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Le componenti dell'equilibrio energetico

L'impresa può sopravvivere e crescere solo se incamera più energia di quanta ne cede all'esterno, quindi il saldo tra energie prodotte ed energie consumate deve essere attivo. Per analizzare questa condizione occorre analizzare i rapporti con i soggetti esterni in termini di flussi energetici. I saldi di questi derivano da rapporti con proprietà, banche, fornitori e fisco che avranno saldo negativo per l'impresa; invece, i flussi derivanti dai rapporti con i clienti avranno segno positivo.

Quindi deduciamo che esiste equilibrio energetico se i flussi provengono da rapporti con i clienti e con gli altri stakeholders. Dobbiamo distinguere tra due tipi di equilibri:

  1. Equilibrio economico → capacità dell'impresa di produrre un surplus di valore
  2. Equilibrio finanziario → capacità dell'impresa di adempiere puntualmente gli impegni finanziari assunti; può esistere anche
risorse finanziarie nel lungo periodo. In assenza di equilibrio economico, esiste una proprietà disposta a fornire risorse finanziarie sufficienti a coprire il disavanzo creato dalla mancanza di equilibrio economico. Da qui possiamo dedurre che l'unico equilibrio effettivamente essenziale è quello finanziario. EQUILIBRIO FINANZIARIO L'equilibrio finanziario può essere definito come la capacità da parte dell'impresa di far fronte in ogni momento alle uscite monetarie attraverso le entrate, quindi l'impresa deve disporre sempre di risorse finanziarie. Si ha condizione di equilibrio finanziario quando: (giacenza di cassa al tempo t-1) + (entrate al tempo t-1) ≥ uscite al tempo t Questa definizione risulta incompleta in quanto non viene considerata la struttura finanziaria. Per questo distinguiamo l'equilibrio finanziario in due parti: 1. Parte corrente → relazione tra flussi finanziari in entrata e in uscita 2. Parte strutturale → relazione tra fonti ed impieghi di risorse finanziarie nel lungo periodo.

Finanziamento

Abbiamo visto che il capitale può essere classificato in capitale fisso e capitale circolante; ma ne dobbiamo considerare un'altra in quanto possiamo classificare il capitale in capitale immobilizzato o immobilizzazioni dalle responsabilità.

Le immobilizzazioni sono attività fisse circolanti che devono esserci tassativamente nel capitale delle imprese; generano un fabbisogno finanziario strutturale in quanto si tratta di grandezze stock destinate a trasformarsi in liquidità.

Le disponibilità invece sono attività fisse o circolanti che generano un fabbisogno finanziario non strutturale poiché sono grandezze massa e stock.

Gli investimenti in capitale fisso generano un fabbisogno finanziario di lungo periodo mentre gli investimenti in capitale circolante generano un fabbisogno finanziario di breve durata.

Nella struttura finanziaria di un'impresa possiamo quindi avere:

  • Investimenti duraturi → attività che...
rimane durevolmente in azienda in quanto utilizzata in più cicli produttivi; grandezza massa la cui alimentazione avviene una tantum capitale circolante fisiologico (C.C.F.) → fabbisogno finanziario di breve termine in quanto sono attività circolanti (crediti commerciali, materie prime, prodotti finiti etc...) a durata indeterminata investimenti di breve durata → destinati a liquidarsi entro un arco temporale limitato; investimenti in capitale fisso o di capitale circolante 25 Le considerazioni finora fatte fanno emergere che per far sì che il sistema sia fisiologicamente equilibrato dal punto di vista strutturale, è necessario che il capitale di funzionamento sia coperto da fonti a titolo di capitale di rischio o di credito a medio termine. Diversamente, l'azienda si troverebbe in difficoltà a dover far fronte a quelle uscite connesse alla scadenza della passività. Quindi ci saranno possibilità di esistenza di equilibrio.

Il finanziamento strutturale è garantito solo se viene rispettata la seguente condizione: Attivo di breve > Passivo di breve, che possiamo scrivere anche come: Capitale Circolante Netto > 0, dove il CCN è dato dalla differenza tra attivo di breve e passivo di breve.

Nel caso di CCN positivo, il grado di autonomia dell'impresa è molto limitato in quanto la sua continuità dipende dalla volontà degli istituti di credito. La condizione di equilibrio finanziario strutturale è completata dall'esistenza, oltre che di un CCN positivo, anche di un adeguato livello di capitalizzazione.

A questo punto possiamo dare una definizione completa di equilibrio finanziario che tiene conto sia dell'aspetto corrente che di quello strutturale.

"L'equilibrio finanziario è la capacità da parte dell'impresa di far fronte in ogni momento alle uscite monetarie attraverso le entrate, ma conservando un assetto di struttura finanziaria equilibrato".

26EQUILIBRIO ECONOMICO

L'impresa è in grado di produrre ricchezza se opera in condizioni di equilibrio economico che diventa un obiettivo da perseguire e anche una fondamentale condizione di esistenza. Operare in condizioni di equilibrio economico significa creare ricchezza per soddisfare le esigenze di tutti i pubblici d'impresa. Quindi l'impresa opera in condizioni di equilibrio economico riconducibile ad una superiorità dei ricavi sui costi da valutarsi nel medio - lungo periodo.

La natura dell'equilibrio economico richiede una valutazione su tre dimensioni di analisi:

  1. relazione in valore assoluto dei ricavi sui costi nel periodo di piano → consente di evidenziare il saldo della ricchezza prodotta o producibile
  2. livello di intensità della relazione dei ricavi sui costi → cogliere la forza dell'equilibrio economico del grado di intensità con cui i ricavi superano i costi - equilibrio economico forte →

superiorità dei ricavi sui costi - equilibrio economico debole → limitata superiorità dei ricavi sui costi

tendenza nel tempo dell'evoluzione del rapporto tra ricavi e costi → tendenza crescente, decrescente, stabile; cogliere la traiettoria della capacità di generare ricchezza

RELAZIONE TRA EQUILIBRIO FINANZIARIO ED ECONOMICO

In assenza di equilibrio finanziario si ha insolvenza e di conseguenza fallimento; mentre in assenza di equilibrio economico si hanno effetti significativi nel medio-lungo periodo. 27

VALUTAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ ECONOMICO-FINANZIARIA

Le condizioni di equilibrio economico e finanziario costituiscono dei fondamentali punti di riferimento per il governo della fisiologia d'impresa da parte del vertice imprenditoriale.

LEVA OPERATIVA - BREAK EVEN POINT

La leva operativa rappresenta l'analisi della soglia tecnica che indica il numero minimo di unità che è necessario produrre al fine di coprire interamente

i costi operativi sostenuti dall'impresa. Questa soglia è data da: costi fissi operativi / (prezzo unitario - costo variabile unitario) Se il numero risulta irraggiungibile bisogna modificare questa situazione e questo può essere fatto: - riducendo il livello dei costi fissi operativi - aumentando la base temporale sulla quale ripartire il costo fisso - aumentando il prezzo unitario di vendita - riducendo l'entità del costo variabile unitario - trasformando costi fissi in costi variabili L'analisi sui costi fissi può essere approfondita considerando le conseguenze finanziarie date dal sostenimento stesso dei costi, per cui distinguiamo tra: - costi fissi di origine patrimoniale → considerare gli oneri finanziari - costi fissi di origine non patrimoniale → considerare i costi variabili, il livello di liquidità necessario al sostenimento delle uscite connesse a questi costi LEVA FINANZIARIA La leva finanziaria consente di

Dimensionare il livello di indebitamento dell'impresa per massimizzare la redditività del capitale proprio (ROE). L'effetto leva è positivo se la redditività del capitale investito (ROI) risulta superiore al costo dell'indebitamento, quindi l'impresa avrà convenienza ad indebitarsi.

Dobbiamo però elencare le dinamiche conseguenti all'utilizzo dell'effetto leva:

  • All'aumentare del livello di indebitamento, l'effetto leva diminuisce progressivamente fino ad annullarsi nel caso in cui il costo dell'indebitamento è uguale alla redditività del capitale.
  • Periodi di denaro decrescente incentivano il ricorso all'effetto leva alzando la soglia di indebitamento.
  • L'effetto leva incide sull'equilibrio finanziario strutturale dell'impresa aumentando, di fatto, l'incidenza dei mezzi di terzi rispetto ai mezzi propri.

ANALISI SISTEMATICA DELLE GRANDEZZE

D’IMPRESAL’analisi della redditività d’impresa si fonda sulla corretta riclassificazione io e dei bilanci checonsente di evidenziare il contributo delle diverse gestioni aziendali alla formazione delreddito netto aziendale.Il metodo di decomposizione gerarchica dei principali indicatori economici - finanziarid’impresa si propone di identificare il contributo delle aree gestionali d’impresa allo scopo diformare le scelte di governo d’impresa.Al vertice del sistema di indicatori economico-finanziari si trova il ROE, un indicatore diredditività globale d’impresa che può essere interpretato come tasso di redditività delcapitale proprio.Il ROE risulta dal rapporto tra una misura del flusso di reddito generato dall’investimento e ilcapitale investito. Rappresenta l’indicatore che più interessa alla proprietà.Viene normalmente scomposto in 3 fattori principali:
1. Fattore I: misura

L'efficacia e l'efficienza della gestione operativa

Fattore II: misura il grado di indebitamento dell'impresa e l'indipendenza finanziaria dell'impresa

Fattore III: misura il contributo della gestione operativa alla formazione del reddito netto d'impresa

Si ha anche una decomposizione alternativa che ha come fine quello di separare il contributo delle gestioni extra-caratteristiche (fattore III) ponendo in evidenza l'effetto leva finanziaria:

O più sinteticamente:

Dove:

  • Fattore I: misura l'efficacia e l'efficienza della gestione operativa caratteristica
  • Fattore II: misura il grado di indebitamento dell'impresa e riassume sinteticamente la struttura finanziaria dell'impresa
  • Fattore III: misura l'impatto della gestione fiscale e delle componenti straordinarie di reddito sul reddito netto d'impresa
  • Fattore IV: misura il tasso di interesse medio praticato sui mezzi di terzi

Possiamo notare che esiste una

La relazione tra ROI (Return on Investment) e ROE (Return on Equity) è importante per valutare l'efficienza e la redditività di un'azienda. Il ROI è un indicatore finanziario che misura il rendimento generato da un investimento rispetto al suo costo. È calcolato dividendo il profitto netto dell'investimento per il costo dell'investimento e moltiplicando per 100 per ottenere una percentuale. Un ROI elevato indica che l'investimento è stato redditizio. Il ROE, d'altra parte, è un indicatore che misura la redditività degli azionisti di un'azienda. È calcolato dividendo il profitto netto dell'azienda per il patrimonio netto degli azionisti e moltiplicando per 100 per ottenere una percentuale. Un ROE elevato indica che l'azienda sta generando un buon rendimento per i suoi azionisti. La relazione tra ROI e ROE dipende dal livello di leva finanziaria dell'azienda. La leva finanziaria si riferisce all'uso del debito per finanziare le attività dell'azienda. Se un'azienda utilizza una leva finanziaria elevata, ad esempio attraverso l'uso di prestiti o obbligazioni, il ROE può essere influenzato positivamente. Ciò accade perché l'azienda può generare un ROI superiore al costo del debito, aumentando così il profitto netto e di conseguenza il ROE. Tuttavia, l'uso eccessivo della leva finanziaria può anche aumentare il rischio finanziario dell'azienda. Se l'azienda non è in grado di generare un ROI sufficiente per coprire il costo del debito, il ROE potrebbe diminuire e l'azienda potrebbe trovarsi in difficoltà finanziarie. In conclusione, la relazione tra ROI e ROE dipende dalla gestione finanziaria dell'azienda e dal suo livello di leva finanziaria. Un ROI elevato può influenzare positivamente il ROE, ma è importante valutare attentamente l'equilibrio tra rischio e rendimento per garantire la sostenibilità finanziaria dell'azienda.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
70 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pingu1100 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e gestione delle imprese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Moliterni Rocco.