutti i canali comunicativi a disposizione: se si vuole educare ad essere virtuosi anche il tenore di vita dell'educatore deve esserlo. Diventare un esempio di vita o modello è un ottimo modo di educare, avere
Uno stile di vita coerente con ciò che si vuole comunicare. Esiste la cosiddetta "fallacia", un fenomeno che indica quando si conduce una vita differente da quella che si predica, errori nascosti nel ragionamento che violano regole di un argomento corretto (insegnante che insegna a non fumare e fuma). Gorgia ci sottolinea infatti che esistono dei concetti che sono incomunicabili con le parole, di conseguenza possono essere comunicate praticandole ed apprese vivendole.
Nel logos Socratico manca il riconoscimento Etico dell'alterità ontologica dell'altro. Anche se Socrate è colui che getta le basi di tutto il dialogare. L'altro è riconosciuto solo quando prende la parola e sono due figure contrapposte con una tesi da confutare ed il valore educativo è accostato alla pratica di vita. Secondo Michael Foucault, l'agire Socratico è dotato di PARRESIA (parresiastes) il coraggio di dire la verità, un diritto/dovere.
Una pratica verbale dove il soggetto con il confronto dialogico ha il coraggio di asserire la verità ma con il rischio di morte che comporta, poiché c'è in gioco il benessere proprio ed altrui, motivo per cui Socrate morì. La Broccoli però sottolinea che la Parresia non ha valenza educativa e sia anti-pedagogica perché non implica che si abbia sempre una reazione positiva alla verità, che può o non può essere accettata, né tanto meno può essere sempre positiva. L'intenzione di Socrate è quella di svolgere una ricerca verso la verità che è sempre morale e ciò è possibile con una vita virtuosa, obbiettivo perseguibile con il Logos. Socrate ha un'altra abilità: "L'ironia Socratica" che è una forma di libertà di pensiero critico è colui che ha sempre una valenza educativa. La Broccoli mette un'accento sul fatto che non.o dialogo, ma bisogna esprimersi con rispetto e gentilezza. Socrate stesso era noto per la sua abilità nel porre domande e nel mettere in discussione le convinzioni degli altri, ma lo faceva sempre con il fine di stimolare la riflessione e l'apprendimento, non per offendere o umiliare. La parresia, quindi, deve essere accompagnata da un atteggiamento di apertura mentale e di ascolto attivo. Solo così si può creare un ambiente educativo e costruttivo, in cui tutti possono imparare e crescere insieme.