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LE FINALITA:
La grande differenza è data anche dalle finalità che si distinguono in:
- finalità di profitto: gli organi di governo, le fonti delle risorse e le relazioni con queste
fonti sono dettate da un principio di remunerazione degli apportatori di risorse. Il
prodotto culturale diventa per queste istituzioni uno strumento per il raggiungimento
dello scopo ultimo ossia il profitto.
- finalità di promozione culturale: la finalità ultima è la pura promozione culturale. Ciò
non significa che non si confrontino con il principio di economicità e rendiconto della
gestione ossia efficacia e responsabilità nell’utilizzo delle risorse per realizzare la propria
finalità. Il profitto può essere ricercato ma esso non deve assumere il primato sulla
finalità dell’istituzione.
1.4 La delimitazione di ambito della definizione di istituzioni culturali
Per definire un’istituzione è possibile tracciare tre livelli definitori:
- le istituzioni la cui proposta è incentrata su idee creative che trovano il proprio
fondamento primariamente nelle arti tradizionalmente intese: musica, danza, teatro,
letteratura. In questo caso l’oggetto culturale rappresenta il fulcro dell’attività
dell’istituzione e assorbe la maggior parte delle risorse di cui essa dispone
- è possibile ricondurre al settore culturale quelle imprese che pur avendo come oggetto
la propria attività un prodotto culturale, producono anche altri beni e servizi in quantità
considerevole al punto di destinarvi risorse umane e finanziarie in quantità rilevante.
Queste istituzioni sono focalizzate sull’attività di riproduzione, promozione,
distribuzione. Tra le finalità vi è quella di garantire la circolazione del prodotto culturale
e la riproposizione delle condizioni che hanno dato luogo alla creazione stessa
realizzando un profitto.
- sono appartenenti alle istituzioni culturali anche le imprese il cui oggetto di attività non
è configurabile al prodotto culturale in senso stretto nonostante gli si possano attribuire
connotati culturali. Ad esempio si tratta dei settori della comunicazione
LE SPECIFICITA ECONOMICHE DEI SETTORI ARTISTICI E
CULTURALI: CAP 2
I settori dell’Heritage, performing arts e industrie creative hanno due aspetti che li
caratterizzano:
- la natura del bene pubblico del prodotto artistico e culturale e la connessa problematica
dei diritti di copyright
- la duplicabilità dei prodotti artistici e culturali e i connessi temi della tecnologia e della
industrializzazione
Tramite questi due elementi è possibile affrontare le logiche attraverso cui i prodotti artistici e
culturali possono generare direttamente valore economico.
2.2 La natura di bene pubblico del prodotto artistico e culturale
Essi hanno natura di beni pubblici o più correttamente beni semipubblici. Per pubblico si
intende quel bene il cui consumo da parte di un soggetto non limita la possibilità di consumo
da parte di altri soggetti. In altre parole sono pubblici quei beni che non vengono distrutti con il
consumo. Il contenuto artistico e culturale di un prodotto può essere fruito da un innumerevole
pubblico senza pregiudicarne la fruizione futura. Si presentano però delle limitazioni nella
fruizione dovute alla rivalità dei fruitori ed è per questo motivo che si può parlare di una natura
semipubblica dei beni artistici e culturali. Questo comporta che il consumo del bene preveda
l’esclusione ad un altro soggetto di goderne e ciò genera un valore di scambio: colui che
intende goderne il suo consumo può essere chiamato a pagare un prezzo.
Uno dei problemi principali della gestione dei prodotti artistici e culturali riguarda le modalità
con cui è possibile regolamentare il diritto di utilizzo di esse al fine di garantire persistenza
delle condizioni che ne hanno consentito la creazione. La soluzione trovata finora è quella del
copyright. Il problema di esso però è tanto più sentito quanto maggiore è la facilità con cui il
prodotto artistico e culturale può essere copiato. Il rischio di copia è un elemento che
caratterizza gran parte della produzione artistica e culturale e la sua importanza è
comprensibile alla luce del fatto che la creazione di un prodotto richiede uno sforzo
particolarmente inteso rispetto al costo della sua riproduzione.
La titolarità e la gestione dei diritti di sfruttamento delle opere costituisce una delle chiavi di
interpretazione più efficaci del funzionamento dei settori che se ne occupano.
2.3 La duplicabilità del prodotto artistico e culturale
Il passaggio da un'opera unica alla possibilità di una molteplicità di duplicazioni sulle quali
ovviamente vige il copyright) segna un discrimine fondamentale nei processi di gestione delle
istituzioni, aprendo la strada a fenomeni di industrializzazione dei settori artistici e culturali.
Comprensibilmente, finché l'opera rimane unica vi sono molte limitazioni alla sua fruizione,
dovute a vincoli spaziali e temporali. Si consideri il caso delle performing arts e dell'heritage.
Il pubblico deve recarsi nel luogo in cui si tiene l'evento o l'opera è esposta per poterne godere
e l'ammontare massimo di persone che potranno fruire dell'opera in un dato momento è
limitato dalle condizioni del contesto.
Da un punto di vista gestionale, le limitazioni spaziali e temporali che limitano il volume di
pubblico si traducono in una minore capacità di generare risorse economiche sia per coprire i
costi di creazione e messa a disposizione, sia per consentire nuove creazioni, a meno di non
accrescere il prezzo di accesso [siccome il costo dell'esecuzione è di natura fissa per le
performing arts indipendentemente dal numero di spettatori, non è possibile ottenere
miglioramenti nella produttività del lavoro (l'opera ha una durata prestabilita), per questo è
importante l'intervento pubblico a sostegno dei settori artistici].
Con il tempo, a mano a mano che l'innovazione tecnologica offre metodologie di riproduzione
via via più economiche, anche i prezzi delle duplicazioni possono diminuire aumentando
sempre di più il numero di potenziali acquirenti. Il fenomeno in azione è quello delle economie
di scala, grazie alle quali il costo complessivo unitario di realizzazione di una duplicazione
decresce al crescere dei volumi prodotti.
In altre parole, grazie alla duplicabilità è possibile distribuire su un numero elevato di copie i
costi di realizzazione dell'opera, riducendo così l'incidenza dei costi fissi sul costo complessivo.
Nel caso delle industrie culturali i costi fissi sono particolarmente elevati rispetto a quelli
variabili (ovvero in particolare i costi di riproduzione) che sono invece molto contenuti e la
tecnologia digitale tende a ridurli sempre di più. La preponderanza dei costi fissi rispetto a
quelli variabili rende da una parte estremamente rischiosa l'attività delle imprese a causa degli
ingenti investimenti richiesti in fase di sviluppo dell'offerta e in fase di promozione,
prospettando conseguenze disastrose sui bilanci in caso di insuccesso dell'offerta, dall'altra
genera profitti elevatissimi nel caso di prodotti di successo [-> il meccanismo è quello per cui,
una volta raggiunto un volume di vendita in grado di coprire i costi fissi (punti di pareggio),
ogni pezzo venduto in più contribuisce al profitto con un margine particolarmente elevato
poiché costi variabili sono molto contenuti.
La riduzione di costo conseguente alle economie di scala viene in parte trasferita sul prezzo
che, riducendosi, amplia ulteriormente il volume dei prodotti vendibili. Pertanto la duplicazione,
resa possibile dalla tecnologia e dunque entro i limiti che la tecnologia impone, offre la
possibilità di far leva sul prodotto artistico e culturale per realizzare un margine di profitto
ampliando al contempo l'accesso al prodotto.
Le conseguenze del primo hanno indotto molta letteratura criticare la crescita di settori
industriali centrati sul prodotto culturale, infatti la possibilità di realizzare profitti ha introdotto
processi di industrializzazione più o meno spinta in tutti gli ambiti artistici e culturali in cui
fosse possibile la duplicazione. Si tratta di fenomeni che hanno interessato tutti i settori artistici
e culturali che oggi sono ricompresi all'interno della nozione di industrie culturali; l'editoria, la
cinematografia, la discografia, il videogame, l'industria televisiva e dell'informazione. Fenomeni
di industrializzazione crescente si ritrovano tuttavia anche in settori come le performing arts
(cirque du soleil) e l’Heritage (mostre "chiavi in mano" mobilizzabili e replicabili).
L'industrializzazione dei settori culturali dà luogo a molteplici conseguenze:
tra le prime la mercificazione della cultura, ovvero la trasformazione del prodotto
culturale in merce.
2.4 Il ruolo della tecnologia
Nell'ambito delle industrie culturali la tecnologia rappresenta un elemento imprescindibile e
dalla duplice valenza: da una parte essa gioca un ruolo nel momento di creazione del prodotto,
dall'altra ne consente la duplicazione (in termini di replicazione o di trasmissione).
A ben vedere ogni prodotto culturale è associato a una certa tecnologia: il libro nasce perché
esiste la scrittura, la musica si origina dagli strumenti musicali che sono essi stessi tecnologia,
un'immagina pittorica nasce dalla tecnologia dei colori e delle linee.
Il problema che si solleva in questo paragrafo è tuttavia un problema di capacità di presidio
della complessità tecnologica che certi prodotti richiedono e che sempre più non è patrimonio
di un unico individuo (diviene indispensabile fruire di professionalità di alto profilo, sia creative
sia tecniche, in grado di lavorare insieme in modo coordinato), ma risiede in molteplici attori
che lavorano insieme alla realizzazione del prodotto. La tecnologia svolge un ruolo di primo
piano anche nei processi di duplicazione e sempre più in quelli di distribuzione del prodotto (per
esempio anche in settori come le performing arts). La tecnologia dunque ha cambiato e sta
cambiando radicalmente le industrie culturali sia per quanto riguarda la distribuzione che la
realizzazione dei prodotti (giornali online che permettono di aggiungere video, interviste audio).
2.5 Problematica di gestione delle industrie culturali
Quanto osservato fin qui consente adesso di approfondire le problematiche gestionali condivise
dai diversi settori che compongono l'ampio ambito delle industrie culturali (discografia,
cinematografia, editoria, media, videogame). Dal momento che le industrie cult