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L'ADATTAMENTO AGLI OBBLIGHI INTERNAZIONALI

Lo stato opera su due piani separati e distinti: come soggetto di diritto internazionale, una volta ratificato un trattato, si obbliga nei confronti degli altri stati contraenti a introdurre una certa normativa interna, adattando così il proprio ordinamento; come soggetto di diritto sul piano interno, resta tuttavia padrone di fare ciò, di conformarsi oppure no.

Naturalmente, se non lo fa nei tempi fissati dal trattato liberamente sottoscritto, incorrerà in una forma di responsabilità sotto lo stretto profilo del diritto internazionale. Ma nessun soggetto dell'ordinamento internazionale potrà sostituirsi allo Stato nell'adattare il diritto interno alle norme del trattato.

L'adattamento può essere a:

  1. Rinvio fisso: il trattato viene allegato con legge di autorizzazione = si riferisce solo a quel trattato, successive modifiche dovranno essere integrate con un'altra legge di esecuzione

Rinvio mobile: l'ordinamento statale si adegua automaticamente a tutte le modifiche che nell'altro ordinamento si producono

L'approccio dualista modificato

  • Con la riforma costituzionale del 2001 è cambiato in gran parte l'approccio italiano nei confronti dell'ordinamento internazionale
  • Le Regioni fino ad allora avevano dei limiti nell'ambito legislativo anche nell'ordinamento internazionale = non era possibile introdurre norme contrarie a quelle introdotte dallo Stato nei rapporti internazionali
  • Riscrittura del primo comma dell'art. 117 della Costituzione: "la potestà legislativa è dello Stato e delle Regioni ed è subordinata ai vincoli dell'ordinamento comunitario e degli obblighi internazionali"

Il contrasto con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo

  • 2007: Corte costituzionale giudica illegittima una norma italiana in contrasto con una norma della Convenzione

europea dei diritti dell'uomo• Indennità sull'esproprio (legge 244/2007): era solo una percentuale (40%) del valore del bene• Questa norma era in contrasto con la norma della Convenzione che imponeva di riconoscere il valore pieno della proprietà del bene

Capitolo 4: L'ordinamento dell'Unione Europea

4. I FONDAMENTI DELL'UNIONE EUROPEA

L'ordinamento dell'Unione Europea si fonda sui trattati che sono stati conclusi dagli stati membri per una "durata illimitata" e costituiscono le fonti originarie.

Le fonti derivate sono il complesso di norme adottate dalle istituzioni dell'Unione, secondo i processi di produzione giuridica disciplinati dagli stessi trattati. Quest'ultime devono essere compatibili con i trattati sia sotto il profilo formale, che quello sostanziale. Tutto ciò costituisce il sistema delle fonti dell'Unione.

FONTI ORIGINARIE DELL'UNIONE

I valori, gli obiettivi e i principi

dell'Unione si trova nel preambolo e nei titoli I e II del Tue (che consta di 55 articoli) e nel preambolo e nella prima e seconda parte del Tfue (che consta di 358 articoli). I principali valori dell'Unione sono: a) Rispetto della dignità umana, della libertà e della democrazia. b) Pace e benessere tra i popoli, unione economica e monetaria. c) Rispetto dell'eguaglianza degli Stati membri e dell'identità nazionale. d) Principi di attribuzione e sussidiarietà. e) Riconoscimento dei diritti, delle libertà e dei diritti sanciti nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione. f) Eguaglianza dei cittadini, inteso come non discriminazione. g) Buon funzionamento dell'Unione e delle sue istituzioni. - Valori dell'Unione - L'Unione si propone l'obiettivo di assicurare il rispetto dei valori comuni da parte di tutti gli Stati membri. Si tratta di un meccanismo di salvaguardia sia preventivo che sanzionatorio. - Cittadinanza dell'Unione - La cittadinanza

La cittadinanza europea si aggiunge a quella nazionale e conferisce tali diritti:

  • Diritto di circolare e soggiornare nel territorio degli stati membri
  • Elettorato attivo e passivo nelle elezioni comunali ed europee nello stato in cui si risiede
  • Diritto alla tutela da parte delle autorità diplomatiche
  • Diritto di presentare petizioni al Parlamento europeo
  • Art. 11 Tue: diritto di iniziativa dei cittadini dell'Unione di richiedere che la Commissione presenti una proposta di atto legislativo (almeno un milione di cittadini appartenenti ad almeno un quarto degli stati)
  • Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea

L'art. 6 Tue conferisce ad essa lo stesso valore giuridico dei trattati. La carta contiene 54 articoli un ampio e aggiornato catalogo dei diritti (compresi quelli legati alla bioetica). Tipicamente delle convenzioni internazionali, abbandona la distinzione tra diritti politici e civili da una parte e diritti economici e sociali dall'altra.

conseguitimeglio solo a livello europeo (doppia valenza)

Proporzionalità l'azione dell'Unione non deve andare al di là di quanto necessario al conseguimento dei suoi obiettivi.

Nei settori di non esclusiva competenza dell'Unione i trattati prevedono la possibilità di instaurare una cooperazione rafforzata tra una parte degli stati membri, con la partecipazione di non meno di nove stati.

Revisione dei trattati

L'art. 48 Tue prevede una procedura ordinaria e procedure semplificate.

Procedura ordinaria attribuisce a qualsiasi stato membro, al Parlamento europeo e alla Commissione l'iniziativa di revisione, da presentare al Consiglio che a sua volta trasmette al Consiglio europeo.

Procedura semplificata se le modifiche proposte riguardano esclusivamente la parte III del Tfue, è possibile una procedura semplificata che evita sia la convenzione sia la conferenza intergovernativa.

FONTE DERIVATE DELL'UNIONE

Atti giuridici dell'Unione, elencati dall'art.288 Tfue sono:

  • Regolamenti: atti normativi di portata generale, obbligatori in tutti i loro elementi, direttamente applicabili in tutti gli stati membri
  • Direttive: atti che vincolano uno o più, nella maggior parte dei casi tutti gli stati membri in vista di un risultato da raggiungere entro un certo termine.
  • Decisioni: i destinatari possono essere sia persone fisiche e giuridiche sia stati membri; di portata generale o meno, nel secondo caso disciplinano casi concreti o destinatari specificamente individuati.
  • Raccomandazioni e pareri: valenza d'indirizzo politico e non vincolanti.
  • Atti legislativi: regolamenti o direttive adottati mediante procedura legislativa
  • Atti delegati: adottati dalla commissione sulla base di una delega contenuta in un atto legislativo, ma solo per integrare o modificare elementi non essenziali.
  • Atti di esecuzione: previsti da atti legislativi quando
l’esigenza di condizioni uniformi suggerisce che non siano gli stati membri a adottare tutte le misure necessarie per la loro esecuzione, ma sia la Commissione a farlo, previo controllo degli stati. Capitolo 5: Le Fonti del diritto 1. COSA SONO LE FONTI DEL DIRITTO Le fonti del diritto (fonti normative) sono i fatti o gli atti che l’ordinamento giuridico abilita a produrre norme giuridiche. Caratteri delle norme giuridiche sono la generalità e l’astrattezza (È capacità di innovare l’ordinamento). Le fonti di produzione del diritto sono i fatti o gli atti ai quali l’ordinamento attribuisce la capacità di produrre norme giuridiche che esso riconosce come proprie (dal diverso modo di produrre si creano sistemi giuridici diversi. Le fonti sulla produzione sono quelle norme che disciplinano i modi di produzione del diritto oggettivo, individuando i soggetti titolari di potere normativo e i procedimenti di formazione. Fonti Fatto, quando

l'ordinamento riconosce direttamente al corpo sociale la capacità di produrre norme senza che vengano seguite procedure particolari. (consuetudine) (comportamenti umani assunti come fatti oggettivi)

Fonti Atto, quando la norma è prodotta da un soggetto istituzionale portatore di una precisa volontà espressa seguendo le procedure stabilite dalle norme sulla produzione. (costituzione, la legge) (manifestazioni di volontà dei soggetti abilitati dall'ordinamento a produrre diritto).

Per gli atti la fonte ufficiale è la Gazzetta Ufficiale, fonte di cognizione.

Il passaggio dallo stato liberale allo stato liberaldemocratico ha comportato l'avvento di una costituzione rigida quale atto supremo dell'ordinamento giuridico.

La Costituzione diviene fonte regolatrice dei processi di produzione del diritto e ha modificato la distribuzione sia verticale sia orizzontale del potere di produrre norme giuridiche.

Inoltre, la Costituzione ha riservato a

soggetti determinati, in specifici ambiti, il potere di normazione:
  • In ragione del pluralismo internazionale
  • In ragione del pluralismo culturale e sociale
  • In ragione dell'ordinamento internazionale
3. LA COSTITUZIONE COME FONTE SULLE FONTI La Costituzione è la massima fonte sulle fonti, occupandosi di individuare e regolare i più importanti processi di produzione del diritto, ossia:
  • Quelli che permettono di produrre norme di rango costituzionale
  • Quelli che permettono di produrre norme di rango primario
Per gli atti primari, il sistema delle fonti del diritto è un sistema chiuso, implicando due cose:
  1. Non sono configurabili atti fonte primari al di là di quelli espressamente previsti dalla Costituzione
  2. Ciascun atto normativo non può disporre di una forza maggiore di quella che la Costituzione gli attribuisce.
Agli atti fonte primari è riconosciuta forza di legge. La forza o e
Dettagli
A.A. 2022-2023
61 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/21 Diritto pubblico comparato

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher studentessa03pol di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto pubblico comparato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università internazionale degli studi sociali Guido Carli - (LUISS) di Roma o del prof Meloni Guido.