Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Con difficoltà, alcuni autografi sono stati individuati—> non sono prime stesure, ma
“copie in pulito” in cui non è facile riconoscere la mano dell’autore (che raramente
appone la propria firma) —> criteri per riconoscere autografo sono incerti: 1)
datazione e coerenza (linguistica) con l’ambiente in cui possiamo collocare autore 2)
correttezza del testo —> ma anche autore, in quanto copista di sé stesso, ammette
errori involontari —> può essere significativa presenza di correzioni che rimediano
a sviste di copia, ma può essere una correzione del copista stesso e non dell’autore
3) presenza di varianti alternative, che si possono attribuire a revisione d’autore —>
per individuare lo stadio originario di un testo è utile che esso si presenti non-
definitivo, in movimento —> concetto stesso di originale da intendere in modo
dinamico.
Esempi: per la letteratura francese uno tra i più antichi autografi riconosciuti è
l’unico ms pervenutoci —> di una trad in versi dei Dialogi e della Vita di Gregorio
Magno —> opera di Angier, canonico in un importante monastero a Oxford —> si
nomina all’interno del testo —> si è discusso a lungo se chi ha tradotto il testo sia
l’autore e non un semplice copista —> argomenti in favore 1 soluz: 1) correttezza
quasi impeccabile del testo—> le sviste presenti sono state direttamente corrette
dallo stesso autore copista 2) interventi della stessa mano che non solo correggono
sviste, ma sostituiscono singole parole con altre —> non corporal —> esperital
(spirituale) —> alternative di natura stilistica che è verosimile attribuire all’autore
della trad —> tipologia è comunque quella di copia in pulito —> l’autore è copista di
sé stesso.
Caso più eclatante è quello dell’autografo del Decameron —> Boccaccio ebbe
intensa attività di copista (tre copie di sua mano delle opere di Dante), ma nel caso
del suo capolavoro le sviste sono numerose e non corrette —> ciò ha impedito a
lungo il riconoscimento del ms come autografo —> invece nell’altro autografo del
suo poema giovanile Teseida l’autore è intervenuto sistematicamente a rivedere il
suo lavoro.
I dubbi sulla perfezione dell’originale si accentuano quando la mano che trascrive
non è quella dell’autore ma di un copista a suo servizio —> manoscritto idiografo —
< è una certezza circa il Canzoniere di P —> il ms originale è autografo solo per 1/3
—> era stato avviato da un copista suo collaboratore.
Tali “copie originali” hanno maggiori prob di essere conservate quando l’autore ha
alto rango sociale e può permettersi di fare allestire manoscritti di lusso (con
miniature importanti) —>ex Alfonso X il Savio, re di Castiglia e Leon —> delle
grandi due opere storiografiche che il sovrano promosse ci sono almeno 2 ms che
provengono dall’officina scrittoria di corte —> 1) E per la prima redazione della
1
prima parte della Estoria de Espãna 2) U per la quarta sez della General Estoria —
> sono copie sorvegliate dal team di autori che lavorava seguendo le indicazioni del
re —> possono essere considerate come gli originali da cui furono tratte le copie
successive (originali che mancano per le altre sez di queste opere).
In generale concetto di originale è complesso, non statico, in evoluz nel tempo —>
applicabile anche a un manoscritto non privo di sviste e che non coincide
necessariamente con autografo —> ciò mostra concretamente che non sarebbe
corretto immaginare originale come entità astratta.
3.2 Il copista: identità e attività
Si considerano 4 copisti di testi romanzi che si nominano nel corso del XIII sec —>
analisi delle sottoscrizioni —> uno dei casi più dibattuti è il ms unico che conserva il
Cantar de mio Cid (M) —> si legge dopo l’ultimo verso del testo, senza soluzione di
continuità —> Per Abbat lo scrisse nel mese di… —> la data è il 1207, non molto
dopo la presunta data di composizione del poema —> ma non è manifestamente
quella del codice, la cui scrittura è databile al terzo decennio del XIV sec —> è una
sottoscrizione copiata dal modello —> si è a lungo considerato Abbat anche autore
del poema, non solo copista del ms —> la sua formula colui che lo scrisse è quella
usata anche da Guiot (più noto copista delle opere di CDT) —> la inserisce in fondo
all’ultimo romanzo —> è usata anche da uno dei più antichi copisti di area italiana
—> Fantino da San Friano —> firma raccolta di trad il 1275, nella Firenze di
Brunetto (ms F) —> qui oggetto di scrittura è il libro —> nel Med è termine usato
per le opere in prosa —> formula di F è all’inizio indice del codice e subito sotto c’è
il titolo del primo testo, Libro d’Albertano —> la stessa formula si trova a inizio di
un altro codice che presenta gli stessi testi, ma è copiato da mano databile al XV sec
—> chi lo ha trascritto aveva come modello il codice di Fantino (ne ha copiato anche
data e nome copista).
Più esplicita la sottoscrizione di un altro celebre copista di quegli anni —> Guillem
Pagès —> alla cui mano si devono vari ms di opere di Ramon Llull —> il primo è
Llibre de contemplació (1280, in due tomi) —< P dichiara di aver derivato il suo
testo dall’originale —> utilizza però il termine ambiguo translatare (indica trad da
una lingua all’altra) —> sappiamo da Llull stesso che la vers catalana era la trad di
una vers precedente in arabo.
Di questi 4 copisti non sappiamo nient’altro oltre ciò che ci dicono queste note —>
Guiot dice di avere un ostel, F si dice maestro, Guillem invece presbiter —> vantano
uno stato sociale che assicura una competenza per il loro lavoro —> almeno fino al
XIII sec scrittura nel Med è per una minoranza che ha appreso il latino —> con
allargarsi della prod letteraria nella società borghese e mercantile, dal XIV scrittura
si diffonde anche tra gli illetterati.
Attività dei copisti è talvolta condotta in un ambiente dedicato espressamente alla
scrittura —> scriptorium —> centro di prod libraria che nell’Alto Med è presente in
ogni monastero e corte —> organizzaz del lavoro tra copisti, miniatori e revisori con
appoggio di biblioteca e giro di committenze —> struttura simile non è sempre
scontata dietro ogni stesura di codice in volgare —> ex nel XIII sec è certa come
presenza nelle corti di Alfonso X o nell’ambiente parigino —> ex caso eccezionale di
concentrazione copia in serie è la domanda di codici della Commedia nella Firenze
di metà XIV.
Anche quando non è possibile ricostruire le condizioni di lavoro c’è una domanda
da porsi —> responsabile della copia è uno solo o hanno concorso mani diverse? —
> ex la divisione del lavoro fra più copisti divenne pratica abituale negli scriptoria
universitari più produttivi —> modello da copiare suddiviso in fascicoli sciolti
numerati (pecia, pezza) che potevano essere distribuiti contemporaneamente a
copisti creando una catena di montaggio —> la distinzione di una mano dall’altra è
operazione tutt’altro che facile.
Per gli aspetti linguistici l’identità dei copisti di opere volgari è rilevante —> ne
dipende la competenza circa la lingua dei testi che copiano (in genere è la loro
stessa lingua madre) —> in realtà nel Med convivono ancora con pari legittimità
anche sul piano letterario diverse varietà linguistiche per ciascun’area romanza —>
ex un copista piccardo poteva trovarsi a trascrivere un testo normanno —> ex il
precoce successo delle letterature gallo romanze rende frequente che un copista
italiano trascriva un testo francese o occitano.
Piena padronanza linguistica dei copisti di testi romanzi (sopratt se si unisce a
quella letteraria) smentisce il pregiudizio negativo che prende piede
dall’Umanesimo sino al primo Novecento sull’attività degli amanuensi med —> nata
nell’ambito della filologia classica, la concezione del copista come postero
inadeguato alla comprensione della perfez stilistica dei latini e greci è stata fattore
determinante per idea della trasmissione testuale med come corruzione e degrado
—> esagerato anche per i testi classici, questo pregiudizio non ha ragion d’essere
per testi romanzi —> i copisti dei testi in volgare non solo comprendevano i testi
che trascrivevano, ma erano anche in grado di modificarli.
Però anche il copista più competente subisce i meccanismi propri dell’atto del
copiare —> a compromettere esattezza della copia concorrono più fattori:1) le
condizioni della fonte (antigrafo) —> ex può avere parti poco leggibili o
danneggiate 2) le condizioni fisiche e ambientali in cui si svolgeva il lavoro di copia
—> a ciò si aggiungono le insidie dovute al processo di copia in sé —> 1)lettura del
modello per porzione di testo memorizzabile (pericope) 2) memorizzazione 3)auto-
dettatura, interiore o pronunciata 4) la scrittura —> ciascuno di questi momenti
include potenz un rischio —> il tutto moltiplicato per n volte che può essere alto,
soprattutto se pensiamo a copia di intero codice 5) problema del ritorno con l’occhio
al modello per riprendere la lettura —> espone il copista al rischio di mancare il
punto da cui si era interrotto.
Interferenza dell’oralità —> copista poteva scrivere sotto dettatura —> 1) possibili
fraintendimenti tra parole foneticamente simili —> processo che vede attivazione
dei meccanismi mentali della lettura e della memorizzazione e dell’attenzione —>
fenomeni il cui studio definisce una specie di patologia della copia.
Tipologia degli errori più comuni —> quelli che si individuano facilmente e a volte
se ne accorge il copista stesso, correggendoli —> ex Guiot trascrittore dei romanzi
di CDT —> 1) due stringhe di testo (in genere sillabe) simili consecutive possono
indurre il copista a trascriverne una sola —> aplografia —> v. 1063 dell&rsqu