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IL MERCATO DEL LAVORO
Cosa accade quando aumenta la domanda di un bene?
Un aumento della produzione porta ad una maggiore occupazione che riduce la
disoccupazione. Una disoccupazione più bassa porta a salari più alti. Salari più alti
aumentano i costi di produzione, quindi le imprese aumentano i prezzi. Prezzi più alti
portano i lavoratori a chiedere salari più alti. Salari più alti portano ad un aumento dei
prezzi e così via.
FLUSSI DI LAVORATORI → Bisogna capire se ci sia mobilità, quindi se ci sia una
stagnazione o c'è un continuo flusso di licenziamenti/assunzioni.
Quando l’economia è in recessione, le imprese reagiscono alla diminuzione della
domanda in due modi:
-riducendo le assunzioni di nuovi lavoratori.
-licenziando i lavoratori attualmente occupati.
Quindi quando la disoccupazione è elevata gli occupati si aspettano di perdere il lavoro
e per i disoccupati aumenta il periodo di disoccupazione.
LA DETERMINAZIONE DEI SALARI
Macroeconomia 27
In Europa si ricorre alla contrattazione collettiva, ossia centralizzate che avvengono tra
imprese e sindacati.
Nei restanti casi sono stabiliti dai datori di lavoro o tramite contrattazione
decentralizzata tra datore e dipendenti.
Se sono richieste competenze elevate, è più frequente l'accordo bilaterale.
Due fattori rilevanti:
a) i lavoratori percepiscono un salario superiore al loro salario di riserva che li rende
indifferenti tra lavorare ed essere disoccupati.
b) i salari dipendono dalle condizioni sul mercato del lavoro: quanto più è basso il tasso
di disoccupazione, tanto maggiori sono i salari.
LA CONTRATTAZIONE DEL SALARIO
La forza contrattuale del lavoratore dipende da due fattori. Il primo è il costo che, in
caso di dimissioni, l’impresa dovrebbe pagare per sostituirlo. Il secondo è la difficoltà
che egli incontrerebbe nel trovare un altro lavoro. Quanto più costoso è per l’impresa
rimpiazzare il lavoratore e quanto più è facile per quest’ultimo trovare un altro lavoro,
tanto maggiore sarà la sua forza contrattuale. Quindi dipende strettamente dalla natura
del lavoro, se il dipendente è altamente qualificato allora sarà più difficile sostituirlo e
maggiore sarà la sua forza contrattuale. Al contrario se si tratta di un operaio, molti altri
lavoratori richiederanno quel posto di lavoro e sarà più semplice sostituirlo.
SALARI DI EFFICIENZA
Prescindendo dalla forza contrattuale dei lavoratori, le imprese potrebbero voler pagare
un salario superiore a quello di riserva. esse infatti vogliono che i lavoratori siano
produttivi, e il salario può essere una leva per raggiungere tale obiettivo. Inoltre un
maggiore salario eviterà un eccessivo turnover, facendo sì che per i lavoratori non sia
indifferente rimanere o dimettersi.
SALARI, PREZZI E DISOCCUPAZIONE e
= (u,
W P F z)
Il salario nominale aggregato W dipende da tre fattori:
-il livello atteso dei prezzi P: relazione diretta tra P e W.
-il tasso di disoccupazione u: relazione inversa tra u e W.
Macroeconomia 28
-una generica variabile z che rappresenta tutte le altre variabili che influenzano la
determinazione dei salari (sussidio di disoccupazione, salario minimo e livello di
protezione dei lavoratori): relazione diretta tra z e W.
IL LIVELLO DEI PREZZI
Il livello dei prezzi influisce sui salari nominali perché sia i lavoratori che che le imprese
sono interessati al salario reale, relativamente ai beni che acquistano o che vendono →
W/P. Quindi dividiamo l’equazione sopra per il livello dei prezzi.
/P = (u,
W F z)
LA DETERMINAZIONE DEI PREZZI
I prezzi fissati dalle imprese dipendono dai costi, che a loro volta dipendono dalla
funzione di produzione, ossia la relazione tra l’input e l’output. Assumiamo che le
imprese producano beni usando un unico fattore produttivo, il lavoro: Y = AN.
Dove Y è la produzione, N l’occupazione e A la produttività.
Assumiamo che A=1 (un lavoratore produce un unità di prodotto) la funzione di
produzione diventa: Y=N.
Le imprese fissano i prezzi con questa equazione:
= (1 +
P m)W
Dove m è il ricarico sul costo di produzione, indicato come markup. Maggiore è il potere
di mercato delle imprese, maggiore sarà il markup.
Il prezzo P, supererà il costo W, di un fattore pari a (1+m). La determinazione dei prezzi
da parte delle imprese determina anche il salario reale:
/P = 1/(1 +
W m)
Il salario reale fissato dalle imprese è una funzione delle decisioni di prezzo → un
aumento del markup fa aumentare i prezzi a parità di salari, facendo diminuire il salario
reale.
L’equilibrio nel mercato del lavoro è la soluzione del seguente sistema:
curva dei prezzi: W/P=1/(1+m)
Macroeconomia 29
curva dei salari: W/P=F(u,z)
L’EQUILIBRIO NEL MERCATO DEL LAVORO
L’equilibrio nel mercato del lavoro richiede che il salario reale determinato attraverso la
contrattazione salariale (WS) sia pari al salario reale determinato tramite la fissazione
del prezzo da parte delle imprese (PS). Nel punto A abbiamo quindi:
Supponiamo che il governo applichi un aumento dei sussidi di
disoccupazione (z ). Poiché un aumento delle indennità rende meno dolorosa la
prospettiva della disoccupazione, il sussidio fa aumentare il salario reale scelto nella
contrattazione a parità di tasso di disoccupazione. Per mantenere immutato il prezzo di
vendita che le imprese vogliono fissare devono licenziare lavoratori (muovendosi lungo
la curva WS’). Nel nuovo equilibrio A’ il tasso di disoccupazione naturale è più alto.
Macroeconomia 30
Si supponga che l’autorità antitrust applichi in maniera meno rigorosa la legislazione
antitrust esistente.
Cosa succede a Un?
Il primo effetto è quello di consentire alle imprese di colludere più facilmente e
aumentare il proprio potere di mercato (m ). L’aumento di m implica che le imprese
fissano dei prezzi di vendita più alti. In termini reali, il salario si riduce. I lavoratori
chiedono un aumento del salario nominale W al quale le
imprese reagiscono riducendo l’occupazione.
LA PC
La PC analizza la relazione tra inflazione e disoccupazione (curva di Phillips):
Macroeconomia 31
e
− = − )
π π a(u u
n
Quando il tasso di disoccupazione è inferiore al tasso naturale l’inflazione risulta essere
superiore alle attese. Se la disoccupazione è superiore al tasso naturale l’inflazione
risulta inferiore alle attese.
Ora dobbiamo riscrivere la curva di Phillips in termini di produzione. Per definizione il
tasso di disoccupazione è uguale alla disoccupazione divisa per la forza lavoro:
= = (L − = 1 −
u U/L N)/L N/L
Ciò implica che l’occupazione è uguale alla forza lavoro moltiplicata per 1 meno il tasso
di disoccupazione: = −
N L(1 u)
Assumiamo che la produzione 8ossia l’output) è uguale alla forza forza lavoro impiegata
(ossia l’occupazione): = = −
Y N L(1 u)
Quindi quando il tasso di disoccupazione è uguale al tasso naturale, l’output è uguale a:
= − )
Y L(1 u
n n
Yn è chiamato potential output o livello naturale di produzione.
L’OUTPUT GAP
Sottraendo le prime due espressioni otteniamo la deviazione dell’output dal suo livello
naturale: − = ∗ [(1 − − (1 − )]
Y Y L u) u
n n
− = −L ∗ (u − )
Y Y u
n n
Questa deviazione è chiamata output gap e indica una relazione tra la deviazione della
produzione dal potenziale e la deviazione della disoccupazione dal suo tasso naturale.
Macroeconomia 32
✓ Se la disoccupazione è uguale al tasso naturale → la produzione è uguale al
potenziale e l’output gap è uguale a zero.
✓ Se la disoccupazione è al di sopra del tasso naturale → la produzione è inferiore al
potenziale e l’output gap è negativo.
✓ Se la disoccupazione è al di sotto del tasso naturale → la produzione è al di sopra del
potenziale e l’output gap è positivo.
IL MODELLO IS-LM-PC
La relazione tra inflazione e produzione è data da:
− Π = (α/L) ∗ (Y − )
π Y
n
✓ Quando la produzione è al di sopra del potenziale (e quindi l’output gap è positivo) →
l’inflazione aumenta.
✓ Quando l’output è al di sotto del potenziale (e quindi l’output gap è negativo) →
l’inflazione diminuisce.
Macroeconomia 33
N.B. Perché la BC non varia immediatamente il tasso di interesse per raffreddare
l’economia? Tipicamente, la BC agisce variando di un punto percentuale r e vede come
reagisce il sistema economico.
BREVE E MEDIO PERIODO
Nel breve periodo l’economia fluttua attorno al suo livello naturale dando luogo alle
congiunture economiche o business cycles. Ciò accade perché l’economia è colpita da
shocks dovuti a mutamenti della spesa autonoma o a politiche fiscali o monetarie. Nel
medio periodo l’economia torna al suo livello naturale.
CONSOLIDAMENTO FISCALE
Supponiamo che la produzione sia al potenziale, quindi l’economia si trovi nel punto A
della figura nella slide seguente. La produzione Y è uguale a Yn, il tasso ufficiale è
uguale a rn e l’inflazione è stabile.
Ora, supponiamo che il governo, che stava registrando un disavanzo, decida di ridurlo,
ad esempio aumentando le tasse (T):
• L’aumento delle tasse sposta la curva IS a sinistra, da IS a IS’.
• Il nuovo equilibrio di breve periodo è dato dal punto A’.
Macroeconomia 34
A un dato tasso di riferimento rn, la produzione diminuisce da Yn
a Y’ e l’inflazione inizia a diminuire → in altre parole, se all’inizio la produzione era al
suo livello naturale, il risanamento di bilancio genera una recessione. Questo è
l’equilibrio di breve periodo. Si noti che, quando il reddito diminuisce e le tasse
aumentano, il consumo diminuisce in entrambi i casi. Si noti inoltre che, al diminuire
della produzione, diminuisce anche l’investimento. Nel breve periodo, il risanamento di
bilancio appare piuttosto sgradevole: scendono sia i consumi che gli investimenti.
Cosa accade nel medio periodo?
Poiché la produzione è troppo bassa e l’inflazione sta diminuendo, è probabile che