SEZIONE SECONDA. L'EVIDENZA
Capitolo primo. La struttura del riempimento
La percezione è una corrente di fasi continuamente unificate nell'unità di una sintesi di coscienza di un unico percepito che si costituisce originariamente. In ogni fase abbiamo l'impressione originaria, la ritenzione e la protenzione, l'unità in questo caso si realizza nel processo di concordanza continua.
L'intenzione rivolta al riempimento è intenzione rivolta alla datità originale:
- L'intenzione: l'intenzione è diretta verso il suo oggetto, essa non vuole essere un vuoto intendere verso l'oggetto ma vuole giungervi ossia vuole giungere all'oggetto stesso.
- La recettiva è preceduta da un'affezione.
- L'azione: una rappresentazione di sfondo, con una direzione, colpisce l'io: una tendenza si dirige sull'io, che reagisce con il volgersi. La rappresentazione assume così la forma dell'io.
diretto verso l'elemento oggettuale. La rappresentazione afferrante nella quale ciò produce il concetto di intenzione dossica, di intenzione che va oltre la sfera del semplice rappresentare. Una coscienza di qualcosa non deve necessariamente avere in sé la forma privilegiata dell'essere diretto su questo qualcosa, sulla sua oggettualità. Ciò si mostra nelle ritenzioni che si allacciano originariamente ad ogni percezione. Questa coscienza ha in sé un essere-diretto solo se da qualche altra parte, da un'altra rappresentazione, si irraggia verso questa coscienza un raggio associativo, un ridestamento: solo allora si dirige verso il suo elemento oggettuale. Tali ridestamenti hanno il carattere di tendenze quindi ci sono anche i gradi dell'intensità: esse possono rafforzarsi e indebolirsi. La direzione verso l'oggetto rappresentato in maniera vuota è quel modo della tendenza rappresentativa diretta verso il suo oggetto nelquale la coscienza rappresentativa non si è ancora sviluppata intenzionalmente. - A tutte le intenzioni proprie appartiene un essere diretto proveniente da un ridestamento. In una intenzione verificante il suo essere diretto è dotato di tendenza e sin dal principio mira, in quanto tendenza e aspirazione, dell'illustrazione intuitiva di tipo particolare, ad un soddisfacimento che è possibile solo in una sintesi che porti a dati di realtà originale l'elemento oggettuale rappresentato e che lo porti in modo tale che il soddisfacimento sia ancora un soddisfacimento meramente relativo mi lasci residui di insoddisfazione. La verifica ha dunque un carattere solo relativo anche se in essa ha già luogo un qualche riempimento nel senso autentico. Il riempimento si esprime nel soddisfacimento ossia il rilassarsi di un tendere nel quale viene raggiunta la meta del tendere come tale. La protenzione è un'intenzione anticipatrice.cioè come un'intenzione diretta verso il futuro, ossia pre-diretta, e dunque come una tendenza: un credere certo rivolto a questo e quest'altro contenuto rappresentativo che tuttavia non crede a ciò che nel presente le è dato impressionalmente ma esercita nel credere un'anticipazione di ciò che sarà mostrato solo in futuro dalla percezione stessa. L'intenzione d'attesa si dirige sul fatto che ciò che nell'anticipazione è inteso come certo venga in futuro afferrato nell'originale, si dirige quindi verso ciò che è reale nel modo della presenza in carne ed ossa. Nella ritenzione che ha assunto la forma di un'intenzione, ad esempio la forma di un ricordo del passato, in essa è implicita l'intenzione diretta al passato che deve essere reso disponibile nel modo della datità originale attraverso la rimemorazione intuitiva. Anche questa intenzione è pre-intenzionalmente.anche se questo pre non ha il senso temporale del futuro.
-Tra le proprietà della sfera del giudizio ci sono le funzioni della verificazione riempiente, esse sono particolari funzioni sintetiche nelle quali ci imbattiamo immediatamente.
-Un'intenzione rappresentativa si riempie in una sintesi tra ciò che è meramente inteso e l'oggetto stesso che le corrisponde attraverso un verificarsi originalissimo, si crea così l'essenza dell'evidenza. Rendere evidente una rappresentazione significa portarla ad una verificazione originariamente riempiente. La sintesi della verificazione consiste nella coincidenza che risulta al termine del processo sintetico tra la rappresentazione che funge da intenzione e la corrispondente esperienza nell'originale, ciò fa sì che l'intenzione vuotezza riceva la pienezza del sé stesso. Si ha confermata cioè della saturazione risultante dal processo. La tendenza si soddisfa, ciòche è esperito nel modo del sé stesso si caratterizza come una metaraggiunta che, in quanto tale, in quanto risultato della sintesi, ha il carattere della coincidenza risultante tral'intenzione anticipatrice è l'intenzione nel modo dell'afferramento nell'originale.-In relazione alla sintesi della verificazione viene particolarmente in questione la differenza trarappresentazioni vuote e rappresentazioni piene. L'Unità di una sintesi del riempimento, di una sintesiverificante, è data del fatto che una coscienza vuota si unifica sinteticamente con una corrispondente intuizionee questi due elementi coincidono nell'identità del senso oggettuale. Ma si deve precisare però che non ogniriempimento è verificante in quanto vi è una differenza tra diversi tipi di rappresentazioni vuote e anche tradiversi tipi di intuizioni.-ogni rappresentazione vuota ammette un disvelamento, una chiarificazione, unamessa in luce del suo elemento oggettivo, quindi, la possibilità di entrare in una sintesi con un'intuizione corrispondente. La sintesi è l'elemento oggettivo rendente intuitivo ciò che è inteso in forma vuota. È il modo originario dell'intuitività. Di fronte alla rappresentazione intuitiva: ha diversi modi. La percezione ad essa è il modo della presentificazione che però ha diverse forme. La rimemorazione intuitiva è una presentificazione di una percezione e quindi non ha una struttura semplice come la percezione. La rimemorazione è un vissuto presente che non è una percezione ma che rende presente una percezione nel modo temporale del suo esser passata e dunque presentifica come già stato ciò che da quella percezione era stato precedentemente percepito. Ogni altro tipo di presentificazione ha una struttura simile. Il passato emerge come rimemorazione e si estende coscienziosamente e oggettivamente immutato nel futuro ilquale prende le mosse dal passato riprodotto.-Abbiamo inoltre presentificazioni intuitive anche di ciò che accadrà nel futuro, le quali sono dunque attese intuitive. Al domani appartiene ciò che intuiamo in anticipo come durata Futura: abbiamo quindi coscienza di ciò che sarà in una rappresentazione intuitiva, di qualcosa di ignoto che non è mai stato esperito ed è intuito in anticipo.-Le rappresentazioni non intuitive si chiamano solo in senso improprio rappresentazioni: propriamente esse non presentano nulla davanti a noi, in esse non si costituisce nessun senso oggettuale, non prende corpo un ente di cui potremmo acquisire conoscenza.-Ad ogni intuizione corrisponde una rappresentazione vuota, poiché ogni intuizione dopo il suo deflusso, scompare senza lasciar traccia. Ciò che essa aveva intuito è adesso "ancora" cosciente in modo non intuitivo, ma sfuma infine in un vuoto generale, privo di
differenze. È il secondo lato dell'originaria legalità genetica che domina rigorosamente-Protenzione: la vitacoscienziale in quanto corrente unitaria che costituisce il tempo.-Le rappresentazioni vuote hanno una affinità con le protezioni, con le rappresentazioni di attesa.La percezione ha ridestato la rappresentazione. Le sintesi passive sono quelle sintesi in cui un elemento rappresentato rinvia oltre se stesso verso un altro elemento rappresentato, quest'ultimo ottiene così un nuovo interno carattere che altrimenti non potrebbe avere. Si tratta del carattere dell'intenzione specifica, dell'essereL'intenzione passiva sorge dalla sintesi associativa.intenzionato. Capitolo secondo. L'intenzione passiva e le forme della sua verificasono 2 diversi modi dell'illustrazione intuitiva, di un'intenzione vuota-Vi 2 diverse sintesi della coincidenzacon un'intuizione che le corrisponda e che le dia pienezza intuitiva:1)
Il modo dell'illustrazione intuitiva meramente chiarificatrice, disvelatrice. Così stanno le cose quando ciraffiguriamo di fatto un'attesa prima vuota, quando ci raffiguriamo che cosa accadrà. Allo stesso modo abbiamo anche la mera raffigurazione di qualcosa di co-presente. Questa illustrazione intuitiva dell'attesa è dunque effettivamente in grado di disvelare e quindi di chiarire il senso oggettuale inteso soltanto per quelle componenti che sono state previste dalla predelineazione. Solo tali componenti hanno il carattere del rendere pieno corrispondente, solo esse giungono all'effettiva coincidenza nella sintesi. Poiché tuttavia l'intuizione deve mettere capo ad un'immagine concreta raffigurata in ogni sua parte, rimane un resto che non giunge a coincidenza. Esso è caratterizzato come mero riempitivo. Mera raffigurazione significa: un'illustrazione intuitiva la cui operazione è un mero prospetto nel quale ci
raffiguriamo che cosa probabilmente sarà o che cosa probabilmente è stato. Un'immagine anticipatrice di una cosa non è la cosa stessa, è un intuire meramente anticipante non è un intuire in originale.
2) Il riempimento specifico dell'intenzione è una forma di illustrazione intuitiva interamente diversa.
a- Riguardo all'attesa ciò significa che essa entra in una sintesi con una percezione corrispondente: ciò che è meramente atteso si identifica con ciò che effettivamente giunge a riempire l'attesa. Qui è qualcosa di diverso dalla mera raffigurazione, vi è un'autentica verificazione. Qui ciò che subentra andando al di là della predelineazione, di ciò che è atteso in maniera determinata, non è caratterizzato semplicemente come riempitivo ma come una determinazione più precisa: ha il carattere del riempimento. Ciò che subentra
come coincidenza della predelineazione è ciò che riempie primariamente, secondariamente tuttavia anche il sovrappiù che l'intuizione ci offre è riempiente poiché si dà come appartenente allo stesso oggetto che è q