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-> GOVERNO ECONOMICO DELLE FAMIGLIE
Sono membri del soggeFo d'is;tuto (come anche del soggeFo economico) della famiglia tuFe le persone che la
compongono. Gli interessi economici di persone di altre famiglie (con rappor; di parentela) si considerano non
is;tuzionali, a meno che non si configuri un gruppo economico di aziende familiari.
Il governo economico dell'azienda familiare comporta un ar;colato insieme di decisioni complesse poiché implicano
significa; non solo economici (ripar;zione del lavoro tra i membri, lavoro interno/esterno, livelli di consumo e di
risparmio, modalità di impiego del risparmio, eredità e donazioni, ecc.). Le preroga;ve di governo economico
speFano a tuFe le persone della famiglia in funzione di età, esperienza e competenza. Spesso il governo economico è
delegato al/ai "capo/i-famiglia", anche se molte decisioni avvengono in forma collegiale.
-> GOVERNO ECONOMICO DELLE IMPRESE
Differen; imprese richiedono differen; struFure di governo economico e le diverse struFure di governo
aFribuiscono rilevanza a differen; categorie di portatori di interessi. L'ipotesi di riferimento è quella dell'impresa
nella quale il soggeFo d'is;tuto ed il soggeFo economico sono forma; dall'insieme dei conferen; di capitale di
rischio e dei prestatori di lavoro.
Nel mondo occidentale la grande maggioranza delle imprese è configurata secondo il modello capitalis.co (ruolo
centrale del capitale), anche se:
- la forma e la sostanza non sempre coincidono;
- alcuni ordinamen; (es. Germania) prevedono esplicitamente la partecipazione dei prestatori di lavoro nel governo
dell'impresa;
- la disciplina della "Società Europea" prevede la possibilità di scegliere tra un modello monis;co o dualis;co della
struFura di governo.
Qualunque sia la scelta sulla struFura di governo, alcuni temi assumono uniforme rilevanza in tuFe le imprese:
- il fine immediato delle imprese è rappresentato dalla produzione di remunerazioni per il soggeFo d'is;tuto, che
non deve confliggere con vita duratura ed autonomia d'impresa (che richiedono presidio di interessi non is;tuzionali
per mantenere legiJmazione sociale).
Le preroga/ve di governo economico riguardano:
- scelte di asse8o is0tuzionale (organi di governo e loro struFura; scelte di fusioni, scorpori, concentrazioni, accordi;
relazioni interaziendali etc.);
- scelte di configurazione delle combinazioni produ9ve (oggeFo sociale, dimensione, diversificazione, integrazione,
internazionalizzazione, etc.);
- scelte basilari di asse8o tecnico, asse8o organizza0vo, patrimonio.
-> NOTA: IL SOGGETTO ECONOMICO IMPROPRIO
Nella realtà può accadere che l'insieme dei soggeJ che dovrebbero esercitare il governo economico (il soggeFo
economico) non coincide con l'insieme di coloro che di faFo lo esercitano. I casi più frequen; nelle imprese sono:
- il governo è esercitato da insiemi di persone che non rappresentano l'intero soggeFo economico, ma solo una parte
di esso (es. azionis; di controllo che trascurano quelli di minoranza);
- iI governo è esercitato da insiemi di persone che non fanno parte del soggeFo economico (es. esponen; poli;ci che
vogliono interferire nelle strategie di un'impresa).
In questo caso si parla di sogge9o economico improprio.
Si traFa di una potenziale minaccia per l'impresa, e presenta aspe@ di iniquità (non rispeFa il contemperamento
degli interessi).
-> GOVERNO ECONOMICO DELLO STATO
Lo Stato si ar;cola in complesse struFure di is/tu/ pubblici, tra cui hanno par;colare rilievo le ar.colazioni
territoriali: Stato, Regioni, Province, Comuni. L'ordine economico di tali is;tu; è definito azienda composta pubblica.
Sono portatori di interessi is.tuzionali tuJ i ciFadini dello Stato e sono membri del sogge4o economico tuJ i
membri della colleJvità e coloro che prestano lavoro nelle aziende composte pubbliche.
I fini economici is.tuzionali delle aziende composte pubbliche sono:
- iI soddisfacimento dei bisogni pubblici di tuJ i membri della colleJvità;
- la remunerazione dei prestatori di lavoro. 25
Il governo economico si esercita in via indire9a per mezzo di organi collegiali i cui membri sono scel; tramite
elezione: si traFa di organi che prioritariamente svolgono compi; di ;po poli;co (ruolo poli;co).
La dis;nzione e l'integrazione di ruoli poli;ci e ruoli economici si aFua:
- a livello di stru4ura complessiva dell'amministrazione pubblica (es. aziende municipalizzate, imprese pubbliche);
- a livello di singoli is.tu. dell'amministrazione pubblica, con la dis;nzione tra organi poli;ci (i cui membri sono eleJ
in base a preferenze) ed organi amministra;vi (i cui membri sono seleziona; in base a competenze professionali).
-> GOVERNO ECONOMICO DEGLI ISTITUTI NON-PROFIT
Negli is/tu/ non-profit il soggeFo d'is;tuto può far capo a tre categorie di soggeJ:
- gli associa; delle associazioni (chiuse ed aperte);
- i donatori (priva; e pubblici);
- i prestatori di lavoro.
Sono interessi is.tuzionali economici:
- le aFese di soddisfacimento dei bisogni comuni degli associa;;
- le aFese di remunerazione dei prestatori di lavoro non volontario;
Sono interessi is.tuzionali non economici quelli dei donatori.
In defini;va, negli is;tu; non-profit l'insieme delle persone che compone il soggeFo d'is;tuto può essere
notevolmente diverso (molto più ampio) rispeFo al soggeFo economico
-> PRIORITÀ DEGLI INTERESSI E DEI LORO PORTATORI
Una possibile classificazione di portatori di interessi:
- primari (indispensabili in quanto hanno aspeFa;ve assolute verso l'is;tuto e senza i quali esso non realizzerebbe le
sue finalità dominan;);
- secondari (influenzano e/o sono influenza; dall'is;tuto, ma non sono essenziali per la sua sopravvivenza e il
perseguimento delle finalità dominan;);
- deriva0 (non streFamente lega; alle sue vicende ma capaci di influire indireFamente sull'is;tuto mobilitando
l'opinione pubblica o altri canali indireJ es. i mass media, gli aJvis; poli;ci o ambientalis;, i concorren;). 26
5 EQUILIBRIO ISTITUZIONALE ED ECONOMICITÀ
Quando un is.tuto funziona bene?
È un ambito di studio che ci avvicina all'idea di valutare se/come un is;tuto opera. Il giudizio in merito a questo si
basa sul conceFo di equilibrio. Questo conceFo si applica sia all'is/tuto sia alla sua astrazione denominata azienda
(ossia l'ordine economico), che si svolge nell'is;tuto e che da quest'ul;mo eredita importan; aFribu;. Nelle due
applicazioni, esso assume denominazioni diverse.
-> EQUILIBRIO ISTITUZIONALE
Si ha equilibrio is/tuzionale quando tu@ i membri del soggeFo di is;tuto:
- condividono i valori e gli obieJvi che ispirano la vita dell'is;tuto, le sue struFure e modalità di governo, le logiche
organizza;ve;
- considerano eque le ricompense ricevute rispeFo ai contribu; forni;.
L'equilibrio is;tuzionale è di lungo periodo, coerentemente con due aFribu; d'is;tuto:
- durabilità = (i) gli is;tu; nel tempo accumulano patrimoni di relazioni e di competenze che sono rela;vamente
indipenden; dalle persone; (ii) le persone che partecipano alla vita di un is;tuto (fondatori e membri) si aFendono
che questo perduri nel tempo;
- autonomia = libertà di scegliere i propri fini e le proprie modalità di governo, senza soFostare alla volontà di altri
is;tu;.
-> DURABILITÀ E AUTONOMIA DELL’AZIENDA
L'azienda eredita i due aFribu; di durabilità ed autonomia dell'is;tuto.
-> EQUILIBRIO ECONOMICO (O ECONOMICITÀ)
È dunque importante stabilire una regola di condo9a che, se rispeFata, consenta all'azienda di operare in condizioni
di durabilità e di autonomia. Questa regola di condoFa è il principio di economicità, inteso come condizione di
funzionamento dell'azienda per perseguire, durevolmente ed autonomamente, le finalità generali di is;tuto. Questo
principio assume poi configurazioni diverse a seconda della classe d'is;tuto di cui l'azienda è astrazione.
Si ha equilibrio economico, ossia economicità, quando l'is;tuto è in grado di a4rarre risorse sufficien. per
remunerare tuFe le condizioni di produzione e di consumo su cui si fonda lo svolgimento delle proprie combinazioni
economiche; ossia, quando l'is;tuto è capace di operare senza accumulare perdite. Equilibrio is;tuzionale ed
equilibrio economico sono interconnessi, ma non sincroni.
L'economicità è condizione necessaria di vita degli is;tu;: dunque, rappresenta contemporaneamente un principio
ed un obieJvo fondamentale di buon governo di ogni is;tuto.
-> NOTA SULLA SINCRONIA TRA EQUILIBRI
Si può manifestare equilibrio is;tuzionale in condizioni di disequilibrio economico (perdita) pro tempore. In questo
caso, alcuni soggeJ d'is;tuto rinunciano a una parte delle remunerazioni e la ges;one finanziaria può riuscire a
garan;re la solvibilità dell'is;tuto.
TuFavia, si traFa di situazioni temporanee, il cui protrarsi con rela;vo accumulo di perdite sfocia in: (a) cessazione
dell'is;tuto, (b) acquisizione da parte di un altro is;tuto, (c) perdita di autonomia rispeFo a soggeJ disponibili a
ripianare sistema;camente le perdite. 27
-> ECONOMICITÀ COME PERSEGUIMENTO DI FINI E COME RISPETTO DI CONDIZIONI
Il principio di economicità si declina in due forme complementari.
1) Perseguimento dei fini economici is/tuzionali
- imprese = remunerazioni (monetarie e di altra specie) per i prestatori di lavoro e per i conferen; di capitale di
rischio;
- famiglie = appagamento dei bisogni delle persone che le compongono;
- Stato = appagamento dei bisogni di beni pubblici dei ciFadini e remunerazione dei prestatori di lavoro;
- is;tu; non-profit = appagamento dei bisogni di varie categorie di associa; e fruitori, e remunerazione dei prestatori
di lavoro.
2) Rispe9o simultaneo di un insieme di condizioni di svolgimento dell'a4vità economica, cioè di un insieme di
condizioni che si differenzia a seconda della classe d'is;tuto di cui l'azienda è ordine economico. In generale le
condizioni di svolgimento si ar;colano in cinque dimensioni:
- equilibrio reddituale
- efficienza e flessibilità
- congruenza delle remunerazioni
- capacità di risparmio
- equilibrio monetario
*assumono configurazioni diverse a seconda della classe d'is;tuto di cui l'azienda è astrazione.
-> ECONOMICITÀ DELLE IMPRESE: EQUILIBRIO REDDITUALE
L'equilibrio reddituale (equilibrio tra componen; posi;vi e nega;vi di reddito) esprime l'aJtudine della ges;one di
rimunerare, con i componen; posi;vi di reddito e alle condizioni di mercato, tuFe le condizioni di produzione
(compresi il capitale di pres;to ed il capitale di rischio). Esso deve es