ELENA GENNUSO
2022/2023
BREVE AVVIAMENTO ALLA FILOLOGIA ITALIANA - STUSSI
BREVE AVVIAMENTO
ALLA FILOLOGIA
ITALIANA - STUSSI
Modulo A di Filologia digitale ELENA GENNUSO
2022/2023
BREVE AVVIAMENTO ALLA FILOLOGIA ITALIANA - STUSSI
Breve avviamento alla filologia italiana - Stussi
Che cos’è la filologia digitale? È una disciplina che, attraverso l’analisi linguistica e la
critica testuale, mira alla corretta ricostruzione e reinterpretazione di testi e documenti
scritti, portandoli alla volontà dell’autore. Il compito del filologo è dunque quello di
rendere accessibile il testo al lettore moderno nella forma più adeguata. La filologia viene
considerata una scienza a partire dall’800. Il termine “filologia” viene utilizzato in diversi
ambiti, principalmente in quello linguistico nel momento in cui esso viene a contatto con
le lingue. Difatti, il termine designa lo studio da molteplici punti di vista delle
corrispondenti lingue e letterature.
Alberto Varvaro ci dice che il testo, nella sua costituzione, è molto problematico in modi e gradi
sempre diversi. per questo motivo è fondamentale sapere le modalità attraverso le quali il testo ci
è stato trasmesso (es: testo antico). I problemi dei testi, saltano fuori nel momento in cui
l’originale non ci è pervenuto e disponiamo solamente di copie piene di errori. È fondamentale
ricordare che l’autore produce diversi originali, e che la sua cultura linguistica è molto diversa da
quella contemporanea; pertanto, un altro aspetto problematico è la mediazione culturale.
medium
Come ben sappiamo, qualsiasi testo instaura un rapporto molto forte con il (mondo
testo-traghettamento
digitale) e, quando il testo passa in digitale, bisogna chiedersi cosa è un
(momento di transizione). Difatti, ogni volta che si cambia il supporto materiale, i vecchi testi
vengono trasferiti su un nuovo modello, perdendo così la maggior parte del patrimonio perché si
cosa fare passare, cosa ricopiare, e cosa verrà automaticamente perduto
deve decidere
(soggetti ad attacchi del tempo). Pertanto, in questo traghettamento, passare da un medium
filologia digitale.
all’altro può essere un rischio, e qui nasce la
La filologia cognitiva è una scienza che studia i testi intesi come prodotti dei processi
mentali umani; essa sperimenta nella produzione di sistemi di intelligenza artificiali.
La filologia d’autore invece è uno studio delle varianti d’autore.
La storia del computer
Inizia nel 1935 grazie ad Alan Turing, matematico incaricato di decifrare i messaggi dei nazisti.
Egli fu il primo a pensare che questi calcoli sarebbero stati più veloci se fatti a macchina e, nella
sua idea, tra 0 e 1 si dovevano riempire delle caselline con determinate operazioni in modo da
poter ottenere tale algoritmo. Questo pensiero venne condiviso anche da Newmann dopo aver
calcolato a mano l’altezza dell’esplosione della bomba a mano. Pertanto, nel 1944 nacque il
calcolatore volto ai calcoli matematici.
L’elaborazione digitale del testo
cartacei born digital,
Tutti i testi si dividono in e in i quali vengono scritti direttamente al
computer e rimangono su piattaforme digitali (compresi i messaggi whatsapp e instagram). Da un
testo al suo trasporto digitale però, si perdono inevitabilmente delle informazioni come ad
esempio la grafia. “Ogni sistema di scrittura e supporto vengono ritenuti veicoli in grado di
plasmare la mentalità e la cultura”.
Nell’elaborazione digitale di un testo, abbiamo:
- Vantaggi: i testi digitali vengono scritti e moltiplicati più velocemente, ma soprattutto ne
vengono perse meno copie.
- Svantaggi: non tutti i testi del mondo vengono digitalizzati. Tanti testi importanti sono
stati perduti perché non ritenuti tali, e non sono stati digitalizzati.
Ad esempio, Google Libri è quasi tutto digitalizzato. Nonostante ciò il digitale ha bisogno di
la memoria, il cd rom, l’hard disk,
supporti fisici come in modo tale che essi possano essere
ricopiati all’infinito rimanendo sempre fedeli alla prima copia del testo. L’unico problema è che
questi supporti si deteriorano, e dunque devono essere cambiati ogni tot. anni.
Prima del supporto digitale i testi venivano ricopiati a mano, e ciò portava ad avere un aumento di
errori da un testo all’altro, portando sempre di più a cambiare totalmente il testo rispetto
all’originale.
Digitalizzazione: processo di trasformazione di un’immagine, documento, ecc. in
formato digitale. ELENA GENNUSO
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Il restauro può essere di due tipi:
Restauro digitale:
1. attraverso photoshop e diversi dispositivi concessi da esso, è possibile
restaurare versioni differenti delle parti danneggiate.
Restauro delle pergamene scolorite
2. attraverso la luce ultravioletta.
Questo tipo di fotoriproduzione può essere anche pericolosa perché, quando si sono
sviluppate queste tecnologie, alcune biblioteche erano più interessate all’economia piuttosto
che alla conservazione di manoscritti, pertanto hanno deciso di non conservare i vecchi tipi di
carta, ma bensì di utilizzare delle riproduzioni effettuate su microfilm, le quali avevano una
netta qualità minore essendo riproduzioni molto piccole.
Capitolo 1 – manoscritti e stampe
La composizione di un manoscritto antico
Nel linguaggio quotidiano spesso utilizziamo le parole “libro” e “manoscritto” come due sinonimi,
rotolo di papiro avvolto
ma in latino la parola “volumen”, da “avvolgere”, designava il
mantenendo all’interno la parte scritta.
biblioteca di Alessandria città di Pergamo
Dopo una lite tra la e la (in quanto la prima si
Pergamo pergamena.
rifiutava di offrire il rotolo alla seconda), la città di decise di inventare la
Essa veniva fatta con pelle di animale e presentava una parte più scura (quella a contatto con la
parte della bestia) e una parte più chiara (quella a contatto con la carne). La pelle si deteriorava
palinsesto:
difficilmente, e veniva anche riciclata ricorrendo al la pergamena veniva raschiata
tornando pulita, quindi è come se ciò che vi era scritto venisse cancellato e poi riutilizzato.
codice, testo manoscritto; codicologia:
In età romana si passò poi al ovvero al da qui nasce la
lo studio dei manoscritti, del loro materiale, la loro rilegatura, la grafia di un testo ecc.
tecnica della collazione,
Per ricopiare il manoscritto, molto spesso veniva anche utilizzata la
attraverso la quale venivano stampati i dettagli più importanti.
carta
La non venne ben accolta perché era un materiale più scadente rispetto alla pergamena, e
inoltre veniva importata dagli arabi, sui quali vi era un pregiudizio culturale. Dall’altro lato, però,
la carta era molto economica e non era necessario ricorrere agli animali. Il foglio veniva creato
tramite i filoni del telaio su cui veniva stesa la pasta, e al centro vi era il logo dell’azienda che
permetteva di capirne la datazione.
Com’era fatto il codice? Le sue fasi di lavorazione
1. Rilegatura: partendo dal foglio che veniva piegato a metà e inserito in un altro, si
fascicoli di carta
creavano dei (a volte veniva anche aggiunto qualche foglio di
fascicolo misto).
pergamena, in tal caso si parla di
2. Scrittura del testo: fogli separati per ciascun fascicolo,
la scrittura procedeva a il
rilegato
quale insieme veniva poi dopo la scrittura. I copisti incominciavano a scrivere a
metà dei fogli, aiutandosi con un attrezzo di piombo e metallo per rigare la carta oppure
scrivere il testo
con inchiostro molto diluito. Questo gli permetteva di mantenendo
l’allineamento l’inchiostro nero,
con la pagina. Inizialmente il testo veniva scritto con e
solo successivamente venivano aggiunti i dettagli in rosso.
3. Aggiunta delle rubriche.
4. Realizzazione delle iniziali decorate.
5. Decorazione del codice.
6. Aggiunta delle miniature.
Ogni manoscritto medievale è diverso dagli altri, poiché è frutto di un procedimento artigianale e
non meccanico; pertanto la consistenza dei fascicoli può variare. Questo perché, anche se due
manoscritti hanno lo stesso titolo e iniziano con le stesse parole, non sono mai identici in quanto
variano le pagine, il tipo di grafia, la grandezza del carattere, ecc.
Talvolta i fogli venivano numerati in alto a destra, ma la numerazione veniva inserita dopo la
legatura. Per controllare la successione dei fascicoli, nel verso dell’ultima carta si scriveva una
parola di richiamo che corrispondeva alla prima parola del fascicolo successivo.
Inoltre, chi li ha trascritti può aver commesso errori di copiatura oppure può aver corretto il testo
quando si è trovato di fronte a una parola per lui incomprensibile.
Possiamo definire il codice:
- Acefalo: quando ha perso la parte iniziale.
- Mutilo: quando è stata persa una parte centrale. ELENA GENNUSO
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- Frammentato: quando rimangono solo brevi parti.
- Adespoto: quando non si ha un’indicazione dell’autore o non è identificabile
Quattrocento Gutenberg stampa a caratteri mobili:
Solo nella metà del con si passa alla
venivano prese delle lettere metalliche e accostate tra di loro, in modo da formare le parole, le
righe e le pagine, tenute insieme da un telaio bloccato da cunei di legno. Venivano bagnate nella
parte superiore con l’inchiostro, sul quale successivamente andava appoggiato il foglio di carta.
quasi uguali tra di loro,
Questo permetteva di fare moltissime copie perché potevano verificarsi
degli spostamenti delle lettere; ma da questo punto in poi anche il lavoro del filologo si deve
adeguare. incunaboli.
Tutti i libri pubblicato entro il 1500 sono designati come
Capitava anche che venisse modificato il frontespizio e magari cambiata la dedica, in modo da
mettere in vendita residui di magazzino spacciandoli per novità: si parlerà allora non di nuova
edizione dell'opera ma di nuova emissione della stessa edizione. Detto questo ne consegue che
avendo più esemplari di una stessa edizione antica, vale sempre la pena di controllare se essi sono
perfettamente identici, a tal fine, disponendo della fotocopia trasparente di un esemplare e
sovrapponendo la pagina per pagina a ciascuno degli altri esemplari, riesce che a colpo d'occhio
se ci sono varianti. Qualora ci siano varianti, occorre distinguere volta per volta ciò che viene
soppresso da ciò che subentra al suo posto, ciò ch
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