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Analisi dei costi amministrativi derivanti dalla gestione dell'attività

P- C → insieme dei costi "amministrativi" derivanti dalla gestione dell'attività

A- Due risultati- Conviene integrarsi, quindi conviene produrre internamente quando- Costi esterni > Costi interni → (P + C ) > (C + C )t P A- Possiamo anche scrivere → Costi esterni - Costi interni > 0 → (P + C ) - (C + C ) > 0t P A- Non conviene integrarsi, quindi conviene continuare ad esternalizzare le attività quando- Costi esterni < Costi interni → (P + C ) < (C + C )t P A- Possiamo anche scrivere → Costi esterni - Costi interni < 0 → (P + C ) - (C + C ) < 0t P A- Non basta solo confrontare costi esterni e costi interni, ma bisogna considerare anche gli switching cost (ovvero il costo del passaggio dal mercato all'integrazione e viceversa)- Conviene passare dal mercato all'integrazione quando- Costi esterni - Costi interni > Switching Cost dal mercato all'integrazione (investimenti)

realizzare la produzione internamente)- (P + C ) - (C + C ) > Ct P A m-i- Possibili switching cost dal mercato all'integrazione- Investimenti necessari per la produzione interna- Costi per l'interruzione di relazioni commerciali instaurate sul mercato- Conviene passare dall'integrazione al mercato quando- Costi interni - Costi esterni > Switching Cost dall'integrazione al mercato- (C + C ) - (P + C ) > CP A t i-m- Possibili switching costo dall'integrazione al mercato- Dismissione delle strutture produttive- Effetti sull'organizzazione e sul capitale umano della riduzione di attività produttiva- Ciclo di vita del business- Fase iniziale dell'impresa- Inizialmente l'impresa è molto integrata in quanto è difficile trovare fornitori e distributori adeguati per la piccola impresa- Quindi l'impresa svolge al suo interno sia il ciclo produttivo che la distribuzione- Fase di sviluppo dell'impresa- In

Questa fase dell'impresa inizia a esternalizzare lentamente le attività. Ciò avviene in quanto con la crescita della domanda di un bene, aumenta la produzione. Di conseguenza aumentano anche le imprese concorrenti che operano in quel mercato. Quindi è più conveniente per l'impresa integrarsi solo nelle attività a maggiore valore aggiunto che portano ad un vantaggio competitivo rilevante esternalizzando le attività standardizzabili.

Fase di maturità. In questa fase possono succedere diversi avvenimenti che determinano due tendenze. Da un lato può essere conveniente continuare ad esternalizzare per avere una struttura dei costi più flessibile e mantenere stabili le relazioni con fornitori e distributori (l'impresa continuerà a integrarsi nelle attività a maggiore valore aggiunto). Dall'altro lato può essere conveniente per l'impresa tornare a svolgere le attività internamente.

Per ampliare il mercato di riferimento, per individuare nuove opportunità di profitto o per una migliore gestione dei costi:

  • Effetti positivi dell'integrazione:
    • Sui costi di produzione:
      • L'aumento di attività interne all'impresa porta un vantaggio derivante dal collegamento fisico tra le varie fasi del processo produttivo
      • Assenza di costi di transazione (es. costi di trasporto, costi per ricercare il partner, ...)
    • Sulle modalità di creazione di valore:
      • Controllo diretto sulle modalità di realizzazione di ogni fase
      • Possibilità di creare prodotti unici (un fornitore esterno fornisce tutti allo stesso modo)
      • Controllo diretto su conoscenze organizzative e produttive per evitare fughe di informazioni non dovendo coinvolgere partner esterni
    • Sul controllo delle dinamiche competitive:
      • L'impresa può intervenire a monte o a valle per controllare la concorrenza nel proprio mercato o in quello dove è attuata

L'integrazione (es. un'impresa di distribuzione, integrandosi a monte, avrà la possibilità di entrare in contatto con i distributori dell'impresa verso la quale si è integrata)- L'impresa produttrice può integrarsi a valle per controllare i distributori (si evita il doppio mark-up e i free-rider)

Effetti negativi dell'integrazione:

  • Perdita di economie di scala e esperienza
  • Quando un'impresa è fortemente specializzata raggiunge livelli di efficienza ed efficacia molto elevati, che difficilmente riesce a raggiungere aumentando le attività
  • Costi di amministrazione e coordinamento
  • Presenza di "costi di influenza"
  • Costi per coordinare il maggior numero di attività
  • Gestione della localizzazione delle maggiori attività produttive
  • Costi di struttura produttiva
  • Aumento del livello degli investimenti fissi e, quindi, minore flessibilità

Le singole fasi della produzione interna

Potrebbero raggiungere l'efficienza ottimale a diversi livelli di scala, generando scorte/eccessi.

Necessità di dotarsi di risorse/competenze nuove.

Strategie di diversificazione:

  • Si ha quando un'impresa realizza una quota significativa del proprio volume di affari in settori e-business diversi da quello di origine.
  • Obiettivo della strategia di diversificazione → sviluppare la presenza competitiva in settori diversi (non necessariamente correlati) delineando condizioni organizzative e operative.

La diversificazione può essere attuata in maniere diverse:

  1. Attraverso crescita interna → l'impresa si sviluppa da sola in settori diversi.
  2. Attraverso accordi (joint ventures) → l'impresa si sviluppa con altre imprese che sono già presenti nel settore in cui si diversifica.
  3. Attraverso acquisizioni di imprese collocate nel settore dove si vuole entrare.

Tipologie di diversificazione:

  • Conglomerale
  • Espansione dell'impresa in settori
  • diversi e privi di collegamento industriale o di mercato con il settore in cui l'impresa già opera

    Correlata - Espansione dell'impresa in settori competitivi diversi, ma connessi nell'ambito della stessa industria con il settore in cui l'impresa già opera
    Es. Nestlé è presente in diversi business dell'industria alimentare (Nestea, KitKat, Nesquik)

    - In alcuni casi può corrispondere ad un'estensione della gamma
    Es. Nike, un'impresa di abbigliamento sportivo entra nel business dell'abbigliamento casual

    - La correlazione tra due settori può essere descritta attraverso 3 criteri
    - Intensità
    - Esprime quanto i settori sono tra loro legati strategicamente ed economicamente
    - Esempio → utilizzo di criteri qualitativi per determinare l'intensità (difficile da quantificare)
    - Direzione
    - Direzione verticale
    - Quando la diversificazione è effettuata verso settori a monte o a valle

    rispetto al settore in cui opera l'impresa- Esempio → il produttore di auto si diversifica a monte producendo anche i bulloni- Direzione orizzontale- Quando la diversificazione è effettuata verso settori che condividono con quello di origine uno stesso macro-mercato o una stessa applicazione tecnologica- Esempio → l'impresa editoriale che pubblica quotidiani produce anche i periodici- Fattori di espressione della correlazione stessa- Fattori "di mercato"- Quando vengono sovrapposti due mercati di riferimento oppure vi è un legame tra la funzione d'uso rispetto ad un macro-bisogno- Esempio → produttore di lavatrici che si dedica anche a frigoriferi e forni elettrici- Fattori "tecnologico-produttivi"- Quando viene sfruttata la stessa tecnologia o utilizzati gli stessi impianti in alcune fasi dei processi produttivi- Esempio → ristoratore che entra nel settore della produzione di pasta fresca- Fattori che favorisconola diversificazione Mancanza di opportunità di crescita nel settore di origine (prima ragione che la favorisce) - Le opportunità di crescita mancano per 3 motivi: - Il tasso di crescita della domanda può essere basso (o addirittura nullo o negativo) - La concorrenza può risultare eccessivamente intensa - Si riduce la redditività potenziale del mercato Sfruttamento di risorse e di competenze eccellenti fuori dal settore di origine - Si ha quando l'impresa dispone di risorse o di conoscenze utilizzabili anche in mercati diversi Utilizzazione di capacità in eccesso (o disponibilità di risorse da investire) - Si ha quando l'impresa dispone di capacità in eccesso rispetto alle esigenze connesse all'attività svolta - Esempio → capitale finanziario, in quanto le risorse finanziarie in eccesso possono essere investite in settori diversi dall'attività principale Ricerca di nuove opportunità

    ha quando l'impresa ricerca nuove opportunità intervenendo nei settori dove esistono condizioni potenzialmente utili allo sviluppo di nuove competenze

    Sfruttamento di economia di scopo

    Si ha quando un determinato input è richiesto in processi produttivi diversi

    La diversificazione permette una migliore ripartizione del costo dell'input utilizzato in produzioni diversificate (si riduce il costo unitario)

    Lo sviluppo di un mercato interno

    Si ha quando un gruppo aziendale crea un mercato interno popolato da imprese operanti in vari settori che agiscono da distributori o da fornitori di determinate risorse

    Esempio → il capitale finanziario è una risorsa che può essere scambiata da imprese più redditizie a imprese meno redditizie all'interno del mercato interno

    Esempio → le risorse umane ai livelli alti possono favorire il trasferimento di conoscenze

    Riduzione del rischio

    Attraverso l'ingresso in settori diversificati,

    L'impresa opera in settori non del tutto correlati, il che consente di ridurre il rischio totale. Se uno dei due settori dovesse entrare in una fase di declino, l'impresa continua ad operare nell'altro settore.

    N.B. → nel caso di business perfettamente correlati, la diversificazione non riduce il rischio, in quanto se un settore entra in una fase di declino, anche l'altro settore correlato ne risente.

    Aumento del potere di mercato dell'impresa. La diversificazione permette all'impresa di attuare 2 politiche che hanno effetto sul controllo della concorrenza:

    • Dumping → l'impresa utilizza gli alti margini economici che ottiene in un settore redditizio per finanziare l'altro settore in cui vi è un'alta concorrenza
    • Strategia con effetti avversi alla concorrenza → l'impresa opera in un settore dove i suoi clienti sono dipendenti da essa e quindi ha un maggiore potere di negoziazione
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Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alex_seciu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e direzione delle imprese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Cugno Monica.
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