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Riassunto esame Diritto romano, Prof. Briguglio Filippo, libro consigliato Istituzioni di Gaio, Filippo Briguglio Pag. 1
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Scoperte a Verona durante il viaggio di Barthold

Roma, poiché diventerà ambasciatore prussiano presso la santa sede. Mentre deve fare quel viaggio Savigny da aBarthold dà l'incarico di andare a visitare più biblioteche in cerca di codici riscritti. La capitolare non era nell'elenco di Savigny ma Barthold Arriva a Verona e in due giorni realizza tre clamorose scoperte:

  1. Un foglio sciolto che contiene un pezzo delle istituzioni di Gaio (capisce che fosse di Gaio)
  2. Un frammento di diritto scale
  3. Un intero codice, il Codice XV 13 che credeva fossero le istituzioni di Ulpiano (dal quale si è staccato il foglio sciolto)

Erano stati già recuperati da Ma ei che però non era in grado di capire cosa ci fosse dentro, Ma ei aveva annunciato che fosse un foglio riscritto. Niebuhr era proprio in cerca di quei codici. All'epoca di Niebuhr erano stati scoperti i reagenti chimici (la noce di galla) e riesce a leggere un foglio, sciogliendo la scrittura superiore, si sbaglia dicendo

che è Ulpiano. Quel foglio che egli ha decifrato lo chiama frammento di Ulpiano. Solo Savigny capisce che è Gaio e non Ulpiano, bravura di Savigny che sotto mano solo un foglio e capisce che è Gaio e non Ulpiano. Ma ci sono luci e ombre nel racconto di Niebuhr. Niebuhr è arrivato a Verona e dice espressamente di non saper nulla delle pubblicazioni di Scipione Ma ei. Lo stesso Niebuhr menziona tutte le persone che vede all'interno della biblioteca capitolare, ma non cita mai Scipione Ma ei. Ma è una cosa singolare perché all'interno di quella biblioteca tutto parlava di Ma ei, che in oltre aveva realizzato un catalogo dove aveva a ermato che quello era un codice riscritto, e Niebuhr cercava solo quel tipo di codice, perché al di sotto normalmente c'era un tesoro. Per ritrovare quei manoscritti solitamente si doveva avere sotto mano il catalogo, questo catalogo nonmi è stato d'aiuto per la mia scoperta: del suo ma cosa dice Niebuhr del catalogo? "D'altronde oggetto non figura all'interno neanche una parola". Siamo sicuri che questo catalogo veramente non servisse a nulla? Il racconto di Niebuhr prosegue e avvengono dei miracoli, lui dice di aver buttato via il catalogo, di aver aperto per caso l'armadio dei manoscritti, mil'armadio dei manoscritti e gli sia caduto in mano un volume sottile: "Appena cadde fra le mani un volumetto molto sottile" (che riguardava le scoperte di Ma ei). Scipione Ma ei in realtà all'interno del catalogo aveva preso alcune righe della scoperta del foglio sciolto e ne aveva fatto una "fotogra a", un ricalco. Se sei un lologo e vedi quel tipo di scrittura sai quando è stato scritto il codice e sai che è antichissimo. Niebuhr ne vedeva anche il contenuto perché si parla di interdetti. Niebuhr vede che è un

testo antichissimo, di diritto romano e c'è anche la segnatura nel catalogo che dice dove trovare quel passo preciso. Niebuhr nega di aver avuto fra le mani il catalogo di Ma ei o di averne avuto contatto. Perché non ha mai citato Ma ei? Potrebbe essere vero che non ha mai avuto tra le mani il catalogo, ma che non avesse mai avuto tra le mani il trattato dei padri maurini è piuttosto strano. C'era qualcun altro che quel trattato l'aveva letto, Haubold, Witte. Niebuhr avrebbe avuto un grande colpo di fortuna.

La notizia del ritrovamento arriva a Savigny che vuole dare l'annuncio, ha capito che sono state ritrovate le istituzioni di Gaio. Savigny era uno dei fondatori delle più gloriose università del mondo e insegna proprio in quella. Savigny ha avuto la notizia della scoperta ma non ne parla con i colleghi, ne vuole parlare con gli studenti. Arriva a lezione pieno di gioia ed a un annuncio clamoroso. Fra questi studenti c'era Witte,

che aveva 16 anni ed era già laureato per due volte. Si stava preparando al concorso per diventare professore, va infatti dal massimo scienziato del momento. Witte era uno studioso vorace ma aveva il candore del sedicenne e si alza in piedi ed interrompe la lezione di Savigny dicendo che quella non è una scoperta e che quelle notizie che stava dando lui le aveva già date a tanti professori 6 mesi prima. Glicita l'opera di Ma ei e anche quella dei padri maurini. Savigny non è in grado di ribattere. Viene messo in ridicolo. Nel clamore più generale la lezione si interrompe. Escono dall'aula, fuori dalla porta ad ascoltare la lezione c'era il padre di Witte che prende per un orecchio il figlio, dicendo "guai a te se una sola cosa di quelle che hai detto non è vera". In biblioteca trovano l'opera di Ma ei. Quello che ha detto Witte è vero. All'interno delle istituzioni di Gaio che sono arrivate a noi oggi,non tutti gli istituti giuridici sono completi. Molti importanti istituti sono quasi del tutto assenti ed altri sono solo sfiorati. Presunta o meno genuinità del testo che si trova nel codice veronese, che per alcuni è alterato, non genuino. Sono stati fatti altri ritrovamenti importanti: - I c.d. Frammenti di Oxford, tre frammenti di papiro provenienti dall'Egitto, pubblicati per la prima volta nel 1927 da Arthur Hunt. Danno delle informazioni molto importanti poiché, a parte piccole differenze, il testo del codice XV (13) e quello contenuto nei frammenti coincide in maniera sorprendente. - I c.d. Frammenti orentini: ritrovati nel 1933 presso un antiquario in Egitto, dalla papirologa italiana Medea Norsa. Trova due doppi fogli di pergamena, scritti da entrambi i lati e un foglio singolo in pergamena. Capisce di essere di grande importanza perché scritti in onciale. Questo doveva essere un codice più completo rispetto a quello di Verona, ma neabbiamo trovato un piccolo pezzo. Doveva essere stato di un utilizzatore colto, sono citati anche altri giuristinelle glosse (in greco), come Paolo e Ulpiano. Questo testo ci consente di capire che il codice di Verona non è il più completo nel codice di Gaio. Il testo egiziano è più completo e contiene una parte che manca nel Manoscritto Veronese. La questione della genuinità del testo gaiano viene tirata fuori da studiosi come Mommsen che crede che alcuni frammenti fossero glosse posteriori, non l'originale testo di Gaio- Solazzi e Beseler: gli del loro tempo, del principio del secolo scorso, epoca in cui trionfava l'inerpolazionistica, si andavano a cercare le modi che che venivano fatte dopo. Sull'onda di questo, si vanno ad ipotizzare delle glosse nel codice veronese. Oggi la dottrina dominante ritiene che il testo di Verona sia genuino, probabilmente non il più completo. Altri studiosi come Vincenzo Arangio Ruiz sostengono che

Delle istituzioni di Gaio vengano fatte almeno due edizioni, res cottidianae, come per "Le cose quotidiane", che alcuni ipotizzano come il continuo. Wol e altri ritengono che il testo sia una sorta di riassunto. Franz Wieacker: la teoria dell'Urgaius, suppone esistenza di un archetipo originario. Si accorge di un fenomeno epocale capitato intorno al III secolo d.C. dove si assiste al passaggio dal rotolo al codice, come supporto scrittorio, nel senso che fino a quell'epoca normalmente si scriveva su rotoli di papiro e i testi venivano tramandati su rotoli di papiro, ma questi rotoli vennero soppiantati dal codice che ha la forma dei nostri libri. Gli scritti più importanti vennero travasati su codici, ma non tutto fu trascritto, molte opere che non passarono in codice sono andate perdute. L'Urgaius sarebbe stato il precedente sia del codice di Gaio sia delle scottidianae. Gaio scrive molte opere,

tutte importanti anche se per qualcuno lo stile non è di un giurista classico, ma ha uno stile didattico:
  • Le (cose quotidiane)
  • Un commento all'editto provinciale
  • Un commento all'editto del pretore urbano
  • Un commento alla legge delle XII Tavole
  • Un commento al Senatoconsulto Or ziano
  • Commento alla legge Iulia et Papia
Witte da un'altra coltellata a Savigny, rivelandogli che c'è un altro studioso a conoscenza dell'opera di Ma ei che sta per pubblicare un'opera: Haubold. Witte conosceva Haubold, quindi era al corrente di ciò che stava facendo. Ciò mette in crisi Savigny che stava per scrivere un articolo dove rivelava di aver scoperto uno dei più importanti codici al mondo. Savigny scrive ad Haubold dicendo che è venuto a sapere che ha fra le mani il lavoro di Ma ei e che questo contiene il codice di Gaio e che sta per annunciarlo. Haubold si sorprende della lettera.di questa situazione e decide di scrivere una lettera a Witte per cercare di capire cosa sia successo. Nella lettera, Savigny esprime la sua delusione per il fatto che Witte abbia abbandonato lo studio del diritto romano e si sia dedicato alla Divina Commedia. Savigny cerca di convincere Witte a tornare al diritto romano, sottolineando l'importanza e la bellezza di questa disciplina. Tuttavia, Witte risponde a Savigny dicendo che non ha più interesse per il diritto romano e che preferisce concentrarsi sulla letteratura italiana. Questo scambio di lettere segna la fine della collaborazione tra Savigny e Witte e il distacco definitivo di Witte dal mondo del diritto romano.

Di ciò che è successo, perché Witte l'ha messo in ridicolo, per colpa di Niebuhr, Savigny era in buona fede non avendo mai visto l'opera di Ma ei. Savigny scrive a Niebuhr, dicendogli che esiste l'Historia Teologica e esiste una pubblicazione di quei frammenti già dal 1732, gli chiede che cosa sia successo e se ne sapesse qualcosa, inoltre a procurargli quel lavoro, voleva sapere perché non gli avesse dato notizie di Ma ei e gli chiese una trascrizione dello stesso. Niebuhr fu attaccato anche dalla Biblioteca Capitolare, poiché non ha mai menzionato Ma ei, e questo è stato un suo grande errore. Niebuhr si trova al centro di grandi polemiche, ci fu anche una lettera anonima contro di lui. Niebuhr si difese dicendo che l'historia teologica di Ma ei non era nota a Berlino perché non c'era, ma la notizia era arrivata anche tramite il trattato dei padri maurini (sulle scrivanie di ogni lologo dell'epoca).

La cosa peggiore che faNiebuhr è che non sapendo cosa dire attaccò Ma ei che ormai era morto da diversi anni, accusandolo di essere un falsario perché tutti quegli errori che aveva fatto Ma ei nella sua.
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A.A. 2022-2023
5 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/18 Diritto romano e diritti dell'antichità

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lnrss di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto romano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Briguglio Filippo.