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DISABILITÀ.
Il tema della disabilità è stato sempre segnato dalla negatività nel suo essere deficit. Solo negli ultimi
decenni è passata l'idea di considerare diversamente la disabilità allorché sono sorte associazioni e
movimenti, veri corpi intermedi che nel segno del Pilastro salute inteso in coordinamento con la
famiglia, il lavoro e la partecipazione, hanno espresso un nuovo orizzonte per la comprensione della
questione andando al di là della normotipicità come riferimento generale. 31
La disabilità si trasforma nella ricerca di un continuo impulso reattivo con gli spazi fisici e culturali.
La disabilità esprime profili culturali e formativi per la realtà sociale in una funzione di interscambio
continuo in direzione di una nuova cultura giuridica dei diritti che significa accesso e inclusione. Il
tema dell'eguaglianza diviene centrale in un contesto dove è forte il richiamo alla dipendenza che
sempre non riesce a fare nascere il lato positivo della differenza.
Ciò può avvenire fuoriuscendo dalle narrazioni normali ed entrando nella dimensione reale e
lessicale di una disabilità raccontata dalla persona con disabilità. La persona acquista la
consapevolezza di sé nell'ascolto altrui nella relazione istituita dall'uguaglianza non dalla
discriminazione informata nel suo continuo ricostituirsi con tutti gli uomini. Come scrive Carcaterra:
la realtà della giustificazione è nel processo di ricerca di fondamenti sempre più saldi e più larghi.
Attraverso l’incontro dei corpi si preserva la relazione intersoggettiva che salva dalla mancanza di
comunicazioni, in modo originale. La persona incontra l'ambiente attraverso il proprio corpo, e
intende le varie forme di disabilità nella costituzione sociale della realtà.
FOLLIA E DISABILITÀ.
Le persone con disabilità intellettiva sono portatori di un vissuto e di un cammino su sentieri
sconosciuti seguendo logiche estranee. La follia ad esempio, o la schizofrenia. Ognuno di noi vive
nelle penombre, ognuno di noi si confronta con delle barriere. Il diritto deve simbolicamente
definirsi nelle aste olimpioniche per superarle. Nella follia l’oppressione ha una contingenza
temporale che segna ancor più i termini di una condizione vitale di una disabilità da conciliare con
l'ambiente esterno attraverso interventi di natura legislativa che permettano il ricomporsi di tempi
lenti e veloci che nel malato psichico sono tutt'uno. Maritain scriveva che se il genere umano
supererà le terribili minacce di schiavitù e di disumanizzazione che oggi affronta, avrà sete di un
nuovo umanesimo e sarà sia ansioso di riscoprire l'integrità dell'uomo sia di finirla con le divisioni
interne in cui tanto ha sofferto la storia dell'umanità.
Per rispondere a questo umanesimo integrale occorrerebbe promuovere una educazione integrale.
Il Pilastro salute si connette fortemente con il Pilastro partecipazione in una alleanza strategica
costruito sulla responsabilità individuale e collettiva, con l'intento di superare ogni forma di
discriminazione.
L'attenzione verso l'incremento dello strumentario dei diritti significa uscire da quelle logiche di
beneficienza non supportate da politiche sostanziali che diano senso pieno alla dignità delle persone
con disabilità di ogni tipo attraverso il riconoscimento dell'alterità, nell'averne effettivamente cura.
Scrive bene Blumemberg che «il paradosso sta nel fatto che Esserci è Cura e che può liberarsi di essa
solo al prezzo di non essere più nulla di cui poter prendersi cura. L'Esserci diventa un peso a se stesso
nell'istante in cui si trova nella condizione di poter diventare "impalpabile" a se stesso.
SALUTE E BIOPERSONALISMO.
Sebastiano Maffettone afferma che guardare alla vita come una scelta, e per meglio dire come a
una scelta criticamente orientata. Il valore della vita dipende, in tal modo, dalla capacità di creare
percorsi esistenziali insieme interessanti per noi e giustificabili da un punto di vista universale. Il
diritto alla vita è l'architrave del biopersonalismo. Il rispetto del senso della vita si traduce né in un
rifiuto del trattamento né in un doloroso prolungamento in quanto il valore della vita non si
consuma nel dato biologico, non si confina nel corpo ma si concreta nel vissuto degli affetti e della
persona. Anche per le questioni bioetiche, così come per la disabilità, il "temporalismo" si affaccia
come limite. Il fine vita, lo stato vegetativo, il testamento biologico, gli oramai casi storici Englaro e
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Welby hanno segnato gli ultimi anni del dibattito politico sociale e giuridico con i risultati che tutti
conosciamo. O il più recente caso Cappato/Antoniani che tanto ha detto sulla campagna in favore
della eutanasia legale, con l'intervento definitivo della Corte costituzionale nel 2019.
Il consenso si determina come il punto di unione tra libertà e responsabilità come determinazione
della volontà diretta o mediata, anche in funzione delle nuove prospettive offerte dalla scienza ogni
giorno, anche sulla base di un dialogo tra medico e paziente rinnovato e costante, con la Cura di
evitare di lasciare il più debole nel suo essere parte di una massa sofferente.
La Faralli scrive che se a livello legislativo e giurisprudenziale l'istituto del consenso informato gode
ormai di amplissimo accoglimento, ad apparire problematico è ancora il versante applicativo, ove
spesso si riscontra un eccesso di formalismo e burocratizzazione nella fase dell’informazione e del
rilascio del consenso. È infatti il progresso scientifico che ci impone di cambiare, di adattarci, di
immaginare profili anche legislativi che rispondano a nuove esigenze. Nella realtà, la medicina cura
il soggetto, il paziente, il caso clinico, raramente l'individuo, ancor meno la persona.
Gli ordinamenti giuridici, con il loro portato valoriale, hanno la sensibilità di ricezione della cultura
della Persona e il diffuso intervento legislativo nella maggior parte dei paesi continentali conferma
che, sebbene siano molte le difficoltà che il legislatore incontra nella regolamentazione delle
biotecnologie e diversi possano essere i principi ideologici di riferimento, l’esigenza della legge è
fortemente sentita come soluzione per regolamentare gli interessi che sottostanno alle
biotecnologie e le conflittualità insorgenti.
Il biopersonalismo è cultura della vita e si concentra sul movimento che essa comporta. Il filosofo
e il giurista possono e devono evitare che, nelle situazioni di fine vita, il corpo del morente non
divenga campo di battaglia tra diverse posizioni e i loro partigiani. Crediamo francamente che tutti
i viventi siano pro-life. Come scrive Amato: la dilatazione delle nostre possibilità di intervento sul
corpo e sulle malattie impone di riscoprire una nuova dimensione della finitudine umana che non è
più il semplice prendere atto dell'impossibile, ma la costruzione culturale di un processo
consapevole di auto-limitazione.
IL PILASTRO SALUTE E LE SEDUZIONI DELLA TECNOLOGIA.
Le tecnologie che le società intendono adottare consentono anche di esercitare un controllo a
distanza dell'attività dei lavoratori, sicché la loro utilizzazione pone il problema del delicato
equilibrio tra la promozione dell'efficienza produttiva e la tutela della dignità e della riservatezza dei
lavoratori, con importanti addentellati circa la salute psicologica del soggetto. Le tecnologie digitali
che sono alla base della quarta rivoluzione industriale, nota anche come "Industria 4.0" hanno
impresso una significativa accelerazione all'evoluzione dei processi produttivi, la cui maggiore
efficienza risulta ascrivibile allo "Smart Factory" che consente di instaurare un'inedita interazione
tra tutti i fattori della produzione, messi in comunicazione attraverso le infrastrutture telematiche,
che hanno raggiunto capillarmente tutte le fasi del processo produttivo anche grazie alla progressiva
diffusione della rete 5G. Le nuove tecnologie digitali incidono su quattro direttrici di sviluppo: la
raccolta dei dati, che abbraccia i problemi relativi ai big data, al cloud computing e all'Internet of
things; l'analisi dei dati, dai quali è possibile trarre profitto anche grazie ai processi di machine
learning; l'interazione uomo-macchina, che riguarda prevalentemente i dispositivi touch e la realtà
aumentata; la "manifattura additiva" che funge da ponte tra il digitale e il reale attraverso strumenti
quali i robot e le interazioni machine-to-machine. Le innovazioni tecnologiche introdotte
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dall'Industria 4.0 devono inscriversi necessariamente nell'orizzonte costituzionale della disciplina
del lavoro e della tutela della dignità del lavoratore.
Nel nostro ordinamento, infatti, con la fondazione della Repubblica democratica sul lavoro, i
Costituenti avevano manifestato la volontà di porre alla base del vincolo politico del nuovo Stato un
elemento profondamente egalitario, che consentisse a tutti di esplicare i propri talenti naturali e di
svolgere pienamente la propria personalità.
La scelta di fondare la Repubblica democratica sul lavoro è dunque espressione del principio
personalistico che ha ispirato la Carta costituzionale, nella cui prospettiva il lemma lavoro ben può
essere inteso come una sineddoche, ossia quale espressione della persona umana
complessivamente considerata e dei valori di cui essa è portatrice.
Il disegno politico-costituzionale che mira ad elevare il lavoro a fattore generatore di coesione
sociale e di realizzazione personale può essere attuato leggendo la disciplina dei rapporti economici
in funzione del progetto di trasformazione sociale volto a rimuovere gli ostacoli di ordine economico
e sociale, che, limitando di fatto la libertà e eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo
della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica,
economica e sociale del paese.
L'iniziativa economica privata di cui all'art. 41 Cost è tutelata dall'ordinamento soltanto se concorre
a determinare quelle condizioni di prosperità economica che rappresentano una condizione
necessaria, sebbene non sufficiente, alla rimozione degli «ostacoli di ordine economico e sociale»,
secondo l'impegno solennemente sancito nelle costituzioni moderne, chiamate ad assolvere
all'inedito compito di costituire la trama unificante, integrativa di un tessuto sociale pluralistico.
L’art. 41 cost sottende il fondato timore che l'attività economica possa non essere sempre
«indirizzata e coordinata a fini soci