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John Locke: la legge della proprietà, il diritto di resistenza

John Locke è considerato tra i massimi filosofi dell'età moderna. Afferma che il processo conoscitivo si realizza attraverso l'azione della ragione sull'esperienza sensoriale. L'attività dei sensi produce l'interiorizzazione di canoni morali che fungono da filtro per la valutazione di azioni successive. Il potere è una conseguenza della relazione tra Dio e il Creato e istituisce una corrispondenza tra legge naturale e Natura umana. Egli giustifica i diritti e i doveri degli uomini, facendo leva sulla necessità di superare le incertezze dello stato di natura mediante un contratto che protegga la proprietà legittima. L'unica proprietà illimitata per natura è quella di Dio sulla creazione, che si traduce nell'obbligo per gli uomini dell'autoconservazione. La dignità degli uomini deriva da Dio, proprio perché.l'essere proprietà di Dio e di se stessi rende gli uomini uguali per natura. Per Locke lo stato di natura è una condizione pacifica. La sua libertà è assenza di interferenze esterne, ed è la condizione necessaria affinché un individuo possa assolvere al compito della conservazione di sé. Si concentra quindi sulla proprietà privata: attraverso il lavoro gli esseri umani si appropriano di beni, secondo un circolo virtuoso che viene deviato dall'introduzione del denaro. Fa coincidere la soddisfazione del bisogno con l'assolvimento di un compito. Secondo Locke il potere sovrano non può essere concentrato nelle mani di un'unica entità, e non è assoluto e indivisibile. Il potere supremo è il potere legislativo, che emana le leggi e appartiene al popolo. Subordinato vi è il potere esecutivo che spetta al sovrano e consiste nell'applicare le leggi e punire trasgressori. Il potere

federativo Prevede la possibilità di muovere guerra verso altri Stati, di stipulare accordi di pace, ed è in mano al re. Se il potere legislativo non agisce in conformità agli accordi, il popolo può destituire i suoi titolari, implicando quindi il diritto di resistenza, che è un diritto che appartiene a tutto il popolo, e ciascun componente può esercitarlo. Solo Dio potrà decidere se la ribellione ad un'autorità sia stata illegittima, quindi le leggi dipendono dalla volontà di Dio. Egli fu un sostenitore della Libertà religiosa e della tolleranza. Nella prima lettera sulla tolleranza, si esprime a favore della separazione tra stato e chiesa, e sul fatto che la libertà religiosa dei cittadini nasce dall'impossibilità di stabilire quale sia la vera religione. Nel saggio sulla tolleranza, questa appare come uno strumento di governo che ne aumenta l'efficienza.

La legge di Hume: fatti e valori David Hume

È stato uno dei più grandi filosofi di tutti i tempi, ed è stato anche uno dei pochi dei quali sia stata tramandata una morte filosofica: trascorse gli ultimi giorni della sua vita, consapevole del suo destino, in grande serenità, giocando a carte con gli amici. La sua serenità è un aspetto del suo carattere, infatti era definito dai suoi amici illuministi francesi Le Bon David. Applica il metodo scientifico dell'empirismo allo studio della natura umana, per questo motivo la sua filosofia mostra che assunti e categorie tradizionali non sono necessari, e costituiscono un fraintendimento che impedisce una realistica comprensione delle cose. Il caso più celebre è la sua critica al principio di causalità: gli esseri umani tendono a percepire come connessi in maniera necessaria eventi che sono semplicemente percepiti in successione. Hume non riconosce alla ragione la capacità di decidere cosa è bene e cosa è male.l'azione umana è orientata da un'attrazione per ciò che è piacevole ed è una avversione per ciò che è doloroso. La felicità degli altri esseri umani gioca un ruolo importante perché è a questa altezza che entra in azione la simpatia, ovvero la capacità umana di partecipare ai sentimenti degli altri. Le virtù naturali sono dunque quelle che si spiegano con le passioni umane, mentre le virtù artificiali dipendono da un momento convenzionale. Gli esseri umani hanno una generosità limitata, ma grandi desideri anche nei confronti di beni che sono limitati. Questo ha fatto sì che si evolvessero come virtù, artifici che risultano funzionali alla compressione di questi inconvenienti, e la giustizia è uno di questi artifici. Le virtù naturali comprendono la simpatia e le virtù artificiali le convenzioni, cioè un modo di accordarsi l'un l'altro.giustizia non è altro che questo. secondo Hume l'uguaglianza è contraria alladiversità dei caratteri umani e ai diversi gradi di operosità e talento. La giustizia è un sistema di regole che risultano di utilità pubblica, e questa utilità guida l'azione umana. secondo Hume lo Stato di natura non è accettabile in quanto di esso non c'è alcuna traccia in documenti. afferma poi che l'origine della giustizia è un accordarsi, ma si tratta di un accordo di un certo tipo, che genera una divisione tra un prima e un dopo. la modalità con la quale gli esseri umani si accordano non richiama un determinato modello, in quanto l'accordarsi è un fatto empirico e graduale. il contratto poi è deliberato e consapevole, Ciò significa che c'è un consenso da entrambe le parti. Individua poi un errore nella pretesa di ricondurre l'obbligo di obbedienza dei cittadini al l'obbligo di

mantenere le promesse. entrambi gli obblighi esistono perché sono utili alla vita associata e la loro assenza potrebbe pregiudicare una civile convivenza. abbiamo poi quella che viene definita come legge di Hume, che consiste nella dicotomia tra fatto e valore, ovvero il divieto di passaggio dal descrittivo al prescrittivo. Scrisse l'opera trattato sulla natura umana, nella quale afferma che vi è un salto dall'essere al dover essere. il sapere relativo all'essere non può generare il sapere relativo al dover essere. dalla sua legge discendono l'emotivismo e il non cognitivismo: l'emotivismo riduce i giudizi di valore a espressioni di approvazione o disapprovazione da parte di chi li enuncia; il non cognitivismo è una posizione Secondo la quale i giudizi di valore morale non possono essere definiti Veri o falsi.

jean-jacques Rousseau: le inquietudini del legislatore democratico Rousseau occupa un posto nell'illuminismo. la sua riflessione

è ricca di paradossi. il motivo dominante della sua opera è il contrasto tra l'uomo naturale e l'uomo artificiale. nel discorso sulle scienze e le Arti, aveva sostenuto che il progresso delle scienze e delle Arti non ha contribuito a nobilitare i costumi. i beni che l'umanità crede di avere acquistato lo allontanano dallo Stato di natura, e non hanno fatto altro che dare nascita ai vizi e all’ineguaglianza, dalla quale nascono tutti i mali sociali. questa situazione è data da cause estranee e accidentali. Tali Accidenti sono riconducibili a tre: la nascita della proprietà, la magistratura, il potere arbitrario. alla prima si deve la condizione di Ricco e povero, alla seconda quella di potente e debole, alla terza quella di padrone e schiavo. poiché però la decadenza è dovuta a cause accidentali, l'uomo può risalire dallo Stato decaduto allo stato originale. il progresso è inteso da Rousseau come regresso,

Cioè come ritorno alla natura originale. Gioca un ruolo importante il mito del buon selvaggio; il buon selvaggio è un uomo rozzo e selvatico che rappresenta la dimensione naturale da cui poter partire per fondare la società. La nuova Eloisa narra la vicenda di due giovani amanti contrastati nel loro amore dalla volontà dei genitori e dalle convenienze sociali, ed è l'affermazione della santità del vincolo coniugale e familiare. Nell'Emilio si parla dell'educazione tradizionale che distrugge la natura originaria, bisogna sostituirla con un'educazione che si proponga come fine la conservazione e il rafforzamento di questa natura. È la storia di un fanciullo cresciuto con un'educazione naturale. Egli presenta una norma a cui tendere, secondo la quale bisogna far vivere il fanciullo già dalla giovinezza nell'ambiente naturale della campagna che ha lo scopo di sottrarlo all'azione depravatrice della società.

Il contratto sociale è il progetto di una società rinnovata in cui si possa vivere senza rinunciare al principio originario e potendo esprimere la libertà. Egli descrive come fare per fondarla: occorre che ogni cittadino unendosi con gli altri continui ad essere libero e ad ubbidire a se stesso. La soluzione è il patto che costituirà la base della società. È solo privandosi della propria singolarità che l'uomo può appropriarsene in modo accresciuto ed evoluto sotto forma di cittadinanza. Con il passaggio dallo stato di natura allo stato civile, vengono riconosciuti i diritti di uguaglianza e di libertà e vengono garantiti e assicurati dalla nuova forma di Stato. La libertà coincide con la volontà generale, che consiste nel sovrapporsi delle particolarità. Descrive poi in due modalità di accordo tra volontà generale e il ruolo del legislatore: la prima vede il legislatore come creatore.

Kant è considerato uno dei più importanti filosofi dell'Illuminismo. Egli sostiene che lo stato di diritto è fondamentale per garantire la libertà e la giustizia. Secondo Kant, lo stato deve essere basato su leggi che siano valide per tutti i cittadini, senza discriminazioni. Inoltre, Kant ritiene che lo stato debba essere separato dalla religione, in modo da garantire la libertà di coscienza e di culto. Per Kant, il principio fondamentale dello stato di diritto è il rispetto dei diritti umani e delle libertà individuali.eticolosa e metodica. Si racconta che Kant, durante la sua vita, abbia mantenuto una routine quotidiana molto precisa. Si alzava sempre alle 5 del mattino, faceva una breve passeggiata e poi si metteva a lavorare. Dopo aver lavorato per alcune ore, faceva una pausa per pranzo e poi tornava a lavorare fino al tardo pomeriggio. Dopo cena, dedicava del tempo alla lettura e alla riflessione, prima di andare a letto presto. Questa routine costante e disciplinata gli permetteva di dedicare la maggior parte del suo tempo alla sua ricerca filosofica.
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Publisher
A.A. 2023-2024
27 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessaromaano di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Catanzaro - Magna Grecia o del prof Porciello Andrea.