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Riassunto esame Etica della formazione, Prof. Fadini Ubaldo, libro consigliato Soggetto e fantasia: per un antropologia macchinica, Ubaldo fadini Pag. 1
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La parabola dell'avventura

Con “parabola dell’avventura” si cita Morin: l’avventura è un’esperienza estatica del mondo che si presenta come una parabola. Essa è il farsi possibile dell’impossibile, farli coincidere. L’essere umano presenta un confine ma l’avventura lo supera. Il tentativo è quello di riprendere il motivo antropologico in senso filosofico del carattere artificiale dell’essere umano e spiegarlo in senso storico. Ci rifacciamo a un testo del 2018 intitolato “assemblea”, dove ci sono alcune pagine dove gli autori (hardt e negri) richiamano gehlen quando egli afferma che la tecnologia che ha accompagnato gli uomini fino dalle origini, manifesta una radicale mancanza negli umani, i quali non sono capaci di sussistere in vita solo con le loro forze. L’antropologia per che sta alla base del tentativo di comprensione dello sviluppo Gehlen tecnologico, è negativa (parte da qualcosa di negativo per innescare con).

ciò è un ragionamento rivolto a individuare delle positività, soprattutto a livello di progressione tecnologica). Si nota il rapporto tra l'umano e la macchina come un processo di sfigurazione dell'umano stesso. Questo protagonismo soggettivo si riflette in una società demoralizzata, dove i rapporti e le relazioni tra gli uomini sono diventati impenetrabili. Dicono che vedono l'uomo e la tecnica come qualcosa di basato sulla centralità dell'utensile, inteso come prolungamento e proiezione del vivente, il quale garantisce ed esprime un'operazione attraverso la quale noi riusciamo a esonerarci, a sgravarci; e in questo nostro alleggerirci automaticamente andiamo in direzione di rendere il mezzo sempre più sofisticato e complesso, quindi passiamo da un utensile semplice a una macchina vera e propria. Entrambi pensano che seguendo questa pista si arriva poi a sostenere che le macchine, diventando così complesse,

rendono dipendente l'essere umano dal loro funzionamento; aggiungono che bisogna sempre sottolineare la differenza di natura tra l'utente e la macchina: lo strumento/il mezzo è un agente di contatto, la macchina è un fattore di comunicazione. Il mezzo è proiettivo, la macchina è ricorsiva; il mezzo si rapporta al possibile e all'impossibile, mentre la macchina si rapporta alla probabilità di un meno probabile, quindi recupera la dimensione dell'improbabile non collegandola con l'impossibile. Il mezzo opera per sintesi funzionale di un tutto, la macchina per distinzione reale in un insieme, quindi la macchina combina, è una sorta di ingranaggio che funziona combinando ciò che la specifica con i suoi ingranaggi ad altre realtà, comprende altri elementi rendendoli cooperanti. Parlano di macchina non in termini precoci, essi scrivono: "l'uomo fa macchina" (cioè si

Combina e compone la sua parzialità con altre parzialità, fa ingranaggio). Per loro, ciò che considerano macchina (l'aggregato di elementi che risulta decisivo per far sì che si combini con qualcosa di esterno) deve essere immediatamente pensata in rapporto a un corpo sociale (es. pista da ballo per l'esempio del ballerino), a una determinata realtà sociale e quindi non deve essere pensata in rapporto all'organismo biologico umano per poterla comprendere e afferrare in quella che è la sua realtà e specificità. Consideriamo la macchina come corpo sociale. L'uomo non è astratto, bensì, come dice storico, che vive qualsiasi parzialità: l'uomo e Adorno, l'utensile sono già pezzi di una macchina infatti stanno dentro a una combinazione di più parti (es. del cavaliere nomade o ballerino).

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
5 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vera1802 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Etica della formazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Fadini Ubaldo.