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Il principio di domanda effettiva e il processo moltiplicativo
Per il principio di domanda effettiva, un aumento di domanda genera un aumento di offerta, ovvero di produzione. Inizialmente la produzione aumenta di (punto B); ∆G1. Ma un aumento della produzione aumenta il reddito (produzione=reddito) di pari importo (punto C) = ∆Y ∆G;
Un aumento di reddito genera un aumento del consumo, e quindi della domanda (punto D, ma questa volta sarà dovuto a una componente endogena, il reddito:= + ( + ) quindi la domanda varia di ∆ - ∆;
Ancora una volta, un aumento di domanda genera un aumento di produzione pari a ∆;
Un aumento di produzione aumenta il reddito che aumenta la domanda questa volta di ∆;
Si genera così un processo moltiplicativo tale per cui alla fine si forma un nuovo equilibrio nel punto A' maggiore dell'equilibrio precedente. L'aumento totale della produzione è pari alla somma di tutti gli aumenti nel processo moltiplicativo ovvero: + + +. . . + ) serie
geometrica.2∆G(1 →11 1All'aumentare di n la somma continua ad aumentare, ma si , cosicché l'aumentoavvicina a un limite, ovvero finale( )−della produzione è part a[ ]. 1∆( ) =− ∆ (1 )− 1∆Il moltiplicatore è Y′G (derivata prima della funzione di produzione rispetto allaspesa pubblica).La dimensione del moltiplicatore è collegata direttamente al valore dellapropensione al consumo: quanto più alta è la propensione al consumo, tantomaggiore è il moltiplicatore.Dal punto di vista economico il senso di questa variazione è il fatto che in ogni fasedi aggiustamento avrò un maggiore consumo e quindi complessivamente unmoltiplicatore maggiore. mi dice che al variare anche esogeno del reddito nella1fase iniziale il consumo, a causa della propensione al consumo, aumenterà di più eporterà ad un aumento più consistente del reddito di equilibrio.4. Investimento =
Risparmio aggregatoQuesto spiega il perché la condizione di equilibrio nel mercato dei beni è chiamata curva IS, che sta per "Investimento = Risparmio".Risparmio (Saving). Ora possiamo descrivere l'equilibrio usando la nuova equazione. Sapendo che l'equazione di comportamento al consumo è: C = a + b(Y-T), cerchiamo di scrivere l'equazione di comportamento al risparmio:
S = Y - T - C = Y - T - (a + b(Y-T))
Quindi l'equazione di comportamento al risparmio diventa:
S = (1-b)(Y-T) - a
La propensione marginale al consumo (b) propensione marginale al risparmio, ci dice quanta parte di un incremento unitario del reddito viene risparmiata. 0 < b < 1 quindi i consumatori non possono risparmiare più di quanto percepiscono come reddito. Quindi tornando all'equazione di equilibrio:
Y = C + S + T = (a + b(Y-T)) + ((1-b)(Y-T) - a) + T
Che equivale a dire: Y = (1-b)(Y-T)
Il paradosso del risparmio
Cosa succede al risparmio aggregato se i singoli consumatori decidono di risparmiare di più? In altre parole i consumatori a parità di reddito riducono il consumo aumentando il risparmio.
risparmio.Diminuisce quindi la produzione Y, ovvero il reddito, e ciò diminuisce il risparmio.Torniamo all'equazione secondo cui investimento deve essere uguale al risparmio eipotizziamo che l'investimento sia una variabile esogena:= + ( )-Neppure T e G cambiano. Pertanto, neanche il risparmio privato S può cambiare.Anche se gli individui vogliono risparmiare di più, dato un certo reddito, quest'ultimo si riduce in misura tale da lasciare il risparmio invariato.Ciò significa che il tentativo di risparmiare di più si traduce in una riduzione del prodotto e in un risparmio invariato.Lo stesso risultato si ottiene guardando il risparmio pubblico.I risultati di questo modello hanno grande rilevanza nel breve periodo. Invece politiche economiche che incoraggiano il risparmio potrebbero essere positive per l'economia nel medio e lungo periodo, ma potrebbero condurre ad una riduzione della domanda e della produzione, e persino ad una recessione,
nel breve periodo.
1. La domanda di moneta
La ricchezza finanziaria si può allocare in moneta o in titoli:
La moneta può essere usata nelle transazioni, ma non paga interessi. Esistono due tipi di moneta: quella circolante, cioè la moneta metallica e cartacea, e i depositi di conto corrente;
I titoli pagano un interesse positivo, ma non possono essere usati per le transazioni.
Quale è preferibile? Da un lato, detenere tutta la ricchezza sotto forma di moneta è molto comodo ma significa anche non percepire alcun interesse sulla ricchezza. D'altra parte, detenere tutta la ricchezza in titoli frutta interessi, ma costringe a rivolgersi all'intermediario di frequente. Quindi, è utile detenere sia moneta che titoli. Ma in quali proporzioni? La decisione dipende da due variabili fondamentali:
Il liv. delle transazioni ovvero a seconda di quanto pensiamo di spendere al mese;
Il tasso di interesse offerto dai titoli: l'unica ragione per detenere parte della ricchezza in titoli è che questi pagano un interesse. Derivazione della domanda di moneta. La domanda di moneta di un'economia nel suo insieme, dipende quindi dal livello totale delle transazioni nell'economia e dal tasso di interesse che pagano i titoli. Il livello totale delle transazioni è difficile da misurare, ma possiamo assumere che sia più o meno proporzionale al reddito nominale. Possiamo quindi scrivere la relazione tra domanda di moneta, reddito nominale e tasso di interesse come: D = €(Y, i) "i" indica una funzione decrescente del tasso di interesse "i". Il segno meno sotto indica che il tasso di interesse ha un effetto negativo sulla domanda di moneta: un aumento del tasso di interesse riduce la domanda di moneta. Quindi riassumendo, la domanda di moneta: - Aumenta proporzionalmente al reddito nominale; - Dipende dal tasso di interesse offerto dai titoli.negativamente dal tasso di interesse. La curva è inclinata negativamente: minore è il tasso di interesse, maggiore sarà la quantità di moneta che le persone vogliono detenere. Fissato un certo tasso di interesse, un aumento del reddito nominale fa aumentare la domanda di moneta. Ovvero, un aumento del reddito nominale (variabile esogena) sposta la domanda di moneta verso destra. 2. La determinazione del tasso di interesse (I) Domanda di moneta, offerta di moneta e tasso di interesse di equilibrio 2.1. Supponiamo che la sola moneta presente nell'economia assuma la forma di moneta circolante, e che la banca centrale decida di offrire un ammontare di moneta uguale a M, cosicché: 1Quindi la banca centrale controlla perfettamente l'offerta di moneta. L'equilibrio nei mercati finanziari richiede che D = S. Pertanto, la condizione di equilibrio LM è: 2LM ci dice il valore di i che induce gli individui atenere una quantità di moneta pariall'offerta di moneta, M, dato il loro reddito nominale €Y. L'offerta di moneta è una retta verticale perché non dipende dal tasso di interesse. Possiamo ora considerare gli effetti di variazione del reddito nominale o dell'offertadi moneta sul tasso di interesse di equilibrio: Un incremento del reddito nominale fa aumentare il livello di transazione e quindi la domanda di moneta, la cui curva si sposta verso destra. L'equilibrio di sposta e il tasso di interesse aumenta. Perché? In corrispondenza del tasso di interesse iniziale, la domanda di moneta eccede l'offerta di moneta. Per indurre gli individui a tenere una quantità inferiore di moneta, e ristabilire l'equilibrio, è necessario che il tasso di interesse aumenti. Un aumento dell'offerta di moneta sposta verso destra la curva di offerta: l'equilibrio si sposta e il tasso di interesse.ma il rendimento dei titoli. Il rendimento di un titolo è il guadagno che un investitore ottiene dal possesso di quel titolo. Il rendimento può essere espresso come una percentuale del prezzo del titolo o come una somma di denaro. Il prezzo di un titolo è influenzato da diversi fattori, tra cui il tasso di interesse. Quando il tasso di interesse diminuisce, il prezzo dei titoli tende ad aumentare. Questo perché i titoli con un rendimento fisso diventano più attraenti quando il tasso di interesse è basso. Al contrario, quando il tasso di interesse aumenta, il prezzo dei titoli tende a diminuire. La politica monetaria è uno strumento utilizzato dalla banca centrale per influenzare l'economia. Attraverso le operazioni di mercato aperto, la banca centrale può modificare l'offerta di moneta nel sistema. L'acquisto di titoli aumenta l'offerta di moneta, mentre la vendita di titoli la riduce. In conclusione, il tasso di interesse e il prezzo dei titoli sono strettamente legati. La politica monetaria e le operazioni di mercato aperto sono strumenti utilizzati dalla banca centrale per influenzare l'offerta di moneta e, di conseguenza, il prezzo dei titoli.ma il prezzo dei titoli. Queste due variabili sono direttamente collegate: Supponiamo che i titoli nella nostra economia garantiscano il rimborso di 100€ dopo un anno e che il loro prezzo oggi sia di €Pt. Se compriamo il titolo oggi e lo teniamo per un anno, il rendimento del titolo detenuto fino a scadenza (ovvero il tasso di interesse) sarà uguale a: €100 €−i = € Se €Pt=95 euro, i=5.3%. Se €Pt=90 euro. I=11.1%. Pertanto, quanto più elevato è il prezzo del titolo, tanto minore sarà il tasso di interesse pagato dal titolo stesso quanto si ottiene dal.