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Il capitolo 9 affronta le sfide legate all'incertezza nel contesto delle decisioni politiche ambientali, evidenziando come le
decisioni in questo ambito siano influenzate da vari fattori. Tra questi, l'incertezza sugli effetti delle azioni intraprese,
l'irreversibilità di alcuni effetti negativi sull'ambiente, l'incertezza riguardante l'ampiezza degli impatti e la necessità di
sviluppare strategie efficaci per gestire tali incertezze.
I termini rischio e incertezza sono spesso utilizzati come sinonimi, ma presentano differenze sostanziali. Il rischio è una
situazione in cui esistono dati sulle probabilità di un evento, anche se tali probabilità possono essere sconosciute. Al
contrario, l'incertezza si verifica quando non si hanno informazioni sufficienti per valutare le probabilità di accadimento di un
evento. Questo implica che mentre nel caso del rischio si possono adottare strategie di gestione basate su dati esistenti,
nell'incertezza è più complesso sviluppare una risposta adeguata.
La valutazione del rischio diventa cruciale in questo contesto, poiché cerca di identificare la relazione tra la concentrazione di
inquinanti nell'ambiente e i loro effetti sulla salute. Essa implica un'analisi dettagliata che combina la dose (cioè il livello di
inquinamento) e la risposta (gli effetti sulla salute). L'obiettivo è trasformare l'incertezza in un quadro di rischio gestibile. Una
volta completata la valutazione, la gestione del rischio si occupa delle decisioni necessarie, come determinare il livello di
rischio accettabile e le strategie per ridurre i rischi che superano tale soglia.
L'analisi dell'efficacia dei costi si propone di massimizzare il numero di vite salvate attraverso l'allocazione ottimale delle
risorse disponibili, tenendo in considerazione anche l'incertezza. Qui entra in gioco la teoria dell'utilità attesa, che è
fondamentale nella teoria economica riguardante l'avversione al rischio. Questo approccio suggerisce che le persone
confrontano il valore atteso di un'azione con il costo di quella stessa azione, considerando le probabilità di ciascun evento.
Tuttavia, il valore atteso non riflette adeguatamente l'avversione degli individui ai risultati sfavorevoli. Di conseguenza, la
teoria dell'utilità attesa propone di utilizzare l'utilità, che si riferisce al benessere, al fine di valutare le scelte in condizioni di
rischio.
L'utilità attesa viene calcolata sostituendo i valori monetari con le utilità associate a ciascun esito possibile. Questo approccio
permette di attribuire un valore significativo agli eventi estremi, rendendo meno attraente un progetto che potrebbe
comportare rischi elevati. Inoltre, l'utilità attesa fornisce uno strumento per gestire il problema delle catastrofi, consentendo
agli individui di considerare l'alta disutilità in caso di perdita.
Tuttavia, l'approccio dell'utilità attesa presenta delle limitazioni. Gli individui spesso mostrano comportamenti incoerenti
rispetto a quanto previsto dalla teoria, confondendo l'utilità con la plausibilità. Possono avere la percezione che determinati
eventi negativi non possano accadere a loro, sottovalutando così le probabilità di eventi avversi. Queste distorsioni cognitive
possono influenzare le decisioni politiche e la loro efficacia nel gestire l'incertezza e i rischi ambientali. L'analisi delle reazioni
umane di fronte a incertezze e rischi è quindi fondamentale per sviluppare politiche ambientali più robuste e per comunicare
in modo più efficace le informazioni relative ai rischi. 22
Capitolo 10 – il ricorso al mercato
Il capitolo 10 del testo esplora il complesso rapporto tra i mercati e la protezione ambientale, mettendo in luce come i
principi economici possano essere utilizzati per affrontare le problematiche legate alla sostenibilità e alla conservazione delle
risorse naturali. Sebbene i mercati abbiano il potenziale per migliorare la gestione ambientale, è fondamentale riconoscere le
loro limitazioni e i fallimenti intrinseci che possono ostacolare un'efficace tutela dell'ambiente.
In sintesi, il capitolo 10 offre una visione critica delle interazioni tra mercati e ambiente, sottolineando sia le opportunità che
le sfide legate all'uso di strumenti economici per promuovere la sostenibilità. La combinazione di incentivi di mercato, la
responsabilità per i danni ambientali e una gestione prudente dei rischi sono elementi essenziali per un futuro sostenibile.
Affrontare le problematiche ambientali richiede una comprensione profonda delle dinamiche economiche, nonché un
impegno per l'innovazione e la cooperazione globale. La strada verso una protezione ambientale efficace passa attraverso un
equilibrio tra la crescita economica e la tutela delle risorse naturali, evidenziando la necessità di un approccio integrato e
collaborativo.
Mercati e costi ambientali
Uno dei punti principali affrontati nel capitolo è la questione dei costi ambientali non considerati nel sistema di prezzo. I
mercati funzionano bene per la maggior parte delle transazioni economiche, dove i prezzi riflettono il valore delle risorse.
Tuttavia, quando si tratta di risorse ambientali, come l'aria pulita e l'acqua, spesso non esistono prezzi di mercato adeguati.
Questo porta a una situazione in cui i costi legati all'inquinamento e al degrado delle risorse non vengono internalizzati,
risultando in un consumo eccessivo di queste risorse e in un deterioramento della qualità ambientale.
L'assenza di un prezzo che rifletta il valore reale di questi beni pubblici comporta un significativo fallimento del mercato. Gli
attori economici, siano essi produttori o consumatori, non hanno incentivi sufficienti a limitare le loro attività dannose per
l'ambiente, poiché non devono pagare per i danni che causano. Di conseguenza, si genera un sovrasfruttamento delle risorse
naturali, creando tensioni ecologiche che possono avere conseguenze devastanti.
Incentivi di mercato e comando e controllo
Un altro aspetto cruciale discusso nel capitolo è il confronto tra approcci basati su incentivi di mercato e quelli di comando e
controllo (CEC). Gli incentivi di mercato si fondano sulla premessa che, se le aziende e i consumatori fossero messi in grado di
percepire i costi ambientali attraverso i prezzi, sarebbero incentivati a modificare il loro comportamento. Per esempio,
l'introduzione di tariffe per l'uso delle risorse o di diritti di accesso per le risorse ambientali non monetizzate potrebbe
incoraggiare un utilizzo più sostenibile e responsabile.
Al contrario, gli approcci di comando e controllo si basano su regolamentazioni rigide imposte dalla legge, che possono
risultare inflexibili e inefficaci. Sebbene possano garantire una certa protezione immediata dell'ambiente, non sempre
riescono a stimolare l'innovazione o l'efficienza economica. Gli economisti sostengono che un sistema basato su incentivi di
mercato potrebbe essere più efficace, poiché permetterebbe agli attori di scegliere come conformarsi agli standard
ambientali, rispondendo in modo flessibile alle variazioni di costo.
Il principio di chi inquina paga (PIP)
Il capitolo affronta anche il principio di chi inquina paga (PIP), un concetto fondamentale nell'economia ambientale. Questo
principio sostiene che chi causa danni all'ambiente deve essere responsabile del pagamento dei costi associati.
L'implementazione di questo principio è essenziale per garantire che le decisioni economiche siano informate dai costi totali
delle risorse, compresi quelli ambientali. Tuttavia, affinché il PIP sia efficace, è necessaria una coordinazione internazionale.
Le politiche ambientali di un paese possono influenzare la competitività globale e le pratiche commerciali, il che significa che
la cooperazione tra nazioni è cruciale per affrontare problemi ambientali di portata globale.
Un aspetto interessante del PIP è che impone una responsabilità diretta agli inquinatori, incentivandoli a ridurre le loro
emissioni e a investire in tecnologie più pulite. Tuttavia, la sua applicazione presenta delle sfide, come la difficoltà di
quantificare i danni ambientali e la resistenza politica da parte degli interessi industriali.
Analisi costi-benefici e incertezza
La discussione si sposta poi sull'analisi costi-benefici, che cerca di identificare il livello ottimale di inquinamento in un contesto
di efficienza economica. Secondo questo approccio, è spesso irrealistico aspirare a un'inquinamento zero, poiché ciò
comporterebbe costi proibitivi per l'economia. Pertanto, l'idea è di trovare un equilibrio tra i benefici economici della
produzione e i costi ambientali associati. Tuttavia, questa analisi deve tener conto dell'incertezza legata agli effetti a lungo
termine delle pratiche industriali e alle conseguenze delle scelte economiche.
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L'approccio precauzionale emerge come un concetto importante, specialmente quando l'incertezza è alta. Esso suggerisce
che, in caso di rischi potenziali significativi per l'ambiente o la salute pubblica, sia preferibile adottare misure di prevenzione
piuttosto che aspettare di avere prove certe dei danni. In questo modo, le misure di riduzione alla fonte diventano cruciali,
piuttosto che fare affidamento su tecnologie che trattano i rifiuti a valle.
Diritti di proprietà e teorema di Coase
Infine, il capitolo esplora l'importanza dei diritti di proprietà e il teorema di Coase, che sostiene che la chiara definizione dei
diritti di proprietà può facilitare le trattative tra inquinatori e le persone danneggiate. Quando le vittime dell'inquinamento
possiedono diritti di proprietà, possono contrattare con gli inquinatori per trovare soluzioni che siano reciprocamente
vantaggiose. Questo sistema di negoziazione può portare a un risultato socialmente ottimale, in cui i costi e i benefici
dell'inquinamento sono equamente distribuiti.
Tuttavia, il teorema di Coase ha le sue limitazioni. In molte situazioni, i costi di transazione sono elevati, rendendo difficile per
le parti negoziare efficacemente. Inoltre, in un mercato caratterizzato da asimmetrie di informazione o da monopolio, la
situazione può essere complicata, rendendo difficile applicare i principi del teorema di Coase in modo efficace.
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Capitolo 11 - L’istituzione di imposte per l’uso dall’ambiente
Il capitolo 11 tratta dell'uso di imposte e strumenti di incentivazione economica come mezzi per promuovere la sostenibilità
ambientale. Le sfide legate all'inquinamento e al degrado ambientale richiedono soluzioni innovative e mirate, e le politiche
fiscali possono giocare un ruolo cruciale in questo contesto. Si esploreranno vari aspetti legati a queste politiche, compresi gli
strume